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Autore: MilesRedwing    19/07/2013    3 recensioni
Un giovanissimo Jack Sparrow ci parla dell'ordinaria follia che deve sopportare ogni giorno e di un brutto fatto che lo ha segnato anzichenò.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Capitan Edward Teague, Jack Sparrow, Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Musica. Bambini che scorrazzano allegramente, signori che fanno un cenno togliendosi il cappello. Signore con buffi vestiti e corsetti stretti fino alle ossa. Carrozze sfarzose, damerini con strane parrucche.
È così che cominciano le giornate in una città come Londra. Io però non abito, lì, nossignore.
Da dove vengo io succede tutto il contrario anzichenò. Spari,ubriaconi e donne che gli schiamazzano appresso, bambini inseguiti da canne di fucile e coltelli a ogni vicolo e strada. È cosi che cominciano le giornate alla città dei relitti.
Nome strano, eh? E gia. Noi pirati siamo gente sveglia, ma non si può dire che brilliamo per fantasia quando si tratta di nomi. Anni e anni fa, come dice sempre mia madre, un'intera flotta si è incagliata qui durante un uragano per colpa di un capitano non troppo capace. I compari di quel povero diavolo, per non sprecare tutto quel legname, decisero di farvi sopra delle case e cosi nacque una città. Si, proprio là, vicino alla baia, che si chiama allo stesso modo la baia dei relitti. Molti dicono che siamo fortunati ad abitare qui, perché anche se provassero ad attaccarci rimarrebbero incagliati. Altri dicono che siamo pezzenti, manigoldi e pecore nere, gente spietata, che vive nei buchi come fanno i topi e taglia gole per divertimento. Io non sono mai stato d'accordo con nessuno di loro. Per me è solo uno strano posto, pieno di matti, buoni o cattivi che siano. Ci sono anche quelli che dicono che alla mia età certe cose non posso capirle, ma la maggior parte delle volte sono loro a non capire me.
Oh, prima di ogni altra cosa mi sembra opportuno dirvi il mio nome, cosicché possiate ricordarvi di me e della mia avventura un giorno. Il mio nome è capitan Jack Sparrow. Avrete sentito parlare di me. Se non è cosi vuol dire che avete viaggiato molto poco nella vostra miserabile vita. Per quelli di voi che ancora non ne sono a conoscenza, sto progettando di fuggire da qui, requisire una di queste navi, prendere una ciurma a Tortuga e filare via, verso orizzonti inesplorati. E questo per svariati motivi. Primo fra tutti, la mia famiglia, una famiglia di matti. Oh, vedete quella casa laggiù, in fondo a quel vicolo buio? Io abito lì. È un po' tetro all'inizio, ma ci si fa l'abitudine. Siamo pecore nere, in fondo. La signora sulla porta, intenta a fissare i pirati che sono in giro e a giocare con i riccioli vermigli è zia Quickdraw. Non è un caso che si chiami così, in effetti. È la pistolera migliore della baia, e l'unica a essersi risposata più di dieci volte. Ha anche compiuto trentacinque anni venerdi scorso. Si dice che tutti i suoi mariti li abbia uccisi con un colpo di pistola in mezzo alla fronte dopo esserci andata a letto. Ma guai a chiederglielo di persona. L'ultima volta mi sono beccato una schioppettata a sale.
L'altra mia zia si chiama Hazel, ed è la sorella della cugina della zia Quickdraw. Zia Hazel non vive qui con noi e l'ultima volta che ho sentito parlare di lei dicevano che era stata abbandonata su un'isola deserta. Nemmeno mio padre sa se sia ancora viva.
Ah, perché lo sappiate mio padre si chiama Edward Teague, ed è il custode del Codice dei pirati, oltre a essere il pirata nobile del Madagascar e il capitano più temuto dei Caraibi. Quanto lo detesto. Sembra che più che un figlio per lui io sia una seccatura o qualcosa di cui ci si deve sbarazzare. Forse perché ha altro di cui preoccuparsi. O forse perché preferisce altri a me, come ad esempio mia cugina Valerie. Un'insopportabile acciuga presuntuosa. Si pecca di essere un grande capitano quando nemmeno sa fare un nodo scorsoio. E questo solo perché tutti sono fieri di lei. Ha i capelli scuri e pieni di piume, le guance piene di lentiggini, anche una vocetta gracchiante che ti entra nella testa e ti impedisce di pensare. Questk per fare si che nessuno la contraddisca. Anche se sono l'unico a pensarlo e adavere anche il coraggio di dirlo, è una persona di rara e innata crudeltà, per non parlare del sadismo che immancabilmente dimostra di avere nei miei confronti.
Passando oltre c'è il vecchio zio Ace, ubriacone d'annata e pirata della coffa della vecchia Stone Wench. È sempre stato lo zimbello dei marmocchi di zia Quickdraw, che non hanno neanche un nome credo. Basta chiamarli bestioline o cugietti o sparare un colpo di fucile e arrivano a detta della zia.
La bella signora con i lunghi capelli neri e il viso da odalisca è mia madre, Ruth. È un po' severa e ha la mano pesante in fatto di sculaccioni, ma in compenso le sue crostate sono le migliori. A me piacciono col cioccolato e con le noccioline, il che mi ricorda che è ora di pranzo.
Fissando l'angolo più buio e oscuro della cantina o guardando sotto al letto nelle notti di luna piena vi è mai capitato di vedere un mostro con le corna, i peli e gli occhi spiritati? A me succede tutti i giorni quando guardo la zia Mabeltrude, la cugina pazza di mia nonna. La chiamano la violenta visionaria, per via delle sue doti mistiche e nel contempo pericolose. Le piace giocare con gli esserini schifosi e con le lucertole, li mangia quando ha fame addirittura. Papà dice che è perché quando era molto piccola le hanno tagliato un dito edè diventata suonata alla vista del sangue. Secondo me lo è sempre stata. Ad ogni modo, la zia può far danno e incutere timore, ma di certo non è la piu pericolosa della mia famiglia di degenerati.
Quella è e può essere soltanto mia nonna, la capitana Sparrow, bruttissima strega dai modi barbareschi e spietati. Si dice che persino il grande Barbanera abbia paura di lei e che nessuna nave finita nelle sue grinfie sia mai sopravvissuta. Il suo aspetto basta a far accapponare la pelle. Ha i capelli grigi e gli occhi rotondi e all'infuori, le pupille scure, le iridi giallastre che si confondono con le rughe tutt'attorno. Le sopracciglia ispide sono tremendamente all'ingiù e le labbra sempre aperte in un ghigno inquietante. I suoi denti popolano i miei incubi. Le piace portare quelli d'oro, anche perché sono pochi quelli che le sono rimasti, e in uno di questi c'è incastonato un rubino che quando ringhia luccica e fa paura più di una lama puntata alla gola. Si veste come i vecchi corsari e porta una bandana scura e stropicciata, ha le unghie lunghe e taglienti e graffia come una tigre. Le sue gonne sono lunghe fino ai piedi e sotto ci tiene una sala d'armi. Coltelli, pistole e secondo me ci starebbe anche un cannone di piccola taglia. Ha la voce roca e profonda e non fa che ripetere "a me piace una bella battaglia cruenta, in qualsiasi momento!", fa venire i brividi. Si appoggia sempre a un bastone di canna, lungo e flessibile, levigato e luccicante con cui le piace battere chiunque le capiti a tiro. E credetemi io ne so qualcosa.
Ora che avete conosciuto tutti i membri della mia famiglia, vi racconterò un fatto che mi è capitato all'incirca una settimana fa, che riguarda me, mia nonna, mio padre e la cara zietta.
Era una mattina di ottobre, mio padre era appena tornato da uno dei suoi viaggi alla ricerca di navi da depredare e roba da rubare, e io me ne stavo bello tranquillo al porto a giocare con una vecchia bussola rotta. L'ago non puntava a nord da anni ormai, ma chissa perché mi piaceva pensare che potesse essere magica e che potesse portarmi verso la cosa che piu volevo al mondo.
Stavo giocando al capitano con i miei amici il verme da pesca e la tartaruga quando ho sentito la mamma che gridava il mio nome. "JAAAAAACK!!" No bene, ho pensato. Ogni volta che qualcuno diceva Jack e non Jackie voleva dire che era arrabbiato. Quando mi chiamavano per cognome poi, voleva proprio dire che erano intenzionati a farmi la pelle. Cosi sono corso alla velocità di un lampo fino a casa per vedere cosa stava succedendo.
Erano tutti furiosi. Mia zia Mabeltrude aveva appena avuto una visione che mi riguardava molto da vicino. Aveva sognato che avrei dato fuoco alla nave della nonna tre giorni dopo. La cara nonnina, dal canto suo, aveva subito provveduto a riempirmi di insulti e bacchettarmi preventivamente le terga con la sua famosa canna. E mentre io dolorante saltellavo per tutta la stanza, mio padre, stufo di tutto la confusione che avevo causato mi aveva preso e buttato impietosamente in una vecchia stiva, chiudendola pure a chiave. Inutili tutti gli svariati tentativi da parte mia di uscirne o chiedere scusa e pietà.
La dura disciplina piratesca mi imponeva di rimanere lì, al buio, al freddo, senza cibo né acqua, circondato da topi e orrendi scarafaggi grossi quanto un dito. Mia unica salvezza erano le botti di rum. E anzichenò quando ho trovato la maniera di aprirne una mi ci sono tuffato letteralmente e ho affogato là tutto il mio dolore e la mia paura.
Naturalmente quando mi hanno liberato e mi hanno trovato brillo e sbronzo quanto lo zio Ace, hanno pensato bene di mettermi a pane e acqua per un mese. Ed è per questo, miei cari che voglio andare via da qua.
Potrei stare qui a scrivere e scrivere, elencandovi svariate e innumerevoli altre buone ragioni ma so già che sarebbe una perdita di tempo, dato che ogni giorno ce n'è una nuova e che più di quel che non basta non mi credereste mai.
In cuor mio posso solo sperare che queste mie righe andranno perdute e che un giorno davvero io possa essere libero, libero di non dovere più tornare a casa. Voglio vivere in mare, avere una nave tutta mia e diventare un grande capitano. Voglio diventare una leggenda, voglio vivere per sempre senza dover rendere conto a nessuno. Voglio volare sul mare non come un passero, ma come uno sparviero, voglio placare la mia sete d'orizzonte con leggendarie imprese. Voglio salvare damigelle e essere ricordato come gli eroi dei miei libri.
Chissà cosa c'è al di là della baia e più avanti ancora fino al verde baleno e allo scrigno di Davy Jones? Per ora posso solo dirvi che questa è un'altra storia.
Ossequi, Capitan Jack Sparrow
P.S. Se vedete il topolino dei denti vi dirà che gli devo dei soldi, ma voi non credetegli, è tutta una menzogna, aye?
  
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