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Autore: EtErNaL_DrEaMEr    31/01/2008    6 recensioni
Ora si sentiva veramente libera.
No, lei non stava cadendo, lei stava volando.
....
...Dopotutto, le stelle non sono così lontane come sembrano...
...
...e in quel giorno di pioggia, un'unico suono si disperse nell'aria: Perché??
Genere: Triste, Drammatico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tokio Hotel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rain

Allora, prima di cominciare vi avverto che questo è un esperimento, molto...sperimentoso!! Mi è venuta l'ispirazione per questa storia ascoltando delle canzoni dell'anime 'Cowboy BeBop' (se non sapete di cosa sto parlando, mi RIFIUTO di dirvi che cartone è....no, ok, cmq se non l'avete mai visto, ve lo consiglio, è bellissimo!!). Sono molto belle, e alcuni testi mi hanno ispirato!



Disclaimer: I Tokio Hotel non mi appartengono, così come le canzoni che userò in questa one-shot. No scopo di lucro.


Buona Lettura!!


____________________________



Gli occhi chiusi , le mani sotto la nuca.
Il respiro calmo e regolare.
Visto da fuori, sembrava tranquillo, in pace.

....Se solo avessero potuto sentire quello che provava.
Rabbia.
Dolore.
Tristezza.
Amarezza.
.....Colpa.


Sì, forse era proprio quello che gli dava più fastidio: sentirsi in colpa.
Sapeva che non era stata colpa sua, lo sapeva. Ma a volte esserne consapevole non basta a togliersi di dosso quel senso di colpa.

Ma lui, anche volendo, non avrebbe potuto fare niente..per loro..per lei.


What is real? What is real?

This world can really be too much

I can't take another day

I guess that I've just had enough

My minds slipping far away

I'm falling out of touch


Sì, lei ne aveva avute abbastanza, non ce la faceva più...neanche per un altro, solo giorno.


Ripensò ai suoi occhi così belli ed espressivi, così azzurri; azzurri come il cielo, azzurri come l'oceano...
Il suo sorriso, qualcosa che era capace di dare felicità, anche quando avresto voluto solo essere incazzato con il mondo intero. Invece lei non si arrabbiava mai, lei che avrebbe avuto tutte le ragioni per farlo.
No, lei non perdeva mai il controllo.

Sentì una calda lacrima rigargli il viso. Si coprì il volto con le mani..lei non avrebbe voluto vederlo piangere, nemmeno ora.

Non si era accorto di niente, mai. L'aveva sempre vista felice e sorridente, non poteva sapere che quella che vedeva era solo una maschera, una stupida maschera che avrebbe ingannato chiunque.
Anche lui.
Se l'avesse ascoltata di più, se fosse stato più presente, se....troppi inutili 'se'. Ora era troppo tardi.


Sentì un'altra -l'ennesima- fitta al cuore, si portò una mano al petto e strinse la maglietta proprio all'altezza del cuore, come se lo avessero veramente colpito.
Il dolore era lo stesso.


Everytime I see your face

Everytime you look my way

It’s like it all falls into place

Everything feels right

Ever since you walked away

You left my life in disarray

All I want is one more day

It’s all I need

Is one more day with you



Solo un giorno. Ventiquattro ore.
Infine, cosa sono ventiquattro ore nella vita di uomo?

Un solo giorno per rivedere la sua faccia, il suo volto, i suoi occhi guardarlo e farlo sentire bene.
Non aveva neanche potuto salutarla, abbracciarla e baciarla un'ultima volta.
Il destino non aveva concesso loro nemmeno l'addio.
E lei se n'era andata; ora rimaneva solo il vuoto, il dolore, il rimpianto...che avrebbe fatto ora?
Un'unico respiro di sollievo, quando il suo pensiero andò a Bill...sì, almeno lui ci sarebbe sempre stato.



Si alzò dal letto, e si avvicinò alla finestra chiusa.
Scostò piano le tende.
 
Pioveva.


Lei adorava la pioggia.
Sarebbe stata lì impalata a guardarla per ore con un sorriso ingenuo stampato in volto.
Con che forza riusciva ancora a sorridere??

Appoggiò la fronte al vetro freddo, mentre il respiro lo appannava. Poi un'altra lacrima, un altro singhiozzo....e un'unica domanda: perché??

La domanda più semplice, la domanda più istintiva...la domanda più difficile. Quella a cui poche persone hanno trovato una degna risposta.
Lui non era tra quelle. Perché quella domanda l'avrebbe tormentato ancora e ancora.


You walked away

Just one more day

It’s all I need

Is one more day with you


****************

Un giorno prima.....



I don't feel a thing

And I stopped remembering

The days are just like moments turned to hours


Era diventata solo un contenitore, una mera scatola vuota.
Non era più capace di provare emozioni, di ricordare, di sentire il tempo passare.
L'unica emozione era lui.

E ora, per la prima volta dopo tanto tempo, piangeva.
Le lacime cadevano, scivolavano rigandole il volto triste.
Guardava fuori: pioggia.
Un ultimo regalo del Fato prima di andare via.

Appoggiò la fronte e le mani tremanti al vetro, singhiozzando.
Aveva paura, una fottuta paura...ma ormai aveva deciso.
Non avrebbe avuto rimpianti, non avrebbe lasciato questioni in sospeso. Solo avrebbe lasciato il suo cuore lì.

- Mi dispiace tanto.....-

Sussurrò a fior di labbra, tra le lacrime.

Poi uscì da quella stanza decisa, con lo sguardo alto.
Percorse il corridoio e si fermò di fronte ad una porta chiusa.
Poggiò la mano tremante alla maniglia, ma ebbe un attimo di esitazione. Strizzò gli occhi per un secondo.
No, non si torna indietro.

Fuori faceva freddo e continuava a piovere.
Che il cielo piangesse per lei??

Alzò gli occhi al cielo grigio e sorrise, con le lacrime che continuavano a scorrere sul suo volto.



'Non è vero che i giorni di pioggia sono i più brutti, sono gli unici in cui puoi camminare a testa alta anche se stai piangendo.'


Testa alta, sempre, fino alla fine. Mostrarsi deboli era segno di inferiorità.
E lei non era inferiore a nessuno. Aveva la sua dignità, il suo orgoglio...ma non avrebbero potuto salvarla in quel momento.
Afferrò la ringhiera con le mani bagnate, e facendo forza salì sullo stretto bordo.
Un ultimo sguardo verso il basso, poi di nuovo gli occhi che guardavano le stelle. Le braccia aperte, il volto felice, un respiro profondo.


- Scusami...- biascicato all'aria, con una nota d'amarezza nella voce.

......
......
......
....Poi si buttò.
Sentiva il vento graffiarle -no, accarezzarle- il viso, la pioggia scivolarle addosso, le braccia fendere l'aria come due spade e le stelle brillare solo per lei.


E volare non fu più impossibile, per lei.


Free

Wanna be free

Gonna be free

And move among the stars

You know they really aren't so far

Feels so free

Gotta know free

Please

Don't wake me from the dream

It's really everything it seemed

I'm so free

No black and white in the blue



Ora si sentiva libera.
No, lei non stava cadendo, lei stava volando.
.....dopotutto, le stelle non sono così lontane.


*************



Tom era ancora fermo davanti a quella finestra a versare lacrime inutili...inutili, sì, perché lei non sarebbe tornata.
Aprì la finestra, sentì la pioggia bagnargli il volto, era sicuro che quella era l'ultima cosa che lei aveva visto, il cielo.



If there is a Hell

I'm sure this is how it smells

Wish this were a dream, but no, it isn't



No, Tom, questo non è un sogno...

Ormai il volto era inzuppato, si mischiava alle sue lacrime e a quell'unico grido che ebbe il coraggio di pronunciare: 'Perché?'



Walk in the Rain, in the Rain, in the Rain

I walk in the Rain, in the Rain

Is it right or is it wrong

And is it here that I belong?




Sì, Michelle- pensò Tom- è alla pioggia che appartieni, al cielo. Forse quaggiù nessuno ti avrebbe mai capito...ma io c'ho provato. Ti amo.


Un soffio più forte di vento lo colpì.

Lo so Tom....ti amo.


Decise di chiudere la finestra. Sospirò e quando si girò, vide Bill appoggiato allo stipite della porta a braccia conserte e con uno sguardo preoccupato.
Tom rimase un momento a guardarlo. Avrebbe giurato che quegli occhi nocciola così uguali ai suoi avessero pianto. Forse il suo dolore era tale che anche Bill l'aveva sentito, anche Bill era stato travolto da quell'enorme tristezza.

Si avvicinò lentamente a lui, sempre fissandolo negli occhi. Bill si staccò dalla porta, e gli andò incontro a sua volta.
Quando furono uno di fronte all'altro, le lacrime cominciarono nuovamente a rigare le guance di Tom, e a quella vista gli occhi di Bill si fecero lucidi, per il fratello.
Tom affondò il viso nel collo del gemello, aggrappandosi alla sua maglietta, singhiozzando.
E Bill non potè fare altro che stringerlo forte a sè.

Perché lui ci sarebbe sempre stato.


********************



Ciau!!;P
Ecco, ora mi sono buttata sul drammatico!!
Ammetto che, scrivendo questa ff, mi sono un po' rattristata pure io...quindi, vorrei sapere se anche a voi a fatto un po' commuovere, anche perché era quello l'intento!!
Le canzoni usate sono: " Rain"; "Is it Real?"; "Blue" da Cowboy BeBop, e "Everytime" dei Simple Plan. Se ne avete l'occasione, ascoltatele!!
Aspetto milioni di miliardi di fantastiliardi di recensioni (...ho reso l'idea?!?)!!!

Alla prossima!!!
Vale



  
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