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Autore: itsapancake    16/07/2013    3 recensioni
«Sai, o ho notato i tuoi buoni pasto della mensa, come le tue rinunce quando eravamo in giro e non volevi provare un vestito proposto dalle ragazze,eppure non ho mai detto nulla perché so che significa essere noi: è difficile, nessuno ti capisce e tu sei povero. Insomma oltre Puck e mia madre non ho una famiglia, non conosco mio padre, ma ho conosciuto gente speciale come te, e sono felice, sono felice perché ora so che significa essere felice, grazie a te e alla tua persona realistica.» disse così dolcemente, quasi da farmi commuovere. Forse gli volevo bene, forse mi piaceva troppo, ma se c’era una cosa nella mia vita in sovrappeso, era il mio cuore.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Jake Puckerman, Marley Rose
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Overweight
 

Ho sempre dovuto vedere tutto da una prospettiva molto lontana, ma allo stesso tempo troppo vicina alla mia vita quotidiana. Non ero mai stata una modella adatta per la copertina della rivista di Vogue, forse ero troppo naturale, forse ero troppo me stessa, forse tenevo fin troppo alla mia famiglia, a quello che io in futuro sarei potuta diventare.

Cantare per me era una consolazione, quasi come un dovere: era un atto quotidiano al quale non potevo rinunciare, perché io amavo essere me stessa, essere l’imprevedibile Marley Rose, la ragazza che magari al liceo McKinley sarebbe stata lodata per questa sua grande qualità. Purtroppo le speranze sparivano con la parola sovrappeso, insomma tutti sapevano che mia madre erano una semplice cuoca della mensa, e tutti sapevano che mia madre non aveva un tipo di fisico salutare e che lei era sovrappeso, perciò avevo paura che lei mi avesse ‘donato’ i suoi geni tanto belli quanto spaventosi e poco benefici.
«A che pensi?» in quel momento sentii la voce più bella, più dolce che fino ad allora avevo potuto incontrare. Controllai i tavoli della mensa attentamente, notando che Kitty in quel momento non era lì, probabilmente stava proponendo alla sua inutile schiera di cheerleader una coreografia tale da sorprendere tutti, diciamo non era il genere di cose che amavo fare o meglio era il genere di attività che disprezzavo per via della mancanza di rispetto che a volte si dava verso il proprio corpo. Scacciai via quei brutti pensieri e mi girai dolcemente per notare i suoi lineamenti perfetti appartenenti soprattutto alle culture orientali. Era meraviglioso -pensai-, e senza dubbio era uno dei ragazzi, o meglio l’unico, che mi aveva parlato nonostante fossi completamente nuova.
«Al fatto che non sono esattamente abbastanza magra» schiarii la voce, rispondendogli quasi amaramente, per poi affondare nei suoi occhi nocciola, quasi simili al cioccolato che mi consolavano ogni volta che la mia tristezza e la mia depressione si diffondevano nel mio animo. Pensai a quanto era dolce con  me e a quanto volevo abbracciarlo e stringerlo fra le mie braccia per un semplice conforto, per un candido regalo che avrebbe risollevato il mio morale.
«Io penso che tu sia perfetta così» si soffermò un minuto per poi procedere con il suo discorso appena iniziato «E sinceramente non devi dare ascolto a Kitty o qualsiasi altra persona, perché sono sicuro che nessuno è bello -sia nel proprio cuore che fisicamente- e intelligente come te! Ogni ragazza qui dentro ti invidia, e poi voglio dire, io pagherei per avere i tuoi voti scolastici!» la sua risata cristallina invase la mensa, tanto da far girare tutti coloro che stavano diligentemente pranzando verso di noi. Mi sentii in imbarazzo, tanto che le mie guance si arrossarono leggermente  per le parole dette Jake probabilmente tanto inaspettate, infondo io e lui non ci conoscevamo così tanto, alla fine io e lui eravamo due semplici amici o almeno così pensavo.
«Io non sarò mai ricca e carismatica quanto Kitty e questo forse lo avrà notato perfino Sugar, che con me non parla quasi mai» piagnucolai sentendo le lacrime sul punto di scendere. Da alcune settimane mi ero accorta che non ero stata completamente accettata nel gruppo, infatti notavo che Tina e le altre erano leggermente strane nei miei confronti, mentre con la biondina ultramiliardaria erano tutte simpatiche e gentili. In quel momento mi sentivo tanto rifiutata e una bambina viziata che si stava lamentando per delle inutili stupidaggini.
«Secondo me devi rimanere calma,  forse stai dimostrando la tua paura da palcoscenico!» mi sorrise calorosamente, cercando di alleggerire i miei pensieri burrascosi quanto strani.
«Vorrei solo divertirmi come fanno gli altri»  risposi ormai sull’orlo di una pianto.
«Sai, o ho notato i tuoi buoni pasto della mensa, come le tue rinunce quando eravamo in giro e non volevi provare un vestito proposto dalle ragazze,eppure non ho mai detto nulla perché so che significa essere noi: è difficile, nessuno ti capisce e tu sei povero. Insomma oltre Puck e mia madre non ho una famiglia, non conosco mio padre, ma ho conosciuto gente speciale come te, e sono felice, sono felice perché ora so che significa essere felice, grazie a te e alla tua persona realistica.» disse così dolcemente, quasi da farmi commuovere.

Forse gli volevo bene, forse mi piaceva troppo, ma se c’era una cosa nella mia vita in sovrappeso, era il mio cuore.
 

  
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