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Autore: Remem    21/07/2013    2 recensioni
[..] "Noi ce la faremo, spaccheremo il culo a quei figli di troia e vinceremo alla gara. Stanne certa Emma, mantengo le promesse." [..]
La ricetta per una vita frenetica, entusiasmante e diabolica?
Mmh, prendete due ragazze e mettetele a Los Angeles; poi prendete due ragazzi andati fuori di testa e sommate. Ma tutti con la stessa fissazione: vincere alla gara delle band.
[I fatti e i personaggi di questa storia sono puramente casuali]
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mick Mars, Nikki Sixx, Tommy Lee, Vince Neil
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa è la storia di Emma Moore, una ragazza di buona statura, capelli neri ondulati, carattere dolce e sensibile, occhi grandi e del color del cioccolato e della sua migliore amica Allen Bennett, dal carattere forte ed impulsivo, capelli biondo scuro e sempre raccolti in una grande treccia. Entrambe vivono in un piccolo quartiere di Los Angeles, hanno diciassette anni e si conoscono da ben quindici.
Cosa le accomuna? La musica.
Hanno una piccola band insieme, chiamati i “Penny-Price” , o meglio i “P-P”; beh, non è proprio una band ma un sogno: dato che ci mancano il batterista ed il chitarrista solista.
 
[riferimenti a fatti e persone non sono interamente reali.]
 
 
 
“Emma!” urlò Allen nel panico. In quei giorni era tutto così difficile e incasinato: la fine della scuola stava arrivando..così come la battaglia delle band.
“Dimmi Al, che succede?” Emma si precipitò in camera sua, dove giaceva l’amica. Stava facendo i compiti di Francese sdraiata sul letto con lo stereo al massimo; la fissò contrariata:
“Allen, se studi con la musica così alta non ti concentrerai mai!” l’ammonì ridendo
“Ma non è quello! Non so come merda si dica panino in Francese!” sbraitò lanciando i libri per terra e sbuffando rumorosamente. Emma si piegò per raccoglierli e riposarli vicino all’amica.
Erano migliori amiche dall’età di due anni, non le poteva sembrare vero che un giorno avrebbe gareggiato con lei, Allen, in una band..
La fissò in quei occhi così celesti:
“Allen, panino si dice sandwich..”  le sorrise dolcemente
“Sono una cogliona, Emma? Vero…?”
“Fottutamente cogliona.”
Scoppiarono a ridere.
“Sono in ansia..” borbottò Allen riprendendo fiato
“Per la battaglia? E’ tra due mesi!” esclamò Emma bevendo un sorso d’acqua
“No, per il fatto che noi la band manco ce l’abbiamo!”
“Non essere sciocca! Io canto, te suoni il basso!” l’ammonì alzando le braccia
“Si…e la chitarra? La batteria?!” Allen si precipitò davanti all’amica e le strinse le spalle:
“Senti, dobbiamo assolutamente muoverci a cercare un cazzo di batterista ed una merda di chitarrista o alla gara ce lo prenderemo in culo!” continuò sempre più agitata.
Emma la fissò.
“Sssh, mia mamma è in camera!” la bloccò agitata
“Cosa?! Non sa della band? Scherzi?”
“No..non scherzo!”
“Santo cielo Emma, cosa aspetti a dirglielo? La carrozza?”
“Vieni, seguimi.” Emma prese l’amica per un braccio e la trascinò fuori dalla stanza, portando con sé anche un foglio ed un pennarello nero.
La trascinò fino all’entrata:
“Ho un’idea, Allen.” Le bisbigliò
“L’avevo intuito….” Rispose ridacchiando la bionda.
Emma aprì il portone di casa e si precipitò fuori: faceva abbastanza caldo.
Cominciò a camminare con passo felino e svelto motivando l’amica a muoversi e a seguirla:
“Insomma, Emma, dove stiamo andando?” le chiese preoccupata
“Al negozio di dischi, Al!” urlò saltellando
“Insomma Emma, hai diciassette anni e ti metti a saltellare per il Sunset come se fossi Cappuccetto Rosso? Andiamo ti prego, non farmi fare ‘ste figure……” l’ammonì coprendosi gli occhi con i Ray-Ban
“Cogliona, perché tu non mi fai mai fare figure di merda, vero?!” chiese ridacchiando
“MAI!” urlò prendendola in braccio, sotto lo sguardo interrogativo di tutti.
 
Arrivarono davanti a quell’immenso negozio di dischi.
Emma era in ansia e Allen non vedeva l’ora di entrare:
“Cazzo Emma! Entriamo porca troia, ti scongiuro!” esclamò scuotendola
“Ehi, insomma, che ti prende?” le chiese fissandola attraverso le lenti degli occhiali
“Cazzo, se entriamo capisci!” farneticò alzandosi gli occhiali
“Va bene, andia-“ Emma non riuscì a finire la frase che Allen spalancò le porte del negozio entrando impacciata ed agitata.
L’amica la fissò per un istante, prima di entrare anche lei.
Si lasciò prendere da quel profumo perfetto che emanavano i negozi di musica, chiuse gli occhi e si immaginò sopra il palco, con la medaglia ed il contratto discografico, offerto per i vincitori alla battaglia delle band.
“Emmaaa!” Allen la svegliò scuotendola
“Merda Al…si ora facciamo il biglietto e chiediamo a quella ragazza se lo possono appendere fuori alla porta…” sospirò tirando fuori il pennarello ed il foglio stropicciato.
Allen le rubò l’occorrente e le fissò i suoi occhi color cioccolato:
“A quella ragazza non chiederemo proprio un bel cazzo di niente.” Ruggì la bionda
“E a chi vuoi chiedere? A Babbo Natale!?” le chiese sarcastica Emma, riprendendosi il pennarello
“No! A quello!” bisbigliò indicando dietro l’amica
“Quello chi?!” le chiese voltandosi
“Scaffale numero sei, lettera K: quello lì.” Borbottò fissandolo
“E chi cazzo è?”
“Non lo so, ma ogni volta che entro qui dentro vorrei comprarlo.”
“Non penso sia in vendita…” rise
“No….infatti.” Allen si avviò decisa verso il ragazzo, seguita da Emma.
“Che cazzo fai?” l’ammonì la mora notando l’amica alzarsi la maglietta degli Aerosmith
“Ho caldo” rispose
“Bugiarda, c’è qualcosa che mi devi dire..? Allen!” l’amica riprese a camminare verso il tipo.
Gli si avvicinò facendo finta di cercare un vinile:
“Ti serve aiuto?” chiese lui
“Oh…..” fissò i suoi occhi verdi grattandosi la nuca, imbarazzata. Emma se ne stava uno scaffale più indietro a godersi la scena.
“Ehi..?” sorrise il ragazzo
“Ci sono!” esclamò “scusa ma non ho dormito bene stanotte…pensavo al tuo taglio di capelli….” Continuò distratta; il ragazzo le lanciò un’ occhiata confusa:
“Cosa, scusa?” le chiese
“Oh, nulla…!” rise nervosa
“Bene, te lo richiedo: ti serve aiuto?”
“Nono…cioè sì.”
“Dimmi pure”
“Ecco, io e la mia amica Emma” si girò cercando il suo supporto, non trovandola, “si, beh, penso che lei sia…va bhe, insomma, ti volevo chiedere se …per caso…potevi attaccare alla porta del tuo bel negozietto un annuncio.” Sorrise
“Mi spiace, non accettiamo pubblicità.” Sbraitò lui
“No, no, ti prego! Non è pubblicità! Ti prego, ci serve aiuto. Dobbiamo gareggiare alla battaglia delle band tra due mesi e non abbiamo un cazzo di batterista !” urlò Allen attirando l’attenzione di altri clienti. Si tappò subito la bocca:
“Scusa….” Sospirò fissandolo
“Tranquilla, non siamo in un ospedale…” le sorrise. Allen si sentì cadere.
“Comunque, battaglia delle band? Davvero, wow. Anch’io parteciperò, sai?” sorrise furbo avviandosi verso il bancone, lei lo seguì: notando che indossava dei pantaloni di pelle.
Si girò verso l’amica e sorrise indicandolo, agitò la mano per farsi aria. Emma le sorrise, capendo al volo il suo pensiero; si mise a ridere: Allen era pazza. Pazza di un commesso.
“Wow, spettacolare. Sei una specie di rockettaro, sempre con i tuoi amichetti, anche loro rockettari, capelli cotonati e pantaloni aderenti e senza mutande..?” lo punzecchiò furba, fissandolo.
Lui la guardò con aria sospetta, poi la sua bocca mutò forma in un sorriso, si mise a ridere.
“Ho ragione?” continuò lei
“Più o meno, dai.” Le fece l’occhiolino girandosi.
La ragazza spalancò la bocca incredula.
“Ehm…senti, allora possiamo mettere un annuncio…?” chiese timidamente. Lui la guardò:
“Va bene..appendilo pure nel portone d’entrata..!” esclamò porgendole un buono
“Cos’è questo…?” lo fissò
“Un buono per…?” sorrise abbassandosi leggermente, per mettersi a pari con la ragazza “il tuo nome, rocker.” Continuò, sentì un forte odore di Whiskey.
“A…Allen.” Disse imbarazzata
“Una mia vecchia compagna d’asilo si chiamava Allen, poi morì.” Il ragazzo ridacchiò poggiandosi  sul bancone per scrivere sul buono;
“Jack Daniel’s….ti strafoghi di Jack Daniel’s!” esclamò. Il ragazzo non disse nulla, la contemplò solo, sorridendole.
Si rialzò e le diede il buono.
“Quindi sei uno di quelli che la mattina hanno i postumi..? Ho capito!” esclamò sorridente
“Perspicace, cazzo. Come l’hai indovinato?” chiese sarcastico
“Beh, perché anche io li ho…”
“Ah sì? Di cosa? Di late caldo e bacon? O di caffè con kili di zucchero sciolti al suo interno?” rise fragorosamente il ragazzo. Allen lo guardò male:
“No, simpaticone.” Rispose acida
“Scherzo su..” la girò “mammina non ti dice nulla che ti ubriachi e la vai a dare a chiunque?” continuò
“Cos..? Io non la vado a dare a nessuno. E poi mia mamma beh..è mancata tre anni fa.” Abbassò lo sguardo
“Scusa, non dovevo. Comunque non dovevi attaccare quell’annuncio? Ti aiuto?” il corvino si sentì subito in colpa; cercava di fare il duro, ma alla fine si sentiva sempre un po’ in colpa.
“Tranquillo, sono cose che succedono. Comunque no, grazie lo stesso.” Gli sorrise avviandosi verso Emma.
L’amica la guardò sorridente:
“Che bel negozio” disse porgendole il foglio
“Che cazzo lo dai a me! Dobbiamo attaccarlo!” l’accentò avviandosi verso l’uscita.
Emma si avviò frettolosa verso il bancone per poi scriverci sopra:
 
«AAA: cercasi batterista con le palle per band emergente. Suoniamo rock ‘n’ roll. Se siete interessati, vi preghiamo di recarvi presso la Clark St. –all’incrocio del Whisky a go-go-  questo venerdì per le audizioni. Non abbiamo bisogno dello spirito Santo per vincere, ma uno di voi. Quindi muovete il culo ed uscite dalle vostre tane.
Grazie, Emma & Allen.»
 
Lo rilessero insieme, compiaciute consegnarono il foglio al ragazzo:
Cercasi batterista con le palle” ridacchiò “Intendete di sesso maschile, o proprio con le palle?” continuò sorridente
“Che abbia le palle!” esclamò divertita Emma.
Il ragazzo appese l’annuncio alla vetrina, le ragazze lo guardarono con aria compiaciuta e felice:
“Beh, noi andiamo…” borbottò Emma, trascinandosi l’amica
“Aspetta, ci becchiamo poi di nuovo…uhmm..” urlò Allen rivolgendosi al ragazzo
“Nikki.” Sorrise fissandole uscire euforiche dal negozio.
  
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