RATING:
Arancione.
GENERE: Comico, Slice
of life.
PAIRING: TaoChen.
AVVERTIMENTI: AU, Slash, un po’ di OOC
(è inevitabile, temo),
linguaggio scurrile e allusioni sessuali.
DISCLAIMER:
Nessuno
degli EXO mi
appartiene (anche se vorrei adottarli in massa, ma vabbé);
fyccina scritta assolutamente
non a scopo di lucro: non guadagno
nulla dalla mia attività di fangirlamento compulsivo.
NOTE: Io domani dovrei sostenere un esame
(l’ultimo della sessione
estiva, se Shisus vuole), e siccome sono una persona intelligente mi
metto a
plottare storie senza capo né coda. YAY.
Buona lettura (si spera)!
Yifan, di
ritorno dalla lezione del corso d’arte serale che segue da un
paio di mesi a
quella parte, ripensa con malcelato orgoglio al suo ultimo capolavoro:
un koala
con un grazioso cappello da strega in testa e una zucca porta dolcetti
nella
zampa [1],
in occasione di
Halloween.
Quando l’insegnante -una donna di
mezz’età palesemente
invidiosa del suo talento- gli ha fatto notare, corrugando la fronte,
che a Seoul
Halloween non è una festività particolarmente
conosciuta né praticata, Yifan
per tutta risposta ha alzato le spalle e l’ha ridotta al
silenzio con uno
sguardo che diceva
‘fly-down-donna-io-sono-cresciuto-in-Canada-perciò-I-don’t-care’.
Duizhang 1-
vecchiaccia 0, ridacchia tra
sé e sé il ragazzo
infilando le chiavi nella serratura di casa… Se
così si può definire il
bilocale (o monolocale spazioso) che condivide con Jongdae e Zitao,
compagni di
facoltà alla SNU [2] e coinquilini
alquanto turbolenti.
Da bravi sposini disfunzionali -come si diverte a chiamarli Yifan- i
due non
riescono a rapportarsi l’uno con l’altro senza
litigare almeno una volta al
giorno, ovviamente per motivi così idioti da non meritare di
essere menzionati.
Più che di litigi, però, si tratta di vere e
proprie tragedie greche corredate
da pianti (Zitao è di lacrima facile e se ne approfitta),
urla, telecomandi,
pantofole e mattarelli usati come armi di offesa e promesse di
redenzione che
sfociano puntualmente in scopate selvagge
nell’intimità della loro -nonché unica
disponibile- camera da letto; camera in teoria insonorizzata, ma che di
fatto nei
mesi passati ha costretto il povero Yifan, il cui letto consiste nel
divano mezzo
sfondato del soggiorno-angolo cottura, ad investire buona parte dei
suoi
risparmi nell’acquisto di tappi per le orecchie davvero efficaci.
Anche quella
sera non fa eccezione, constata Yifan richiudendosi la porta alle
spalle. I due
piccioncini si trovano faccia a faccia, entrambi congestionati e
parecchio
furibondi. Zitao sembra prendere in considerazione l’idea di
infilzare l’altro
con il suo bastone da wushu, mentre Jongdae gesticola come la
Sassy Queen
l’uomo virile che è. Attorno a loro sembra essere
scoppiata la terza guerra
mondiale: frammenti di ceramica sul tappeto (Yifan spera ardentemente
che non
si tratti di uno dei piatti del servizio buono speditogli dalla sua
cara mamma),
cuscini sparsi un po’ ovunque, la console della Xbox gettata
sul divano assieme
ad un numero imprecisato di boxer e slip più o meno gay,
giornali mezzo
strappati e -questa è una novità- la custodia del
dvd del Re Leone.
Curioso,
l’attenzione di Yifan si sofferma sull’oggetto
estraneo, non sapevo nemmeno che ce
l’avessimo.
“Gege!”
Zitao
si volta verso di lui, rinunciando momentaneamente ai suoi istinti
omicidi.
“Taozi”
lo
saluta con un sorriso tutto gengive, perché sotto sotto
vuole bene a quei due
squinternati dei suoi coinquilini e si considerava un po’ il
loro fratello
maggiore.
“Oh,
gege”
ripete Zitao, gli occhi di colpo colmi di lacrime, gettandogli le
braccia al
collo.
“Ehm…
sì”
Yifan ricambia goffamente l’abbraccio. “Jongdae,
vuoi spiegarmi cosa sta
succedendo?” chiede all’amico.
“Il
solito” fa spallucce l’interpellato.
“Zitao schecca e ovviamente è sempre colpa
mia, perché sono uno stronzo insensibile che se ne frega dei
suoi sentimenti
eccetera eccetera” si strofina la tempia sinistra con una
smorfia affaticata. “Ordinaria
amministrazione”.
“Uhm,
ok. Ma
nello specifico di cosa si tratta, stavolta?”
“Chiedilo
al
piagnone, io vado a prendermi un analgesico. Tutto questo urlare mi ha
fatto
venire mal di testa” e dà loro le spalle.
“Fottiti”
gli ringhia contro Zitao, gli occhi ridotti a due fessure.
“Ti
piacerebbe, bao bei [3]: ti
piacerebbe!” scoppia a ridere l’altro prima di
chiudersi in bagno.
“Voglio
vedere
se la penserai ancora così stanotte, con un vibratore
infilato su per il-”
sbraita in risposta il ragazzo, per poi venire zittito da una
provvidenziale mano
premutagli sulla bocca.
“Taozi,
lo
sai che detesto il linguaggio scurrile” cerca di calmarlo
Yifan. “Dimmi perché avete
litigato, da bravo” gli parla con tono di voce incoraggiante.
Una volta
riacquistata la facoltà di parola, Zitao indica accusatorio
il dvd che giace
abbandonato sul divano.
“E’
tutta
colpa del Re Leone”
borbotta. “Non l’avevo
mai visto e la trama mi incuriosiva, così ho chiesto a quel
troll infingardo del
mio fidanzato se era un bel film e se finiva bene… E lui ha detto di sì”
assume un’aria da funerale. “Capisci, gege?
IO MI FIDAVO DI LUI, AVREI DATO LA VITA PER LUI E VENGO RICAMBIATO IN
QUESTO
MODO! MUFASA!” scoppia nuovamente a piangere, seppellendo il
viso nell’impermeabile
di Yifan.
Proprio in
quel momento Jongdae si arrischia ad uscire dal bagno –la
strafottenza di prima
del tutto sparita. Lancia un’occhiata colpevole in direzione
del suo ragazzo.
Yifan gli fa cenno di avvicinarsi e si stacca di dosso Zitao,
aiutandolo con una
presa gentile ma ferma sulle spalle a girarsi di centottanta gradi.
“Jongdae,
credo che tu debba delle scuse a Taozi” dice poi.
“Non
voglio
ascoltarle” Zitao abbassa lo sguardo, imbronciato.
“Stavolta ha superato il
limite. Non credo mi riprenderò mai da un simile shock,
probabilmente mi si è
pure bloccata la crescita e-”
Non riesce a
completare la frase perché un paio di braccia forti,
familiari, quasi
prepotenti nella loro stretta gli circondano la vita. I suoi occhi
incontrano
quelli ansiosi di Jongdae.
“Come
se
avessi bisogno di centimetri in più, panda gigante che non
sei altro” gli
rivolge un sorriso contrito. “Ho sbagliato, ok? Mi dispiace.
Non era mia
intenzione farti arrabbiare. Speravo solo che dopo il film avresti
avuto
bisogno di essere… consolato,
ecco” ha
la decenza di arrossire.
“Non
sarebbe
stato meglio chiedergli direttamente di pomiciare, scusa?”
s’intromette Yifan,
costernato di fronte a tanta imbranataggine.
Nessuno dei
due litiganti, però, gli presta attenzione.
“Sono
ancora
arrabbiato, Chenzi” Zitao decide di far penare ancora un
poco il suo
ragazzo. “Come hai intenzione di farti perdonare?”
“Beh”,
Jongdae riflette un istante e poi si esibisce nel sorriso
più sornione del suo
repertorio, “poco fa hai accennato ad un vibratore. Che ne
dici di mettere in
pratica il tuo suggerimento?”
“Affare
fatto” è la replica fulminea -e grondante
cupidigia- dell’altro. “Tu. A quattro
zampe. Letto. Adesso” borbotta a mo’ di automa,
afferrando il compagno per il
polso e marciando verso la camera da letto.
Yifan sospira
e si affretta ad infilarsi dei tappi di cera nuovi nelle orecchie.
[1]
Cioè
questo: http://media.tumblr.com/tumblr_md0ffjIxFU1rvrjkg.jpg.
[2]
Seoul National
University.
[3]
“Tesoro”
in mandarino.
Eccovi la mia
pagina Facebook per seguire in diretta
i miei scleri, nel caso v’interessassero sul serio (http://www.facebook.com/pages/Il-Genio-del-Male-EFP/152349598213950).
Finisco di
ripassare, ch’è meglio.
Bai!