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Autore: AmberCrisis    21/07/2013    2 recensioni
"Rimasero in piedi con le mani strette l'un l'altro e lo sguardo fisso. La collera sembrò svanire dallo sguardo di Annie."
Per Finnick Odair ed Annie Cresta non fu amore a prima vista ma cosa portò questi due ad amarsi incondizionatamanete?
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Altri tributi, Annie Cresta, Finnick Odair, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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L'aria soffiava ancora calda sulla pelle, il sapore del sale pizzicava ancora sulle labbra e l'orizzonte iniziava a tingersi di rosso illuminando tutto il paesaggio. Teneva ancora stretto fra le mani il tridente prima che anche esso iniziase a riflettere quel colore che rievocava in lui troppi ricordi sgradevoli, ancora il suo tridente era tinto del color del sangue, sebbene questa volta non si trovasse dentro l'arena degli Hunger Games.
Lo fece scivolare dalle dita di scatto, comprendosi il viso cercando di dimenticare quei momenti, le urla di pietà quando ancora si trovava nel bel mezzo dei giochi, quelle urla che cessarono sporcando il suo tridente di rosso, portandolo alla vittoria.
Sebbene fossero passati anni da quel giorno, i ricordi non potevano far a meno di tormentarlo, non era rimasto nulla a Finnick Odair, se non il patto che lo teneva legato intimamente agli abitanti di Capitol City, lo stesso patto che gli aveva strappato dalle mani la sua famiglia.
Era solo assieme al tramonto, o meglio non era solo, aveva ancora quei ricordi.
Il giorno dopo si sarebbe ripetuto tutto, l'indomani si sarebbe compiuta la mietituta per i nuovi tributi degli Hunger Games.
 
Puntiali come ogni anno, i preparatori si presentarono alla sua porta per l'evento; Non servivano eccessivi ritocchi alla sua naturale bellezza, questo anzi lasciava particolarmente insoddisfatto il suo staff che ogni anno gli proponeva qualche bizzarra moda direttamente da Capitol City, come quella che sfoggiava con orgoglio una delle sue preparatrici, modificata quasi fosse un felino. Proprio non molto tempo prima aveva già avuto modo di incontrarsi intimamente con lei, sempre, in cambio di qualche  segreto.
Il ricordo balzò alla mente, misto al disgusto per quel patto, così una volta finito il lavoro dei preparatori, si congedò con un sorriso e si diresse alla solita postazione della mietitura.
Come sempre nella sua postazione, scrutava con lo sguardo tutti i giovani tributi sotto di lui, domandandosi chi avrebbe presto accompagnato alla carneficina, una spinta lo riportò alla realtà, lunghe onde castane gli sfioravano la pelle senza permettere però di identificare il viso di quella ragazza che in maniera tanto rozza aveva occupato il posto di Mags, la sua mentore.
-hey Mags, per caso quest'anno ti sei fatta dare una tirata da quelli di Capitol City senza dirmi nulla?- scherzò Finnick
Le onde castane si scostarono di scatto, come faceva la marea quando si infrangeva su qualche scoglio, fu allora che li intravide, due occhi luminosi, verdi come il mare e aggrottati in un'espressione poco cordiale, puntavano dritti verso di lui.
Un brivido gli scosse il corpo, si sentì colpito da quello sguardo proprio come si sentì colpito in passato da una lama.
La ragazza non rispose, si limintò a quell'occhiata per poi ritornare alla sua posizione, nel giro di pochi istanti, il silenzio fu interrotto dal solito inno di Capitol City.
Come ogni anno ci fu il discorso con annesso il video sulla ribellione che portò alla distruzione dei distretti, in particolar modo al numero tredici, che aveva cessato d'esistere; finita l'introduzione, il conduttore fece un gesto spostando l'attenzione alla postazione di Finnick.
-...E quest'anno i mentori dei nostri tributi saranno Finnick Odair ed Annie Cresta! - disse entusiasta l'annunciatore.
Ora quella ragazza aveva un'identità, Annie, la ragazza che non molte edizioni fa vinse gli Hunger Games, la stessa ragazza che si vociferava fosse impazzita dopo i giochi. L'attenzione di Finnick si spostò su di lei, aveva i denti stretti in un sorriso rivolto al pubblico, ma la sua attenzione ricadde sulle mani, così strette in un pugno che le facevano gocciolare sangue dalle dita.
Non si presentarono occasioni che permisero a Finnick di scambiare qualche parola con Annie, come non se ne presentarono in passato e così ancora, fino a che i due mentori e i loro tributi salirono sul treno diretto a Capitol City.
Era notte fonda quando i pensieri di Finnick furono interrotti improvvisamente da un grido nella stanza vicino alla sua, non ci volle molto per Finnick a riconoscere la voce, Annie stava urlando nella sua camera.
Spalancò la porta della camera di Annie e la vide, raggomitolata a terra, le dita insanguinate strette intorno alla testa, le pupille così dilatate che sembravano inghiottirle l'oceano che tingeva i suoi occhi; D'istinto Finnick meditò di avvicinarsi quando un pensierò riencheggiava nella sua mente -è un'assassina, come te, non dimenticarlo- questo si ripeteva ma le urla di Annie erano troppo dolorose per pensare a questo, così si lanciò su di lei per bloccarla, le premette le mani contro il pavimento prima che l'istinto di Annie reagì, un calcio, ed un tonfo.
Annie aveva scaraventato Finnick contro il muro, nel giro di un attimo.
L'impatto fu così forte che portò Finnick a contorcersi dal dolore, Annie alla vista si arrestò ed i suoi occhi si riempirono di lacrime mentre fissava Finnick al suolo, delle parole uscirono dalla sua bocca mescolandosi con quel pianto
-mi dispiace...-
ecco cosa la ragazza ripeteva a bassa voce.
I pacificatori spalancarono la porta e notarono immediatamente Finnick al suolo e le dita insaguinate di un' Annie "inerme" che la portò quindi a ricevere una scarica elettrica per essere domata, cadde al suolo mentre Finnick veniva trascinato via dalla stanza senza essere in grado di poter fare nulla per spiegare.
Il tavolo era riempito di ogni sorta di prelibatezza, nel solito stile di Capitol City, prelibatezze di cui i giovani tributi si riempivano lo stomaco e che Finnick trangugiava forzatamente, il posto accanto al suo era vuoto, il posto che sarebbe dovuto spettare ad Annie.
Raccose qualche panino prima di recarsi nella stanza della ragazza; Bussò qualche volta senza ricevere alcuna risposta ma questo non lo fermò, Finnick aprì ugualmente la porta.
La stanza era illuminata dai raggi tiepidi dell'alba, una figura al centro della stanza, avvolta dalla camicia da notte color panna, danzava rivolta verso il sole, quanto tempo trascorse dall'ultima volta che Finnick assistette a qualcosa di tanto bello? 
Finnick non lo ricordava ma i suoi occhi si riempirono di quell'immagine, tanto che la meraviglia gli fece scivolare i panini dalle mani.
La figura danzante si girò di scatto lasciando ai due uno scambio di sguardi, immediata fu la reazione di Annie, in un istante un libro colpì Finnick in mezzo agli occhi.
Un tonfo sordo, poi più nulla.
Quando Finnick si risvegliò, si trovava sul pavimento della stanza, lascinado Annie indifferente mentre addentava l'ultimo panino che scivolò un attimo prima dalle mani del ragazzo
-prego- disse Finnick in un tono leggermente sarcastico che non mascherava il suo modo scherzoso di fare e studiò fra le mani il libro che non molto tempo prima l'aveva colpito proprio in mezzo agli occhi, il lato della copertina riportava le parole "balli popolari" scritte in caratteri consumati, quasi illeggibili, lo stringeva ancora mentre si avviava verso l'uscita della stanza.
-grazie...- quel velato ringraziamento lo fece bloccare alla soglia.
Quelle parole sembravano essersi già perse nella stanza, quasi a negare che fossero davvero state pronunciate ma invece era vero, Annie Cresta lo aveva appena ringraziato, si ma per cosa? 
probabilmente per quei panini salati che ricordavano tanto casa.
Finnick si girò nuovamente verso di lei, mostrò con un gesto il libro stretto fra le sue mani, le sorrise e poi uscì dalla stanza.
Il treno giunse in fretta a Capitol City, quando le porte si aprirono, i membri del distretto 4 furono investiti da un'ondata di applausi e urla di acclamazione, la maggior parte dirette a Finnick Odair.
Salutò come sempre il pubblico con un caloroso gesto seguito da un caldo sorriso, cosa che fece impazzire il pubblico dalla gioia ma per Finnick non c'era nulla di bello in tutto questo anzi, si domandava con quanti di quel vasto pubblico si sarebbe dovuto incontrare privatamente durante il suo pernottamento a Capitol City.
-non montarti la testa, non con loro almeno...- il duro commento uscì chiaro dalle labbra di Annie, incurante di poter essere sentita da una folla talmente chiassosa da rendere difficile il solo pensare. Finnick sapeva bene con chi aveva a che fare e sebbene la capitale gli avesse già tolto quanto di più prezioso, doveva continuare con quella farsa, per proteggere le persone a cui era ancora legato come la vecchia Mags che era rimasta al distretto.
Questa volta Finnick non rivolse una parola ad Annie, non voleva dare spiegazioni o essere compatito. Annie si limitò a fissarlo, sorpresa da una mancata risposta.
 
Come al solito le stanze erano agghindate da pannelli variopinti ed ipertecnologici, ogni oggetto sembrava presentare un apposito telecomando per ogni tipo di funzione, completamente diverse dalle umili case del distretto 4.
Non gli fu concesso nemmeno il tempo di abituarsi a quella camera che subito irruppe dalla porta una donna, pelle color oltremare e striature dorate come il rossetto che sfoggiava con tanto orgoglio, una delle tante mode di Capitol City, l'accolse sorridendo e allargando le braccia invitandola ad accomodarsi, si stava preparando ad un'altra notte per il prezzo di un segreto.
Il cielo era già tinto dei colori della notte quando la donna si liquidò allegramente dalla stanza.
L'odore di mare e il sapore del sale erano completamente svaniti dalla sua pelle lasciando spazio ad un dolciastro sapore di Capitol City mentre il suo collo presentava ancora lo stampo di svariati baci dorati.
Uscì dalla stanza qualche minuto, giusto per riprendere fiato quando si accorse di non essere solo, le loro stanze erano ancora vicine e lei era lì in piedi poggiata alla sua porta con una nota di disappunto sul viso, Annie Cresta.
-che schifo- pronunciò Annie con tanto disprezzo che colpì in pieno l'orgoglio di Finnick, questa volta le sue parole erano troppo pungenti per mantenere il tono simpatico che era solito usare.
-zitta, tu non sai niente, io...-
-capisco benissimo invece, pensi che nessuno al distretto sappia quello che fai?- le parole di Annie si facevano sempre più taglienti, man mano che uscivano dalla sua bocca -...sei uno dei tanti prodotti di Capitol City, una loro pedina-
Quelle accuse lo fecero bollire di rabbia così che scatto immediatamente contro di lei -in questo modo posso tenere in pugno Capitol City, i loro segreti, hai idea di quanto possano essere micidiali se venissero rivelati? ma scommetto che tu non puoi nemmeno immaginarlo...- a quelle parole Annie rispose con un ghigno che poteva significare solo una cosa, stava per attaccare, ma questa volta Finnick non si fece cogliere alla sprovvista, così le bloccò i polsi al muro.
-così, questo è il vero Finnick Odair?- lui non le rispose e mantenne uno sguardo serio che puntava dritto nei suoi occhi -e dimmi, in che modo terresti in pugno Capitol City? per caso vai a letto anche con Snow?- ridacchiò lei.
-presto saprò anche i suoi... e a quel punto sarò io a dettare le regole...- disse allentando la presa dai polsi di Annie. Non ci furono altre parole così i due tornarono alle loro camere senza aggiungere altro.
Quella mattina Finnick si svegliò tardi così sguizzò verso il salone più in fretta che poteva, quando giunse alla tavola della colazione trovò Annie chiaccherare amabilmente con i duei giovani tributi, l'argomento Hunger Games o Capitol City era fuori questione, stavano parlando di casa, del distretto 4. Parlarono quanto più possibile di quasi tutti gli abitanti, tutti i cari che attendevano il loro ritorno prima che i due tributi dovessero recarsi alla fase di allenamento.
Quei tributi erano ancora così giovani, la piccola di appena tredici anni che sfoggiava una lunga chioma folta e castana che alla luce del sole riflettevano il colore del tramonto ed il ragazzo di comportatura grossa con i suoi quindici anni, riusciva ad incutere un gran timore, se non fosse stato per le dolci lentiggini che gli tingevano il volto, addolcendogli il viso. Annie salutò entrambi con un bacio sulla fronte prima che i due potessero dileguarsi. Così dopo aver visto le due giovani sagome allontanarsi, Annie e Finnick si recarono alle loro rispettive camerate.
Con quante persone dovette incontrarsi Finnick quel giorno? ormai aveva perso il conto ma erano comunque troppe per una sola giornta, se non fosse stato per la pausa cena, probabilmente sarebbe svenuto per la fatica. Si distese sul letto per cercare un pò di riposo quando la porta si aprì nuovamente, incapace di rialzarsi per accogliere l'ennesimo visitatore, chiuse gli occhi e attese che questa si avvicinasse al suo corpo, il calore del contatto gli fece ricordare il suo compito ma le palpebre erano troppo stanche per potersi riaprire subito.
sale.
che fosse una delle ultime trovate di Capitol City? un rossetto che ricordava il sapore del mare?
I lunghi capelli gli solleticavano il volto, protese la mano per toccarli quando distinse chiaramente che la loro forma ricordavano le onde.
Incuriosito da quella figura, socchiuse leggermente gli occhi. La luna illuminava lievemente le figure ma non fu difficile per lui riconoscere quella sagoma, Annie Cresta lo stava baciando.
perchè? questa domanda rimbombava nella sua testa, perchè lo stava baciando? lei che dimostrava tanto disprezzo nei suoi confronti.
-il prezzo per questo è un segreto, giusto?- disse Annie lasciandolo senza parole -ecco il mio: tu mi salvasti la vita tanti anni fa- pronunciate quelle parole, Annie si recò verso l'uscita ma prima che lei potesse varcare la soglia, Finnick la afferrò per un polso.
Annie rimase in piedi senza voltarsi. -perchè?- Finnick riuscì a chiedere solo questo, senza chiedere altre spiegazioni.
Le sue dita riuscirono al palpare le cicatrici sulle mani di Annie, provò a seguirne la lunghezza con le dita per capire quanto fosse profondo il dolore della ragazza. lentamente le cicatrici lo portarono alle dita, cosa che fece scattare Annie pronta per un attacco; Istintivamente FInnick le strinse la mano e fece lo stesso con l'altra libera che lo stava per attaccare.
Rimasero in piedi con le mani strette l'un l'altro e lo sguardo fisso. La collera sembrò svanire dallo sguardo di Annie.
Dei flash, delle immagini, apparirono davanti agli occhi di Finnick.
Durante una battuta di pesca, una giovane bambina cadde in acqua, nessuno accorse perchè era solito che i bambini del distretto sapessero già nuotare, ma Finnick si accorse di qualcosa che gli altri ignoravano: la bambina stava affogando.
Si gettò velocemente in acqua e la salvò, tenendo stretta a sè la riportò a riva.
I suoi occhi erano pieni di lacrime ma lasciavano ancora intravedere il verde oceano del suo sguardo, con uno sguardo, Finnick capì l'impossibile, la bambina aveva paura dell'acqua.
Dolcemente le scostò i capelli dal viso e le accarezzò la testa per tranquillizzarla. Il pianto finì e la piccola si appoggiò al suo petto sussurrando un velato -grazie...-
-sai forse dovresti ringraziarmi con un bacio!- scherzò Finnick per risollevare i morali, riuscendoci, i due sorrisero.
Tornò in fretta dalla realtà lasciando dissolvere le immagini di quel ricordo.
-ricordo...- Disse guardandola dritta negli occhi. Ma aveva ancora tante domande da porle. Era per questo che l'aveva ringraziato sul treno? era per questo che l'aveva baciato? per quello scherzo detto da bambino? Finnick non riusciva a capire.
Le strinse nuovamente le mani, provocandole un lieve rossore sulle guance e guardò nuovamente nei suoi occhi.
Annie Cresta non era un prodotto di Capitol City, lei era libera come le amate onde di casa, libera di rimanere se stessa.
Liberò una mano dalla presa e le scostò una ciocca di capelli dal viso per poi inziare ad accarezzarle dolcemente le guance, contemplò quel dolce viso che fungevano da cornice per quegli splendidi occhi color del mare, era nuovamente incantato da lei.
Si guardarono negli occhi, nuovamente quando Annie, con un abile gesto aprì la porta dietro di se facendo ruzzolare entrambi sul pavimento.
Nel giro di qualche istante si era ritirata nella sua camera, proprio come la marea.
I giorni passarono lenti, ma mai abbastanza per tenere i loro tributi lontani dagli Hunger Games, quella mattina però c'era qualcosa di diverso, Annie si presentò con dei plichi di carta e qualche calamaio.
Sorrideva entusiasta mentre poggiava con cura sul tavolo tutto il materiale -che intenzioni hai?- chiese Finnick senza mai perdere il sorriso
-voglio che i ragazzi scrivano delle lettere per chi vogliono, poi io stessa farò in modo di farle recapitare ai destinatari- disse Annie sorridendo.
Sebbene i volti dei tributi inzialmente sembrarono confusi, una volta capite le intenzioni di Annie afferrarono velocemente carta e calamai, pronti a scrivere molte lettere.
Annie continuò a sorridere mentre guardava i ragazzi concentrati su quali parole usare, solo Finnick notò nuovamente i pugni di Annie, tanto stretti da far scivolare un rivolo di sangue, questa volta aveva capito il suo dolore, Annie sapeva perfettamente che almeno una di quelle due lettere che i ragazzi scrivevano con tanto entuasiasmo, sarebbe stata una lettera d'addio.
Le afferrò la mano, liberandola dalla sua stessa presa, la strinse a se, sotto il tavolo, senza farsi notare da nessuno, questo tranquillizzo Annie, che sentì di non dover sopportare quel dolore da sola.
Annie era più pura di quanto Finnick potesse mai immaginare.
Il giorno dei giochi giunse in fretta, i tributi lasciarono le loro lettere ad Annie che li salutò con un forte abbraccio, seguito da un bacio sulla fronte. Le lacrime scivolavano lente sulle sue guance.
-buona fortuna..- sussurrò loro che ricambiarono stringendola nuovamente in un abbraccio. Mentre i giovani tributi si allontanavano, Annie strinse forte le loro lettere al petto.
Finnick le poggiò una mano sulla testa, accarezzandola poi le porse la sua lettera, senza mai perdere il sorriso le disse -sai, anche io ho una lettera- vide subito che era destinata a lei così lo guardò sorpresa, lui non fece trasparire nulla dalla sua espressione, le diede un bacio sulla fronte e concluse -aprila quando sei sola però! e non imbrogliare!- lasciò poi la presa e si diresse all'uscita del salone. Ma la sua meta era ben diversa da quella dei suoi tributi, si stava recando da Snow.
L'odore di rose riempiva la stanza in ogni angolo.
-cosa la porta quì signor Odair?-
-voglio rinunciare al patto...- strinse i pugni lungo il corpo e continuò -Capitol City mi ha già tolto quanto di più caro, ormai non ho più nulla da perdere, se non la mia stessa vita.-
Snow lanciò uno sguardo tagliente nei confronti di Finnick -seguimi.- disse in maniera esauriente.
Lo portò in apia stanza, probabilmente il suo studio e gli mostrò un piccolo schermo.
Annie teneva stretta la lettera che aveva ricevuto da Finnick, un'espressione allegra le illuminava il volto.
Perchè Snow le stava mostrando la camera di Annie?
-continui a guardare signor Odair-
In un attimo due pacificatori irrupero nella stanza di Annie, facendole percorrere il corpo da svariate scariche elettriche.
-ANNIE!- urlò impotente Finnick verso lo schermo, non stava succedendo davvero o meglio, sperava fosse una delle solite illusioni di Capitol City.
-non dimenticare Odair, ti toglieremo ciò che hai di più caro -
Annie Cresta.
Snow aveva capito qualcosa che Finnick non aveva ancora realizzato, c'era qualcosa di più importante della stessa vita di Finnick ormai e quella persona era Annie.
Nello schermo, la figura di Annie si contorceva dal dolore, in un istante Finnick schizzò via dalla stanza, lasciandosi alle spalle Snow con in viso un'espressione soddisfatta.
La raggiunse in un lampo, trovandola agonizzante al centro della stanza, le lacrime scivolarono dal viso di entrambi.
La strinse forte a se, in silenzio. Provò a prenderla per le mani quando notò che della carta le impediva il contatto, era la sua lettera ed erano ancora ben leggibili le parole:
 
"grazie per avermi ricordato chi sono - Finnick"
 
 
 
 
Da quel giorno passarono poche settimane, il treno già li riportava verso il distretto 4, senza alcun vincitore.
Annie stringeva al petto ancora le lettere dei loro giovani tributi mentre il dolore le faceva scorrere le lacrime sul viso e le provocava qualche urlo disperato.
La stringeva sempre forte a se in quei momenti, strigendo forte la sua mano, senza mai lasciarla.
Annie non era sola, aveva lui, nel bene e nel male.
-è una promessa, tutto questo finirà...- disse Finnick scrutando l'orizzonte.
lo sguardo di Annie si posò su quello di Finnick -è una promessa...- sussurrò lei porgendogli un lieve sorriso.
Le loro dita si strinsero nuovamente mentre le labbra di Finnick si poggiarono nuovamente sulla fronte di Annie.
Finnick le aveva salvato la vita tanto tempo fa e in qualche modo anche Annie aveva fatto lo stesso con lui,
i due avevano capito che era il loro destino, salvarsi a vicenda.
E questo era un legame che nemmeno Capitol City era in grado di sciogliere.
 
  
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