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Autore: iviaggipsicadelici    17/07/2013    0 recensioni
"Questa non è una di quelle storie che finisce bene.
Questa non è come una di quelle storie che alla fine vivono tutti felici e contenti,questa è una di quelle storie dove solo uno dei due vive,felice o non. "
Due ragazzi e un amore troppo grande da portare sulle spalle.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Scolastico
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In poco tempo ero arrivato ad non avere nulla.

Da che avevo il tutto tra le mani,il niente si era impadronito della mia anima.

Litigai persino con Lydia.

La rimproverai,la incolpai.

In realtà sapevo che non era affatto colpa sua,era mia la colpa,solo mia.

Non lo sentivo da giorni,non rispondeva ai miei messaggi,disperato e affogato nei miei stessi errori.

Futile,sciatto,senza anima,era così che mi stavo riducendo.

Sentivo il cuore nel petto che batteva giusto il necessario per permettermi di vivere,non correva più come un tempo,non correva più come quando lui mi abbracciava.

Ero nero.

Nero come il vuoto,come l'assenza.

Nero come il buio,nero come il mio io.

Ricevetti una chiamata inaspettata,era lui.

Risposi,con la voce tremante,ma non era ciò che mi aspettavo.
Chiamarono me perchè ero l'ultima persona ad avergli inviato un messaggio.

Un incidente,un motorino distrutto e Gabriele a terra,immobile.

E pure io lo ero,ero immobile,immobile immerso dentro il mio pianto che arrivò con prepotenza a travolgermi,come il camion che travolse il mio Gabriele.

La mia mente iniziò a vagare,incontrollabile,irrefrenabile,non riuscii a fermarla.

Era colpa mia.

Era colpa mia.

Era colpa mia.

Non riuscivo a bloccare quel dannato pensiero,non riuscivo a fermarlo,non riuscivo a cacciarlo.

Non riuscii a chiederlo.

Non riuscii manco a pronunciarlo,la paura aveva vinto,mi aveva frenato.

Era morto?

Questo era il mio chiodo fisso.

Attaccai il telefono al carabiniere,nel bel mezzo della sua spiegazione.

Non volevo che arrivasse a quel punto,non volevo che potesse dire “Mi dispiace,ma non ce l'ha fatta..”
Volli chiamare mia madre,ma non riuscii a fare neanche quello.

Terrorizzato e bloccato,mi accasciai a terra,con il pacchetto di sigarette in mano,schiacciato dalla troppa tensione.
Piangente e immobile. 

  
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