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Autore: areon    20/07/2013    3 recensioni
Con il lavoro che facevano, le ferite non erano rare: graffi, morsi, fori di proiettili, tagli, ustioni, lacerazioni e fratture, dai più superficiali a quelli quasi letali.
Partecipante al contest Saving people, hunting things… the family business di adamantina
Partecipante alla challenge La sfida dei 200 prompt di msp17 con il prompt #117 – ferita
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ferite
Con il lavoro che facevano, le ferite non erano rare: graffi, morsi, fori di proiettili, tagli, ustioni, lacerazioni e fratture, dai più superficiali a quelli quasi letali.
Partecipante al contest Saving people, hunting things… the family business di adamantina
Partecipante alla challenge La sfida dei 200 prompt di msp17 con il prompt #117 – ferita



Rating: verde
Genere: angst
Personaggi: Sam Winchester, Dean Winchester
Note: one-shot, flashfic (418 parole)

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- FERITE -

Con il lavoro che facevano, le ferite non erano rare: graffi, morsi, fori di proiettili, tagli, ustioni, lacerazioni e fratture, dai più superficiali a quelli quasi letali. Per la maggior parte sapevano curare quelle ferite da sé, ma capitavano a volte condizioni disperate che li costringevano ad andare in ospedale, affidandosi a medici professionisti.
La pelle dei fratelli Wincester era costellata di cicatrici, ricordi delle varie cacce, alcune minuscole, altre molto lunghe, e ognuno dei due era abituato a vedere l’altro grondare sangue. Ma non era un problema, le ferite guarivano: bastava ricucirle. E ogni volta che tornavano da una caccia, Dean e Sam si prendevano cura l’uno dell’altro, pulendo e ricucendo i tagli e i graffi, medicando ogni escoriazione cosicché non vi fosse alcun rischio di infezione. Quella sorta di intimità era strana, metteva a disagio ma era anche profondamente rassicurante – anche se nessuno dei due l’avrebbe mai ammesso, Dean in particolare.
Era cominciato tutto dopo la morte di Jessica, quando Sam aveva ripreso la caccia: la prima ferita che Dean si era procurato era un taglio abbastanza profondo sul braccio. Nonostante le proteste di Dean, che sosteneva di potercela fare anche se non ce la faceva davvero, Sam lo ricucì facendo oltretutto un ottimo lavoro. Dopo essersi preso quella prima confidenza iniziò a medicarlo sempre più spesso: era l’unico vero modo che aveva per prendersi cura di lui – oltre a “salvargli il culo” un giorno sì e l’altro pure, ma quello era reciproco. Inizialmente Dean era molto riluttante a “farsi mettere le mani addosso” dal fratello, come aveva detto lui, ma piano piano si era abituato e aveva iniziato a trovare quella strana abitudine rilassante. Infine, Dean aveva iniziato a sua volta a ricucire le ferite di Sam anche quando non era necessario, un po’ anche come modo per ricambiargli il favore.
Le ferite del corpo, insomma, erano facili da curare. Il vero problema erano le ferite dell’anima.
Con tutto ciò che avevano visto e fatto, con tutto ciò che sapevano, le loro anime erano lacerate. Entrambi avevano conosciuto l’inferno in terra, e dopo la morte – prima delle rispettive resurrezioni – ognuno dei due era stato torturato in maniera brutale all’inferno, quello vero. Con il tempo, Sam e Dean avevano imparato che per le ferite dell’anima non c’era rimedio, se non lo stare uniti: quando erano assieme era più facile raccogliere i loro cocci malridotti, incollarli alla meglio perché reggessero ancora un po’, e tirare avanti.

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Mi piacerebbe dire che è una storia slash, ma la verità è che non riesco a scrivere nulla di così esplicitamente slashoso tra quei due: sia chiaro, li shipperò fino alla morte (mia e loro), ma non riesco a scrivere nulla su di loro due che abbiano una relazione oltre al prendersi a cazzotti, urlarsi contro e prendersi cura l’uno dell’altro. Non sono nemmeno in grado di scrivere di un loro ipotetico bacio, diamine!! T___T Quindi (purtroppo) questa storia non è slash.
Altro appunto, nato da un commento della giudice del contest: l’assenza di dialoghi è voluta, in quanto mi sembrava che le parole “cozzassero” con l’atmosfera di silenziosa intimità che si viene a creare mentre si ricucivano.
Spero abbiate gradito, e che vorrete lasciarmi un commento. In ogni caso, grazie per aver recensito!
Alla prossima,
areon
   
 
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