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Autore: Aki_Saiko    19/07/2013    3 recensioni
"Non sapeva se fosse Borgo Foglianova –o più in generale la stessa Johto- ad essere diventata opprimente, o se piuttosto non fosse la sua incolmabile curiosità verso il mondo ad essersi oltremodo ingigantita. [...] Così di giorno in giorno Crystal aveva maturato l’idea di lasciare casa e andarsene a vivere per conto suo, ma non in un’altra città, direttamente in un’altra regione. Voleva fare le cose in grande, voleva stravolgere la sua vita e darle una svolta, voleva conoscere ciò che il mondo aveva da offrirle al di là del mare."
[Crystal-centric][Forti accenni PreciousMetal]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Crystal, Gold, Silver
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Manga
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Hey guys, Aki is back~
Vediamo, tra circa sette ore devo partire per l'Egitto (perdendomi tra l'altro il Rimini Comics, okay ç.ç ) la valigia è ancora da finire e io ovviamente penso ad aggiornare su EFP. Mi sembra giusto. BTW, questa shot ce l'avevo in mente già da un bel po' di mesi -tipo sei o sette, gnn- ma ieri all'una e mezza di notte mi è venuta l'ispirazione ascoltando i miei nuovi amici Queen, quindi ringraziate loro e le loro due meraviglie "I want to break free" e "Somebody to love", perchè questa shot è una fusione tra le due... credo.
Comunque, qui si parla di Crystal, perchè boh, mi sembrava giusto darle un po' di spazio visto che in tutte le fic che ho letto viene bistrattata a più non posso; mentre nel manga è una figa badass che cattura pokémon calciando le ball. Cioè. (ciò non impedisce l'inserimento della mia OTP, la PreciousMetal, perchè loro sono l'ammore) Ok che qui è comunque una specie di terzo incomodo, ma sinceramente la parte dell'ochetta che ho letto in molte fic su di lei la vedo proprio stretta, quindi eccomi qua.
E niente, spero che vi piaccia, e una certa Niakuro dovrebbe anche rifarsi viva quando si deciderà ad uscire dagli armadi dell'Ikea~



Breaking Free

 
 

Got no feel I got no rhythm
I just keep losing my beat (you just keep losing and losing)
I'm OK I'm alright (he's alright)
I ain't gonna face no defeat
I just gotta get out of this prison cell
One day I'm gonna be free Lord


 

Era una calda notte d’estate quando Crystal prese la sua decisione. Già da tempo, in effetti, ci rimuginava su, e specialmente nell’ultimo periodo non faceva altro che pensarci: da quel posto, lei voleva proprio andarsene. Non sapeva se fosse Borgo Foglianova –o più in generale la stessa Johto- ad essere diventata opprimente, o se piuttosto non fosse la sua incolmabile curiosità verso il mondo ad essersi oltremodo ingigantita. Persino il suo rapporto con Gold e Silver era cambiato, e sentiva come se qualcosa si fosse incrinato, o magari perfino rotto.
Così di giorno in giorno aveva maturato l’idea di lasciare casa e andarsene a vivere per conto suo, ma non in un’altra città, direttamente in un’altra regione. Voleva fare le cose in grande, voleva stravolgere la sua vita e darle una svolta, voleva conoscere ciò che il mondo aveva da offrirle al di là del mare.
Per questo, dopo una buona nottata d’insonnia, si era finalmente decisa a prendere pokéball e bagagli e prepararsi a partire. Aveva parlato del progetto a sua madre la quale, come c’era da aspettarsi, invece che trattenerla le aveva piuttosto rinfacciato di non essersi decisa prima, sostenendo che a diciannove anni sia impensabile non vivere da soli. Era comunque disposta a darle il suo supporto per i primi tempi, e non appena avesse trovato una dimora fissa la sarebbe anche passata a trovare.
Le ci vollero però un paio di giorni per completare tutti i preparativi: scoprì infatti che decidere cosa portare avendo a disposizione solo uno zaino e una borsa era piuttosto difficile. In più tendeva a rimandare a poco a poco il momento degli addii. Aveva deciso di non anticipare nulla né a Gold né a Silver, per evitare che provassero a trattenerla da una decisione che già di per sé era stata lunga da prendere, però le era sembrato opportuno passare almeno per un saluto... l’ultimo.
Con un groppo in gola, qualche giorno dopo, chiuse le cinghie dello zaino rosso e se lo mise in spalla. Teoricamente quello avrebbe dovuto essere un grande momento, ma nei fatti si stava rivelando doloroso a dir poco: era combattuta tra il desiderio di cambiare vita e quello di rimanere lì per non lasciare i suoi amici... Gold, nella fattispecie.
Provò a scacciare questo pensiero, e iniziando a programmare le varie tappe del viaggio si avviò verso casa del moro, per poi passare da quella di Silver, anche se verosimilmente –riflettè- li avrebbe trovati insieme.
Giunta davanti al portone, bussò una volta, due, tre, ma non rispose nessuno. Titubante, provò quindi a girare il pomello: la porta era aperta.
Senza pensarci un attimo entrò in casa dell’amico, trovandola completamente vuota. Provò a chiamarlo varie volte, ma non rispose nessuno. Tipico di quel pazzo: andarsene a zonzo per Johto senza avvisare nessuno e lasciare tranquillamente libero accesso a casa propria.
Amareggiata, lasciò cadere lo zaino per terra e si sedette contro il muro: se era in giro, Gold, di certo non sarebbe tornato a breve, e all’improvviso le era perfino passata la voglia di salutare Silver. Voleva soltanto andarsene. Era stata una sciocca a pensare che sarebbe bastato un saluto veloce prima di sparire, che non ci sarebbero state scene strappalacrime, che quei due non avrebbero fatto una piega. Forse, era davvero meglio partire senza dire nulla.
Tentò comunque di tener fede al buon proposito iniziale lasciando almeno un biglietto nel quale spiegava le sue intenzioni. Ma quello che teoricamente doveva essere niente più che un post-it si trasformò ben presto in una lettera, e neanche tanto corta. Erano tante, troppe, le cose che Crystal avrebbe voluto dire all’amico, ma quando un raggio di sole la colpì in pieno viso dalla finestra, facendole realizzare all’improvviso che ormai era il tramonto, firmò in fretta e furia i due fogli scritti fitti fitti e si soffermò un’ultima volta a guardare quella casa piena di ricordi.
L’orologio segnava le otto e mezza di sera e Gold non era ancora tornato.
«Figuriamoci» si disse, in un sussurro «sarà da qualche parte...con... » ma subito si affrettò a tacere il nome che la sua mente già le suggeriva.
Con gli occhi velati di lacrime, uscì dalla stanza e chiuse la porta, dirigendosi a passo abbastanza spedito verso le Cascate Tohjo: il suo punto di partenza sarebbe stata Kanto, poi chissà, magari avrebbe anche potuto esplorare quella regione di cui le aveva parlato il Professor Elm.
«Dai, Azumarill, esci» chiamò il pokémon fuori dalla sua sfera una volta arrivata sulla sponda del fiume. Da quando Arcanine si era ferito gravemente ad una zampa, l’aveva con rammarico lasciato ai due anziani della pensione; in compenso però un giorno, mentre si allenava per l’ultima volta sul Monte Scodella, aveva trovato un Marill e l’aveva preso con sé. Per qualche motivo inspiegabile, l’esserino le si era affezionato ancor prima di lanciare la sfera poké.
Il pokémon doveva essersi accorto della tristezza della sua allenatrice, perché non appena fu uscito dalla pokéball le strinse affettuoso una gamba.
«Non ti preoccupare, piccolo, è tutto apposto» lo rassicurò Crystal in maniera non troppo convincente «adesso quel che conta è che tu mi porti fino alle Cascate Tohjo, ok? »
Per tutta risposta, Azumarill annuì vivacemente, emettendo un verso gioioso.
Aggrappata alla schiena del suo pokémon, Crystal osservò con malinconia il lontano profilo degli edifici di Borgo Foglianova, di Monte Argento e di tutta la parte più esterna di Johto. Poi, in preda ad un attacco di pianto, si voltò dall’altra parte, puntando lo sguardo diritto davanti a sé: non pensava che sarebbe stata così dura lasciare casa.
 

***

 
Gold raggiunse la sponda del fiume respirando pesantemente, le gambe che quasi gli cedevano. Tornati a casa, quella sera, lui e Silver avevano trovato la lunga lettera da parte di Crystal, ma prima di capacitarsi del suo contenuto avevano dovuto leggerla da cima a fondo due volte. Increduli e soprattutto sconvolti dalla decisione dell’amica, avevano prima guardato a casa sua, e poi per tutta Borgo Foglianova.
Non avendo ottenuto alcun risultato, avevano deciso di dividersi: se davvero –come aveva detto loro la madre- Crystal aveva deciso di spostarsi verso un’altra regione, c’erano due posti in cui cercarla. Silver aveva preso con sé Murkrow ed era andato al porto di Olivinopoli, Gold si era invece diretto alle Cascate Tohjo.
«Mantine! » urlò il ragazzo dopo aver ripreso fiato per un attimo «Mantine, portami alle Cascate Tohjo, in fretta! »
Detto fatto, il pokémon uscì dalla sua sfera ed in poco tempo condusse il suo allenatore nel luogo indicato.
“Spero di essere in tempo, ti prego, fa che sia ancora in tempo!”
Tirò un sospiro di sollievo, Gold, quando si accorse che dall’entrata della grotta si intravedeva una luce: lei doveva essere ancora dentro. Senza esitare, entrò anche lui.
L’illuminazione non era molto forte, e non riusciva a capire se quei dannati sassi fossero rocce oppure la sua amica.
«Crystal! » urlò «Crystal! »
Si sentì un rumore di passi che si arrestavano, doveva essere sulla strada giusta.
«Crystal! Ti prego, non puoi andartene così! Crystal! »
Vide un’ombra avvicinarsi lentamente, e subito dopo riconobbe la figura della ragazza.
Senza dire nulla, la prese per mano e la trascinò fuori, all’aperto in cima alla collina, finché quella non puntò i piedi per terra.
«Lasciami andare, Gold»
«Si può sapere che ti è preso?! » continuò il moro senza neanche ascoltarla «decidere da un giorno all’altro di sparire, senza dire nulla né a me né a Silver! Hai idea di cosa non abbiamo fatto per cercarti?! Tu... razza di irresponsabile... »
Ma non ci riusciva ad essere arrabbiato, Gold, perché finalmente aveva trovato l’amica, l’aveva di fronte, e poteva almeno tentare di riportarla a casa. Aveva letto con attenzione la sua lettera... ormai la conosceva bene, e aveva probabilmente interpretato quello che Crystal stessa magari non aveva neanche realizzato.
«Proprio tu parli di responsabilità» lo sbeffeggiò lei, con un accenno di sorriso.
Il ragazzo fece un respiro profondo e si sedette sull’erba fresca della notte.
«Adesso vieni qui accanto a me e con calma mi spieghi cosa diamine ti è preso» ordinò con il tono più calmo e controllato che riuscì a tirare fuori.
La ragazza si accomodò senza dire una parola.
Dopo qualche minuto di silenzio, interrotto solo dallo scrosciare del fiume, ella finalmente esordì: «È che non ce la faccio più Gold. Ultimamente tutto intorno a me, mi sembra come una gabbia, vorrei solo scappare e cambiare vita. E adesso che finalmente ci ero riuscita, che mi sembrava di essermi tolta questo peso enorme dalla coscienza, arrivi tu a rincorrermi dicendo che tu e quell’altro eravate preoccupati per me, e... » ad un certo punto si interruppe, voltando la testa dall’altro lato per cercare di contenere il pianto.
«Oh... io non... non pensavo ti sentissi così» ed era vero. Quell’affermazione, specialmente perché formulata da una persona come Crystal, l’aveva colto completamente alla sprovvista.
«Certo che non lo pensavi, e come avresti potuto? Nell’ultimo mese ci saremo visti sì e no due volte» disse la ragazza, con un tono più acido di quel che sperava «Sei sempre da qualche parte per fatti tuoi, e mai una volta che tu mi abbia chiesto di accompagnarti»
«Io, beh... » balbettò il ragazzo, non sapendo come controbattere. Forse però iniziava a capire... era ancora poco più di un’intuizione, ma adesso era sicuro di voler andare fino in fondo.
«Come oggi, ad esempio. Dov’eri, eh, Gold? » chiese lei, guardandolo ostinatamente negli occhi.
«Io... »
«In giro, ovviamente» continuò Crystal senza neanche aspettare la risposta «E con chi? Ma con Silver, ovviamente. Chi altri»
Quest’ultima frase lasciò la sua bocca prima che lei stessa se ne potesse rendere conto, facendola ammutolire all’istante.
“Bingo!”  pensò Gold, anche se con un po’ di rammarico. Dalla lettera letta quel pomeriggio, aveva come percepito una sorta di invidia, di oppressa gelosia che doveva essere disastrosamente esplosa all’improvviso. Ora tutto iniziava ad acquistare senso, non solo per lui, ma, dallo sguardo che aveva, anche per Crystal.
«Crystal... »
«Hai capito, vero, Gold? Il motivo per cui me ne vado: finalmente è chiaro anche a me... o forse non volevo semplicemente ammetterlo a me stessa, chissà. Comunque, non vorrei che ti facessi un’idea sbagliata: è vero che mi sento oppressa, è vero che vorrei cambiare completamente vita, che ho voglia di esplorare un posto diverso, però... è anche vero che da parecchio il rapporto tra me, te e Silver non è più lo stesso » concluse la ragazza con un sospiro.
«Quindi non è una cosa dell’ultimo periodo, giusto? Da quant’è che va avanti questa storia?»
«Diciamo che ultimamente la situazione si è fatta insostenibile. Comunque, facendo un paio di conti, direi da due anni circa. Due anni fa... »
«È il periodo in cui... ho iniziato a provare qualcosa per Silver» si lasciò sfuggire Gold.
«Il periodo in cui ho capito che mi piacevi» aggiunse Crystal, un sorriso triste dipinto sul volto.
Entrambi distolsero lo sguardo, imbarazzati.
Crystal prese un grosso respiro, poi, arrossendo leggermente: «Tu mi piaci Gold, sul serio, allora come adesso. Ed è pazzesco che in due anni non abbia mai trovato il coraggio di dirtelo... anche se probabilmente non si sarebbe risolto niente, perché tu... tu ami Silver, giusto? »
«Sì. Sì, è così» e glielo disse guardandola negli occhi, Gold, senza pensarci, ma soprattutto senza alcun timore o vergogna, anzi con orgoglio, come chi dichiara la propria vittoria contro la Lega Pokémon.
Rimasero così, a guardarsi l’un l’altra, finché la ragazza si alzò e si rimise in spalla lo zaino.
«Devo andare, Gold, non posso più aspettare. Voglio decisamente cambiare vita»
«Ma è notte fonda! Aspetta almeno fino a domattina! » replicò il ragazzo
« No, devo andare adesso. Chissà a cosa potrei pensare, svegliandomi domani. Non voglio pentirmi in futuro di una decisione presa sull’onda dei sentimenti, alla leggera. Hei, lasciami andare!» ripeté quella, notando che il moro le aveva afferrato nuovamente il polso.
«Mi mancherai Chris» disse semplicemente, e senza aggiungere altro la abbracciò con forza.
«A...Anche tu Gold» rispose lei, colta alla sprovvista.
Quando si allontanarono, lui la guardò sparire nuovamente dentro l’oscurità della grotta delle Cascate Tohjo, con un senso di malinconia, ma anche di speranza... speranza che potesse ritornare la vecchia Crystal: allegra, vivace ed eccentrica.
Cominciò a scendere la collina e ad avviarsi verso il fiume, sulla strada di casa.
Eh, adesso avrebbe anche dovuto ritrovare Silver e spiegargli tutta la storia. C’era da scommettere che l’idiota si sarebbe pure sentito in colpa.
«Ahhh, Sil, guarda cosa non faccio per amor tuo» sospirò Gold tirando fuori la sfera di Mantine.
Una volta tornati, un bacio era il minimo che Silver gli doveva, poco ma sicuro.

  
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