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Autore: Fyre_    17/07/2013    5 recensioni
“Derek guardava ora il corpo immobile di Boyd, ora le sue mani insanguinate, e non esisteva nient'altro in quel momento oltre al senso di colpa e perdita, un immenso dolore che gli opprimeva il petto e gli rendeva difficile respirare, e la sensazione della pelle che bruciava a contatto con qualcosa che si aggrappava e stringeva la sua spalla.”
Ispirata alla scena finale dell'episodio 3x07, “Currents”.
SPOILER 3x07 CURRENTS.
{Sterek, Stiles/Derek}
Genere: Drammatico, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Derek guardava ora il corpo immobile di Boyd, ora le sue mani insanguinate, e non esisteva nient'altro in quel momento oltre al senso di colpa e perdita, un immenso dolore che gli opprimeva il petto e gli rendeva difficile respirare, e la sensazione della pelle che bruciava a contatto con qualcosa che si aggrappava e stringeva la sua spalla.

E poi all'improvviso le parole di Deucalion, pronunciate quella che sembrava un'eternità prima, gli attraversarono la mente: “Voglio che tu uccida uno di loro. Fallo e non dovrò chiederti di uccidere gli altri. Lo farai da solo.

Lo riscossero abbastanza da fargli realizzare che, dopo quello che aveva appena fatto, Isaac e Cora erano in pericolo, e che avrebbero fatto meglio a stare lontani da lui.

«Dovete andarvene.» mormorò assente, fissando il sangue diluito dall'acqua serpeggiare via trasportato dalla corrente.

«Andate via.» ribadì più forte, riuscendo a sollevare lo sguardo e a puntarlo su Isaac, dall'altra parte della stanza, che lo guardava stupito e ferito per l'ennesimo rifiuto da parte sua.

«ORA!» il suo grido disperato riecheggiò per tutta la sala. Il calore sulla sua spalla scomparve.

Guardò sua sorella fissarlo con gli occhi arrossati e le guance bagnate dalle lacrime, inginocchiata accanto a Boyd, e Isaac che riscossosi si avvicinava con lo sguardo rassegnato, deciso a eseguire gli ordini del suo Alpha come sempre. Aiutò Cora a prendere il corpo del loro compagno e a portarlo via da lì.

«No, voglio restare!» l'esclamazione di Jennifer catturò momentaneamente l'attenzione dell'Alpha, che la fissò per un istante scuotendo lentamente la testa. Poi tornò a fissarsi le mani insanguinate, mentre Lydia portava via la professoressa.

Tremavano, tremavano come non mai. Lui stava tremando. Sentiva le dita pesanti e insensibili, come se fossero ancora conficcate dentro il corpo del suo Beta. E il sangue, quel liquido denso e acceso che sembrava urlargli: “È COLPA TUA! TU L'HAI UCCISO! ERA LA TUA FAMIGLIA ED ORA LUI È MORTO!”

Solo quando fu finalmente solo si lasciò andare: immerse le mani nell'acqua per sorreggersi e, con la testa a ciondoloni e gli occhi chiusi, prese a tremare sempre più convulsamente. Non cercò di controllarsi. Tutto ciò a cui pensava era lui che uccideva Boyd, e tutto ciò che voleva era espellere quanto più dolore possibile prima che lo uccidesse.

«Derek!»

Sentì lo sciabordio dell'acqua e spalancò di scatto le palpebre guardando nella direzione del rumore.

Stiles si abbassò e puntò determinato lo sguardo nel suo. Tentennando, proprio come prima, gli poggiò una mano sulla schiena, e il lupo mannaro poté sentire di nuovo quella sensazione, quella della pelle bruciare. Ed era, in qualche assurdo modo, … sollevante.

«Stai congelando, cazzo.»

Derek lo guardava come se non lo vedesse, come se fosse distante mille miglia dalla sua voce. I suoi occhi, di solito chiari e profondi, ora erano così grigi e spenti da far paura.

«Derek, devi alzarti.» ma lui non l'ascoltava.

Il ragazzo lo scosse. «Forza Derek, andiamo, ce la puoi fare!» gridò per la disperazione. In qualche modo funzionò: qualcosa, per quanto lontano e insignificante, riprese vita nello sguardo di Derek che, tremando, si aggrappò al braccio di Stiles per tirarsi su. Un passo dopo l'altro, Stiles riuscì a portarlo all'asciutto. Quando il ragazzo lo mollò, Derek sentì improvvisamente freddo. Tremava ancora. Si rannicchiò abbracciandosi le ginocchia seduto contro il muro. Derek lo guardava, un po' più presente di prima. Poi Stiles si voltò, e l'altro pensò che se ne sarebbe finalmente andato, lasciandolo completamente solo, ma tornò poco dopo con un grosso asciugamano tra le mani. Deglutì, prima di parlare.

«Meglio se ti metti questo, o congelerai.»

Glielo porse, e l'Alpha lo prese con un fremito, avvolgendoselo intorno alle spalle. Stiles, non sapendo che fare, con un po' di esitazione si sedette affianco a lui, poi, come se se ne fosse improvvisamente ricordato, tirò fuori un pacchetto di fazzoletti.

«Tieni, li ho… trovati in bagno.»

Derek ci impiegò un po' per voltare la testa e guardarlo. Non li prese, ma si passò alla bel e meglio l'asciugamano sugli occhi per asciugarseli. Il ragazzo allora li lasciò cadere con un sospiro e tornò a guardare davanti a sé; ammirò il silenzio per un po', disturbato solo dallo sciabordio dell'acqua che diventava via via sempre più calma e piatta.

«Come è successo?» chiese alla fine, non riuscendo più a sopportarlo.

L'altro fissava il vuoto. Sussultò quando udì la sua domanda. Chiuse gli occhi e, dietro le sue palpebre, riuscì a rivedere con nitidezza ogni scena di quanto era accaduto.

«I gemelli mi hanno bloccato le braccia e Kali me lo ha messo addosso.» Fu un mormorio basso, flebile, soffocato.

Stiles si grattò la nuca.

«Mi… Mi dispiace Derek.» sussurrò, non sapendo bene cosa dire. Derek voltò lentamente la testa per fissarlo negli occhi; i suoi erano tornati, irrimediabilmente, lucidi.

«Perché?» soffiò. Perché sei ancora qui?

Stiles si guardò le mani e fece spallucce.

L'Alpha tornò a guardare il vuoto davanti a sé. È colpa tua. Sei stato tu a ucciderlo. Hai ucciso la tua famiglia. Hai ucciso un tuo Beta. Lui era tuo amico. L'hai ucciso.

Si prese la testa tra le mani, non potendone più di tutto ciò, e subito sentì una lieve pressione, calda, sul braccio.

Voltò di scatto la testa verso Stiles, che ritirò in fretta la mano mormorando rapidamente delle scuse e chiedendogli se fosse tutto a posto, ma non lui lo ascoltò.

Troppo desideroso di un po' di sollievo, non pensò troppo a quello che cercava di fare. Si girò verso Stiles e allargò lentamente le braccia, fissandolo con gli occhi umidi.

L'altro sembrò recepire il messaggio e un po' goffamente si vennero incontro, non sapendo bene come comportarsi perché in effetti, solitamente, il loro “rapporto” si limitava alla minaccia di morte da parte di uno e alla battutina sarcastica dall'altro.

Alla fine riuscirono a incastrarsi in un abbraccio, esitante e anche un po' imbarazzato, ma sentire le braccia calde di Stiles incrociate sulla sua schiena riuscì a calmare, almeno un po', Derek, che si concesse un lieve e disperato sospiro di sollievo.

Il figlio dello sceriffo sentì il licantropo rilassarsi contro il suo corpo, e mormorò «Un po' di contatto umano allevia il dolore.» E Derek non poté far altro che annuire e appoggiare la sua fronte alla spalla di quel ragazzo.

   
 
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