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Autore: domaris    28/01/2008    3 recensioni
E' il giorno dopo il rapimento di Kate da parte di Ari in Reveille/Doppia identità. Gibbs nottetempo, dopo aver parlato con Fornell, ha preso una decisione importante.
Questa breve storia ha due seguiti alternativi tra loro: "Un'offerta di lavoro" e "Scelta obbligata"
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caitlin Todd, Leroy Jethro Gibbs
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Decisioni e ripercussioni'
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Decisione irrevocabile

Kate era in anticipo. Sperava di poter arrivare alla propria scrivania senza dover subire lo scrutinio di DiNozzo o di qualche altro agente dell’NCIS dopo gli avvenimenti del giorno prima. Tony era già alla sua postazione e, una volta tanto, sembrava che stesse lavorando concentrato sullo schermo davanti a se. Qualunque altra mattina lo avrebbe approstrofato con un commento pungente, ma oggi si limitò ad un saluto veloce, che Tony ricambiò con un breve cenno del capo, senza nemmeno alzare lo sguardo. Kate lo superò stupita ma sollevata. Posò la borsa sulla propria scrivania e si tolse la giacca. Stava per sedersi al proprio posto quando Gibbs, apparentemente comparso dal nulla come al solito, la prese per un braccio e la condusse risolutamente verso l’ascensore.
- Gibbs, cosa... ?
Uno sguardo all’espressione furente del suo capo la convinse che era meglio non fare storie.
La porta dell’ascensore si aprì e Gibbs, senza una parola entrò aspettandosi che Kate facesse lo stesso.
Non appena furono chiusi dentro lui azionò lo stop d’emergenza.
Kate percepiva la rabbia repressa dietro la rigidità con cui Gibbs restava immobile davanti a lei, quindi rimase a sua volta in silenzio in attesa che Gibbs dicesse qualcosa.
Quando lo fece, fu con voce bassa ma tagliente.
- Kate, sei licenziata. Lascia il distintivo e la pistola sulla mia scrivania e tornatene a casa.
La sorpresa fu tale che le parve per un attimo di precipitare nel vuoto. Poi lo guardò come se fosse impazzito
- Non puoi dire sul serio!
- Ti sembra che stia scherzando? Ti ho osservata in questi mesi in cui hai lavorato per me. Non sei il tipo di agente di cui ho bisogno. A me serve qualcuno che sia pronto a sparare a sangue freddo ai terroristi, non che si metta conversare amabilmente con loro. Sei troppo tenera, non diventerai mai un buon agente. Non mi servi a niente.
A Kate parve di essere schiaffeggiata dall’analisi crudele che Gibbs aveva fatto di lei. Aveva creduto di aver imparato molto da quando lavorava all’NCIS, segretamente aveva anche un po’ sperato di piacergli come donna. E adesso...
Alzò lo sguardo e incontrò quello duro e spietato del suo capo. Stava per aprire bocca e protestare quando la prevenne
- Qualunque cosa tu voglia dire è inutile. Ho preso la mia decisione ed è definitiva. Mi aspetto che entro un’ora la scrivania sia libera. McGee sta aspettando di poterla occupare.
Mentre parlava aveva fatto ripartire l’ascensore e prima che Kate potesse reagire le porte si erano riaperte e Gibbs ne era uscito ed era sparito lungo il corridoio.

***************

Quella era stata una delle giornate più spiacevoli degli ultimi anni. Prima aveva comunicato la sua decisione a Kate. Poi era sceso nell’obitorio di Ducky, dove lo attendeva lo sgradevole colloquio che aveva preteso di avere con Ari Haswari, sebbene almeno con lui si fosse preso una piccola soddisfazione. Infine, per il resto della giornata, aveva dovuto fare i conti con il resto del team che in un modo o nell’altro aveva prima preteso spiegazioni e poi lo aveva trattato come un bastardo. Era ben consapevole di esserlo e la cosa normalmente non lo disturbava affatto, ma sapere che Ducky, Tony, Abby e persino McGee ce l’avevano a morte con lui perchè aveva mandato via Kate in questo momento era più che seccante. Ma Gibbs sapeva di essere nel giusto. Fino a quando quel maledetto terrorista fosse stato vivo per Kate restare all’NCIS sarebbe stato troppo pericoloso. Haswari aveva capito fin troppo bene che l’agente Todd era l’unico elemento del team che avrebbe potuto manipolare e l’aveva presa di mira. Kate era brava, nonostante quello che le aveva detto quella mattina per convincerla, uno dei migliori agenti che avesse mai avuto. Ma Haswari era un assassino a sangue freddo e non avrebbe smesso di giocare con lei fino a quando, ottenuto il suo scopo, una pallottola in mezzo alla fronte sarebbe stato il suo regalo di addio. Non c’era che un modo per impedirlo. Fargli credere che Kate non valeva nessuna perdita di tempo da parte sua, che anzi era stata punita e scacciata perchè non era stata in grado di ucciderlo. Doveva solo sperare che la commedia fosse abbastanza convincente per Haswari come lo era stata per Kate. E quando finalmente si fosse liberato di quel bastardo allora avrebbe potuto farla tornare. Sperava solo che non ci volesse troppo tempo e che il team riuscisse ad andare avanti anche senza di lei.

Fine

Robin, 31 ottobre 2007

   
 
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