Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: alwaysbeenweird    21/07/2013    1 recensioni
Ora sono quelli di sempre. Lei e lui. Lui e lei. I ragazzini che si sono conosciuti in campeggio quando lui aveva ancora i capelli a caschetto e lei non sapeva cosa fosse la matita per gli occhi. Quelli che giocavano a braccio di ferro in acqua finendo sempre per girare in tondo e cadere.
Si sorridono adesso.
Lei si chiede se lui, come ha detto una lontana sera di ottobre, l'abbia mai davvero amata.
Lui si chiede se lei, sotto quei sorrisini maliziosi e quei bollenti casti baci che gli riserva, non nasconda ancora quel sentimento che c'era fino a qualche anno prima, e che aveva fatto di lui il suo primo amore.
Ora si abbracciano. Lui le bacia la clavicola, lei il collo. Sono baci puliti e dolci. I loro consueti baci d'addio che poi significano sempre "arrivederci".
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
"Se non ti vedo neanche una volta durante questi due mesi giuro che sclero" le ha detto pochi giorni fa. 
Stamattina l'ha chiamata. 
"Ale, vai al mare oggi?" 
"Sì, perché?"
"Perché devo vederti! Io sto davanti all'ospedale abbandonato, tu?"
"Io vicino a quello nuovo. Dopo la barriera."
"La barriera del QS?"
"Che minca è 'sto QS?"
"La barriera del pullman, Alee!"
Si  sono incontrati davanti a un bar con gli ombrelloni a strisce gialle e verdi dopo una telefonata durata mezz'ora per tentare di capire chi era dove.
Lei si è sbracciata come una stupida per farsi vedere, ma lui si è girato in tutte le direzioni meno che nella sua. 
"Fede, ma sai qual è la sinistra?" gli ha chiesto lei. 
"Ma sì, certo!" le ha risposto quando lei era ormai a un palmo dal suo naso.
"Mi vuoi dire che è difficile da trovare la ragazza col costume blu elettrico?" gli ha sorriso in faccia lei. 
Lui l'ha presa e l'ha abbracciata, nascondento il volto nei suoi capelli ricci. Lei si è aggrappata alle sue spalle e ha poggiato le labbra sul suo petto. 
Profuma sempre di buono si è detta.
Si sono guardati negli occhi, quelli di lui verdi con striature gialle, quelli di lei nocciola. 
Lei gli ha messo le mani dietro le orecchie e ha iniziato ad accarezzargli i capelli, lui le ha scostato i riccioli rossastri e castani dal viso.
"Non sei cambiata affatto" le ha detto. 
"Nemmeno tu" gli ha risposto lei.
Lui le ha sorriso.
"Certo che ti sei fatta più bellina, eh"
"No, zì 'n hai capito, io so na figona de proporzioni stratosferiche!" ha scherzato lei.
Si sono messi a ridere.
Lui le ha detto che deve andare via, prendere le sue cose rimaste in riva cento metri più a destra e raggiungere gli amici. 
Quando sono arrivati, però, lui non ha voluto lasciarla. 
E non l'ha voluto nemmeno lei. 
Allora hanno preso il suo zaino e l'asciugamano e lui le ha detto "Ti accompagno, poi torno e me ne vado".
Così sono andati allo stabilimento dove sta lei, con sua zia e i suoi cugini. 
Lui ha fatto una figuraccia volendosi presentare a una donna seduta sotto un ombrellone che credeva fosse parente della ragazza.
Si sono messi a ridere, scusandosi con la signora, e promettendosi di ricordarsi per sempre quella figura per riderne ancora. 
Sono arrivati dai suoi veri parenti e lui è troppo rosso in volto per spiccicare parola. 
 
Ora sono lì, e lui dovrebbe andarsene, ma, dopo aver parlato in piedi per altri venti minuti, lei propone di stendere l'asciugamano e sedersi, ed è quello che fanno. 
"Non ti ho ancora chiesto la cosa più importante" dice lei. 
"Dimmi"
"Come stai?" vede un sorriso amaro apparirgli sul volto.
"Bene" mente lui. 
"Oh, davvero? La tua faccia mi dice di no" prova a spingerlo a essere sincero. Non ci vuole molto. 
"No, va bene. Sto così... sai che non è un bel momento... in casa, quello stronzo di mio padre..." e le racconta tutto. Di quant'è fragile, dei suoi che è la quinta volta che si separano, della madre che ha sempre resistito per non far mancare niente ai figli, della notte in cui è uscito in mutande dalla sua camera perché il padre voleva di nuovo picchiarla e lui aveva una voglia irrefrenabile di ucciderlo. Delle minacce, di quando ha detto che avrebbe messo fuoco alla loro casa, del fatto che due giorni prima l'ha dovuto implorare per farsi dare i soldi per comprarsi i vestiti, e delle due settimane che hanno passato senz'acqua corrente a casa perché lui gli da un mantenimento di trecento euro al mese. 
Fede sembra stremato, calare la maschera ogni tanto serve, ma porta alla luce tante cose che vorremmo lasciare nascoste nel profondo.
Lei lo guarda. E' bellissimo. Le prudono le mani per quanto vorrebbe fare qualcosa in merito a suo padre. Lo ucciderebbe volentieri.
"Io l'avrei ammazzato" gli sussurra nell'orecchio.
"Io non so cosa mi abbia trattenuto dal farlo" risponde lui. 
Poi la guarda, sono sdraiati sull'asciugamano, le teste sulla sabbia. 
"Sai che mi andrebbe adesso?" le dice. 
"Ahh, purtroppo lo so"
"E cosa? Indovina!" 
"Vuoi fumare. Al solito" risponde lei dandogli le spalle.
"EEEESATTAMENTE!!" 
In quel preciso istante passa il proprietario dello stabilimento, che lo guarda storto. Ha una sigaretta in mano. 
"Aspetta un attimo" le sussurra.
Il ragazzo si avvicina all'uomo, muovono le labbra, ma lei non sente nulla. Infine lui torna con una sigaretta in mano. 
"Ma... come diavolo hai fatto?" lo guarda a bocca aperta. 
"Ale, gli ho solo chiesto una sigaretta, mica la Luna! Comunque mi guardava in quel modo perché ha detto che per stare qui devo pagare due euro e cinquanta. Che si fotta!" si accende la sigaretta e torna a sdraiarsi mettendosi una mano sotto alla testa. 
"Dai, andiamo in spiaggia libera" gli dice lei. A nessuno dei due va di restare lì, e trenta metri più a sinistra non devono pagare nulla né tanto meno subire le lamentele degli altri. E sua zia non li vede. 
Così prendono gli asciugamani e si spostano. Quando arrivano si sdraiano a terra, il sole è cocente, ma a lui non va di entrare in acqua. Parlano delle più svariate cose, e ogni volta che a lui torna in mente una scena dice "Eravamo sballati persi..." e racconta le scemenze che ha fatto a mò di fiaba, ridendo con lei, fregandosene di tutto il resto. 
A un certo punto lui allunga il braccio e lo infila sotto la nuca di lei. 
"Ti voglio più vicina" le sussurra, così lei si gira su un fianco e gli poggia la testa sul petto, mentre con la mano glielo accarezza. Ogni tanto risale verso il suo collo con le dita, giocherella col suo orecchio sinistro e infiltra la mano nei suoi capelli, sfiorandoli, aggrappandosi, mentre lui le bacia la punta del naso e la fronte, scostandole i ciuffi rossicci dal viso. Quando lui non serra le palpebre, in estasi per come lei lo sta toccando, i loro sguardi si incrociano, catturandosi, desiderandosi.
"Hai degli occhi bellissimi" le dice lui ad un tratto. Lei pensa a quanto sia stupida questa frase di circostanza e ne ride. Semplici occhi nocciola, nulla in confronto ai suoi. Verdi, grandi, con quelle lunghissime ciglia. Gli bacia il mento e, sorridendo, si stringe ancora a lui. 
"Sto morendo di sete" dice lui, ansimando.
"Vai a bere l'acqua di mare!" risponde lei, prendendolo in giro. 
Lui la guarda storto e lei gli passa la bottiglietta. 
Bacio indiretto, pensa, mentre continuano metaforicamente a sfiorarsi le labbra bevendo la stessa acqua.
Quando finiscono la bottiglia lei si alza e, saltellando per via della sabbia bollente sotto i piedi, arriva in riva e la riempie. 
Tornando da lui inizia a versargli l'acqua salata sulla schiena e sulla testa ridendo mentre il ragazzo finge uno sguardo minaccioso. 
Finiscono per fare il bagno, lui la fa sedere sulle sue ginocchia abbracciandola e accarezzandole il viso. 
"Puzzi ancora di fumo" gli dice lei, nascosta nell'incavo del suo collo.
"E che volevi? Ho appena finito la sigaretta" risponde lui. 
La ragazza ricaccia indietro le lacrime. Lui neanche sa quanta paura ha che possa stare male o che gli possa succedere qualcosa.
E per continuare a nasconderlo si allontana quanto basta per guardarlo negli occhi e sorride.
Quando escono lui sta gelando. Si sdraiano sulla pancia e lei si nasconde le mani sotto il collo, chiudendo gli occhi.
Lui invece inizia ad accarezzarle la schiena.
"Grattini?" sussurra lei, nel più piccolo dei sorrisi. 
"Sto tentando" risponde lui. 
Beh, in effetti non è il massimo, ma il fatto che sia lui a toccarla basta per farle venire i brividi per tutti il corpo e farla rilassare.
"Se continui mi addormento" dice la ragazza, e perde la mano nei capelli dell'altro, massaggiandogli la nuca. 
"Siamo in due" fa lui.
Rimangono così per diverso tempo, smettendo di accarezzarsi solo per tenersi la mano e giocherellare l'uno col palmo dell'altra, finché non ritornano a com'erano messi all'inizio: lei sul suo petto e lui con la mano persa fra i suoi ricci rossastri.
In quel momento, dopo una lunga serie di sguardi provocatori e baci casti ovunque tranne che sulle labbra lui la stringe a sé e dice "Non voglio correre nessun rischio, perciò te lo dico: ho voglia di baciarti"
Sapevo che sarebbe finita così, pensa lei.
Ma quello che dice è soltanto "Non si può". 
"Perché?" chiede lui, guardandola in faccia, anche se lei non accenna ad alzare il volto. 
"Non voglio innamorarmi di nuovo di te" perché, sì, ci sono stati dei precedenti, lui è stato il suo primo amore, ed è durato per tanto, troppo tempo. Lui non l'ha mai amata, ed è questo che la spaventa. Innamorarsi, per cosa poi? Rimanere sola a soffrire. Perché ai sentimenti non si comanda, non puoi importi di amare qualcuno. E non puoi obbligare te stessa a dimenticare chi si è avvinghiato al tuo cuore e sembra non volersi staccare. 
Quindi rimangono così, sotto il sole di luglio, abbracciati. 
"Allora ho fatto bene a dirtelo" dice lui in uno sbuffo. Sa com'è fatta la ragazza. Sa che se bacia qualcuno è perché prova qualcosa. 
E non vuole che si innamori di nuovo di lui. 
Però il desiderio è impellente. 
La voglia di divorare le sue labbra è tanta. E' strano, non ha mai fatto questo genere di pensieri, non su di lei, perlomeno.
Ma è così pericolosamente vicina... e così diversa da come la ricordava. 
E' cresciuta, è più bella, guardarla gli fa un effetto strano.
La fissa, sdraiato sulla pancia. Alza un po' il volto mentre gli occhi di le puntano il sole. Ora lo guarda. 
La ragazza infila un braccio sotto il suo collo e con la mano si aggrappa ai suoi capelli. Un brivido gli percorre la schiena. 
Sto impazzendo pensa il ragazzo. Poi chiude gli occhi e si lascia andare sull'asciugamano. Posa le labbra sul braccio di lei e vi lascia un piccolo bacio, che l'altra riesce appena ad avvertire, nascondendo un brivido di piacere provocato dal contatto appena avvenuto.
"Le tue labbra sono a forma di cuore" sussurra la ragazza mentre con l'indice percorre il disegno della sua bocca. 
Lui sorride. 
I suoi occhi verdi. 
Le sue labbra.
Il suo sorriso. 
Lei torna a guardare il cielo, lui nasconde il volto nel suo braccio, poggiandovi ancora le labbra. 
Il ragazzo non può resistere, muore dalla voglia di baciarla. Si tira su sul gomito. La guarda dall'alto. Ha gli occhi chiusi.
La prendo di sorpresa, è il momento giusto pensa. Ma quando si ritrova ad un centimetro di distanza dalla meta lei apre gli occhi e lo guarda. Lo sbeffeggia perché sa cosa cercava di fare. E perché sapeva che lui la mangiava con gli occhi prima di vederselo addosso.
Alza un poco il viso, riducendo ancor di più la distanza. 
Allora mi vuole, pensa lui. 
Lei glielo legge nell'espressione del volto. 
"Non ci contare" gli dice.
Sfiora quasi le sue labbra, vuole farlo diventare pazzo. 
Pazzo di lei, come lei lo è stata di lui. 
Quando lui tira fuori la lingua per divorare la sua bocca lei si tira indietro, ridendogli in faccia. 
"Snonza!" dice lui, buttandola sul ridere quando dentro sta morendo. 
La ragazza, accorgendosene, non può fare a meno di farsi prendere dalla voglia di farlo andare fuori di testa.
Di conseguenza, quando lui torna a poggiare le labbra sul suo braccio, lei si aggrappa ai suoi capelli, avvicinandosi al suo volto. 
Inizia a lasciargli umidi baci sul collo, che lo fanno tremare sopra di lei.
Quando arriva al suo orecchio gli mordicchia il lobo e giocherella col dilatatore in metallo verde acqua che si trova nel mezzo. 
Lui si lascia andare, le permette di fare tutto quello che vuole.
Lei si prende allora piena libertà, baciandogli la tempia, la punta del naso, carezzandogli la fronte e sfiorandogli la nuca con le dita, delicatamente, riempiendo il suo corpo di brividi sconnessi. 
Il ragazzo sa che lo fa apposta, che vuole farlo impazzire, eccitare, morire dalla voglia di divorare le sue labbra; sa anche che alla fine lo lascerà a bocca asciutta, quindi continua a godersi i suoi baci dolci e casti, la sua gamba che si è infiltrata in mezzo alle sue, il modo in cui si è avvinghiata a lui, che gli sta facendo battere il cuore a mille, e il suo essere così dannatamente brava a farlo diventare completamente pazzo. 
Lei gli si avvicina alla bocca. 
Pensa che sia bellissima, rossa, carnosa, invitante. E sa quant'è calda, come la sua lingua, che sempre più spesso fa capolino e tenta di raggiungerla, quando lei la incoraggia, per poi lasciarla sola.
"Ale, mi sto bagnando" dice lui. 
Lei fa una faccia stranita e in un urletto stridulo le scappa un "Che cosa?!!".
Lui sorride, fingendo che non sia vero. Allora lei continua, continua e continua. Per cinque, dieci, quindici, venti minuti.
 
"Ale, sto impazzendo" inizia a dire lui. E' una frase che la ragazza continuerà a sentire finché non si separeranno.
"Ah, sì? Su una scala da uno a dieci?" gli sussurra all'orecchio, soffiandogli sul lobo. Un brivido percorre il corpo di lui, che sembra pensarci un attimo, ad occhi chiusi, con un espressione beata stampata sul volto.
"Otto" dice lui. E questo la fa alquanto imbestialire, perché subito dopo si affretta a ribattere "Allora facciamo salire in fretta i valori".
"Accidenti a te e ai tuoi occhi: sono bellissimi!" le vien da dire prima di ricominciare a torturarlo. Per quanto ce la metta tutta, anche per lei è stancante reggere lo sguardo del ragazzo, di una bellezza e profondità disarmante. 
Eppure oggi è motivata da qualcosa di strano, quasi da un desiderio di vendetta. Sa quanto sia sbagliato e quanto faccia male quando gli altri giocano coi tuoi sentimenti. Ma lui non è fragile sino a quel punto. D'altronde, se hai la forza di ignorare quello che gli altri provano per te, dovresti riuscire a resistere se ti ripagano con la medesima moneta. 
O no?
"Scusa" gli sussurra sommessamente all'orecchio. Torna a guardarlo negli occhi, spostando lo sguardo dalle pupille alle labbra con stampato in volto un sorrisetto malizioso. Gli si avvicina e con la punta della lingua finge di entrare nella sua bocca, sfiorandogli il labbro inferiore, rosso di voglia e umido. 
Manca poco che sbavi si dice la ragazza, sorridendo a se stessa.
Si tira addosso il corpo di lui, poggiando una mano sul suo petto, ascoltando il suo cuore che si dimena.
Gli bacia lo spazio che divide il naso dal labbro superiore. Lui geme e la guarda, esterrefatto.
"A quanto stiamo?" sorride lei. Le sue parole sono vento pungente sul volto di lui. Non sa quanto resisterà ancora. In parte si è arreso, nonostante muoia dalla voglia di eliminare con uno scatto lo spazio fra di loro non vuole far nulla senza il suo consenso. E' abituato a far impazzire la gente, non a ricevere quel trattamento lui stesso. Ma sa che con lei ogni sua regola si annulla: è diventata più forte di lui, molto di più. Riesce a fare delle sue volontà polvere. Dopo quattro anni che si conoscono la sua piccola ha imparanto a comandare il gioco.
"Nove" dice mentre lei gli lascia un bacio caldo e umido sulla guancia e gli accarezza l'ombra della barba che sta ricrescendo. 
"Sei proprio brava" aggiunge. 
Lei lo guarda in modo strano. 
"Non sono una troia" si affretta a puntualizzare lei. Oh, lui lo sa. Lo sa e lo capisce proprio perché quella dannata ragazza neanche bacia, senza amore. Non si fa sfiorare nemmeno con un dito. 
"Intendo dire che in molte hanno cercato di farmi impazzire, ma io non ho mai voluto nessuno come voglio te in questo momento" gli vien da dire. 
Il volto di lei si apre nel più piccolo dei sorrisi.
"Mi sembra di essere in un sogno" continua il ragazzo quando lei gli lecca dolcemente il lobo dell'orecchio e gli carezza i capelli castani e lisci, zuppi di salsedine. 
Lei si blocca, senza però smettere di toccarlo. 
Era quello che voleva. E' la scena perfetta, quella da film che ha sempre sognato. Quella che leggi nei libri, descritta così bene che ti sembra di viverla. 
Ebbene sì, lei, in questo momento, è parte di quella scena. Ogni momento con lui è sempre stato totalmente teatrale. Non perché finto, bensì talmente perfetto da sembrare impossibile. 
E quelle sensazioni le aveva provate sempre e soltanto lei.
Ora, invece... 
"Ale, dobbiamo andare!" sente la vocina stridula di suo cugino che, ancora grondante perché appena uscito dall'acqua, viene a chiamarla. 
Dannazione! pensa la ragazza, liberando l'altro dalla sua morsa. 
"Occhei! Arrivo tra un attimo" risponde, ancora col braccio sotto il collo della sua preda. 
Quando il dodicenne gira al largo lui punta nuovamente gli occhi in quelli del vicino.
"Devo andare" gli sussurra, come se lui non lo sapesse già.
"No, ti prego" si lamenta il ragazzo. 
"Dai, accompagnami" dice lei, ma prima si preoccupa di far scontrare casualmente le loro lingue, giusto per catturare il sapore dell'altro nella sua bocca e far crescere ancora di più la sua eccitazione.
Lui si riveste in riva, mentre lei per farlo torna allo stabilimento, entra in cabina e si infila una canottiera rosa antico e dei pantaloncini in Jeans. In quel lasso di tempo il ragazzo la aspetta guardando il mare. E' ancora insoddisfatto, credeva che sarebbe riuscito a catturare le sue labbra prima della fine di quella giornata. E invece no. 
"Beh, stavolta ho vinto" gli dice lei, sorridendo. 
Più la guarda e più pensa di essere folle. 
"Hey Fede, come va?" continua lei, vedendo il suo sguardo fisso a terra.
"Sto impazzendo" risponde, fingendo di sorridere a facendo spallucce. 
Lei si aggrappa al suo collo con la braccia, fissandogli le labbra e mordendosi il labbro inferiore in modo provocatorio.
"Sono molto dispiaciuta per te!" lo prende in giro quando, per l'ennesima volta, gli da una falsa speranza. 
"Senti, ma se io adesso... come dire... scivolassi in avanti?" propone il ragazzo, aggrappandosi al bacino di lei e fingendo di inciampare sulla sabbia, arrivando a un centimetro dal suo volto. 
"Beh... io ti tapperei la bocca!" risponde lei premendogli le mani sulle labbra. 
Ora solo quelli di sempre. Lei e lui. Lui e lei. I ragazzini che si sono conosciuti in campeggio quando lui aveva ancora i capelli a caschetto e lei non sapeva cosa fosse la matita per gli occhi. Quelli che giocavano a braccio di ferro in acqua finendo sempre per girare in tondo e cadere.
Si sorridono adesso. 
Lei si chiede se lui, come ha detto una lontana sera di ottobre, l'abbia mai davvero amata.
Lui si chiede se lei, sotto quei sorrisini maliziosi e quei bollenti casti baci che gli riserva, non nasconda ancora quel sentimento che c'era fino a qualche anno prima, e che aveva fatto di lui il suo primo amore.
Ora si abbracciano. Lui le bacia la clavicola, lei il collo. Sono baci puliti e dolci. I loro consueti baci d'addio che poi significano sempre "arrivederci". 
Il ragazzo si perde nei ricci di lei. Quanto ama e ha sempre amato quei capelli. 
La ragazza prende un respiro profondo sul suo collo, inalando il suo profumo. Vivrebbe del suo odore.
Si guardano. Lei gli incornicia il viso con le mani.
"Non ti lavare la faccia. Ci sono i miei segni sopra" scherza.
"Ma che, davvero?" risponde sbalordito lui.
"Nooo, scemo!" controbatte la più piccola, scossa da un riso leggero.
Sua zia la sta aspettando. Deve andare via. 
"Promettimi che ci rivedremo" dice lui. 
"Solo se lo prometti anche tu" 
"Ma se te l'ho chiesto io per primo!"
"Ok, mia zia ci sta. Le stai simpatico. Ci rivedremo" continua la ragazza.
Prima di andarsene lo stringe ancora una volta, forte più che mai.
"Non sparire. Fede, ti prego, non sparire" lo supplica. Ha vinto, è vero, ma è ovvio che non vuole che i suoi sentimenti vengano feriti. Non di nuovo.
"Non sparirò. Te lo prometto" la abbraccia forte lui. Entrambi chiudono gli occhi assaporando quell'attimo. 
"Beh.. allora ciao" lei è la prima a lasciarlo andare.
"Sì... ciao"
Si stringono le mani. Poi lui inizia a camminare. Le loro dita continuano a cercarsi e sfiorarsi finchè la distanza non è troppo grande per essere colmata.
Ho vinto. Stai ancora impazzendo. Ti riverdò continua a ripetersi lei. 
Hai vinto. Sto ancora impazzendo. Ti rivedrò si dice lui.
 
La ragazza lo vede allontanarsi, rinchiuso nella sua maglietta degli Slipknot e con lo zaino sulle spalle. Sente ancora le sue mani che la sfiorano. Il suo profumo. 
Sa di buono.
Non si volta. Mai.
 
Il ragazzo sa che lei lo sta guardando andarsene. 
Ma questo non è un addio, bensì un arrivederci. 
Quindi cammina a passo di una musica che conosce solo lui, coi baci di lei che bruciano ancora sul suo corpo. 
E non si volta. Mai.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: alwaysbeenweird