-Giorno,credo che tu debba smetterla con quei
cioccolatini- avvertì Trish.
Di risposta ricevette uno sguardo vuoto e
l'apertura di un altro gianduiotto.
Da circa una settimana Giorno era caduto in
un'apatia terrificante,che lo portava a stare seduto da qualsiasi
parte(anche per terra) a mangiare cioccolatini e a sospirare. Era
palese che la causa fosse lo stress,anche perchè era pur
sempre un ragazzo di quindici anni che doveva comandare
un'organizzazione mafiosa,ma per quanto cercassero di scrollarlo le
reazioni erano tutte negative. Mi dispiace,il paziente non risponde
alle cure.
-Mi senti? Se continui a mangiare cioccolatini ti
verrà un colesterolo che raggiungerà le stelle-
martellò Trish,sperando di far leva sulla sua
vanità.
-Che immagine darai di te e dell'organizzazione? E
sopratutto pensa al bimbo!!- esclamò infine,alludendo alla
pessima cura che aveva di lui in quegli ultimi giorni(Bucciarati era
talmente spettinato da sembrare un gufo).
Il biondo gli rivolse un altro sguardo vacuo del
genere "Che mi interessa?" poi disse piano:-L'immagine di uno che non
ce la fa più,mi pare-.
La ragazza sospirò,indecisa se tentare
con un'altra provocazione o a tirargli uno schiaffo. Ma
Bucciarati,ancora più di cattivo umore per i capelli
spettinati,cominciò a strillare.
-Non strillare così tanto...- gli
mormorò Fugo prendendolo in braccio e mettendolo davanti al
giovane,che gli regalò uno splendido sguardo assente.
-Secondo te riusciamo a farglielo passare?-
sussurrò Narancia a Fugo,tirandogli una gomitata per
attirare la sua attenzione.
Il genietto alzò le spalle,chi lo
poteva dire?
Sua Maestà osservò il
pacchetto di cioccolatini,allungò la manina, e sotto lo
sguardo sempre più disperato di Giorno buttò la
bustina in terra.
Trish prontamente prese il pacchetto e
uscì dalla stanza per riporlo in cucina.
Il giovane guardò l'allontanamento
forzato senza muovere un muscolo o avanzare alcuna protesta. Rimase
seduto,a bocca aperta e occhi sgranati,faceva una pena immensa ma se
non ci pensava lui a salvarsi la salute...
-Senti,è chiaro(e anche normale) che tu
sia stressato,ma non puoi finire così...ci assumeremo
più lavori e lavoreremo bene!- esclamò Narancia.
Fugo tirò su con il naso mentre
Abbacchio distolse lo sguardo:quello che aveva detto Narancia era
decisamente una prova della sua bontà e questo faceva
tenerezza,ma erano così uomini(..!) che non potevano
dimostrarlo...
-Stavo pensando..- cominciarono Abbacchio e Fugo
all'unisono -dovresti riposarti un pò,magari esci..fai
qualcosa che ti rilassi..- continuarono,sempre in stereo e scambiandosi
un'occhiata infastidita.
-E poi dovresti occuparti di qualcuno,senza fare
nomi...- aggiunse Trish acida come un limone.
-Mi avete convinto..credo..credo che lo
farò...-acconsentì lui sorridendo debolmente
-fatemi sistemare Bucciarati ,prima-.
Erano i primi di Dicembre,l'aria era fredda e
frizzante,il cielo era quasi sempre coperto da nuvole color cenere e la
pioggia inzuppava quasi quotidianamente i romani.
Giorno,appena varcata la porta,avvertì
con piacere il cambio di temperatura e si concesse un sospiro
accompagnato da una nuvoletta di aria condensata.
Non aveva una precisa idea di dove
andare,perciò si limitò solo a camminare,dove le
gambe l'avrebbero portato. Per assicurare la calma di entrambi,si mise
a treccia sulla spalla,in modo che Bucciarati ci giocasse.
Anche l'altro avvertì il cambio di
temperatura,esibendosi in una raffica di starnuti che,per
velocità e suono,ricordavano tanto quelli di un gatto.
Alla sua reazione il biondo scoppiò in
una risata che lo lasciò con e lacrime agli occhi. Il
bambino lo guardò offeso,lasciò la treccia e
allungò le manine verso il viso del giovane.
-Dai,stai calmo. Non volevo ridere di te,almeno
non così tanto...- si scusò lui.
Mentre camminava,illustrava tutte le parti di Roma
al bimbo come una perfetta guida turistica.
Bucciarati,da bravo bambino qual'era,guardava
attento e ogni tanto starnutiva.
Giorno stava per prendere in considerazione l'idea
di tornare a casa,quando una mano si poggiò sulla sua spalla.
"Stai calmo,stai calmo e non fare gesti avventati"
si disse,prima di voltarsi.
La mano apparteneva a Risotto,inguaiato in un
cappotto nero chiuso dal collo fino alle ginocchia,dove il cappotto
finiva. Stranamente,aveva abbandonato il suo bizzarro
copricapo,lasciando in balia del clima i capelli. Accanto a lui c'era
Prosciutto,anche lui coperto dalla testa ai piedi.
Bhe,faceva freddo.
-Giorno,abbiamo saputo cos'è successo-
dichiarò Risotto senza preamboli.
-Però,non avremmo mai immaginato
che..fosse così..- farfugliò l'altro,molto
probabilmente non sapendo il concetto che voleva esprimere.
-Oh,Bucciarati vuole conoscervi,pare- disse il
giovane,alludendo alla mano che il bambino tendeva verso i due.
Prosciutto e Risotto,uno alla volta,dovettero
farsi chiudere le guance nella morsa che era la mano di Bruno. Poi
dovettero sentire i propri nomi storpiati in "Isotto" e "Psciutto".
-E' carino- mormorò il siciliano.
-Dobbiamo andare,veloci- disse l'altro,che non
aveva udito il commento,o forse non lo voleva sentire e basta.
-Ma non c'è nulla di urgente che io
sappia..- si ribellò.
-E invece si,andiamo- continuò
quello,martellante.
Risotto dovette cedere alle insistenze del
"collega" e si allontanò perplesso.
Di sicuro non c'era nulla di
urgente,ragionò il biondo,ma era solo una scusa di
Prosciutto per fuggirsene. Aveva notato infatti che i suoi occhi erano
lucidi.
-Fai più vittime tu di un
incidente..-ragionò rivolgendosi al bambino,che in risposta
gli rivolse un enorme,angelico sorriso.
Il resto della camminata si svolse senza
intoppi,assassini inteneriti o altro. Ma nel ritornare a casa
però,fu fermato dal commerciante della settimana prima.
-Io ho pagato,giusto? Non mi succederà
nulla vero?- cominciò.
-Nulla-ripetè il ragazzo.
-Io non farò niente che possa
disturbare,ma voi mi garantirete una vita serena per i miei restanti
giorni vero?- continuò quello.
"Ma dove vuole arrivare?" si domandò il
giovane,ricordando che aveva mandato Mista per ricevere la risposta
dell'uomo. Possibile che fosse così deficiente da spaventare
una fonte ulteriore di guadagno?
"Mista è uno stupido,ricordatene" lo
aveva avvertito Trish. Bhe,a dire la verità lo aveva fatto
dopo un pesante battibecco,quindi non contava più di
tanto...però..Mista non era sempre a posto con la testa.
-Cosa è successo?-.
-Un uomo è ringiovanito!! Ha..ha detto
che un tipo l'ha ridotto così..ma non gli hanno creduto. Ora
è in prigione perchè lo credono un truffatore e
il suo negozio è stato preso!! Io non voglio finire
così!!- esclamò tutto d'un fiato.
Senza volerlo l'uomo aveva appena dato a Giorno
un'informazione importante. Potendo gli avrebbe dato un bacio in fronte.
-Suvvia! Cosa può capitarle? Qua con
noi non le succederà mai nulla! Si tranquillizzi-
tagliò corto lui.
Se ne fuggì in tempo,prima che l'uomo
ricominciasse a lamentarsi. O peggio,a chiedere chi fosse quel bimbo.
Tornato a casa,radunò tutti e gli
spiegò tutto ciò che il commerciante gli aveva
riferito. Alla notizia Narancia prese a ululare(seguito da Mista) Trish
cominciò ad applaudire con Fugo; Abbacchio si
limitò ad un sorriso.
Nella cagnara generale si udì ben
distinto il pianto di Bucciarati.
-Che cosa vuoi Bucciarati?- chiese Giorno
distrattamente.
-Acqua-.
Improvvisamente piombò il silenzio,e
tutti si girarono esterrefatti,a guardare l'adorabile infante.
-Cosa hai detto?!?- esclamò il biondo
prendendolo in braccio.
-Acqua. Gionno- rispose Sua Maestà
imbronciato per l'improvviso e massiccio interesse di tutti.
La stanza fu di nuovo scossa dalle loro urla.
Narancia e Mista sembravano babbuini riempiti di LSD. Non era il
massimo.
-Secondo voi,per il tono,a chi assomiglia?-chiese
Narancia.
-A me ovviamente!-esclamò Mista
entusiasta.
-A me!! A me!!- ululò il ragazzino.
-Zitti! Se assomiglia a qualcuno,quel qualcuno
sono io!- affermò Giorno fieramente,prendendo Bruno in
braccio.
-Non mi sembra roba sui cui
discutere-affermò saggiamente prima di dire:-Anche
perchè avrei fame-.
-Oddio! La cena!- esclamò Trish.
Quando si assicurò che la stanza fosse
vuota,il giovane diede un bacio enorme al bimbo e gli
sussurrò:
-Qualsiasi cosa dicano,lo so benissimo,somigli a
me-.