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Autore: coccinellanna    18/07/2013    2 recensioni
One shot ambientata dopo la 4x23... anzi qualche ora dopo la 4x23! ;)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ho già detto tutto. Damon e Elena nelle ore successive alla 4x23, perchè sono sicura che Julie Plec ci priverà anche di questi attimi felici!! (sigh)
 
 
Elena era seduta alle sue spalle, sul bancone dell’isola della cucina, con le gambe a penzoloni. Sapeva che Damon non avrebbe approvato, anzi non glielo  avrebbe proprio lasciato fare se non fosse che aveva addosso soltanto la camicia nera di lui, troppo grande per quel corpo così esile, con unicamente i due bottoni centrali inseriti nelle asole. L’aveva sentita arrivare, ma non aveva smesso di cucinare.

-Mi piacciono gli uomini che cucinano…-

-Ah sì? Potresti sposarti uno chef allora…-

-Mi piacciono gli uomini che cucinano per me, a torso nudo, alle due di notte…-

-Chi ha detto che sto cucinando per te?-

Damon ridacchiò vedendola alzare gli occhi al cielo. Non riusciva a credere di averla lì, a pochi centimetri da sè, finalmente sua. Niente più cure, niente più vincoli di asservimento, niente più concorrenza di quel musone di Stefan. Solo loro due.

E Jeremy. Ma il giovane Gilbert aveva capito l’antifona e si era scelto una stanza nell’altra ala della casa.

Elena osservava Damon mentre le sue braccia muscolose agitavano la padella sul fuoco. Si sentiva felice, certa che in  quell’istante non avrebbe voluto essere in nessun altro posto. Sapeva che per lui era lo stesso. Finalmente ne era sicura. Non sapeva da quanto tempo Damon fosse innamorato di lei, forse dal loro viaggio ad Atlanta, forse da quando lo aveva aiutato ad aprire la cripta. Avrebbe voluto chiederglielo, ma non aveva il coraggio di ascoltare la risposta.
Damon aveva aspettato, l’aveva aspettata. E in quel momento era l’unica cosa che contava veramente. Ma era così anche per lui? Poteva davvero passare sopra tutta la sofferenza che gli aveva imposto, come se niente fosse, come se non gli avesse spezzato il cuore un milione di volte? Le tornarono alla mente quelle parole, pronunciate con tutta la cattiveria ed il risentimento di cui era capace tre, quattro giorni prima, quando lui e Stefan avevano tentato di farla tornare in sé. Si accorse di non essersi ancora scusata.

-Mi dispiace, Damon-

-Di che parli?-

- del male che ti ho fatto. Mi dispiace.-

-Elena tu non mi hai… –

-oh sì! Certo che ti ho fatto del male. Ho detto delle cose che non pensavo e che, lo sappiamo entrambi, ti hanno ferito. Non so perché l’ho fatto. Ti stavo mettendo alla prova, forse. Credevo ti saresti arreso. C’era una parte di quella Elena senza sentimenti che non vedeva l’ora che tu ti arrendessi.-

-Non l’ho fatto.-

-Perché non lo hai fatto?-

Damon le lanciò un’occhiataccia. Sembrava a disagio. Davanti al camino, qualche ora prima, Elena aveva detto di amarlo e lui non aveva risposto. Sperava che lei non avesse dato importanza alla cosa ma, dalla sua ultima domanda, era evidente che Elena se ne era accorta. Non era ancora pronto a pronunciare quelle due magiche paroline, anzi le aveva pronunciate troppe volte (anche a sproposito). Si sarebbe potuto pensare che fosse lei ad essere in debito e non il contrario. Forse la stava punendo, o forse, più probabilmente, stava punendo se stesso. Era sciocco e infantile.

Molto sciocco e infantile.

-Non mi rispondi?-

-No, Elena. Sono impegnato: sto cucinando…-

-Sei arrabbiato?-

-No, ti ho già detto che non sono arrabbiato.-

-Allora perché non mi hai ancora detto che… sì, insomma…-

-Te l’ho detto tante altre volte. Sicura di aver bisogno di sentirtelo dire di nuovo?-

-Assolutamente sicura. Sicurissima.-

Elena si era alzata e ora era vicina a lui. Voleva una risposta, voleva sentirselo dire una volta in più. Damon smise di mescolare il contenuto della padella e si voltò verso di lei.
-Come saprai sono stato amato da molte donne nella mia vita. Tutte bellissime, non per vantarmi. Ho amato però soltanto una donna, una che non potevo avere e che non mi ricambiava. Il nostro non è mai stato un rapporto pari: lei l’ha sempre avuta vinta, mi ha ingannato, mi ha spezzato il cuore, mi ha illuso e poi me lo ha spezzato di nuovo.-

-Non sono Katherine!!-
Elena era visibilmente seccata da come Damon aveva tirato in ballo quella vecchia storia.
-Lo so.-

-Allora cosa ti blocca?-

Damon si ricordò di una cosa che avrebbe dovuto fare prima.
-Ho una cosa per te.-

-Un regalo??-

-Sì, in un certo senso.-

Prese dal mobiletto del soggiorno una scatola di cartone, non molto grande ma piuttosto pesante, e gliela porse.
-Posso aprirla?-

-Certo.-
Damon non avrebbe mai immaginato che quella sarebbe stata la reazione di Elena. Prima lo guardò sbalordita, poi si appoggiò ad una sedia come in cerca di sostegno e per finire scoppiò in un pianto a dirotto. Dentro quella scatola c’era tutto, più o meno. C’era il suo orsacchiotto di peluche, c’era l’anello di fidanzamento dei suoi genitori, c’erano tutti i documenti suoi e di Jeremy, c’erano un miliardo di fotografie.

-Io… io non so come ringraziarti!-

-Non devi ringraziarmi. Sono stato solo più responsabile di voi altri. Fosse stato per te avresti lasciato bruciare il tuo certificato di nascita, per non parlare dei documenti per l’eredità o quelli per accedere ai conti in banca dei tuoi genitori… E’ stato un po’ difficile non farmi beccare mentre le prendevo. Una padrona di casa in fase piromane non è proprio il massimo! Le foto sono tutte in disordine perché per la fretta molte sono uscite dagli album, ma ti prometto che ti aiuterò a sistemarle.-

Elena si fece pensierosa per qualche istante. Quel regalo era più importante, più importante di tutto. Le aveva ridato il suo passato. Quelle foto, quegli oggetti erano così preziosi. Prese fra le mani una cornice, quella che teneva sul comò della sua stanza. Lei e suoi genitori, stretti per entrare nella foto, con un sorriso spensierato sul volto. Poi prese un’altra fotografia, questa era un po’ rovinata, perché proveniva da un vecchio album. C’era Jenna, poco più che bambina, che lanciava in aria un neonato. Non avrebbe saputo dire se lei o Jeremy. Guardò Damon che sorrideva a pochi centimetri dal suo viso.   

-Non fa niente-

-No figurati, mi farebbe piacere aiutarti a sistemarle.-

-Non parlo delle foto Damon. Parlo di quello che avresti dovuto dirmi. Non fa niente, lo farai quando sarai pronto. Perché non importa se hai paura, non importa se l’unico motivo per cui sei qui, sveglio, nel cuore della notte è il pensiero che io potrei abbandonarti da un momento all’altro. Non lo farò, sono qui e ti amo. E per ora tutto quello che conta è che tu lo sappia.-

Damon si sentì mancare il respiro. Era vero: si era svegliato di soprassalto, con la paura di vedere l’altra metà del letto vuota, con la paura di sentirsi dire che quella notte insieme era stata tutto un errore.

-Elena, io…-

-Che ne dici se ne parliamo domani mattina?- Elena gli sorrise e lo prese per mano, trascinandolo verso la camera da letto.

-Ma la pasta…-

-Damon Salvatore, preferiresti un piatto di pasta a…- Damon non la lasciò finire, le sue labbra erano già su quelle di Elena. La loro notte d’amore, ne era certo, era solo all’inizio.  
 

ANGOLO AUTRICE
Se vi è piaciuta, recensite. Damon può sembrare un po’ OOC, ma mi è sempre sembrato esagerato il modo in cui viene presentato nel telefilm. Insomma, secondo me, dopo tutto quello che ha dovuto passare (soprattutto dopo le parole di Elena-senza-sentimenti), una reazione del genere potrebbe anche starci. Fatemi sapere cosa ne pensate…
  
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