“Synister, ovvero Brian Haner, la stava guardando con una compassione quasi struggente, dandole il voltastomaco.
Non riusciva ad ascoltare nessuna canzone della sua, ormai, ex band preferita, non da quando aveva provocato la morte dei suoi genitori.
Erano passati tre ani da quella tragica notte, ma il senso di colpa non le dava tregua. Adesso che doveva lavorare per quel evento in cui loro avrebbero partecipato, quella voragine si era aperta ancora una volta, strappandole ogni volta sussulti irregolari.”