Anime & Manga > Slayers
Ricorda la storia  |      
Autore: SonLinaChan    01/02/2008    4 recensioni
Per chi è abituato a percorrere sempre la sua strada da solo, può essere strano scoprire di essere l'oggetto della fiducia incondizionata di qualcuno... Una one shot su Lina e Gourry, ispirata dal romanzo "La sfida di Garv".
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Gourry Gabriev, Lina Inverse
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Rimasi disarmata

In questi giorni sono finalmente riuscita a mettere le mani sugli ultimi due romanzi di Slayers usciti in inglese, il settimo e l’ottavo, incentrati sulla lotta con Garv e Fibrizo… e da brava fan della coppia Lina/Gourry, mi sono gustata le varie piccole scene incentrate sul loro rapporto che costellano i due libri. Questa breve one shot è un dialogo che mi è venuto in mente proprio leggendo una scena del settimo romanzo: un breve scambio di battute, nel momento in cui Xellos rivela a tutti la propria natura di demone, che mi ha fatto sorridere e che mi ha ricordato quanto mi piace Lina, perché è un personaggio terribilmente umano, e quanto mi piace la coppia Lina/Gourry, per le basi su cui si fonda…

Spero vi piacerà! =P

***

Gourry non fu turbato. “Certo.” Disse. “Ma io avevo già capito che si trattava un demone.”

Ogni bocca nella stanza –esclusa quella di Gourry- praticamente crollò al suolo. “COSA?!” Gridammo, perfettamente all’unisono.

“Tu mi stai prendendo in giro!” Scattai, resistendo all’impulso di prenderlo per il collo e iniziare a scuotere. “Tu l’avevi capito?! Quando? E come?!”

Sorrise, con fare felice. “Ha avuto sempre più senso, da quando lo abbiamo conosciuto.” Disse, come un alunno al momento dell’interrogazione. “Non so come descriverlo, ma era come… il suo odore, forse? Comunque, in qualche modo lo ho capito.”

“Perché non hai detto nulla?” Domandai. “O hai semplicemente continuato a viaggiare con lui perché non ti importava?!”

Gourry si strinse nelle spalle. “No. Ho solo pensato che se continuavi a tenere un estraneo con te, probabilmente avevi una buona ragione per farlo.”

Mi fermai, sul punto di insultarlo, e avvertii i miei occhi spalancarsi. Io, Lina Inverse, ero improvvisamente rimasta senza parole.

Questo significava… che Gourry si fidava di me. ‘Davvero?’. Pensai. Un sottile filo di gioia si strinse improvvisamente attorno al mio cuore.

“Immagino che questo significhi che il Signor Gourry ha intenzione di restare con Lina qualunque cosa accada, allora.” Commentò Amelia, dall’altra parte della stanza.

Gourry sorrise. “Sono la sua guardia del corpo, dopotutto.” Mi diede un buffetto sulla testa.

Hajime Kanzaka- “La sfida di Garv”

***

La notte era calata da un pezzo sui boschi che circondavano i monti Kataart. Il silenzio catturava il nostro piccolo accampamento, spezzato soltanto dal rumore del vento fra gli alberi e dal respiro dei miei compagni addormentati. Ma io, nonostante quel giorno avessimo camminato per ore in direzione del Picco del Drago e della Claire Bible, non potevo abbandonarmi al sonno. Continuavo a ripensare e ripensare agli eventi di quella lunga giornata.

Quel giorno avevo scoperto che Garv, il Demone Drago, voleva la mia morte. I suoi seguaci mi avevano aggredita mentre mi trovavo nella città di Galia, e anche se per l’ennesima volta la avevo scampata per un soffio, un’intera città aveva fatto le spese della mia fuga. I demoni avevano incendiato ogni cosa, nel tentativo di stanarmi. Ripensai al corpo senza vita del bambino che avevo trovato riverso al suolo fuggendo, e che avevo stretto fra le braccia prima che Xellos mi portasse via. Continuavo a ripetermi che non ne avevo colpa, ma i miei tentativi di auto persuasione, in quel momento, non contribuivano a migliorare il mio umore.

Mi sentivo in colpa. E avevo paura. Avevo sempre affrontato le mie battaglie senza troppi pensieri, come per gioco. Ma in quella situazione, ormai, non c’era davvero più nulla di cui scherzare. Garv non si sarebbe fermato finché non mi avesse eliminata… e Fibrizo, il Signore degli Inferi, non stava certamente cercando di proteggermi per il suo buon cuore. C’era la concreta possibilità che volesse coinvolgermi in qualcosa di ben peggiore della mia morte, qualcosa che avrebbe messo in pericolo non solo me, non solo i miei compagni di viaggio, ma molte, molte più persone. Ma che altro potevo fare, io, se non cercare comunque di sopravvivere? Dovevo considerare Xellos un mio alleato, finché mi avesse difesa. Non ero disposta a sacrificare la mia vita alla cieca, anche se si trattava del bene comune, anche se si trattava di ostacolare il più pericoloso fra tutti i demoni.

Ora, però, non ero l’unica a essere a conoscenza della verità. Adesso che Xellos aveva rivelato la sua natura di demone, anche Gourry, Zel e Amelia sapevano che il Signore degli Inferi aveva in cantiere qualche progetto che prevedeva la mia presenza. Avevo temuto quel momento. Era stato quel timore a spingermi a tacere con tutti su come stavano le cose, anche se avevo intuito ormai da tempo che Xellos era in realtà un Mazoku. In un certo senso mi ero aspettata quale sarebbe stata la reazione dei miei compagni. Anche se sentire Amelia e Zel affermare che, una volta scoperti i piani di Fibrizo, avrebbero potuto anche diventare miei nemici, mi aveva lasciato comunque l’amaro in bocca…

Ma io… ci ero abituata, non era così? Se mi muovevo assieme ad un compagno di viaggio, era semplicemente per scelta. C’era amicizia, certo… ma se le circostanze lo imponevano, il sodalizio doveva finire. Patti chiari. Tutto questo era normale… normale…

Solo una reazione… mi aveva lasciata senza parole…

Il calore tornò a catturarmi il petto, come era accaduto ogni volta, quel giorno, quando avevo ripensato a quelle parole.

‘Probabilmente avevi una buona ragione per farlo.’

Era una semplice, stupida frase.

Ma era stata inaspettata. E gradita.

E così, Gourry aveva sempre saputo. Ma si era fidato di me e aveva retto il mio gioco. Io credevo che lui, lui su tutti, così limpido e onesto, si sarebbe arrabbiato, nel sapere che avevo coperto un demone. E invece lui aveva capito la mia necessità di segretezza, e aveva taciuto senza fare domande. Come avrebbe fatto un amico. Come avrebbe fatto un compagno.

Mi sentii arrossire, e dovetti portare le mani al viso. Che mi prendeva? Dovevo davvero stupirmi a quel modo? Anche io… anche io avrei messo la mia vita nelle sue mani, senza pensarci due volte, non era così…?

Dei, era proprio così. E me ne rendevo conto solo in quel momento. Era una cosa talmente nuova, per me… era una cosa che non riuscivo completamente a capire…

“Lina?”

Sussultai, e per poco non caddi dal tronco d’albero su cui ero seduta.

Come per magia, l’oggetto delle mie riflessioni si era materializzato improvvisamente di fronte ai miei occhi.

“Gourry, accidenti a te!” Sibilai, inghiottendo il fremito di paura che mi aveva mozzato il respiro e sforzandomi di non alzare la voce. Avevo inconsciamente portato le mani al petto, e sentivo il mio cuore rimbalzare come se dovesse da un momento all’altro saltarmi fuori dalla gola. “Mi hai fatto prendere un colpo! Ti pare il caso di spuntarmi davanti così all’improvviso, quando metà della stirpe demoniaca sta cercando di uccidermi???”

“Scusami…” Gourry si grattò la nuca, con l’aria di un ragazzino trovato dalla madre con le dita nella marmellata. “Mi sono svegliato e ti ho vista lì, con la testa fra le mani… ho pensato che ti sentissi male…”

La sua preoccupazione, per qualche motivo, contribuì a irritarmi. Anche il fatto di avere qualcuno che costantemente si preoccupava del mio benessere era qualcosa a cui solo molto di recente avevo cominciato ad abituarmi. Ogni volta, dannazione, mi provocava sempre quella inaspettata, improvvisa, fitta di gioia. Non potevo farmi confondere anche da questo. Non quella sera.

“Sto bene.” Dichiarai, secca. “Stavo solo montando la guardia.”

Gourry si sedette al mio fianco, ma la preoccupazione non abbandonò il suo sguardo. “La guardia?” Domandò, in un sussurro. Non sembrava convinto.

Annuii. “Xellos ci ha detto che avremmo fatto meglio a riposare in vista della marcia di domani, e che ci avrebbe pensato lui a svegliarci, in caso di minaccia. Però…” Feci una pausa, e mi soffermai a osservare l’ammasso di coperte sotto cui il demone dormiva. O meglio, fingeva di dormire. Perché i Mazoku non necessitano di sonno, come non necessitano di cibo. Con quella pagliacciata Xellos non aveva fatto altro che cercare di imbrogliarci, per tutto quel tempo. E nonostante questo, io continuavo a seguirlo, come la bambina guidata alla morte dalle lusinghe del lupo. “… però dargli retta implicherebbe che io mi fidassi di lui.” Conclusi, in un sibilo.

“E Lina Inverse ha un buon occhio nel giudicare le persone, non è così?” Sorrise Gourry. Io rimasi vagamente stupita. Non credevo che ricordasse ancora quelle parole.

“Lina, hai bisogno di dormire per qualche ora.” Proseguì lo spadaccino, in tono gentile. “Hai l’aria esausta, e domani sarà una lunga giornata. Perché non ci hai detto che intendevi tenere d’occhio Xellos? Avremmo potuto organizzare dei turni di guardia…”

Arrossii vagamente, a quella domanda. Si trattava di una risposta che avrei preferito non dover dare. “Perché Zel e Amelia erano già sufficientemente irritati dalla faccenda di Xellos, oggi.” Mormorai, comunque, con un mezzo sospiro. “Mi sarei sentita a disagio a tirare di nuovo fuori l’argomento con loro, questa sera.”

Credevo che Gourry mi avrebbe considerata infantile, se non una completa idiota, a farmi dei problemi del genere in un momento come quello. Ma lo spadaccino non ebbe alcuna reazione. “Capisco.” Dichiarò, semplicemente. “Ma avresti potuto chiederlo a me.”

Levai lo sguardo, colta di sorpresa. Incrociai i suoi occhi, e per qualche istante restammo a fissarci,in silenzio.

Sì, era piacevole, in fondo, quel calore. Avrei potuto persino abituarmici.

Lo spadaccino si limitò a rivolgermi uno dei suoi disarmanti sorrisi, evidentemente del tutto inconsapevole della tempesta che quella sera ogni sua singola parola sembrava scatenare nella mia mente. “Se vuoi, vai a dormire, ora. Sei troppo stanca per essere vigile. Ti sveglierò prima dell’alba per darmi il cambio.”

Sospirai. Non avevo la forza di obiettare. “Forse è una buona idea.” Concessi. Ma tornai a fissare lo sguardo sul fuoco, riluttante ad allontanarmi. “A patto di riuscire a dormire.”

Mi morsi le labbra, subito dopo aver pronunciato quella frase.

ODIAVO apparire debole. Odiavo andare in giro a lamentarmi dei miei patemi d’animo con ogni venuto che capitava sulla mia strada. E ora ,che razza di discorsi stavo tirando fuori? Che diavolo stavo facendo? Mi aspettavo forse che Gourry mi battesse sulla spalla e cancellasse con una parolina dolce il fatto che un signore dei demoni stava cercando di uccidermi???

Gourry tacque per qualche istante, prima di tornare a parlarmi, dolcemente. “… Sei preoccupata, Lina?”

“Ma no!” Sbottai, ricorrendo immediatamente all’aggressività, per difendermi. “Tu che cosa ne dici??? Dovrei saltare di gioia per il fatto che due creature che potrebbero farmi a pezzi con uno schiocco di dita si interessano a me contemporaneamente, molto probabilmente con l’intento di cancellarmi dalla faccia della terra???” Strinsi furiosamente la corteccia del tronco con la mano, mentre mi volgevo per fronteggiarlo. “E dovrei essere felice, immagino, del fatto che nessuna di queste creature si farà scrupoli nell’uccidere decine di innocenti, se questo le servirà a giungere a me!!! Sarò anche la splendida, grandiosa, unica Lina Inverse, ma sinceramente mi sembra un po’ troppo, per una povera ragazza, da affrontare da sola!”

Speravo che il tono melodrammatico avrebbe distratto Gourry, ma lo spadaccino, per una volta, non si lasciò deconcentrare.

“Ma tu non sei sola.” Dichiarò, con calma. Prima ancora che potessi stupirmene, le sue dita coprirono le mie, abbandonate sul legno freddo. “Non posso parlare per Amelia e per Zel… ma per quel che mi riguarda, quello che ho detto oggi non cambia. Io sarò con te, Lina. Qualunque cosa accada.”

Il suo tono di voce era caldo, gentile, ma definitivo. Mi lasciò disarmata.

Perché erano esattamente le parole che avevo bisogno di sentirmi dire.

Bisogno? No, io non ne avevo bisogno. Io non avevo bisogno proprio di nulla, giusto? Io… mi muovevo perfettamente da sola…

E allora cos’era… cos’era quel senso di sollievo, quella leggerezza che mi catturava il petto? Perché improvvisamente, dopo una giornata di inquietudine, tornavo a essere in pace, come sarei stata se al mondo nessuno avesse desiderato altro che il mio bene?

Distolsi lo sguardo, rivolgendolo al suolo. Ma non rimossi la mano. Nemmeno Gourry lo fece. Restammo in silenzio, per lunghi minuti, e il calore che emanava dalle dita dello spadaccino parve diffondersi lentamente a tutto il mio corpo.

Volevo allontanarmi, ma non ce la facevo. Mi sentivo attratta da quel calore, come una falena dalla fiamma. Con la differenza che era tutto fuorché pericoloso. Era sereno, era rassicurante.

Ma allora, allora perché mi sentivo così spaventata?

Un alito di vento scosse i rami degli alberi, facendo frusciare le foglie. Il fuoco ondeggiò lievemente, proiettando i suoi riflessi dorati sui volti addormentati di Zelgadiss e di Amelia. Un fiotto di luce investì improvvisamente il giaciglio di Xellos, e solo allora realizzai che, in effetti, era vuoto. Un ammasso di coperte era stato abbandonato in modo tale da somigliare a una sagoma umana, sdraiata al suolo. Xellos, ancora una volta, era sparito da qualche parte, probabilmente seguendo le fila dei suoi misteriosi piani. Ricordandomi che tutti stavamo per essere coinvolti in qualcosa che, probabilmente, superava ogni nostra capacità.

E Gourry aveva appena dichiarato, senza esitazione, che mi avrebbe seguito, qualsiasi cosa fosse accaduta. Affetto e fiducia. Era sempre quello il punto. Nessuno aveva mai mostrato tanta fiducia in me. Non ne avevo mai dato motivo, in fondo, e mai nemmeno io ne avevo concessa. Io avrei agito come Amelia e Zel, al suo posto. Il loro era un comportamento che capivo. Perché avere fiducia in me significava essere andati molto oltre la superficie. Significava avere allacciato con me un tipo di rapporto che non si limitava certamente a quello di due persone che si muovevano sulla strada fianco a fianco per i propri reciproci scopi.

E improvvisamente capii la fonte dei miei timori. Io cominciavo a dipendere da quel rapporto. Ma ogni mia giornata, in quel momento, era una lunga, incessante battaglia per sopravvivere. Mettevo in pericolo me stessa, e chi mi stava intorno, costantemente… Ma… se si ha bisogno, se si ha davvero bisogno di qualcosa… cosa può accadere, se si finisce per perderla?

Fui improvvisamente colta da un moto di paura. Tornai a fissare lo sguardo sul profilo dello spadaccino, come ad accertarmi che si trovasse ancora al mio fianco. Gourry si accorse del mio repentino movimento, e si volse a fissarmi, con quel suo consueto sguardo interrogativo, quello sguardo che mi aveva tanto esasperata, tanto irritata nei lunghi mesi della nostra convivenza. Quello sguardo a cui un po’ alla volta avevo cominciato ad affezionarmi…

‘Che sciocchezze!’ Allontanai di scatto la mano dalla sua, imponendomi di riscuotermi. ‘Che ti salta in testa, Lina? E’ un idiota, con la forza di un golem e il cervello di un lombrico, che hai accettato di portare con te solo perché è una buona guardia del corpo, e perché ha la Spada di Luce!’

‘Ma è dolce, e limpido, e fedele, ed evidentemente ti basta una sua parola gentile perché una tua serata si trasformi da una celebrazione del pessimismo a qualcosa che ha la parvenza di un momento positivo…’

Arrossii, inconsciamente. A quanto pareva, la mia *irritante* voce interiore non aveva intenzione di essere disciplinata, quella sera.

“Lina?” L’espressione di Gourry si era fatta apertamente perplessa, ora. Cercai velocemente di riguadagnare il controllo su me stessa.

“Ehm… forse è meglio che dorma per un po’, ora.” Mi levai in piedi, frettolosamente. “Allora davvero non ti dispiace occuparti tu del primo turno di guardia?”

Lo spadaccino si limitò a scuotere la testa in segno di diniego, continuando a fissarmi curiosamente in volto. Quello sguardo non fece che alimentare il mio imbarazzo. Balbettai un ringraziamento, e, aggirando il fuoco, raggiunsi il mio giaciglio. Mi seppellii al di sotto delle coperte, senza aggiungere una parola. Solo quando fui certa che il suo sguardo si fosse allontanato dalla mia schiena, mi volsi lentamente per tornare a osservarlo. Il volto illuminato dalle fiamme, stava scrutando silenziosamente la notte, vegliando sul nostro riposo. L’oscurità del bosco alle sue spalle, tuttavia, pareva quasi sul punto di inghiottirlo. Quell’immagine mi trasmise un assurdo, irrazionale senso di inquietudine.

‘Che idiozie. Anche ammettendo che la cosa, vagamente, ti turberebbe… cosa vuoi che gli succeda di male? Non sa distinguere una formula dall’altra… nei metodi di combattimento, è quanto di più lontano da te possa esistere. Se i demoni hanno in mente di servirsi di te per fare qualcosa, allora di certo non possono essere interessati a lui…’

Azzittii ogni possibile replica della parte intemperante della mia coscienza, e chiusi gli occhi. L’inquietudine rubò diversi istanti al mio sonno, ma alla fine la stanchezza ebbe la meglio e precipitai nell’incoscienza di un sonno senza sogni.

Ero ben lontana, in quel momento, dall’immaginare che il sedicente sacerdote, il Mazoku che per qualche misterioso motivo da qualche tempo aveva preso a proteggermi, avesse assistito dall’ombra, con molta attenzione, a tutta quella scena.

E che in quel momento quello stesso Mazoku stesse scivolando, solerte, lontano dal nostro accampamento, in un buio più nero delle ombre della notte. Ansioso di rivelare al proprio superiore quale fosse il punto debole di Lina Inverse.

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Slayers / Vai alla pagina dell'autore: SonLinaChan