Anime & Manga > Evangelion
Ricorda la storia  |      
Autore: Nick Wilde    19/07/2013    2 recensioni
Qui sono racchiusi tutti i momenti che Shinji ha passato insieme a Kaworu.
Nota: La One Shot si rifà al film Evangelion 3.0 You Can (Not) Redo non ancora uscito qui in Italia, e pertanto contiene dei grossi spoiler sulla trama, invito tutti coloro che non hanno ancora visto il film e desiderano vederlo a non leggere.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kaworu Nagisa, Shinji Ikari
Note: Lime | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Everybody Finds Love

 

Suonare il piano insieme a quello strano ragazzo albino è stata una delle cose migliori che mi siano mai capitate nella vita, nonché l'unica nota positiva dell'intera giornata.

 

Incredibile come le cose possano cambiare in quattordici anni, avevo rischiato la mia vita pur di salvare Rei Ayanami, la stessa ragazza che ora mi stava trattando con freddezza, lei insieme a tutte le altre persone che conosco, o che credevo di conoscere.

 

Non so niente di quello che è successo in questi quattordici anni, ma certamente devo aver fatto qualcosa di veramente grave per attirare in quel modo l'ira di Misato e Asuka. Cosa significa che non dovevo fare più nulla? E poi perchè non avrei dovuto mai più pilotare l'EVA? Avrei tanto voluto saperlo, ma ormai ero solo al mondo, la NERV che conoscevo non esiste più, e una nuova organizzazione la Wallie era intenzionata a distruggerla, ma perchè? E perché nessuno voleva darmi una spiegazione? Ero arrabbiato, avevo paura, poi ho incontrato il pianista.

 

C'era qualcosa di strano. Chi era quella ragazza dai capelli azzurro/ossigenati che assomigliava tanto a Rei? Certamente non doveva trattarsi di lei, la Rei che conosco era carina, gentile e a volte solare. Questa invece è fredda e distante, come una bambola. Ho salvato Rei Ayanami oppure no?

 

All'improvviso mentre passeggiavo tra le rovine della NERV sentì una voce che mi chiamava da lontano, si trattava del ragazzo dal colorito pallido e dagli occhi color rosso sangue, lo stesso che avevo sentito suonare il piano quando ero arrivato. Voleva parlare con me, tuttavia non desiderava farlo a parole ma tramite la musica, voleva che suonassi il piano insieme a lui, pensai si trattasse di una pazzia, in che modo le persone potevano comunicare tramite la musica? All'inizio toccai i tasti leggermente tanto per vedere quale suono potessero produrre, poi la vicinanza dell'altro mi permisero di acquistare più fiducia, mi stavo liberando da quel senso di oppressione, mi sentivo libero e leggero, non dovevo fare altro che suonare insieme a lui.

 

''Grazie, non mi divertivo così tanto da un sacco di tempo''

 

''Anch'io, facciamolo ancora, fermati quando vuoi Shinji Ikari''

 

''Sì'' risposi con un mezzo sorriso, ma subito tornai serio ''comunque, chi sei?''

 

''Sono Kaworu, Kaworu Nagisa, sono un ragazzo vincolato dal destino proprio come te'' rispose con un sorriso, forse il più bello che io abbia mai visto in tutta la mia vita, per un attimo mi persi in quei perfetti occhi rossi.

 

La seconda lezione di musica con Kaworu andò certamente meglio della prima, le dita di entrambi scivolavano meglio sulla tastiera e mi facevano sentire meglio. Mi facevano sentire leggero e felice, una sensazione che non provavo da così tanto tempo, quel ragazzo aveva ragione con la musica si poteva aprire un dialogo, uno splendido dialogo. Mi lasciai trasportare in luoghi lontani insieme a lui, non c'era assolutamente nessuno, a parte noi e la nostra mente, non eravamo vincolati da nessuno, insieme a quel ragazzo mi sentivo bene, insieme a lui mi sentivo libero, insieme a lui, mi sentivo a casa. Che sensazione meravigliosa.

 

''Bene, lascia fare a me, devo solo ripararlo giusto?''.

 

''Sì, grazie.'' risposi. Avevo portato a Kaworu lo stereo regalatomi da mio padre nella speranza che riuscisse a farlo funzionare di nuovo, si trattava di una cosa molto preziosa per me, in fondo era l'unica cosa che l'essere da me chiamato padre mi avesse mai donato. ''Scusami se ti sto chiedendo troppo''.

 

''Non preoccuparti, siamo amici dopotutto''.

 

Abbozzai un sorriso nel sentire quelle parole, mai nessuno in vita mia mi aveva mai chiamato ''amico'' prima. Alzai gli occhi e iniziai ad osservare il cielo, il sole stava tramontando.

 

''Si sta facendo buio, parliamo un altro giorno''.

 

''Che ne dici di stare qui ancora un po'?'' proposi ''Possiamo vedere le stelle insieme''.

 

''Le stelle?''.
 

***

''Ti piacciono le stelle?'' mi chiese Kaworu, ci eravamo appartati nello stesso luogo in cui avevamo suonato il piano poco prima, e ora stavamo guardando quell'enorme cielo blu pieno di puntini luminosi, è incredibile pensare che noi umani in realtà non siamo altro che una piccola parte di qualcosa di più grande.

 

''Già, ogni volta che mi viene in mente quanto è vasto l'universo questo mi mette a mio agio sapendo quanto sono piccolo. Sono passati quattordici anni, ma niente è cambiato. Penso che dovrei essere felice. Questo mi libera dalle preoccupazioni di me stesso e mi calma profondamente. E' difficile da spiegare.'' Non so bene il perché ma, in quel momento stavo davvero iniziando ad aprirmi con Kaworu, non sapevo bene il perché si trattava di un ragazzo che conoscevo da due giorni al massimo, eppure avevo una strana sensazione, sentivo i poter liberamente parlare di tutto quanto insieme a lui, anche se non capivo bene il perché, in qualche modo sentivo che lui riusciva a capirmi.

 

''Percepisco i tuoi sentimenti, invece di cercare il cambiamento, aneli al vuoto, un mondo in uno spietato abisso. Come te. E' bello stare sdraiati qui insieme, no? Non sapevo fosse così piacevole. Grazie per il suggerimento.''

 

''Oh, non è niente …'' dissi molto imbarazzato ''Pensavo solamente sarebbe stato divertente vedere le stelle insieme a te''. Mi voltai a guardarlo, e fui costretto a trattenere un sobbalzo, Kaworu si era voltato verso di me e mi stava guardando, una mano appoggiata sul viso, i suoi bellissimi occhi rossi che mi studiavano senza tregua, e il suo sorriso, quel sorriso, era la sua parte migliore, un qualcosa di dolce e sincero, quel richiamo rassicurante pronto a migliorarti la giornata. In quel momento pensai che fosse l'essere più bello che io abbia mai visto.

 

''Lo è.'' mi rispose ''Sono veramente nato per incontrarti''.

 

E' no Kaworu, così rischio veramente d'innamorarmi di te.
 

***

Mi trovavo da solo nella mia stanza, le cuffie nelle orecchie, stavo provando ad ascoltare qualche canzone dallo stereo di mio padre. Lo stereo di mio padre. Lo stupidissimo stereo di mio padre, quello che mi avrebbe permesso di salvare Ayanami, e che invece ha finito col causare un estinzione di massa di tutti gli esseri umani, fanculo! In preda all'impeto lo scagliai lontano. A quel punto Kaworu entrò nella stanza.

 

''L'ora promessa è ormai giunta Shinji Ikari, devi pilotare l'EVA''

 

Fanculo, non gli importava più niente di quel fottutissimo robot, che senso aveva pilotare quell'affare capace solo di causare dolori e sofferenze, no, non voleva più salirci a bordo di quello stupido coso, ormai non gliene fregava più di nulla, tutti potevano crepare per quanto lo riguardava, anzi ormai l'avevano già fatto. Quindi che senso aveva tornare di nuovo a bordo? Vomitai tutte quelle parole addosso a Kaworu, poi scoppiai a piangere ininterrottamente, non sapevo se per la rabbia o per il dolore, o forse per tutt' e due, avevo cercato di salvare delle vite innocenti, e avevo fallito.
 

***

Rimasi impotente a guardare il povero Shinji a riversare tutto il suo dolore, per la prima volta si sentiva impotenti, inutile, eppure doveva fare qualcosa.

 

''E non porta a nulla di buono neanche evocare ricordi dolorosi'' dissi prendendo tra le mani lo stereo che aveva lasciato cadere a terra ''Il mondo che ti ho mostrato, è stato l'EVA a generarlo, e solo l'EVA, può cambiare le cose''.

 

''Belle parole, ma non posso ancora fidarmi di Misato di mio padre, o di chiunque altro''.

 

Era ferito, riuscivo a sentirlo, riuscivo a percepire il tuo dolore ''Eppure io ti chiedo di fidarti di me'' mi diressi a passo felpato nella sua direzione, gli appoggiai delicatamente le mani sulle spalle e lo costrinsi a voltarsi, e in quello stesso istante lo baciai, non fu un gesto premeditato, ma guidato dall'impeto, le nostre labbra s'incontrarono per alcuni istanti che sembrarono durare un'infinità, chiusi gli occhi e sentì il caldo sapore delle sue lacrime inumidirmi la bocca. Quello fu in assoluto il mio primo bacio, una sensazione bellissima, indescrivibile, dunque è questo che i Lilim chiamano ''amore''. Si, me lo sentivo dentro io amavo Shinji Ikari, e sentivo anche che quello strano sentimento era ricambiato, ma d'altronde è facile amare un essere perfetto come me, il difficile era amare un essere come Shinji Ikari, un essere che per raggiungere la perfezione aveva bisogno esattamente di questo, amore. Delicatamente feci scivolare le mani nel suo collo e gli tolsi il collare DSS, infine mi staccai dalle sue labbra e me lo misi al collo.

 

''Kaworu, ma perché?'' mi chiese lui confuso.

 

Tornai a guardarlo e gli sfoggiai il mio miglior sorriso ''Perché ho fatto una promessa Shinji: Questa volta sarò io a renderti felice.''

***

 

Ormai eravamo all'interno di Lilith, ce l'avevamo quasi fatta, finalmente sarei riuscito a rimediare a tutto quanto, non dovevo fare altro che prendere quelle lance.

 

''Shinji non farlo!'' Kaworu stava cercando di implorarmi, ma ormai era troppo tardi, eravamo troppo vicini, mancava poco, solo pochi centimetri, Asuka e Mary non sarebbero riuscite a fermarmi. Aferrai le lance e le estrassi, fu allora che si scatenò il finimondo.

 

Maledizione, stavo veramente causando il Fourth Impact? Mi voltai verso Kaworu cercando di nuovo i suoi occhi o la sua voce, mi sarebbe bastato uno sguardo, una parola rassicurante, sentirmi dire un ''andrà tutto bene'' o ''abbi fiducia'' ma tutto quello che trovai fu un sorriso carico di malinconia. Fu allora che mi accorsi di una cosa ''Il collare DSS!'' urlai, quel coso stava per esplodere e si sarebbe portato via Kaworu, tentai di battere contro l'AT Field, mi dimenai, urlai il suo nome con tutte le mie forze, no, non poteva davvero finire così.

 

Alla fine mi arresi, non sarei riuscito a salvarlo, mi accascia sulla barriera con il volto tra le mani ''E' tutta colpa mia, io … io …''.

 

''Non è colpa tua.'' Alzai gli occhi e tornai a guardarlo, cosa voleva dire ''è successo perché sono diventato il Tredicesimo Angelo. Io ero l'innesco.''

 

Non ero sicuro di aver capito qualcosa, e poi non m'importava a quel punto ''Cosa dovrei fare?'' chiesi disperato. ''Dimmelo, cosa dovrei fare? Kaworu cosa dovrei fare?'' continuavo a chiedere.

 

''Vivi'' rispose lui semplicemente ''continua a vivere'' era straordinario come riuscisse a rimanere calmo anche incontro alla morte. ''Mi dispiace, questa non è la felicità che desideravi me ne rendo conto, alla fine non ho mantenuto la promessa.'' Tornò a guardare verso il Fourth Impact ''Chiuderò le porte del Guf, non ti devi preoccupare''.
 

***

Mi dispiace Shinji Ikari, questa non era la felicità a cui tanto agognavi, il mondo sa essere molto crudele, questo dolore che provi ora ti farà soffrire tanto da desiderare un sollievo, pregherai di sparire da questa terra e perderai la voglia di vivere, tuttavia non devi cedere. Non devi farlo Shinji Ikari, poiché fra tutti i Lilin ne esiste uno non meritevole della morte. Sarà il destino a separarci ora, destino, che cosa crudele, lo stesso che ci ha fatti incontrare ora ci separerà, ma a me non importa Shinji purché questo servi a salvare delle persone che sento di amare e soprattutto l'unica persona che sento di dover proteggere. Per questo ti chiedo di non piangere Shinji Ikari, dopotutto questo destino l'ho scelto io, tu continua solo a vivere e ad andare avanti, poiché esiste una cosa a cui i Lilin non potranno mai rinunciare, la speranza. Ricordati di questo Shinji. C'è sempre una speranza, sempre.

 

***

 

''Kaworu'' pronunciai a fatica, faticavo persino a respirare, mi sentivo male, mi sentivo soffocare ''Kaworu io, non ho capito niente di quello che hai detto!'' urlai in preda alla disperazione.

 

''Tu devi solamente trovare la pace e un posto che puoi chiamare casa. Il fato ti guiderà. Non guardarmi in quel modo. Ci rivedremo Shinji Ikari''.

 

''Kaworu!'' urlai alla fine, quelle furono le sue ultime parole, infine il collare DSS esplose e Kaworu scomparve in una pozza di sangue scuro. In quel momento iniziai a piangere mentre vedevo scomparire l'unica persona al mondo che mi avesse mai amato. Lo spettro dell'ultimo sorriso ancora impresso nella mia mente

   
 
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Evangelion / Vai alla pagina dell'autore: Nick Wilde