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Autore: stillyna    16/07/2013    6 recensioni
Prima classificata al contest "Dall'incipit alla storia" di Sophie97
"Ma non è forse questo il destino comune degli artisti?
Vagare per il mondo in cerca di fortuna e ispirazione, rigorosamente senza il becco di un quattrino, fino al tanto acclamato momento di gloria, dove sarà necessaria l’esclusiva fama del proprio nome per mantenersi in vita."
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jack Dawson | Coppie: Jack Dawson/Rosalinda Dewitt Bukater
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Nick forum o EFP: stillyna
-Titolo: Eternal glory of an artist
-Raiting: verde
-Genere: introspettivo
-Avvertimenti: /
-Incipit scelto: 12. Il gioco dell'angelo
-Note dell’Autore: Partecipa al contest Dall'incipit alla storia  di Sophie97.  In pratica, si tratta di una riassunta rivisitazione della trama in chiave introspettiva, basata principalmente sul personaggio di Jack e sul suo talento di artista. L'incipit della storia non è di mia invenzione, ma tratto dal libro "Il gioco dell'angelo" di Carlos Ruis Zafon. È la prima storia che scrivo su questo fandom, spero possa piacere.


Eternal glory of an artist



Uno scrittore non dimentica mai la prima volta che accetta qualche moneta o un elogio in cambio di una storia. Non dimentica mai la prima volta che avverte nel sangue il dolce veleno della vanità e crede che, se riuscirà a nascondere a tutti la sua mancanza di talento, il sogno della letteratura potrà dargli un tetto sulla testa, un piatto caldo alla fine della giornata e soprattutto quanto più desidera: il suo nome stampato su un miserabile pezzo di carta che vivrà sicuramente più a lungo di lui. Uno scrittore è condannato a ricordare quell'istante, perché a quel punto è già perduto e la sua anima ha ormai un prezzo.
Benché non fosse uno scrittore, il protagonista di questa storia era spinto da simili ideali: anch’egli sognava di poter vivere delle sue creazioni.
Ma non è forse questo il destino comune degli artisti?
Vagare per il mondo in cerca di fortuna e ispirazione, rigorosamente senza il becco di un quattrino, fino al tanto acclamato momento di gloria, dove sarà necessaria l’esclusiva fama del proprio nome per mantenersi in vita.
Era un giovane talentuoso Jack Dawson, assai noto alle più avvenenti prostitute parigine che speravano d’essere immortalate in uno dei suoi ritratti, sentendosi per una volta nobili agli occhi di qualcuno e non semplici oggetti del desiderio. Al ragazzo bastava una fulminea occhiata al modello e, carboncino alla mano, già era pronto a sprigionare il meglio delle sue doti, culminanti in splendidi disegni; essenziali e senza pretese, un po’ come il suo stesso stile di vita.
Salpare a bordo di quella nave gli era parsa come un’ enorme svolta alla semplice e umile esistenza che suo malgrado conduceva. Un segno del destino. Aveva tutte le carte vincenti. E se ne convinse ancora di più quando, per la prima volta, la vide affacciarsi al lungo ponte. Era come un sogno. Lei, la sua più bella musa ispiratrice. Rose.
Quella ragazza aristocratica dal cognome tanto sofisticato, ma dal cuore povero di ipocrisia e falso perbenismo, che in poco tempo era riuscito a conquistare e fare sua.
Come può una sola notte essere la più esaltante e spensierata dell’intera vita e, al contempo, rivelarsi la più drammatica delle tragedie?
Furono così cruciali gli avvenimenti che si susseguirono. Entrambi sfiorarono per un secondo il Paradiso, vivendo la più effimera delle illusioni, per ricadere inesorabilmente nelle profondità più oscure dell’Inferno.
Ma, prima che il sogno si spezzasse assieme al maledetto ponte della morte, quel momento. L’attimo intenso in cui la mano di Jack iniziò a tremare, fino a essere del tutto pervasa da quella frenetica sensazione che solo una vena artistica come la sua, desiderosa di emergere, poteva largamente richiedere. E la mano scorreva adagio; il tocco leggero, quasi impercettibile. Dentro di sé, invece, l’energia era incontenibile. Probabilmente, gran parte della passione che il disegno gli impiegava era mescolata abilmente all’inequivocabile desiderio che l’inibita Rose provocava in lui.
Quella sera, per Jack, fu come la prima volta, da ogni punto di vista. Mai le sue emozioni erano state così forti, i suoi sentimenti così puri. Tutto amplificato.
Pensò davvero che fosse stato il destino a farli incontrare su quella nave; che, in qualche modo, Rose rappresentasse l’incarnazione della musa perfetta che ogni artista aspetta di incontrare per la sua strada e sogna di tenere accanto per l’eternità.
Probabilmente una volta sceso di lì l’avrebbe sposata, seppur consapevole delle avversità che le differenti classi sociali alimentavano; a quanto era noto, occorreva ben altro per intimorirlo.
Ma fu lo stesso destino che quella notte, su quella maledetta nave, strappò e inghiottì furioso la sua giovane anima e con essa la speranza di poter realizzare tutto ciò in cui credeva. Finché poi, di quella nave, non rimase più niente. O quasi.
Restava ancora quel ritratto, rinchiuso nella stessa cassaforte che a lungo lo aveva segretamente custodito in mezzo a quei dannati relitti, per anni irraggiungibili, prigionieri dell’abisso oceanico. Nonostante l’usura, l’autentica bellezza del soggetto raffigurato era praticamente intatta, finalmente libera di essere constatata e apprezzata da occhi esterni.
Amara testimonianza di quella breve, seppur intensa,romantica storia fatta di sogni e passione;  e forse ancor di più, dell’innato talento della mano che faticosamente aveva   partorito quella perla e alla quale, a tempo debito, veniva finalmente resa gloria.












  
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