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Autore: A c q u a m a r i n a_    20/07/2013    5 recensioni
-Questa… sarà la nostra ultima notte?- la voce candida di White violò il silenzio nel quale erano avvolti lei e Black.
A quella domanda il ragazzo non rispose. Aveva una tremenda paura, paura di dire la verità. Quella notte non avrebbe neppure accennato a quell’ingiusto destino che, crudele, si sbatteva davanti a loro, coperto da una maschera d’odio e avidità.
-Non lo so.- rispose, accarezzandole il volto niveo.
Ella strinse i denti, rendendosi conto di aver gli occhi lucidi. Non avrebbe pianto, non l’avrebbe mai concesso a se stessa.
Più la guardava più Black poteva vedere quanto la castana stesse soffrendo, quanto il destino poteva essere terribilmente crudele.
[Chessshipping+N]
Ludo_chan
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: N, Touko, Touya
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: Incompiuta, Triangolo | Contesto: Videogioco
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Quella che probabilmente penserete di leggere ora è una semplice Chessshipping, o meglio una Chessshipping mischiata a una (non) Ferriswheelshipping. Sappiate che non è proprio così. Dato che doveva essere un'Arancione non sarà tanto leggera. Anche se è una storia da Ratring Giallo, si tratta pur sempre di un triangolo amoroso e diciamo che il genere non è per niente Fluff. Purtroppo (sì, purtroppo) non riesco a scrivere cose troppo pesanti e quindi non vi disperate. Tuttavia, per quanto questa One-shot (incompiuta) potrà essere perfettamente buttata nel cestino, io ci ho messo l'impegno. In parole povere mi sono impegnata per scrivere una schifezza, che però ha qualche cosa di positivo.
Continuo a essere fan sia della Touya x Touko che della Touko x N. Attenti perché ho usato i nomi "Black e White", non quelli originali.
Se volete rendere la lettura più sensata allora vi consiglio di ascoltare la canzone che mi ha assistita (?) per tutto questo tempo "On my Own" degli Ashes Remain. Fiction dedicata alla mia stella argentata, al mio (ormai ex) caffè preferito e ad una dolce ragazza chiamata Yume Kourine. Vi voglio bene ragazze e non solo a voi, eh (riferimenti a molte altre persone sono puramente casuali.) Spero che questa storia vi faccia provare qualcosa. Vi lascio alla lettura, ringraziando chi leggerà e magari recensirà, perché un commento in più è sempre ben accettato, sia positivo che negativo. :)


Dancing in the night

-Black.-
Il suono uscì debole e fragile dalla bocca della ragazza, ma sicuramente abbastanza forte da poterlo anche solo percepire.
-Perché noi? Mi chiedo perché dobbiamo separarci.-
La castana strinse con forza le lenzuola azzurrine, chinando la testa.
-Non lo so. Ma se questa è la sorte che ci spetta allora…- Black non riuscì a finire la frase.
Aveva paura, paura di mettere un punto a quelle parole.
Sfiorò con estrema delicatezza il volto niveo della ragazza, quasi avesse timore di poterlo rovinare.
Già, proprio quel viso che tanto aveva bramato tempi prima, tra poche ore sarebbe sparito dalla sua vista. Non voleva perderla, non un’altra volta.
La ragazza dai lunghi capelli castani si abbandonò sul morbido materasso  coperto dalle lenzuola. Socchiuse gli occhi, fissando un punto indefinito in mezzo alle coperte.
-Ghecis.- sussurrò, mordendosi il labbro inferiore. Si chiese perché. Si chiedeva sempre perché. Il motivo per il quale viveva in questo dannato mondo, per cui doveva soffrire in questo modo, non potendo cambiare il suo destino.
Era una semplice e inutile pedina di un paese incapace di amare. Soldi, ricchezze e vantaggi economici, era tutto ciò che contava lì.
“Opporsi a un re è praticamente impossibile, White.” le disse un giorno Celio. Ed era vero. Probabilmente in quel momento il dannato si trovava seduto sul suo trono a dare ordini del tutto insensati e sbagliati. In fondo, faceva sempre così. E poi c’era quel ragazzo. Il suo promesso sposo, N. Sembrava totalmente indifferente, disinteressato. Pur essendo il figlio del re non replicava su niente, obbediva silenzioso agli ordini del padre, celando la sua vera identità con una maschera di dolore.
Quanto White avrebbe voluto scomparire da quel mondo, quanto avrebbe voluto fuggire da lì, uscire dall’oblio oscuro nel quale era caduta. E invece tale privilegio non l’era stato concesso. La malinconia e il rimorso si impossessarono completamente di lei, prendendo posto alla rabbia. Strinse a sé le lenzuola, guardandosi intorno, come se avesse paura che qualcun’ altro oltre a Black potesse vederla in quello stato.
La luce candida della luna illuminava i corpi puri dei due individui e nient’altro, come se avesse concesso solo a loro l’onore di essere visibili. Tutto il resto della camera era buio, completamente trascurato. I vetri delle finestre chiuse erano leggermente oscurati dalle sottili tende blu oltremare. Coperti dalle lenzuola celesti i due castani venivano riscaldati dal calore reciproco.
-Questa… sarà la nostra ultima notte?- la voce candida di White violò il silenzio nel quale erano avvolti lei e Black.
A quella domanda il ragazzo non rispose. Aveva una tremenda paura, paura di dire la verità. Quella notte non avrebbe neppure accennato a quell’ingiusto destino che, crudele, si sbatteva davanti a loro, coperto da una maschera d’odio e avidità.
-Non lo so.- rispose, accarezzandole il volto niveo.
Ella strinse i denti, rendendosi conto di aver gli occhi lucidi. Non avrebbe pianto, non l’avrebbe mai concesso a se stessa.
Più la guardava più Black poteva vedere quanto la castana stesse soffrendo, quanto il destino potesse essere terribilmente crudele.
-White, ti farò uscire da questa prigione. Non resterai sola.- disse.
Strinse a sé la ragazza, intrecciando una mano nei suoi lunghi capelli. La castana ricambiò il gesto, poggiando la testa sul suo candido petto.
Black abbassò lo sguardo. La guardò, specchiandosi nei suoi occhi color zaffiro, cercando una risposta a tutto ciò. Lei contraccambiò lo sguardo, chiedendosi quale sarebbe stata la sua sorte. Avrebbe voluto stare per sempre con Black, non lasciarlo mai e invece tutte le sue certezze erano state spazzate via da una stupida lettera. Bruciata, l’aveva bruciata, eppure essa era ancora lì, le sue parole totalmente scolpite nell’anima.
Chiuse gli occhi, cercando di poter godere al meglio quell’ultima notte. Sentiva il suo calore fondersi con quello di Black. Una piacevole sensazione l’invase, forse l’ultima, forse no, non lo sapeva e probabilmente non l’avrebbe mai saputo.
Black sorrise. Sorrise per la prima volta in un anno. Tante sofferenze avevano subito, circondati da molteplici ombre troppo crudeli per essere sopportate a lungo, ma ora, finalmente sorrideva.
Avrebbe combattuto per ottenere ciò che meritava. E avrebbe vinto quella guerra. Non è così, White?
  
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