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Autore: Gee_Echelon    21/07/2013    0 recensioni
[...]"Ma soprattutto, se mi conosci davvero come dici in quel caricatore avresti dovuto mettere già due proiettili. Uno per te e uno per me, perché se davvero vuoi fare un gesto simile, io neanche questo ti lascerò fare da solo"
Genere: Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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My Salvation

 

Un altro squillo a vuoto. L’ansia saliva e insieme ad essa anche la paura che il suo Frank avesse fatto qualche cazzata. L’idea di non poterlo aiutare lo stava logorando, di non sapere cosa fare e dove andare a cercarlo, stavano facendo impazzire Gerard che camminava avanti e indietro nella sua stanza, respirando affannosamente, sedendosi ogni tanto sul letto, con la vana speranza di calmarsi, per poi rialzarsi poco dopo per riprendere a creare solchi sul pavimento.
L’ultima notizia avuta da Frank fu un suo messaggio in cui diceva:

C’è stata un’altra lite con i miei, questa volta molto più pesante, veramente troppo, non li sopporto più, li odio e se non vado via da qui o li uccido oppure uccidono me. Sto uscendo non so quando e soprattutto se torno.”

Quel messaggio letto da Gee dopo un’ora che il più piccolo gliel'aveva inviato, gli fece crollare tutto quello che di solido e duraturo si era costruito intorno fino a quel momento, anche se stesso. L’unica cosa che seppe fare fu piangere, si schifò anche di stesso per questo, perché da come la vedeva avrebbe potuto anche uscire di casa per andarlo a cercare, invece no, preferì rimare nella sua stanza, al buio, a piangere. Si sentiva di nuovo solo, senza protezione e lui, pur sapendo che era l’eroe di Frank, lo stava abbandonando. Magari Frank era lì, in qualche panchina sperduta, di qualche parco, seduto ad aspettarlo, invece lui era lì, sul letto a piangere, di nuovo. Non sapeva cosa fare, ne tanto meno come comportarsi, non era abituato a ritrovarsi in queste situazioni in cui era lui a dover salvare le persone, anzi la sua persona, il suo Frank. Era sempre stato quel piccoletto a salvarlo, fin dall'inizio, per questo gli voleva così bene, ma adesso che le situazioni si erano capovolte, la sua vista si era oscurata, il suo respiro si era appesantito e lui si vedeva così piccolo e insignificante rispetto a tutto il resto del mondo e di Frank. Aveva davvero tantissima voglia di correre a cercarlo, tutto il suo corpo gli gridavano di farlo, ma poi c’era quella piccola parte che lo bloccava, quella misera ed insignificante briciola di, nemmeno lui sapeva cosa, che non lo faceva sentire all'altezza della situazione, ma soprattutto del suo amico e di  tutto l’aiuto che gli aveva dato in questi anni. Quindi preferiva rimanere dov'era. Sapeva benissimo che se ci fosse stato Frank, lo avrebbe preso tranquillamente a parolacce e anche a schiaffi, se fosse servito, ma lui non c’era ed era proprio questo il punto, disse a se stesso Gerard in un momento abbastanza lucido, lui non voleva vivere una vita senza il suo Frank, una vita in cui non avrebbe più visto il suo sorriso se magari stava per fare qualche cazzata, per questo motivo decise di andare a cercarlo.
Corse fuori dalla sua stanza e di conseguenza da casa sua più che poté, non aveva la più pallida idea di dove andare a cercare, correva e basta, era come se le sue gambe si muovessero da sole o come se lo stessero guidando da qualche parte. Faceva abbastanza freddo, ma di certo non gli importava, l’unica cosa a cui pensava la sua mente era Frank. Frank, Frank e solo Frank.
“Lo salverò, ci devo riuscire” si ripeteva in continuazione, mentre continuava a correre da una pare all'altra della città, ma del suo amico nemmeno l’ombra. La paura era tanta e le lacrime sul suo viso cominciarono a scendere di nuovo. Lacrime di disperazione, fatica e dolore, ma anche paura, la paura di perderlo. Gerard non se lo sarebbe mai perdonato, avrebbe vissuto un’intera vita nel rimorso, anzi non avrebbe vissuto direttamente. Si sarebbe puntato una pistola alla testa e avrebbe scritto la parola fine al capitolo della sua vita. Una pistola, proprio come quella che aveva in mano Frank quando se lo ritrovò davanti che lo fissava con uno sguardo spento e gli fece gelare il sangue.
Gerard si paralizzò immediatamente senza dire nulla per paura che ogni parola fosse sbagliata e che gli potesse far premere quel grilletto che lo avrebbe portato via per sempre da lui. L’unica cosa che poteva fare era guardarlo con gli occhi imploranti di non fare quello che pensava, perché una speranza c’era sempre, che magari la sua speranza era proprio davanti a lui, era venuto a salvarlo, perché sì, questa volta toccava a lui essere salvato. Aveva così tante cose da dirgli, che d’un tratto gli sembrarono insignificanti, voleva solo abbracciarlo, ma voleva anche spiegargli che era lì per non lasciarlo solo, che era lì per lui. Il magone che gli si creò gli fece venire il voltastomaco, gli occhi gli bruciavo per le troppe lacrime che aveva versato.

“Io voglio salvarti” sputò uno dei tanti pensieri che gli frullavano per la testa, forse quello che sentiva più importante in quel momento, sta di fatto che Frank sbatte le palpebre come se si fosse appena accorto della sua presenza e questo a Gee fece un po’ male, ma almeno si accorse di lui.
“Ti stavo aspettando” disse Frank, forse rispondendo a quello che gli aveva appena detto Gerard, ma con una voce bassa e priva di emozioni, era solo un suono.
“Sono qui Frank” il piccolo balzò leggermente sentendosi nominare e mosse le labbra come se per volere sorridere. Solo in quel momento Gerard si guardò un attimo intorno per cercare di capire dove fosse arrivato. Erano vicino la stazione, in una via sperduta e completamente buia se non fosse stato per un palo della luce sopra di loro due che la illuminava, ma scarsamente, dato che era intento a fulminarsi di li a poco.
“Ce ne hai messo di tempo, pensavo non mi avresti trovato. Pensavo mi avresti lasciato uccidere” Frank riportò Gerard alla realtà con la sua voce, ma allo stesso tempo si sentì trafitto da tante lame quante furono le sue parole.
“Come puoi pensarlo, sai che non potrei mai vivere senza di te, sei la mia unica certezza in questa vita e se cadi tu, cado anche io, senza di te non sono niente. Sono venuto a salvarti, perché so che posso farcela, te lo devo” Gerard giurò che questa volta lo vide sorridere mentre pronunciava quelle parole con tutta serietà.
“Sai cosa vuol dire essere soli?” Gee lo guardò strano, Frank conosceva la sua storia e non capì perché gli stesse facendo quella domanda.
“Sì” decise di assecondarlo per vedere dove fosse arrivato.
“Sai cosa vuol dire soffrire?” Frank continuava a guardare Gerard, senza muoversi di un millimetro.
“Sì” ancora non capiva.
“Sai cosa vuol dire voler morire?” il piccolo abbassò lo sguardo e prese a maneggiare la pistola che aveva in mano facendo rabbrividire e deglutire Gerard qualche passo lontano da lui.
“Sì” disse con voce tremante il più grande attirando su di se lo sguardo del più piccolo.
“Ma il fatto che io sappia cosa vuole dire o cosa si prova, non sta a significare che tu debba morire, io morirei con te” continuò Gerard spiazzando completamente Frank, il quale sbatté più volte le palpebre per mettere a fuoco bene la sua immagine, data la scarsa luce del luogo.
“Moriresti con me?” ripeté Frankie.
“Sì, morirei con te, proprio perché io non riesco ad immaginarla una vita in cui tu non ci sei. Sai bene che mi hai salvato la vita, mi hai tirato fuori dalla merda in cui vivevo, sei entrato nella mia vita senza chiedere il permesso e io te l’ho lasciato fare perché sapevo che tu eri quello giusto, quello perfetto, quello che mi avrebbe stravolto l’esistenza e l’hai fatto Frank, l’hai fatto in ogni minimo particolare. Quindi adesso sono qui per salvare te, perché adesso la medaglia si è risvoltata e io devo salvarti, perché tu non puoi lasciarmi, non ora, non adesso che ti ho trovato, che sto bene, non puoi andare via. Ti tirerò fuori da tutto Frank, proprio come tu hai fatto con me, ce la faremo insieme, se cadrai la mia mano sarà lì, tesa e pronta a ritirarti su in ogni momento, io non ti lascio, né ora né mai, è una promessa che ho fatto a me stesso ed è una promessa che voglio mantenere. Se vuoi piangere io sono qui, ma anche se vuoi ridere, scherzare, parlare, addirittura anche se vuoi sfogarti e se vuoi picchiarmi, per ogni tua singola azione io ci sarò, perché te lo devo. Se davvero mi conosci sai che senza te non posso stare, perché sei stato l’ultimo spiraglio di luce che poi mi ha ridato speranza per potermi rialzare dall'abisso di disperazione in cui ero caduto. Se davvero mi conosci sai che ogni mio gesto dipende da te, che io dipendo da te, se non ti sento anche per un singolo istante sto male, figuriamoci se dovessi andartene per sempre, ne morirei. Ma soprattutto, se mi conosci davvero come dici in quel caricatore avresti dovuto mettere già due proiettili. Uno per te e uno per me, perché se davvero vuoi fare un gesto simile, io neanche questo ti lascerò fare da solo” Gerard pronunciò quell’ultima frase, gelido, come se non provasse più emozioni, ma di emozioni ne provava e fin troppe.
“Gee io veramente..” Frank cercò di intervenire perché era decisamente sconvolto da tutto quello che gli stava dicendo il più grande, ma venne fermato.
“Fammi finire. Voglio solo che tu sappia che qualsiasi decisione tu prenda, io la prenderò con te e sarò dalla tua parte, però c’è una cosa prima che voglio dirti. Tu stai mollando. Ti ricordi il paragone sul fatto che la vita è un campo di battaglia? Ecco, tu stai abbandonando il campo a battaglia e guerra ancora non conclusa. Si arrende chi non ha coraggio e tu non fai parte di quelle persone Frank, perché tu mi hai dimostrato tantissimo coraggio quando hai preso la mia vita e l’hai fatta tua, quando mi hai salvato. Perché vuoi macchiarti di un aggettivo che non è tuo? Perché vuoi sporcarti così? Avevo promesso a me stesso che prima o poi sarei stato io quello che un giorno ti avrebbe salvato. Ecco, quel giorno è arrivato, quindi perché non ti lasci salvare da me? Posso farcela Frank te lo assicuro, sosterrò tutto il tuo peso, le tue fatiche, i tuoi problemi, i tuoi demoni, tutto quello che ti sta distruggendo, ma per favore vieni da me. Tu sei stata la mia speranza, la mia salvezza e adesso io voglio essere la tua, permettimelo ti prego, non mi lasciare qui, così, da solo” Gerard lo guardò di nuovo con occhi imploranti e tese la mano verso di lui, sperando che Frank da un momento all'altro la prendesse. Ma non lo fece, strinse ancora di più l’arma nelle sue mani e strizzò gli occhi per non vedere la figura di Gerard che gli si parava qualche metro davanti.
“Fa male, fa male da morire tutto questo, voglio che finisca, io voglio solo che finisca, ma tu non devi venire con me, non lo meriti di nuovo tutto questo dolore” Frank disse quelle parole urlando e stringendo al petto la pistola, indietreggiando di qualche passo.
“So che fa male Frank per questo ti sto dicendo di venire da me, che io sono qui per salvarti, perché tu non te ne andrai, non puoi lasciarmi. Io ho bisogno di te, non fammi camminare di nuovo in questo mondo da solo, ho paura senza di te, ti prego” Gerard pianse guardando Frank il quale rimase dei minuti interminabili ad osservarlo senza proferire parola, per poi lasciar cadere a terra la pistola, facendo balzare Gee, ma anche rilassare. Si stava lasciando salvare.
A quel punto il più grande si avvicinò verso Frank in lacrime e gli mise la mano destra sulla medesima guancia, asciugando, con il pollice, di tanto in tanto le lacrime che cadevano dai suoi bellissimi occhi, che lui amava tanto. Si fissarono per un frazione di minuti che a loro sembrarono ore.
“Sono venuto a salvarti” ruppe il silenzio Gerard, continuando a guardare il più piccolo.
“Grazie, non aspettavo altro” rispose Frank con lo sguardo fisso sempre nei suoi occhi verdi per poi lanciarsi letteralmente tra le sue braccia. Si strinsero in un abbraccio che valse più di mille parole dette e non dette, di tutto il bene e l’amore che c’era tra di loro.
L’uno tra le braccia dell’altro, protetti dal mondo e da tutto quello da cui stavano cercando di salvarsi, anzi da cui si erano appena salvati. L’uno era l’eroe dell’altro e così sarebbe rimasto fino alla fine.

 

Gee_Echelon’s corner
Parto col dire che questa FF è dedicata alla mia migliore amica. Ti amo amore mio e io per te ci sarò in ogni momento oscuro della tua vita, ma anche in quelli luminosi.

Passando alla FF insomma è personale, ho cercato di dare il meglio di me e sì, sono viva, Yu-hu!
Spero vi piaccia, mi ci sono impegnata c.c detto ciò recensite per dirmi anche che devo morire se vi va :’D  sto degenerando, vado via. Adios.

Xoxo 

   
 
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