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Autore: damonshumanside    17/07/2013    3 recensioni
«Ma anche noi diventeremo grandi!» rispose Caroline, con un tono che variava dalla tristezza per quell’affermazione a una certa confusione. Come sarebbero stati, loro due, una volta cresciuti?
[Tyler/Caroline]
Genere: Fluff, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline Forbes, Tyler Lockwood | Coppie: Caroline/Tyler
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: E rieccomi qui, con una one shot scritta un giorno dopo la prima drabble, yeee. Ovviamente (perché se non scrivo sui Forwood non sono felice xD) su Tyler e Caroline, che questa volta sono più piccoli. Non so perché, ma questa notte mi è ‘comparsa’ l’immagine di loro da piccoli, e ho pensato che sarebbero stati infinitamente dolci *^* e, quindi… ta dan!
Ehm, ditemi se c’è dell’OOC magari. Ho provato a rendere i personaggi IC e spero di esserci riuscita, anche se mi sembra di no çç
Parole: 824
Crediti per roba random rubata: La citazione iniziale, che è dei My chemical romance e il nome, che è una canzone sempre dei My chemical romance (ma sì, abbiniamo tutto xD)

 

***

 
Per ognuno di noi c’è un esercito di loro… ma non combatterai mai solo. Perché volevo che tu sapessi che il mondo è brutto, ma tu sei bellissima per me.
 
In seguito a una delle tante liti con la madre, Caroline si era ritrovata a scappare via da quella casa, che diventava ogni giorno più antipatica. Quei litigi erano frequenti. Nonostante gli otto anni della bambina, la signora Forbes non si faceva scrupoli a dire come la pensava, voleva far rimanere sua figlia chiusa in casa a giocare con le bambole, cosa che l’altra, come chiunque altro, non voleva fare.
Quel giorno, il sole splendeva alto nel cielo e nessuna nuvola interrompeva l’azzurro vispo della massa celeste sopra la sua testa, mentre correva via e cercava di non scivolare, con l’erba alta che le faceva il solletico alle gambe, coperte da una gonnellina rosa a fiori.
E, mentre Caroline scappava via da lì, desiderava con tutta se stessa di non ritornare più lì dentro, pur sapendo che forse sua madre le sarebbe mancata. Era abituata a quel comportamento tanto odioso, ma non amava particolarmente quelle situazioni. Preferiva scappare e rifugiarsi via da lì per qualche ora, solo per avere un po’ di tempo e pensare.
 
Dopo solo cinque minuti la bionda era già stanca di correre. Sbuffando e respirando con un ritmo irregolare prese posto su una panchina, e appoggiate le mani sul legno riscaldato dai raggi solari iniziò a muovere le gambe e fissarle, persa nei tipici pensieri che una bambina di quell’età può avere, dopo una lite con un famigliare.
La odio, la odio, la odio. È stupida!
Si ripeteva mentalmente, poi, la voce di Tyler attirò la sua attenzione. L’altro bambino la salutava agitando una mano poco distante da lì. Caroline scrutò il moro con gli occhi, sbuffando perché sapeva che lui l’avrebbe sicuramente presa in giro. Era tipico di Tyler, e forse di tutti i ragazzi. Erano rare le volte dove i due riuscivano a parlare normalmente, senza che lui escogitasse un altro scherzo per la bionda, che ormai era stanca di doverli sopportare. Eppure, riteneva Tyler un amico da un altro punto di vista, perché qualche volta i due riuscivano a comunicare senza azzuffarsi con poca eleganza, e Tyler le pareva un ottimo ascoltare, anche se non sembrava voler far vedere questa caratteristica alle altre persone.
«Ciao» farfugliò Caroline, con lo sguardo puntato nuovamente sull’erba.
«Ciao» rispose l’altro, appoggiando la palla sporca di fango a terra e prendendo posto accanto alla bionda, per poi guardarla e notare l’aria di leggero sconforto. Se prima era poco interessato all’umore della bambina che si divertiva tanto a torturare con infantili scherzi, ora voleva solo sapere qual’era il problema che aveva e tirarle su il morale, dal momento che non capiva perché, in quel momento, non vedeva la solita Caroline allegra e pronta a vendicarsi per un suo scherzo con insulti e calci non adatti a una ragazza e nemmeno completati.
«Che hai?» chiese dopo, per rompere il ghiaccio, visto che non amava il silenzio che si era creato e non era abituato a nulla di simile.
«Ho litigato con la mia mamma. Di nuovo.» sbuffò dopo qualche istante la bionda, mentre si sistemava distrattamente i capelli dietro le orecchie.
«Gli adulti sono stupidi e il mondo è brutto a volte.» spiegò poi, alzando gli occhi e puntandoli sul cielo limpido di quella giornata estiva.
«Ma anche noi diventeremo grandi!» rispose l’altra, con un tono che variava dalla tristezza per quell’affermazione a una certa confusione. Come sarebbero stati, loro due, una volta cresciuti? Lui avrebbe continuato a prenderla in giro o a farle stupidi scherzi? E lei avrebbe smesso di perdere la pazienza grazie a Tyler? Tante domande ormai le erano spuntate in testa, e a nessuna trovava una soluzione. Aveva paura di crescere, in quel momento. Paura di diventare come sua madre, tanto antipatica e impegnata per il lavoro, con poco tempo da dedicare a sua figlia e ancora meno dolcezza.
«Ma uffa!» sbuffò l’altro, che aveva in testa domande molto simili a quelle che si poneva Caroline, e a nessuna una risposta. Provava di già una certa nostalgia per gli scherzi che in futuro, forse, non le avrebbe più fatto.
Un’altra volta, il silenzio calò fra i due, quindi Tyler decise di rompere –ancora- il ghiaccio.
«Quando saremo grandi, però, non smetteremo di essere amici. Vero?» chiese, sorridendo alla bionda seduta accanto a lui. Un sorriso di quelli sinceri, uno di quelli che era riuscito a togliere il fiato a Caroline, perché lei stessa aveva visto solo poche volte quell’espressione sul viso di Tyler. Le uniche volte dove l’aveva beccato sorridere era durante gli scherzi ben riusciti che lui le faceva, e in quei momenti la bionda credeva perfino di odiarlo.
«Vero.» rispose l’altra, un po’ incerta sulla risposta. Non sapeva come sarebbe andata, ma, tenendo le dita incrociate, forse da grandi sarebbero ancora stati amici… e, magari, senza stupidi scherzi. 
   
 
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