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Autore: RevolutionVoltage    18/07/2013    1 recensioni
Dalla storia: Quando, dopo un po', si sdraia accanto a me, io gli prendo con dolcezza la testa avvicinandola alla mia e lo guardo negli occhi per qualche secondo. Quanto sono fortunata ad avere lui.
Cinque interi anni di noi due. Sembra aver avuto il mio stesso pensiero perchè mentre mi guarda sorride e sussurra -Cinque anni.-
-Non ti senti un po' vecchio?-, gli chiedo ridendo.
Lui scuote la testa e mi accarezza una guancia con l'indice -Ogni volta che ti guardo è come se fosse la prima- sussurra poi.
Sì, sono veramente fortunata.
ATTENZIONE: cose sdolcinate come se non ci fosse un domani.
Di: Starlight
Genere: Fluff, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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The best thing that's ever been Mine
Hi Internet! Unica avvertenza: cose sdolcinate come se non ci fosse un domani.
Ham, sai benissimo che è tutta per te :)
Lots of love and TaySquared feelings
Starlight


-The best thing that's ever been Mine-



Hold on, make it last
Hold on, never turn back


Sto finendo di cantare You belong with me quando improvvisamente i battiti della batteria diventano più forti, quasi violenti e il palco sotto i miei piedi comincia a tremare.
Mi guardo intorno ma nessuno della band sembra accorgersene e continuano a suonare i loro strumenti sorridendo in tutta tranquillità alla folla che esulta come non mai per la canzone.
Sto per iniziare a preoccuparmi quando a poco a poco realizzo che in realtà il palco non sta tremando, ma è come se stesse rimbalzando sopra a delle molle.
Quando apro gli occhi la prima cosa che vedo sono i piedini della piccola Emma che saltano sul'altro lato del materasso. I riccioli biondi si muovono su e giù sulle spalle mentre continua a saltare ridacchiando finchè non si accorge che ho aperto gli occhi e allora mi si avvicina inginocchiandosi accanto a me e dandomi un bacio sulla guancia bofonchiando timida -Auguri mamma-
Io sorrido e penso “E' la bambina più bella del mondo” per forse la milionesima volta da quando è nata, tre anni fa. Con quegli occhioni castani, e i miei riccioli biondi, le guanciotte rosse, è davvero bella e la amo con tutta me stessa.
Le accarezzo con dolcezza i capelli prima di alzarmi a sedere dal letto e stringerla al mio petto in un abbraccio a cui lei non ha alcuna intenzione di tirarsi indietro.
Do un'occhiata alla sveglia sul comodino e mi accorgo che sono le 6 del mattino.
Sto per chiedermi perchè Emma si sia svegliata così presto quando mi ricordo che Taylor ha un provino questa mattina e deve guidare fino a Los Angeles, il che impiegherà almeno 4 ore.
Mi alzo dal letto con mia figlia in braccio e mi reco fino in cucina dove trovo mio marito, vestito tutto elegante in giacca e cravatta, con addosso un grembiule per non macchiarsi il completo, che vicino al fornello si destreggia tra padelle e caffettiere.
Quando mi vede comparire sulla soglia alza gli occhi e il suo solito dolce sorriso compare sulle labbra prima di avvicinarsi e baciarmi con tenerezza sussurrando -E sono 5-, io ricambio il bacio e gli rispondo -Buon anniversario, amore- prima che Emma comincia a scalpitare perchè la metta giù.
Dopo che mi sono seduta al tavolo Taylor mi serve una tazza di caffè bollente e mi sorride con lo stesso sorriso di circa dieci anni fa quando lo vidi per la prima volta in un bar, quando lui era al college per studiare cinema e si pagava gli studi facendo il cameriere.
Aveva lasciato la piccola cittadina in cui aveva sempre vissuto per diventare indipendente e dedicarsi al cinema, mentre io ero ancora cercavo ancora il giusto contratto discografico da firmare. Ero entrata in quel bar per trovare l'ispirazione e scrivere una canzone su un ragazzo che mi aveva lasciato brutalmente per un'altra. Non ero affatto di buon umore e mi stavo continuando a tormentare chiedendomi “Perchè ci diamo tanto da fare con le relazioni, se tanto non durano mai.”
E invece avevo trovato l'amore della mia vita.
E' passato veramente tanto tempo ma è bello vedere come lui sia rimasto sempre lo stesso, i soliti occhi scuri, la pelle abbronzata e quel sorriso contento.
Sul tavolo Emma ha sistemato dei piatti con delle fette di pane tostato su cui ha disegnato un “5”, su alcune con della crema di cioccolato e su altre con della marmellata di fragole. Accanto alla mia tazza per il caffè trovo una rosa e un biglietto bianco ripiegato che faccio per aprire incuriosita quando Taylor si avvicina, ormai senza grembiule e con la giacca in una mano, e mi stampa un altro bacio sulle labbra prima di dire -Devo scappare o arriverò in ritardo, ti chiamo quando arrivo!-, prima di camminare veloce alla porta che si chiude dietro di lui.
Mi dispiace che abbia un provino proprio in questo giorno speciale, ma dopotutto è il suo lavoro e mi ha promesso di essere a casa per il tardo pomeriggio.
Faccio per aprire nuovamente il biglietto e non sento che Taylor è rientrato in caso per afferrare l'orologio che ha dimenticato sul piano della cucina e per salutarmi di nuovo -Ti amo-, sussurra prima di essere rimasto per un po' con la bocca sulle mie labbra.
-Ciao Emma!-, saluta anche la piccola che seduta davanti a me è arrossita mentre baciavo il suo papà e torna, facendo finta di niente, alla sua fetta di toast.
La porta si richiude e io leggo il biglietto “Non sono molto bravo con le parole, ma ho ripescato questo...Ti amo, Taylor”. Dentro al biglietto trovo un post-it giallo su cui riconosco la mia calligrafia da liceale tutta tondeggiante e gli scarabocchi illeggibili di Taylor “I loved you first” aveva scritto lui in cima al biglietto e io sotto avevo risposto “I loved you first”, sottolineando l'ultima parola. Sorrido felice mentre ripenso all'occasione in cui avevamo scritto quel post-it, proprio qualche mese dopo esserci messi insieme mentre lui studiava per gli esami finali e io sul suo letto lo infastidivo facendogli dei disegni di cuoricini sui suoi appunti o abbracciandolo e baciandolo finchè lui lasciava stare i libri e mi coccolava.
Ho un po' nostaglia di quei tempi, ma dopotutto lui è sempre rimasto accanto a me, e siamo rimasti sempre gli stessi. Non c'è nulla da rimpiangere.
Dopo che mi sono cambiata e ho tentato, dopo diverse ore, di convincere Emma che non può andare in giro per casa in pigiama...inutilmente perchè tanto dice che -Poi tanto devo tornare a letto-, le lascio scegliere un cd da mettere nello stereo mentre metto a posto la casa.
Sto programmando la lavatrice quando sento le prime note di Fearless e, come ogni volta mi viene da ridere, non so come farle capire che mi fa strano, essendo io stessa l'autrice e la cantante di quella canzone, ascoltare quel cd quando sono a casa.
Ma è il cd che per ora preferisce e non ho il coraggio di dirle di cambiarlo, dopotutto non posso lamentarmi, ha degli ottimi gusti musicali.
Intanto che Emma canticchia contenta alcune parole delle mie canzone – di cui buona parte non sa cosa significano – gioca tranquilla con le sue bambole sul pavimento della cameretta, mentre io metto via i vestiti che trovo in giro e metto quelli stirati nei casetti della sua cameretta.
Mentre lo faccio mi ricordo di quel piccolo cassetto della camera nella prima casa di Taylor in cui avevo riposto alcune delle mie cose perchè io avessi tutto il necessario per restare dormire da lui. Proprio qualche settimana prima che mi chiedesse di convivere con lui, proprio due anni prima che mi chiedesse di sposarlo - su una barca a remi in mezzo a un lago di montagna dell'Oregon dove Taylor aveva deciso di portarmi: mi aveva indicato un punto lontano con un -Guarda là!- e io mi ero voltata, ma non trovando nulla mi ero nuovamente girato verso Taylor che aveva tirato fuori dalla tasca la scatoletta con l'anello di fidanzamento che mi ero trovata improvvisamente davanti agli occhi.
Quando mi siede sul pavimento insieme a Emma noto che la bambina ha un'espressione arrabbiata negli occhi. -Cosa c'è che non va, tesoro?-, le chiedo mentre le spettino affettuosamente i riccioli. -Drew e Caitiln hanno litigato.- Ecco, mi ero dimenticata. Non riesco neanche a darle un buon motivo per non farle dare i nomi dei miei ex fidanzati alle sua bambole.
-Perchè hanno litigato?-, le chiedo fingendomi presissima dalla storia.
-Perchè lei l'ha tradito.-, afferma lei sbattendo Drew con la testa sul pavimento.
Sono commossa che la mia bambina abbia dei sani principi fin da piccola, ma sono anche un po' triste. -E' normale che si litighi, tesoro, ma si possono dare anche seconde occasioni.-, le insegno. -No, non se la merita.-, ribatte lei facendo sbattere nuovamente la testa di Drew per terra. Scoppio a ridere cercando di immaginarla quando sarà alle prese con i primi amori, ma reprimo subito questo pensiero perchè non voglio assolutamente che cresca. Voglio che rimanga sempre così.
Mentre lei cambia voce a seconda di chi interpreta durante la discussione tra i bambolotti, io ripenso a quando io e Taylor avevamo litigato furiosamente quando convivevamo.
L'agente di Taylor era un cretino e non riusciva a trovargli buone opportunità di lavoro, mentre lui sosteneva che era solo un po' “ingenuo” e io continuavo a rifiutare ogni contratto discografico che mi venisse proposto “il perchè non lo capisco!” commentava lui.
Morale della favola eravamo pieni di debiti, ogni banca del Paese si rifiutava di prestarci del denaro e nella posta non fecevano altro che arrivare altre bollette da pagare.
Mentre litigavamo avevo avuto la brillante idea di parlare dei miei genitori che erano finiti nella nostra stessa situazione – se non peggio - quando ero piccola: mio padre lavorava ma spendeva tutti i soldi che aveva per comprarsi da bere, senza che mia madre sapesse nulla, e quando lei lo scoprì andò su tutte le furie, litigarono violentemente, al che mio padre, ubriaco, la picchiò e si lasciorono definitavamente.
Taylor aveva alzato la voce sostenendo che noi non eravamo affatto come loro, “come quegli idioti!”, aveva gridato e io, scoppiando in lacrime, ero corsa fuori di casa per calmarmi. Mi ero preparata a un addio - perchè era ciò che mi aspettavo - e, invece, lui mi prese di sorpresa: mi abbracciò e mi asciugò le lacrime chiedendomi -Ti ricordi quanto stavamo bene accanto al fiume?-.
Io tirai su col naso e annuii ripensando al nostro primo appuntamento sulla sponda del fiume del paese, la prima volta che lui mi aveva baciato.-Mi sono innamorato della figlia premurosa di quel padre menefreghista. Tu sei la miglior cosa che sia mai stata mia.-, aveva aggiunto poi.
Sorrido ripensando alla facilità con cui Taylor riesce a sistemare le cose quando si mettono male e sembra che tutto stia per sfuggirci di mano. Ammiro ancora quella calma, che io non possiedo affatto, soprattutto quando le cose sembrano aver preso la piega peggiore e sembra che tutto stia per finire.
Ma così non era stato. Lui aveva trovato un bel ruolo che lo aveva fatto guadagnare molto e io, bè, ho trovato il contratto discografico che faceva al caso mio. Ci siamo sposati, ci siamo trasferiti in questa bellissima casa proprio vicino alla sponda del fiume del nostro primo appuntamento e abbiamo avuto questa bellissima bambina, penso guardando Emma mentre con aria da DJ manda avanti le canzoni lente del cd.


Poco prima di mezzogiorno sento il suono del campanello sopra alle musichette dei cartoni animati che Emma sta guardando in salotto e dopo aver aperto la porta, un fattorino mi consegna un mazzo di rose rosse. Dopo che se n'è andato leggo il biglietto sistemato nel mazzo e leggo “You are the best thing that's ever been mine.”
Sorrido, ma comincio a sentirmi a disagio.
Nonostante non sia a casa Taylor mi ha riempito di sorprese mentre io non gli ho fatto assolutamente nulla. Per il momento.

Verso le sei, quando torna a casa Taylor non fa in tempo a entrare che gli bendo gli occhi con una fascia scura mentre lui cerca di divincolarsi ridendo -Cosa stai cercando di fare?-
Io lo zittisco con un bacio e gli spiego -E' una sorpresa-
Mi assicuro che la babysitter non abbai bisogno di qualcosa prima di salutare Emma con un bacio e uscire di casa.
Aiuto Taylor a scendere le scale senza farsi male mentre lui non smette di fare domande, anche se sta al gioco e non tenta di levarsi la benda.
Una volta in macchina guido fino al paese vicino e entro in un bar tenendo Taylor per mano per guidarlo. Il bar è chiuso da anni, ma io mi sono fatta prestare le chiavi dal suo proprietario che conosce Taylor e ci ha preparato un tavolo solo per noi due, come gli ho chiesto.
Siamo i soli dentro al locale, non ci sono né altri clienti né camerieri.
Quando levo la benda dagli occhi di Taylor lui mi guarda sorpreso.
Per l'occasione ho tirato fuori quel vestito bianco che indossavo la prima volta che ci siamo visti e mi sono pettinata anche nello stesso modo.
-Non so che dire-, dice stupito riconoscendo l'interno del bar in cui lavorava quando andava al college, mentre mi prende per i fianchi e mi bacia con dolcezza.
-Non ho ancora finito-, gli dico. -Tu siediti-, gli ordino indicando il nostro tavolo apparecchiato prima di correre in cucina.
Quando ritorno tossisco per attirare l'attenzione e quando Taylor mi guarda scoppia a ridere -Non ci posso credere!-
In cucina mi sono cambiata e ho indossato dei vestiti da cameriera – una gonna nera e una camicia bianca con il nome del locale che ho trovato nel retrocucina.
-Buonasera-, dico cercando di sembrare convincente. -Mi chiamo Taylor e per questa sera sarò la vostra cameriera-
Taylor si copre gli occhi come se non ci riuscisse a credere.
Si alza e ancora ridendo mi avvolge tra le sue braccia prima di commentare -Devo ammettere che la divisa ti dona- e baciarmi con tenerezza. -Buon anniversario!-, esclamo io soddisfatta che la sorpresa gli sia piaciuta.
-Com'è andato il provino?-, gli chiedo ricordandomi improvvisamente.
-Oh, così e così-, dice quasi deluso. -La mia parte era già stata presa quando sono arrivato...ma il protagonista ha avuto un contrattempo e hanno deciso di prendere me-, esclama poi raggiante sorridendomi.
-Non potevano non prenderti!-, esclamo abbracciandolo.


Quando torniamo a casa Taylor lascia che la babysitter esca di casa prima di prendermi in braccio e correre in camera da letto. Facciamo l'amore per tre volte questa notte e quando abbiamo finito continuiamo a baciarci pigramente rotolando nel nostro letto uno sull'altro.
Quando, dopo un po', si sdraia accanto a me, io gli prendo con dolcezza la testa avvicinandola alla mia e lo guardo negli occhi per qualche secondo. Quanto sono fortunata ad avere lui.
Cinque interi anni di noi due. Sembra aver avuto il mio stesso pensiero perchè mentre mi guarda sorride e sussurra -Cinque anni.-
-Non ti senti un po' vecchio?-, gli chiedo ridendo.
Lui scuote la testa e mi accarezza una guancia con l'indice -Ogni volta che ti guardo è come se fosse la prima- sussurra poi.
Sì, sono veramente fortunata.
Lo bacio un'altra volta e un'altra ancora finchè mi torna alla mente il suo biglietto, quindi lo scosto un attimo da me per guardarlo bene negli occhi e ricordargli -Comunque, TU sei la miglior cosa che sia mai stata mia.-

Do you believe it?
We're gonna make it now
  
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