Sopisce il vento
sull'inargentate acque,
or che il Sol
all'orizzonte cade
nel vitreo fiume;
chete son le fronde
ché 'l canto dell'augel
al vesper tacque.
E intra le crepe
dell'antico murello
in silenti sogni vaga
delle rose l'esemplar più bello:
ma gualciti paion
i suoi adorni,
piangenti d'umide stille.
Perisci, o tea,
quand'altri giorni
il fato tuo
non più prospetta:
ogni fanciulla
il tuo spirito ha veduto;
in volo,
per l'eterne vie del ciel
i venti l'han condotto;
il mattin
su la tua veste
le perle sue ha disperse:
E in cuor gioivi,
non temendo il verno:
t'illuse la luce del giorno...
ma or maledici i ricordi
felici,
ché fan più male di
quelli feriti;
or non restan che
l'irte spine
di questo tuo giorno
ormai giunto alla fine.