19/07/2013
1 recensioniHo pensato di poter vincere i giochi.
Avevo in testa il sogno della mia nuova casa, con tanto di lussuoso giardino nel nostro Distretto.
Pensavo alla mia solitudine che si sarebbe fermata non appena, attratte dai soldi che mi passavano per le mani, tutte le ragazze dell’11, avrebbero fatto la fila per sposarmi.
Pensavo a diciotto anni vuoti, passati nel terrore degli Hunger Games. A come lei, invece, non ci aveva mai pensato.
Era solo la sua prima mietitura. Io, il ragazzo fortunato che ogni anno comprava le tessere per sopravvivere, e puntualmente ogni anno la scampava.
La fortuna era dalla mia parte, non dalla sua.
I miei sogni, la mia fortuna, tutto si è fermato nel momento in cui alla mietitura hanno estratto il suo nome. Come avrei voluto offrirmi volontario, ma non potevo. Nessuno di quegli idioti, intimoriti da Capitol City ha avuto altrettanto coraggio. Avrei voluto gridare “ Venite a prendermi!” ma non sarebbe servito.
Infatti il nome estratto subito dopo, era proprio il mio.
La gente è corsa al banco delle scommesse, è corsa a puntare i risparmi di una vita su di me. Avrei vinto, era ciò che pensavano mentre l’onnipotente Tresh si avviava a grandi passi verso il palco.
Simon il nostro accompagnatore, si è persino risparmiato di chiedere, se ci fossero volontari.
Poco dopo, un fotografo dalla voce tremante, si è offerto di farci una foto:
“Fate un sorriso per Capitol City!”
ci dice, cercando di alzare la voce. Pensava che così non ci saremmo accorti che stava per piangere.
E poi … è scesa una lacrima sul suo viso, dapprima l’ha coperta con la fotocamera, poi ha tirato fuori un fazzoletto, avendo la buona creanza di non asciugarsi con la manica della camicia.
L’ho capito subito, quella sua unica lacrima era per lei, non per me.
Non faccio in tempo a fantasticare che i Pacificatori, gli stessi che hanno scommesso sulla mia vittoria o sulla mia morte, si avvicinano e mi scortano nel palazzo di giustizia, afferrandomi per il viso e il collo. Quasi per intimidirmi di vincere si avvicinano a me nell’atrio del palazzo, hanno tra le mani frustini e manganelli.
Non possono picchiarmi, va contro le regole degli Hunger Games. I tributi sono sacri fino al momento dell’arena.
Così si avvicinano e mentre uno mi parla di come pensa che vincerò e distrae le telecamere, l’altro mi si avvicina e mi spinge sulla porta, chiudendo il tutto con un gesto di intesa.
In realtà sanno benissimo di non potere uccidermi, perderebbero il loro lavoro. E anche se volessero minacciarmi dicendo quello che accadrà se fallirò nell’arena, sanno già che, da perdente, la mia punizione sarà la morte.
Ho paura, ho tanta paura.
Mente fatico a mettere i piedi uno davanti all'altro, le persone si stringono attorno a me. Mi salutano, mi danno pacche sulle spalle e mi battono il cinque.
MA IO NON CONOSCO NESSUNO DI LORO.
LA GENTE CHE MI CONOSCE INVECE E' TORNATA A CASA, FORSE QUALCUNO E' TRISTE PER ME...PENSO
Ho appena realizzato che non voglio deludere il mio distretto.
QUEST'ANNO TRESH VINCERA', A QUALSIASI PREZZO. ANCHE SE RUE DOVRA' MORIRE.
NOTE:
Saaaaaaaalve :) allora? Vi piace? E' un primo capitolo ma anche un po' un'introduzione della vicenda :)
Ragazzi non sono molto esperta ma spero davvero che questa FF vi piaccia! OVVIAMENTE LEGGETE, RECENSITE E CONSIGLIATE AGLI AMICI SE VOLETE!
COME ULTIMA COSA QUESTO E' IL MIO TWITTER @Haroldizmine FATEMI SAPERE ANCHE QUI COSA PENSATE DELLA STORIA! E SEGUITEMI!
Un abbraccioa tutti! ;)
SEE YOU SOON! :D