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Autore: Machine    19/07/2013    3 recensioni
«Piove..»
«Pioggia. Cos’è la pioggia se non il pianto del cielo? Una goccia di pioggia, una lacrima. Ho sempre pensato che a volte anche il cielo piangesse, per chissà quale motivo.»
[1.342 parole ]
{KRAY}
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Kris, Kris, Lay, Lay
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Piccola nota consiglio di ascoltare http://www.youtube.com/watch?v=Ffp5vPyU2cI che ha ispirato la mia ff :) Spero che vi piaccia, recensite mi raccomando! Buona lettura! ^^]









«Piove..»
 
«Pioggia. Cos’è la pioggia se non il pianto del cielo? Una goccia di pioggia, una lacrima. Ho sempre pensato che a volte anche il cielo piangesse, per chissà quale motivo.»
 

Yixing dondolava spensierato  i piedi, seduto sul muretto dell’ampia terrazza di quella casa abbandonata che da un po’ di tempo a quella parte era diventata il suo nascondiglio preferito.
Delle gocce di pioggia bagnavano il suo viso, rivolto al cielo grigio e schifosamente scuro per una giornata di metà luglio.
Spostò lo sguardo sul ragazzo accanto a lui che se ne stava con la schiena contro il muretto, rannicchiato a terra con un braccio poggiato su un ginocchio piegato verso l’alto, un sorriso accennato sul suo volto.
Automaticamente un sorriso si dipinse anche sul volto di Yixing che piegò la testa di lato.
 
«Che c’è?»
 
Domandò il minore, divertito.
 
« A cosa ti riferisci? »
 
Rispose il ragazzo dai capelli biondini, alzando lo sguardo verso il suo interlocutore.
 
« Perché sorridi in quel modo, hyung? »
 
Continuò a guardarlo divertito mentre un tuono ruggiva in lontananza.
 
« E’… divertente ciò che hai detto. »
 
Ridacchiò l’altro con la sua voce bassa e profonda, osservando il minore inclinare la testa, confuso.
 
« Mh? Che c’è di divertente? »
 
« Hai davvero tanta fantasia, Yixing. Non capita certo tutti i giorni di sentire qualcuno dire indirettamente che il cielo abbia sentimenti. »
 
La risata cristallina di Yixing si sparse nell’aria, spinta via dal vento che scosse i loro capelli con forza.
 
« Sfotti, eh? Va bene, terrò i miei pensieri per me la prossima volta! »
 
Continuò a ridacchiare scendendo dal muretto e stiracchiandosi mentre il maggiore si alzava, entrambi incuranti della pioggia che bagnava i loro corpi, i capelli che gocciolavano sui loro volti candidi e perfetti.
Il ragazzo biondo si avvicinò al più piccolo, avvolgendo le braccia ai suoi fianchi e posando un dolce bacio sulle sue labbra, sorridendogli come solo lui sapeva fare.
 
« Ti stavo solo prendendo un po’ in giro~»
 
Di rimando il ragazzo dai capelli scuri sorrise sulle sue labbra.
 
« Lo so, Yifan. »
 
Un altro tuono più forte ruppe il silenzio e l’armonia della pioggia che iniziava a cadere furiosamente.
 
« Ci conviene ripararci dentro!»
Afferrò la mano del maggiore e corsero dentro, ridendo.
 
« A-attento a non cadere! »
 
« Tranquillo, sto sempre attento! »
 
Yifan sospirò seguendo il suo compagno giù per le scale.
 
« Posso sapere perché continuiamo a correre?? »
 
« Qui va bene. »
 
Sorrise il più giovane, sedendosi sulle scale di cemento grezzo, scompigliandosi i capelli per scrollare l’acqua.
 
« Mh, avremmo dovuto portare un ombrello, Xing..»
 
« Nah, non mi dispiace restare ancora un po’ qui con te..»
 
Sorrise dolcemente, prendendo una mano del maggiore tra le sue, stringendola e accarezzandola.
 
«.. ogni minuto è prezioso, l’ho sempre pensato. »
 
« Sei tremendo.»
 
Sospirò, sorridendo, Yifan mentre avvolgeva un braccio intorno alle sue spalle, stringendo a se il corpo esile del compagno.
 

***

 
Un raggio di sole filtrava dalla finestra, accarezzando il volto di Yifan che, assonnato, si nascose sotto le coperte, rabbrividendo. Non aveva voglia di alzarsi, in realtà era da un po’ che aveva perso la voglia di far tutto. Erano passati 5 mesi da quel giorno di pioggia –o diluvio, se vogliamo essere più precisi- trascorso con il suo ragazzo in quella casa abbandonata.
Quello era uno dei ricordi a cui era legato di più, uno dei suoi ricordi più cari e belli.
Sospirò, alzandosi dal letto. Aveva bisogno di uscire o sarebbe finito con l’impazzire.
Si vestì in fretta, indossando abiti pesanti e giacca, prese le chiavi di casa, il cellulare e uscì dal piccolo appartamento dove viveva.
Il freddo di dicembre era piuttosto pungente, il Natale si avvicinava e le strade brulicavano di persone che correvano a fare i loro acquisti, di luci colorate che rappresentavano l’allegria, un sentimento in quel momento completamente estraneo al ragazzo.
Camminò fino alla spiaggia, in silenzio, da solo con le mani in tasca. Mosse qualche passo sulla sabbia soffice, avvicinandosi alla riva.
Soffiava un vento freddo e furioso che dal mare andava a scontrarsi con il corpo di Yifan, scompigliandogli selvaggiamente i capelli.
Il ragazzo si strinse nella giacca e si diresse verso una fila di scogli che partiva dalla spiaggia  e si concludeva a una decina di metri dalla riva.
Si arrampicò sugli scogli e si sedette su uno di essi, in prossimità della fine di quell’ammasso di rocce.
 
Il cielo era grigio, cupo, come 5 mesi prima. La spiaggia era deserta, quasi nessuno in inverno ci andava, e Yifan era grato di essere lì da solo.
 
« Ciao, piccolo.. »
 
Mormorò, schiarendosi subito dopo la voce, iniziando a torturarsi le mani, stringendosi nella giacca per il freddo.
 
« Aigo, la spiaggia è davvero fredda in inverno senza te, sai? »
 
Accennò un sorriso carico di dolore. Un dolore insopportabile che si fece strada nel suo petto. Quel dolore che ormai conosceva bene.
 
« Mi manchi, Xing. Mi manchi da morire. Mi manca il tuo sorriso da bambino, quella fossetta che tanto mi piaceva accarezzare, mi manca sentirti sparare stronzate senza senso, mi manca litigare con te per ogni piccola cosa, mi mancano le tue labbra poggiate sulle mie, il tuo sapore, il tuo profumo, il tuo respiro sulla mia pelle.»
 
Fece una pausa accorgendosi di stare singhiozzando come un bambino, le lacrime calde che rigavano il suo viso gelavano quasi subito, facevano male ma non quanto il suo cuore.
Ogni giorno che passava senza Yixing sentiva un pezzo del suo cuore cadere e finire in frantumi.
 
« Perché, Xing? Perché hanno voluto portarti via da me così in fretta? Quel cielo che tanto ti piaceva ti ha chiamato a sé troppo presto… io… non ce la faccio senza di te, piccolo. »
 
Si interruppe di nuovo per via dei singhiozzi. Non aveva mai pianto in quel modo in vita sua, non prima che tutto accadesse.
 
« Sai, mi chiedo come abbiamo fatto a trascurare i tuoi continui mal di testa.  Se avessimo fatto le dovute visite in tempo forse ora saremmo qui, sulla spiaggia che amavi tanto, a riempirci di coccole e attenzioni. Temevi che ti avrei dimenticato, mi hai supplicato di non farlo, disteso su quel lettino dannatamente bianco e piccolo. Sei un idiota, Zhang Yixing. Come potrei dimenticarti? Sei stato, sei e sarai per sempre l’amore della mia vita. E’ tutto così vuoto senza te..»
 
Si asciugò le lacrime con il dorso della mano, restando con gli occhi chiusi, un’espressione di dolore dipinta sul suo volto.
Ripensò a quando una settimana dopo il “diluvio” al minore avevano diagnosticato un tumore al cervello. I dottori gli avevano dato massimo altre due settimane di vita. “E’ troppo tardi.”, ripetevano.
 
« Me ne sto andando, hyung.. Ho paura.. »
 
Disse un giorno il più piccolo in lacrime, stringendogli una mano. Yifan cercava di tranquillizzarlo, mostrandosi forte, nonostante il suo piccolo mondo perfetto stesse andando in pezzi, proprio come il suo ragazzo. Doveva essere forte, per entrambi.
 
Non furono due settimane, solo pochi giorni.
 
Hyung, promettimi che in futuro non ti dimenticherai di me.. promettimi che sarai tu a spargere le mie ceneri in mare e.. vieni a trovarmi di tanto in tanto, mh? Io ti aspetterò lì.”
 
Quelle parole risuonavano continuamente nella sua testa, procurando dolorose fitte al suo cuore.
 
« Non immagini cosa darei per poterti stringere di nuovo tra le mie braccia, Xing. Voglio stringerti di nuovo, voglio sentirti ridere ancora e ancora…»
 
Si alzò in piedi, barcollando scosso verso la fine di quella fila di scogli, scrutando il cielo attraverso le sue lacrime.
 
« Ti amo, piccolo. Ti amerò per sempre. »
 
Si lasciò cadere di schiena in mare, chiudendo gli occhi, rivedendo il volto sorridente del suo compagno mentre l’oscurità lo avvolgeva.
 
Fuori aveva iniziato a piovere.
 
 
« Pioggia. Cos’è la pioggia se non il pianto del cielo? Una goccia di pioggia, una lacrima. Ho sempre pensato che a volte anche il cielo piangesse, per chissà quale motivo. »
 
Ti amo.
 

-FINE-

 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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