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Autore: Aleinad    16/07/2013    2 recensioni
Tratto dal testo: "Castiel lo guardava con quello sguardo, quello sguardo che era confuso e rassegnato insieme, come se non capisse il perché delle sue azioni e al tempo stesso non potesse farne a meno. Poi Castiel cominciò ad avvicinarsi lentamente mentre Dean lo guardava con uno sguardo spaventato e il respiro alterato.
-E adesso che fai?
La mano dell'angelo si avvicinò al suo viso posandosi su una guancia e Dean non riusciva a fare nulla se non trattenere il respiro.
-Ti ho sentito...lo so"
One shot ambientata dopo la 8x17,spero possa piacervi e spero che la guarderete anche solo di sfuggita!
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Ottava stagione
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Buonasera a tutti,questa è la prima Destiel che scrivo e che pubblico e l'ho fatto perchè semplicemente adoro questo paring,adoro Dean,adoro Castiel e adoro il Destiel in tutte le salse.malgrado l'introduzione inserisca solo un personaggio come protagonista della storia,sono sia Castiel che Dean i personaggi trattati,solo che non riesco ad inserirli tutti due(si lo so,sono idiota but what can I do?)quindi se magari qualcuno potesse spiegarmelo gli sarei molto grata(bella figura alla prima pubblicazione).Sinceramente avevo delle perplessità a pubblicare,perchè probabilmente sarà una vera e propria schifezza,anzi no probabilmente,ma sicuramente,però dato che ci ho lavorato parecchio e  che volevo davvero provare a scrivere qualcosa che riguardasse questa coppia che amo davvero tanto,ecco qui alle undici e mezza di sera che sto pubblicando,sperando che risulti anche solo per una persona "non proprio una schifezza".Non credo di essere uscita fuori dai personaggi,ma se trovate incongruenze e/o errori,sparate pure,tartassatemi e vi pregherei di lasciare dei commenti,sopratutto se negativi,perché vorrei crescere e migliorare.La storia si innesta dopo la 8x17,e fa riferimento alla famosa frase "I love you" che Dean dice a Castiel ma che è stata tagliata da quanto so. Ma bando alle ciance,vi lascio alla storia!

Una fra le tante cose odiate da Dean Winchester, cacciatore preparato, fratello presente, ma a tratti assillante, essere umano socialmente ritardato ed emotivamente impreparato, sono gli avvisi che ti informano della mancata risposta alla tua chiamata.

Il numero da lei chiamato non è al momento raggiungibile

stronzo”

Dopo l’ennesimo avviso, Dean chiuse malamente il telefono e cercò di non scagliarlo contro la parete della stanza, perché come gli ricordava sempre il suo fratellino-non puoi usare il telefono come un sacco da box-.

Continuare a cercare Castiel, quando ormai era ben chiaro che l’angelo era ben lungi dal farsi trovare, non sembrava scoraggiare Dean. Lo pregava appena poteva, appena aveva un momento di solitudine per sé, e quando invece era con Sam o era impegnato in altro lo chiamava. Lo pregava e lo chiamava continuamente, tartassandolo di chiamate che puntualmente venivano ignorate e tempestandolo di preghiere che però restavano inascoltate. E nonostante Castiel sembrasse essere sparito dalla faccia non solo della terra, ma anche dell’intero universo, Dean continuava a provare.

Prima o poi sarà costretto a farsi vivo per qualcosa”

Sbatté violentemente il cellulare contro il materasso e si passò una mano sulle labbra nervosamente.

-Cas ho bisogno di parlarti, potresti scendere qui?-si voltò dall’altra parte del letto come aveva fatto solo qualche settimana prima, ma anche stavolta non ci fu nessun frullio d’ali ad annunciare l’arrivo dell’angelo-andiamo Cas, hai intenzione di ignorarmi a vita?

Si, sembrava di si a quanto pareva.

Dannazione”

Si alzò dal letto sospirando e raggiunta la scrivania prese la birra, sedendosi poi sulla sedia.

-Ciao Dean

Annunciato dal solito fruscio d’ali, Castiel comparve alle spalle di Dean che, voltatosi subito, se lo ritrovò di fronte. La sorpresa di rivedere l’angelo lo lasciò senza fiato per alcuni istanti.

Risentire quella voce dopo settimane fu come ricevere un pugno allo stomaco, uno di quelli che ti toglie il fiato e ti fa boccheggiare senz’aria per minuti interi.

-Ma guarda, chi non muore si rivede

Dopo tutto quel tempo, Dean si permise di osservarlo sotto la luce intima della stanza: i capelli scuri erano disordinati come non li vedeva da tempo, il viso era chiaro, stanco e gli occhi erano di un blu dolce e malinconico ma al tempo stesso tormentato, come quello dell’oceano in un giorno nuvoloso e ventoso.

-Allora, a cosa devo l’onore di questa visita?

-Volevo controllarvi. Assicurarmi che tu e Sam stesse bene

-Bè io sto bene come vedi e in quanto a Sam, sai sta affrontando le prove che il tuo paparino ha stabilito per chiudere i cancelli dell’Inferno, quindi non sta molto bene, ma questo già lo sai, no? Quindi grazie per la visita, Cas

-Dean…

-Dov’è la tavola?-lo interruppe il cacciatore

-Al sicuro

-Sarebbe stata al sicuro anche nelle mia mani. Che c’è non ti fidi abbastanza da darmela? Temi che ci distruggerò il tuo prezioso Paradiso?-si era alzato in piedi e gli stava urlando contro. Tutta quella rabbia e la frustrazione che aveva accumulato in quelle settimane, era finalmente libera di fluire e si stava riversando con violenza su Castiel.

-Non sono venuto qui per questo

-Allora puoi anche andartene, perché non ho intenzione di starti a-non poté finire la frase che Castiel gli si era avvicinato e aveva appoggiato le labbra sulle sue, mettendo una mano sulla nuca per tenerlo fermo. Dean mise subito le mani sul suo petto per allontanarlo, ma Castiel non mollava la presa e in un attimo lo spinse contro il muro. Non era un bacio invasivo, anzi: Castiel premeva semplicemente, seppur con forza, le proprie labbra su quelle di Dean, la mano ancorata alla nuca. Le dita del cacciatore allora strinsero forte il trench cercando di respingerlo, quando finalmente con una spinta riuscì nel suo intento.

-E questo cos’era? Ti è dato di volta il cervello?-si passò una mano tremante sulle labbra. Sentiva la bocca pulsargli e il cuore battere a mille, tanto che si stupiva non gli fosse ancora uscito dal petto.

-Io

-Tu cosa eh? Che c’è volevi provare qualcosa di nuovo? Chi ti dato il diritto di farlo?

-Dean

-Cosa? Prima rubi la tavola, sparisci, ti presenti dopo settimane di silenzio per poi tornare e sbattermi contro un muro?-la sua voce era stabile mentre urlava,ma dentro,dentro tremava, tremava come gelatina. Castiel lo guardava con quello sguardo, quello sguardo che era confuso e rassegnato insieme, come se non capisse il perché delle sue azioni e al tempo stesso non potesse farne a meno. Poi Castiel cominciò ad avvicinarsi lentamente mentre Dean lo guardava con uno sguardo spaventato e il respiro alterato.

-E adesso che fai?

La mano dell'angelo si avvicinò al suo viso posandosi su una guancia e Dean non riusciva a fare nulla se non trattenere il respiro.

-Ti ho sentito...lo so

E a quel punto Dean non poté fare a meno di sgranare gli occhi,non solo spaventato, ma terrorizzato e...imbarazzato. Aprì la bocca per dire qualcosa, ma la richiuse subito, annaspando aria, mentre sentiva la mano di Castiel muoversi sul suo viso e il pollice accarezzare la sua pelle. E Dean rimase sconvolto e senza riuscire a dire o fare nulla quando si rese conto che l'angelo stava ripercorrendo con le dita le ferite che lui stesso gli aveva procurato. C'era un che di catartico e al tempo stesso di elettrico in quel contatto. Dean sentiva la propria pelle formicolare e il suo intero viso letteralmente bruciare per questo. L'aveva sentito, vero? Non avrebbe dovuto essere così sorpreso, in fin dei conti Castiel era un angelo, sapeva leggere nel pensiero, quindi la cosa non doveva sorprenderlo, eppure... aveva sperato che non l'avesse sentito. Castiel sapeva e adesso Castiel aveva un potere totale su Dean:poteva distruggerlo o innalzarlo al di là delle stelle,al di là di Dio, e il cacciatore non sapeva quale delle due alternative fosse la peggiore. Smise di pensare quando Castiel cominciò ad avvicinare il viso al suo e non oppose resistenza quando l'angelo lo baciò di nuovo,ad occhi chiusi, piano. Sentiva il suo respiro sulle guance, la sua mano ancora sul suo viso, il suo corpo contro il proprio che lo copriva gentilmente. E così in quella sorta di abbraccio che non era un abbraccio, si abbandonò e portò una mano sulla nuca di Castiel, stringendo alcune ciocche di capelli tra le dita e schiuse le labbra per ricambiare il bacio. Fu un bacio lento, attento ad ogni tocco e caldo. Dean non riusciva a trovare nessun altra parola per descrivere il calore di quel momento. Fu un bacio forte nella sua calma, perché si percepiva una premura silenziosa, una foga controllata ma frettolosa nei gesti. E Dean tremava dentro, si sentiva come creta nelle mani di un artista, modellabile, vulnerabile. Si allontanò dalle sue labbra per riprendere aria, poggiando la fronte sulla sua, sospirando.

-Non potrei mai-sussurrò Castiel

-Cosa?-chiese Dean mentre passava la mano su e giù sulla sua nuca.

-Sfruttare ciò che proviamo per farti del male...Non potrei mai- E Dean trattenne il fiato sentendo Castiel parlare, in un certo senso, di un “noi”. Strinse i capelli fra le sue dita e sospirò. Avrebbe voluto dirgli di smetterla di leggergli nel pensiero che non era corretto, perché così lui avrebbe sempre saputo tutto, anche quello che Dean voleva rimanesse celato, anche quello che Dean voleva restasse custodito nelle profondità più oscure di sé stesso, avrebbe voluto dirgli che non riusciva a sopportare quello sguardo con cui lo guardava e che lo metteva sempre a nudo, perché lo spogliava letteralmente di tutto, scorza, armatura e pistola, per lasciarlo completamente senza niente se non che con sé stesso, e questo Dean lo odiava.

-Devo andare- così dicendo sospirò e si allontanò da Dean. Il cacciatore rimase sbalordito per qualche istante,ferito e poi replicò sarcastico:-Oh certo, immagino che la tua ora di svago sia finita

-Dean

-Cosa Cas?-urlò Dean- perché sei venuto qui?Se sapevi che poi te ne saresti andato di nuovo perché mi hai detto quelle cose? Perché...-gli si spezzò la voce e distolse lo sguardo, arrabbiato. Perché mi hai dato una speranza?

-Perché mi hai fatto questo?- Castiel gli si avvicinò lentamente fino ad essere a pochi centimetri da lui e gli disse:-Come tu hai bisogno di me,io ho bisogno di te...non posso fare a meno della tua presenza

Dean ingoiò il nodo che gli serrava la gola e disse,con la poca voce e la poca forza che gli rimaneva:-Hai intenzione di chiedermi di mettermi da parte un'altra volta vero?Perché non puoi semplicemente lasciare che ti aiuti?

-E' mio compito proteggere quella tavola

-Non mi interessa

-Dean

-Perché?-chiese esasperato il cacciatore-Perché ti comporti come se fossi da solo a combattere questa guerra?A combattere tutte le guerre che dobbiamo affrontare, maledizione!

L'angelo non rispose ma rimase fermo a guardarlo con quegli occhi che Dean cercava sempre,a cui non sapeva rinunciare né resistere e alla fine,schiacciato dalla consapevolezza che Castiel non si sarebbe arreso nel proseguire per la sua strada,abbassò lo sguardo sul pavimento,sconsolato. Avrebbe continuato a sbatterci contro,come sempre. Con la cosa dell'occhio vide le gambe dell'angelo muoversi e sentì una mano di Castiel posarsi sulla sua nuca e la fronte poggiarsi sulla sua. Avrebbe voluto respingerlo,ma non ne era capace,non ne sarebbe mai stato capace,così si lasciò vincere da quel desiderio di averlo accanto che da sempre lo assillava.

-Mi dispiace Dean- disse flebilmente l'angelo sporgendosi per baciarlo leggermente sulle labbra,mentre il cacciatore si aggrappò al trench, come per trattenerlo, come per sentirlo reale, ma poi Castiel si allontanò e Dean sentì il solito fruscio d'ali a indicare l'uscita di scena dell'angelo. Un momento dopo, quando aprì gli occhi, Dean osservò il punto in cui Castiel stava solo due secondi prima , mentre una stretta al cuore non lo faceva respirare. Sospirò forte,arrabbiato,frustrato,deluso,mentre quel “ti ho sentito,lo so” e quel bacio gli rimbombavano nella testa,pressanti,invadenti e terribilmente cattivi adesso,ma anche speranzosi e indelebili,e nella solitudine della sua stanza,Dean si permise di assaporarle di nuovo quelle parole che aveva custodito gelosamente nella sua anima come un dolce ma pesante segreto aspettando che dentro le leggesse:

-Ti amo

  
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