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Autore: Fish_789    18/07/2013    3 recensioni
Santana adora le domeniche che passa in famiglia. Niente lavoro, niente impegni, solo lei, Quinn e...
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yuri | Personaggi: Quinn Fabray, Santana Lopez | Coppie: Quinn/Santana
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                                Sunday.

Santana adora le domeniche che passa in famiglia. Sono le sue preferite. Niente lavoro, niente impegni, solo lei, Quinn e….
“Mmmm… mami”
Posò gli occhi sullo scricciolo biondo che le tirava i pantaloncini con la mano paffuta attraverso la retina.
“Ehi mostriciattolo. Hai fame non è vero?”
La ragazza posò le arance nel lavandino e si sciacquò le mani. Daniel era sempre solito a svegliarsi presto e dato che latina era la più mattiniera, per non svegliare Quinn che tornava tardi dai turni in ospedale, lo prendeva con sé e lo trasportava nel box della cucina, dove si metteva a giocare con i pupazzi colorati, dando tempo alla mamma, di preparare la colazione. Santana non si poteva lamentare. Era un angelo il loro piccolo. Non disturbava se non quando aveva fame, o bisogno di essere cambiato. Aveva preso la pacatezza della madre e i suoi stessi occhi verdi.
“Allora è ora di godersi il nostro omogenizzato, non è così?”
Si abbassò verso il bambino che tendeva le mani verso l’alto. Se lo mise in braccio e lo posò sull’isola di marmo in mezzo alla stanza. Prese il barattolino e il cucchiaio già pronti li di fianco, gli legò la bavetta al collo e iniziò a dargli da mangiare. Daniel mise le mani sul viso di Santana.
“Pa..pappa..”
“Si amore, pappa. Dai ancora tre cucchiaini e abbiamo finito.”
“Aeoplano”
“Vuoi l’aeroplano? Eh va bene. Allora tieniti forte perché il volo Lopez sta decollando…”
Fece roteare il cucchiaio in aria compiendo giravolte e piroette, accompagnando il teatrino da versi e facce buffe. Il bambino ridacchiò battendo le mani.
“Ecco qui, abbiamo finito la colazione.”
Gli pulì il viso col bavaglino e lo fece scendere dal ripiano, lasciandolo libero di girare per la cucina.
“Mami continua a preparare la colazione, tu fai il bravo….”
Daniel si appoggiò allo sgabello e iniziò a camminare incerto. Barcollava un po’, ma riusciva a stare in piedi già da un paio di mesi. Santana riprese a spremere le arance e fece il caffè. Se Quinn non beveva la sua tazza di caffelatte ogni mattina, era impossibile smuoverla dal letto. Sentì il bambino mugugnare qualcosa.
“Daniel che c’è?”
Si voltò alla ricerca dello suo scricciolo, ma non lo vide da nessuna parte. Con lo strofinaccio in mano si diresse in salotto dove lo trovò intento a disturbare il gatto. Era appollaiato sul bracciolo e muoveva infastidito la coda, mentre il bambino, seduto sul divano con l’aria concentrata, cercava di afferrarla. Il piccolo alzò il viso all’improvviso guardando un punto sopra le scale e si illuminò:
“Mamma…”
Santana vide sua moglie sorridergli, in piedi sull’ultimo gradino, coi capelli scompigliati e l’aria ancora assonnata.
“Ehi Daniel, vieni da mamma?”
Daniel scese dal divano e corricchiò incerto fino alle scale. Si appoggiò sul secondo gradino con le mani aperte e guardò all’insù, con sguardo rassegnato. Si girò verso Santana protendendo impaziente le braccia verso di lei. La ragazza si abbassò alla sua altezza e gli parlò.
“Piccolo, non ti posso prendere in braccio. Devi fare le scale da solo”
“Ma non voio, sono tante…”
“La vedi mamma, lì?
 Daniel annuì.
“Ecco. Allora la vuoi raggiungere?”
“Ti..”
“Bene. Questo è il mio scricciolo. Forza provaci, io ti starò dietro. Ok?”
Il bambino guardò il sorriso della mamma e spostò lo sguardo su Quinn.
“Ba bene”
Iniziò lentamente ad arrampicarsi. Scalino per scalino. Santana lo guardava attentamente pronta ad afferrarlo nel caso fosse ruzzolato giù. Quinn lo incitava.
“Coraggio ancora un piccolo sforzo, andiamo che sei arrivato.”
Daniel con l’aria corrucciata per la concentrazione, esplose in un sorriso non appena raggiunse l’ultimo gradino, correndo tra le braccia di Quinn che lo accolse con una risata.
“Hai visto che ce l’hai fatta?”
Battè le mani contento, guadagnandosi un bacio sulla guancia.
“C’è poco da fare, ha preso la tenacia dei Lopez.”
Quinn guardò Santana, appoggiata al divano con le braccia incrociate e lo strofinaccio in mano.
“Mami ha fatto la brava?”
“Ti” rispose il piccolo mentre scendeva le scale in braccio alla madre, giocando coi suoi ciuffi dorati “Mi-mi ha dato a pappa con l’aeoplano.”
Si bloccò sul gradino spostando divertita lo sguardo sulla moglie che era diventata rossa in viso.
“Ah e così Lopez, facciamo gli aeroplanini eh?”
Daniel scalciò per essere posato a terra non appena raggiunsero il salotto e ricominciò a perlustrare la zona alla ricerca del gatto.
Quinn si avvicinò a Santana schiacciando il suo corpo contro lo schienale del divano.
“Lo sai vero che è alquanto esilerante immaginarti mentre imiti il borbottio di un aereo e fai strane facce…”
“Mai quanto vederti addormentata la mattina, aggrovigliata alle lenzuola, mentre tieni un incontro di wrestling sonnambulo col cuscino.”
Santana rise, soddisfatta dell’espressione scioccata dell’altra.
“Veramente sono in quello stato la mattina?”
“E anche peggio” disse con fare sensuale buttando il canovaccio a casaccio alle sue spalle, passandole le braccia attorno al collo “non ti dico poi quanto è sexy quella bavetta che ti esce dalla bocca..”
“Io non sbavo nel sonno!” esclamò Quinn indignata mentre Santana se la rideva.
“Daniel dì a mami che io non sbavo..”
Il bambino sbucò da dietro la poltrona.
“No, mamma no sbava”
“Ecco vedi..”
Santana fece passare lo sguardo tra Quinn e Daniel.
“Ah e così, complottate contro di me eh? Bene. Allora” avvicinò il viso a quello dell’altra e parlò sussurrandole sulle labbra “niente bacio del buongiorno come punizione.”
Scivolò dalla presa di Quinn che rimase interdetta a fissare il punto dove prima si trovava la ragazza. A Santana piaceva stuzzicarla ogni qualvolta ne aveva l’occasione. Si riprese avviandosi decisa verso la cucina dove la trovò appoggiata al bancone di marmo al centro della stanza, intenta a sistemare la colazione. L’abbracciò da dietro lasciandole un bacio sul collo.
“Ci sono due cose senza le quali non potrei alzarmi la mattina dal letto…il mio caffelatte…”
Santana si rigirò nella stretta e la baciò senza darle il tempo di finire la frase. Si tuffò su quelle labbra morbide, sfiorandole con dolcezza e amore.
“E un mio bacio…”sussurrò sorridendo.
“Mmmm…Lopez sei la mia rovina.”
La latina le lasciò un altro tocco veloce, guardando quegli occhi verdi che l’avevano stregata anni prima.
“Mangiamo che sennò si fredda.”
Quinn si sedette su uno sgabello mentre Santana prendeva i toast già pronti, il succo d’arancia e la tazza di caffelatte per Quinn. Anziché appoggiarsi su un’altra sedia si accomodò sulle gambe della moglie.
“Stavo pensando…oggi potremmo andare al parco. Che ne dici di un bel picnic?”
“Mmmm, sarebbe carino. Però il tempo non è dei migliori.”
Il cielo era coperto da fitti nubi grigie e l’aria, grazie al temporale del giorno precedente, era più fresca del solito. Quinn rabbrividì per via degli indumenti leggeri che portava; un paio di pantaloncini e una maglia larga che usava come pigiama. Santana le poggiò una mano sulla gamba scoperta tentando di scaldarla. In cucina regnava un piacevole silenzio, interrotto dallo sgranocchiare del pane tostato e il tintinnio della tazza sul marmo. Uno squillo interruppe la quiete. Daniel si precipitò a rispondere.
“Ponto?”
Aveva solo un anno e dieci mesi ma riusciva a parlare abbastanza spedito e capiva tutto ciò che gli si diceva. Era stato un po’ precoce invece, a imparare a camminare.
“Ciao sia Rach!!”
“Oh no, è Barbra.”commentò Santana.
“Ti, Ti. Tutto a p-posto. Mmm. Ba bene, ieo dico.”
“Mami….”
Daniel camminò verso le mamme col telefono in mano.
“Sia Rachel d-dice che, v-vuole che an-an andiamo a mangiare la pa-pappa da lei. Tasera.”
“Dille che è troppo bassa per i nostri standard”
“San! Va bene Daniel, chiedile a che ora.”
Il piccolo si portò il cordless all’orecchio.
“Per che oa?”
“Dice se v-va b-bene ae oto”
Quinn annuì.
“Mamma ha deto di ti.”
Lo videro ascoltare attentamente le parole di Rachel dall’altra parte della cornetta.
“Mami ha deto che sei topo b-bassa p-per i notri….notri….andard”
“Nostro figlio è un genio” sussurrò Santana compiaciuta, all’orecchio della moglie.
“Ba bene, okkei. Ciao sia Rach.”
Daniel premette il bottone rosso del telefono e le guardò.
“Rachel ha d-deto di salutarvi e c-che tu” indicò Santana col dito paffuto “rimaai sensa cena stasea.”
Quinn rise di gusto mentre il piccolo trotterellava in salotto.
“Stupida nana dal naso sproporzionato.”
“Ah-ah non puoi ribattere. Te lo sei meritato.”
Santana sbuffò mentre Quinn terminava la sua colazione.
“Veramente buonissimo questo caffelatte.”
“Ovvio, l’ho fatto io.”
“Tieni il tuo ego al guinzaglio, Lopez.”
Santana ghignò divertita.
“Daniel parla benissimo.”
“Si. Si esprime meglio di Puck.”
“Beh…anche una scimmia si esprimerebbe meglio di Noah”
Soppesò l’affermazione.
“Già. Ma d’altronde è figlio mio.”
“E d’altronde, chi l’ha tenuto per nove mesi nella propria pancia?” domandò l’altra col sopracciglio alzato.
La latina bofonchiò qualcosa di molto simile a un “dettagli” e scese dalle gambe della moglie portando le stoviglie sporche nel lavandino. Quinn scese dallo sgabello e si stiracchiò e Santana, non riuscendo a resistere, le lasciò un bacio sul naso. La bionda sorrise e l’attirò in un abbraccio.
“Ti amo.”
L’ispanica la guardò con aria scioccata, strabuzzando gli occhi.
“O mio dio, Quinn. Penso di amarti anch’io.”
“Ma quanto sei idiota.”
Udirono il suono di passettini…
“Mamme?”
“Si mostriciattolo?”
“il ga-gato non si fa p-pendee.”
“Quel brutto soprammobile peloso e altamente obeso? Adesso ci pensa mami.”
I due si avviarono in salotto, seguiti dallo sguardo di Quinn, che sorrise spontaneamente quando vide Santana tendere la mano a Daniel. Li osservò infilarsi sotto i mobili e ribaltare la poltrona alla ricerca del povero animale, con sguardo dolce. La latina le fece un cenno con la testa come a chiedere se fosse tutto ok. La bionda scrollò il capo. Il bambino tirò il dito della mamma, incitandola nella ricerca. Senza alcun dubbio, quelle erano anche le domeniche, preferite da Quinn.
 





Angolo del pesce.

Tadaaaaaaa. One-shot semplice semplice, dal contenuto altamente diabetico. Ho deciso di scriverla dal momento che non posterò alcuna storia per una decina di giorni, dato che IL MARE MI ASPETTA gentaglia! E sono al lavoro su una Brittana alquanto complicata. E decisamente lunga. Perciò grazie a tutti coloro che leggono, recensiscono e, perché no,  aiutano le vecchiette ad attraversare la strada…..bene. Troppe ore sui libri e questo è il risultato! alla prossima;)
 

 
 
 
  
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