PROLOGO.

Mi chiamo Valentina, ma tutti mi chiamano Nina. Odio il mio nome, odio il mio carattere, della mia vita odio quasi tutto. C'è solo una persona che mi tiene ancora attaccata alla vita, quell'unica persona per cui mi sacrificherei, quella persona è lontana da me, non l'ho mai conosciuta, non sa che esisto. Lui di me non sa nulla. Io di lui so tutto.

Questa persona è Ian Somerhalder, l'uomo perfetto. L'uomo che semplicemente con il suo talento riesce ad impedirmi di togliermi la vita.

Sono malata, una malattia incurabile che però non mi porterà alla morte precoce. E' forse questa la cosa che odio più di tutte.

Ormai quando soffio sulle candeline sulla torta al mio compleanno e mi viene chiesto di esprimere un desiderio non penso più “voglio guarire” perchè so che sarebbe un desiderio assurdo, dato che non posso guarire. Quando soffio sulle candeline, quando vedo una stella cadente, quando mi si stacca una ciglia e faccio il giochino, penso “voglio incontrarlo, anche solo da lontano”. E' questo il mio sogno più grande. Incontrarlo, guardarlo negli occhi e potergli dire che mi ha salvata. Niente foto, niente autografo. Quello solo se avanzasse del tempo.

E' proprio così, Ian mi ha salvato la vita. Quando? Tante volte. Troppe. Alcune di queste avrei voluto che ci fosse il suo braccio a coprire il mio dopo aver tolto dalla mia mano la lametta, e invece c'era solo la sua foto.

L'ultima volta, non è stata solo la sua foto a salvarmi. Sono stata aiutata dalla mia migliore amica, Caterina, detta Kate, che è entrata nella mia camera nel momento esatto, e quella volta ha fatto bene a non chiamarmi prima di presentarsi, ha fatto bene a non bussare.

Torniamo a quel giorno, torniamo indietro di cinque mesi. Partiremo da lì.

Quel giorno è cominciata la mia avventura. Ora non mi odio più. Ora ho una voglia immensa di vivere ogni giorno come se fosse l'ultimo. La mia descrizione è stata scritta più di cinque mesi fa, quando ero ancora un'anonima adolescente tra le altre. Ora mi sento speciale. Grazie ad Ian.