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Autore: Hermione Weasley    27/01/2008    0 recensioni
Una serie di drabble/flashfic su Sylar/Gabriel Gray.
Genere: Triste, Malinconico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sylar
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Prompt usato: Natale sempre per le 100 FF su Sylar.
Niente spoilers stavolta.


02. Waiting


Assottiglia lo sguardo.
Chiude un occhio.
Poi l'altro.
E' divertito dallo spostamento apparente del bue.
O dell'asinello.
Li riapre entrambi, riprendendo a studiare le espressioni di quelle minuscole statuine.
Mani premute le une sulle altre, in una religiosa immobilità.
La culla vuota.
Avrebbe trovato degno occupante solo qualche ora più tardi.
Gabriel sa che Babbo Natale non esiste.
Non lo aspetta, anche se una minuscola parte di lui spera che arrivi comunque.
Anche solo un segno.
Un rumore dal camino che possa smentirlo.
Non è la prima volta che si immagina di correre in cucina, con un sorriso trionfante, pronto a provare a sua madre che si sbaglia.
Che si è sempre sbagliata.
Una vaga occhiata in direzione del fuoco morente.
Occhiata che vorrebbe essere disinteressata, ma che non lo è.
Fugace e rapida.
Gabriel ha il terrore che se restasse a guardarlo per troppo tempo, non accadrà niente.
Non vuole mostrarsi troppo speranzoso.
Sa che le sue aspettative rischiano di essere tradite ancora una volta.
Ma non riesce a fare altrimenti.
E' una sensazione troppo piena.
Gli prende tutto il petto e glielo riempie.
Una speranza troppo grande per un bambino così piccolo.
Dà un colpetto ad uno dei pastori.
E' troppo vicino ai Re Magi, e gli dà fastidio vedere una composizione così sbilanciata.
Urta per sbaglio una pecorella.
E la rimette in piedi, ignorando le voci sommesse dei suoi genitori nell'altra stanza.
I suoi amici lo hanno preso in giro quando ha detto loro che in casa sua non usano addobbare un abete a Natale.
Solo il Presepe.
Sua madre dice che è abbastanza.
Che è un giorno importantissimo, non un'ostentazione di decorazioni.
Per questo la loro casa è sempre buia anche sotto il periodo natalizio.
Gabriel finge di non interessarsene.
Spaccia il suo dispiacere per superiorità.
Risponde bruscamente che lui non ne ha bisogno.
Che è già grande.
Grande anche per le decorazioni e per le luci intermittenti.
E continua a ripeterselo, forse nel tentativo di renderlo più convincente.
Sospira di nuovo, soffiando un po' della farina che funge da neve nella capanna.
La paglia della culla è leggermente imbiancata.
Quest'anno non verrà lo zio dal Michigan.
Pare che abbia avuto un contrattempo.
Non gli interessa poi molto.
Non ne ricorda nemmeno il nome.
Sa solo che è solito portargli un po' di cioccolata.
Negli anni precedenti, è riuscito a mangiarne solo una minuscola parte.
Con una qualche scusa, sua madre gliele nasconde sempre.
Molto probabilmente la butta.
Gabriel è convinto che abbia una strana concezione del Bene e del Male.
Vorrebbe dirle che non c'è niente di diabolico in una barretta di cioccolato.
Ma non ha mai trovato il coraggio di farlo.
Tace e annuisce.
Non vuole dispiacere a sua madre.
Non vuole farla arrabbiare.
L'ultima volta che si è adirata con lui, l'ha mandato a letto senza cena.
E poi gli piacciono quei racconti della sera.
Parabole, episodi dei Vangeli, che sua madre gli racconta prima di andare a dormire.
Gli piace la sua aria accorata e coinvolta.
Poi, quando ha finito, si sporge verso di lui.
Gli posa un leggero bacio sulla fronte e gli sistema i capelli.
Mormora una sommessa preghiera e gli sorride.
Si alza, spenge la luce, ed esce.
Non gli piace fare a meno del rito della buonanotte.
Non vuole ammetterlo, ma a volte corre a letto prima dell'orario stabilito, solo per quello.
Tenta di non mostrarsi impaziente, soltanto per sentire quelle labbra sulla fronte.
Rialza lo sguardo solo quando una voce lo richiama dalla cucina.
E' pronto.
Si solleva, rimettendo Baldassare al suo posto.
Viene un buon odore dalla cucina.
Gabriel corre in quella direzione.
Ignora volutamente il caminetto silenzioso.
Lo sorpassa, fingendosi disinteressato a quell'ennesimo tradimento.
Fa finta di niente.
Forse sua madre gli farà dire la preghiera prima di iniziare a mangiare.
Conta di chiederglielo.

  
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