"Lea, per piacere, alzati." Chris le ripeteva quella frase da almeno mezz'ora. Perchè avrebbe dovuto ascoltarlo? Perchè avrebbe dovuto alzarsi? Voleva solo restare a dormire. Nel suo letto. Nel loro letto. 
Senza nessuno a disturbarla, senza nessuno a ricordarle che Cory se n'era effettivamente andato.
"Lea, tesoro. Te lo chiedo per piacere. Alzati da quel letto."
Sta zitto, Chris. Lasciami sola, vattene via.
"Lea. Ti prego."
Lea sollevò leggermente il capo dal cuscino. Era devastata. I suoi occhi erano scuri e incorniciati da occhiaie viola ben evidenti. Non dormiva da quando aveva saputo la notizia, nonostante ci avesse provato. Non riusciva a non chiedersi perchè cazzo esistesse la morte o perchè cazzo esistesse per le persone buone. Dio, lo sapeva che Cory non era un santo. Fanculo i moralismi, neppure lei lo era. E avrebbe giurato che neppure Chris, che adesso si apprestava a pulire la sua camera, lo era. Tutti hanno scheletri nell'armadio. Per Chris erano, lei lo sapeva, le sue scappatelle con Criss a insaputa del suo ragazzo, Will. Per lei, i suoi tatuaggi abilmente nascosti. Per Cory, la sua dipendenza da stupefacenti. 
Aveva sbagliato, Lea lo sapeva. E aveva pagato, sapeva anche questo, purtroppo. Tutto continuava ad urlarle "Cory se l'è cercata, se l'è cercata" e lei avrebbe ammazzato qualcuno se ne avesse avuto la forza. 
Cory non era un santo. Nessuno lo è. 
Ma che venisse giudicato per l'ultimo dei suoi errori, la mandava in bestia. 
Era dolcissimo, premuroso, altruista, gentile, amorevole, simpatico e quanti altri cazzo di aggettivi perfetti e superlativi, e Lea sapeva di non essere l'unica a pensarla così. Ma ora lui se n'era andato e lei si ritrovava sola, nella sua camera, dopo aver chiamato la segreteria del ragazzo un centinaio di volte solo per sentire la sua voce. E Chris era solo uno dei tanti che aveva provato a smuoverla da quello stato d'apatia totale.
Non si era neppure presentata al funerale. Aveva indossato il suo vestito nero ed era rimasta a casa, abbracciata al cuscino di Cory, incapace di mettere un piede fuori.
Ma Chris era ancora lì e stava ancora ripulendo tutto il disordine, le stava ancora chiedendo di alzarsi.
Così lo fece. Si alzò e Chris la convinse a farsi una doccia, a cambiarsi e persino a mangiare qualcosa.
"Lea, cara, non puoi restare murata viva per sempre."
"Voglio solo restare qui dentro e morire." Rispose lei, fissando il vuoto dietro le spalle del ragazzo.
"Piccola. Cory non vorrebbe questo."
"Cory vorrebbe starmi vicino." 
"Lui è vicino a te. Lui sarà con te fin quando penserai a lui"
"Chris. Non ho 9 anni. Lo so che non è lo stesso e so che non è all'emporio. Se n'è andato. Per sempre."
Chris la osservò demoralizzato, sospirando leggermente.
"Tesoro. Non sono qui per addolcirti la pillola: Cory è morto, non tornerà mai più. Ma non se n'è andato, lui è ancora qui, è nei tuoi occhi, nei tuoi pensieri, nel tuo cuore. Ed è l'unica cosa a cui devi aggrapparti, adesso."
Lea sospirò.
"Chris, il giorno prima mi aveva chiesto di promettergli di riuscire ad andare avanti senza di lui. Credevo volesse lasciarmi. Ora capisco tutto. Ha dovuto lasciarmi."
Chris le rivolse uno sguardo triste, stringendole una mano.
"Chris."
"Dimmi"
"Voglio andare al cimitero. Portami al cimitero, Chris."
Chris guidò in silenzio, buttando di tanto in tanto un occhio a Lea, più taciturna di lui, avvolta in un vestito anni '50 nero corvino. 
"Lasciami sola. Ti chiamo io quando è ora di andare."
"Sei..."
"Sicurissima."
"D'accordo." Chris sospirò "ti aspetto in macchina. Prenditi il tempo che ti serve."
Lea si avvicinò alla tomba di Cory, stracolma di fiori e lumini. Si gettò a terra strappando via tutto, gettando tutto in un sacco nero che aveva abilmente nascosto a Chris dentro la borsa. 
"Non hai bisogno di tutto questo." quasi urlò fra le lacrime "hai bisogno di questo" poggiò, sull'umido terreno, un anello luccicante, con una piccola gemma preziosa a forma di cuore. "Te lo ricordi? Tu lo hai dato a me come promessa" continuò, singhiozzando "io lo ridò a te, promettendoti che dove c'è il mio cuore, ci sei tu. E dove ci sei tu, c'è il mio cuore" si asciugò le lacrime, tentando di calmarsi. "Cory. Ti amerò per sempre. E ti prometto, che porterò a termine tutti i progetti che avevi sognato per noi. Ti prometto, ti giuro, che ti renderò orgoglioso di me. Ti prometto che non ti dimenticherò mai e che avrai sempre con te, in quest'anello, una parte del mio cuore." Sorrise, finalmente, dopo quella che le era parsa un'eternità. "Sarai sempre, sempre, parte della mia vita. E non ti abbandonerò mai."
Si allontanò, gettando il sacco in un grosso cestino all'uscita del cimitero, carezzandosi dolcemente la pancia.

11 anni dopo
"E quindi, era un eroe?"
"Più che un eroe, Cory."
"Dev'essere stato difficile per te"
"Non ero sola." Lea sorrise. "Lui è sempre stato accanto a me. E anche il tuo papà. Adesso vuoi deciderti a soffiare queste candeline?"
"Grazie di tutto, mamma."
"Buon 11esimo compleanno, Cory."
Lea si allontanò, aprendo il suo portafogli e tirando fuori una vecchia fotografia sgualcita che ritraeva Cory. Sorrise.
"Hei amore, cosa fai?"
Tom, suo marito, la osservava sorridente dalla cucina.
"Niente, ero soprappensiero."
"Vieni di là? Cory sta per scartare il regalo di Darren e Chris, non me lo voglio perdere!"
"Arrivo!" Lasciò che suo marito si allontanasse, dando un'ultima occhiata alla fotografia. "Grazie." Sorrise, raggiungendo gli altri sul terrazzo.