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Autore: Katjee    20/07/2013    5 recensioni
Stò tornando a casa.
Corro. Perchè sono in ritardo.
Mi appoggio a un lampione. Sono esausta.La corsa non fà per me...
Un rumore.Alzo lo sguardo e per un attimo mi sembra di intravedere un'ombra nera. Rimango ferma in attesa un istante, ma non sento nè vedo più nulla. Quindi decido di non indugiare oltre, visto il ritardo, e corro via.
E così non li sento, su di me, quegli occhi. Non li sento trafiggermi da parte a parte, come una radiografia.
Corro ancora di più.
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Questa storia mi è venuta in mente dopo aver letto devilish e angel,di dorotea de spirito.
Spero vi piacerà!
A presto!!
Genere: Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Suona la sveglia.
Sono le 6:20, e devo prepararmi per andare a scuola.
Un'altra giornata da ragazza "invisibile".
Ah, mi sono scordata di presentarmi.Mi chiamo Felicia.
E prima quando dicevo della ragazza "invisibile" non scherzavo.Sono miope e ho dei grandi occhiali da nerd.Prima di arrivare davanti alla mia scuola, me li infilo in tasca.Smetto di guardare il mondo,nella speranza di sembrare più carina. Ma non funziona, perchè nessuno sembra vedere me.Si,avete capito bene. Sono la ragazza invisibile. Questa non è la trama di un film fantasy.E' la mia vita. E nessun vampiro mi salverà, pultroppo.
A scuola, a casa, con gli amici. Poco importa. Ovunque i mi trovi, nessuno sembra accorgersi di me. Eppure, quando mi rimetto gli occhiali e mi guardo davanti allo specchio, io mi vedo eccome. Esisto.
Ho due gambe, due braccia, una testa piena di pensieri. Certo,se c'è una cosa che non c'è, quello sono le tette.Sembra che facciano la differenza con i ragazzi. In classe mia, per esempio, pare ci sia solo lei, Marta, con la quarta.
<< Sei un alieno>>,mi ha detto una volta Luca, il mio compagno di banco.Lui, della mia esistenza, ha le prove:ogni tanto gli passo i compiti di matematica.Al banco con una femmina non ci voleva stare.Quello accanto a me era l'unico posto libero.E lui, invece di ricredersi sulle ragazze, ha stabilito che quella strana sono io. Suono persino la chitarra, ennesimo indizio della mia estraneità in una scuola popolata si bimbiminkia.
Questa storia dell'invisibilità non ha solo lati negativi.
A casa mia, per esempio, quando i miei litigano, il cane abbaia e mia sorella non stacca gli occhi dal pc, posso starmene per i fatti miei. E valgo quanto il vaso di vetro in salotto: nessuno mi chiede com'è andata a scuola.
E di quel 5, posso non parlare...
Ci sono giorni in cui vorrei urlare.
Che succederebbe se nel ben mezzo di un compito gridassi il mio nome? S'accorgebbero di me, ma mi beccherei anche una nota. Ecco, dovrei trovare un modo meno estremo per affermare la mia esistenza.Forse, mi basterebbe rimettermi gli occhiali, per vedere come di fà a torgliermi il mantello dell'invisibilità.Forse...
   
 
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