Questa
Fanfiction è in risposta alla sfida lanciata da black_eyes
sul gruppo Seblaine
Events.Rain.
Sebastian
prese
in braccio la giovane Aurora visto che dopo il bacio ancora non si era
sveglia,
aveva paura che qualcosa fosse andato storto e che ora fosse troppo
tardi, dopo
quello che aveva perso per andare da lei non si sarebbe mai perdonato,
perciò
decise di andare al castello di re Stefano dove avrebbe trovato le sue
tre fate
madrine.
Salì
in sella al
suo cavallo e dopo essersi assicurato che Aurora stava al sicuro fra le
sue
braccia corse alla volta del grande palazzo reale. Quando
arrivò lì si
precipitò nella grande sala dei troni e sistemò
Aurora sopra al tavolo
sorreggendole la taste con le mani.
“AIUTO!”
Gridò
fino a
quando tutti si precipitarono lì e vide la disperazione
negli occhi della madre
della giovane che ancora non si era svegliata, anche lei aveva paura
che ormai
fosse troppo tardi e non lo accettava. Il re andò vicino ai
due giovani e dopo
aver accarezzato le gote vellutate di sua figlia pose una mano sulla
spalla del
giovane uomo che disperato non sapeva cosa fare. In quel momento un
ombra affiancata
dalle fatine si fece spazio fra la folla che si era radunata nel
palazzo, aveva
gli occhi persi nel vuoto e i suoi capelli erano castani. Fauna si
avvicinò a
Sebastian e gli prese una mano per farlo alzare.
“Aiutami.
Che
devo fare?”
“Ha
solo bisogno
del bacio del vero amore!”
Disse
Serenella e
Sebastian la guardò confuso.
“Ma
io l’ho
baciata! Ho perso tutto pur di poterla salvare, non posso
fallire.”
“Ragazzo,
tu non
dovresti aver perso tutto, non dopo che hai trovato lei e se
l’hai pure baciata
due domande me le farei al posto tuo, tesoro.”
Continuò
Serenella, lei si ricordava bene che dono aveva fatto alla loro
Rosaspina e
perciò si avvicinò al ragazzo che stava al fianco
di Flora che teneva ancora il
viso abbassato, gli prese una mano e sorridendogli lo fece avanzare
verso la
principessa prigioniera ancora di quel sonno maledetto.
“Il
bacio del
vero amore mio caro giovanotto è la forza più
potente che esista in questo
mondo e non si può improvvisare su due piedi e la magia
riconosce questa forza
che scorre fra i cuori di due persone che si appartengono. Se uno dei
due cuori
non sente che la sua anima è legata a quella
dell’amante allora non può
esistere il vero amore. Cosa ti ha spinto ad andarla a cercare
Sebastian?”
“Non
lo so, mi è
stato detto di farlo. Mi hanno detto che l’amore della mia
vita era stato
imprigionato e dovevo andarlo a salvare.”
“Hai
pensato che
fosse lei?”
In
quel momento
Sebastian non seppe come rispondere perché no, non aveva
pensato che fosse
Aurora, ma pensava che Blaine si fosse cacciato in qualche guaio e
doveva
andarlo a salvare. Rimase in silenzio e si limitò a fissare
le tre fate.
“Questo
ragazzo
al mio fianco si chiama Filippo, anche nelle sue vene scorre sangue
reale mio
caro re se te lo stai chiedendo, ma alla nostra Rosaspina non
interessava la
suo posizione nella piramide sociale, al cuore non interessa. Ci
abbiamo messo
un bel po’ a trovare questo giovanotto, vero care?”
“Ci
abbiamo
impiegato ore, Fauna.”
“Troppe
ore,
Flora.”
Ribatté
Serenella.
“Lo
abbiamo
portato qui perché i due giovani si sono incontrati nel
bosco vicino al luogo
dove nascondevamo la nostra Rosaspina e dopo gli incontri con questo
bellissimo
ragazzo la vedevamo felice come non mai. Lui può essere il
solo che riuscirebbe
a salvarla.”
“Ma
io ho rischiato
la mia vita pur di poterla salvare. C’era un drago vicino al
castello! Sputava
fuoco.”
“Questo
non
dimostra che tu l’amassi, Smythe.”
Disse
Filippo con
la rabbia che fiammeggiava nei suoi occhi, Aurora era sua e non
riusciva a
tollerare il fatto che questo l’avesse baciata, voleva tanto
picchiarlo per
averci solo pensato ma sapeva che non poteva farlo. Serenella
lasciò la mano
del giovane principe permettendogli di avvicinarsi alla ragazza e
quando le fu
vicino gli occhi scuri si illuminarono, gli spostò una
ciocca dal viso prima di
avvicinarsi a lei per poterla baciare e quando sentì che
Aurora ora stava
sorridendo nel loro bacio lui si staccò da lei per poterla
osservare.
“Bentornata.”
Disse
tutto
felice Filippo e quando gli occhi di Aurora lo videro si
illuminò tutta e si
tuffò fra le sue braccia ridendo serena.
“Mi
hai salvata.”
“Sapevi
che
l’avrei fatto.”
Sebastian
si
allontanò da loro pian piano da quella scenetta felice, si
sentiva di troppo e
ora il peso del suo errore lo stava asfissiando, era come se non
riuscisse più
a respirare.
“Ma
che ho
fatto?”
Continuava
a
ripetere e non riusciva a darsi una risposta.
“Cosa
hai, caro?”
Disse
gentilmente
Fauna e Sebastian voleva veramente darle una risposta, ma non riusciva
a
darsela.
“Niente
può
battere il vero amore, tienilo bene in mente.”
“Perché
tutti ci
credono in questo modo?”
“Perché
basta
crederci per far si che ciò sia vero. Perché tu
non ci credi?”
“So
solo che non
esiste.”
“Solo
perché tu
hai paura di mostrare i tuoi sentimenti e tenti ad allontanare tutti da
te non
significa che il vero amore non esista. Li hai visti quei due? Hai
visto di
cosa è capace l’amore?”
“Forse
è così per
pochi.”
“No
è così per
tutti e ancora non mi capacito del fatto che tu continui a parlarmi
quando sai benissimo
dove dovresti essere e chi dovresti cercare.”
“Non
mi vuole più
vedere, è finita ormai.”
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Sebastian
e
Blaine si trovavano nella grande sala per i duelli della famiglia
Smythe, i due
giovani erano riusciti a trovare un modo per vedersi anche nelle
giornate in
cui c’era il sole, perché in alcuni periodi
aspettare la pioggia era
insopportabile, perciò Sebastian un giorno disse che era ora
di riprendere in
mano la spada e di incominciare ad allenarsi come tutti i principi che
si
rispettano e non ci volle molto prima che il padre gli chiedesse se era
intenzionato ad avere un compagno per la sfida e Sebastian con un
sorriso da
trionfatore gli disse che sì, ne aveva bisogno e sapeva
già con esercitarsi.
Le
regole in
quella stanza erano semplici: il contatto fra i loro corpi era
acconsentito
solo se necessario e i loro vestiti doveva rimare addosso e non fare
decorazione sul pavimento. Queste regole erano fondamentali se ci
tenevano ad
incontrarsi un’altra volta il giorno dopo.
Ma
in alcuni
casi, quando erano veramente sicuri di stare da soli quei corpi a corpi
diventavano la scusa migliore per Sebastian di poter baciare Blaine.
Ma
un giorno
vennero interrotti da uno dei messaggeri del padre di Sebastian che lo
convocava subito per dirgli un’informazione importantissima.
Quel giorno
coincideva con il sedicesimo compleanno della principessa Aurora.
Sebastian
lasciò
il ragazzo riccioluto da solo nella grande sala per andare dal padre e
quando
ritornò da lui Blaine notò subito che
c’era qualcosa che non quadrava, aveva lo
sguardo spento. Andò vicino all’amato e gli
afferrò una spalla per invitarlo a
guardarlo negli occhi.
“Bas
che c’è?”
“Devo
partire.”
“Per
andare
dove?”
“Devo
andare a trovare
Aurora, la devo salvare. Per poi. . .sposarla.”
Blaine
cambiò
immediatamente espressione e si allontanò da lui.
“No.”
“Blaine
io-”
“No.”
“Devo
farlo, non
ho altra scelta.”
“Dire
la verità?”
“Non
voglio che
ti facciano del male.”
“Potremmo
andarcene da qui! Non sposarla. Ti prego.”
“Devo.”
“In
amore non c’è
il “devo sposarla” tu non vuoi sposarla!
Perché non glielo dici?”
“Perché
non
possiamo.”
“E
io che dovrei
fare? Vedere colui che amo sposare una persona che non sono io e stare
in
silenzio?”
“Dovresti
andare
avanti.”
“Io
sono sempre
stato zitto per quanto riguarda i nostri incontri protetti dalla
pioggia, mi
bastava vederti e alcune volte passavano mesi prima che potessi
avvicinarmi a
te, ma stavo zitto perché preferivo il poco al niente. Ora
tu non puoi
andartene da lei. No.”
“Blaine.
. .”
“No.”
Sebastian
si
avvicinò a Blaine, odiava vederlo in quello stato e
soprattutto non riusciva a
perdonarsi il fatto che la causa di tutto questo era lui. Blaine come
se lo
vide vicino incominciò a colpirgli il petto e Sebastian gli
prese le mani per
farlo fermare e aspettò che si calmasse. Quando Blaine fece
partire un altro
colpo si fermò a pochi centimetri dal sul petto per poi
accasciarsi su di lui,
subito le braccia del più alto lo afferrarono per la vita
per non farlo cadere.
“Tu
non puoi
abbandonarmi.”
“Non
voglio
farlo, ma mi è stato ordinato dal re di andare a cercarla,
sono obbligato a
mettermi in marcia.”
“E
se io ti
ordinassi di restare?”
“Ti
direi che non
posso, che devo andare.”
Sebastian
gli
baciò delicatamente la testa per poi sciogliere la presa sui
suoi fianchi e si
allontanò un po’ da Blaine.
“Devo
andare.”
Gli
disse con la
voce rotta e camminò all’indietro fino alla porta
per poterlo guardare: l’unica
persona che è riuscita ad entrare nel suo mondo,
l’unica persona che gli avesse
mai fatto mettere in discussione il suo mondo privo di legami.
“Se
te ne esci da
quella porta non provare a tornare da me.”
“Blaine.”
“Non
ti devi
azzardare, mi hai capito Smythe?”
Sebastian
annuì.
Blaine non l’aveva mai chiamato per il cognome e quando si
chiuse la porta alle
spalle capì che niente sarebbe ritornato più come
prima.
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Sebastian
si
perse nei suoi pensieri per un po’ sotto lo sguardo
preoccupato di Fauna.
“Tutto
bene?”
“Che
hai detto?”
“Che
il vero
amore non finisce mai e ora vai cercarlo. Che aspetti?”
“Tu
come facevi a
sapere di noi? Abbiamo sempre agito in segreto.”
“Non
lo sapevo
infatti, ma a noi basta poco per capire chi è innamorato e
tu hai gli occhi di
chi ha paura di bruciarsi dell’amore, ma si è
già bruciato e ora gli manca un
pezzo di sé per stare bene.”
“Devo
far proprio
schifo a camuffare le emozioni allora.”
“No,
nessuno di
là l’ha notato. A noi fate basta poco per
riconoscere le persone come te caro
Smythe.”
“Non
saprei dove
cercarlo.”
“Ma
con Aurora ci
sei riuscito.”
“Sapevo
dove
dovevo andare.”
“Credo
che anche
adesso sai dove andare a cercare, ma hai solo paura di avere
torto.”
Sebastian
si girò
dall’altra parte e si mise ad osservare il paesaggio fuori
dal finestrone, gli
occhi della fata lo stavano mettendo a disagio. Cosa mai era successo
prima
d’ora. La sua attenzione venne rivolta alle grande nuvole
cariche di pioggia
che stavano avanzando verso di loro. Gli venne da sorridere,
perché sapeva
esattamente dove andare. Almeno sperava di trovarlo là.
Dopo
tutto mesi
prima si erano promessi di vedersi ogni qualvolta che una nuvola
oscurava il
sole e Sebastian sperò che per quanto potesse essere
arrabbiato con lui si
fosse recato lo stesso al loro posto segreto, quella casetta
abbandonata da
tutti in mezzo al bosco e di fianco ad un ruscello. La trovarono per
caso in un
giorno di pioggia e non sapendo dove altro poter ripararsi entrarono di
nascosto in quella casetta e se ne impossessarono diventando il loro
posto
preferito.
L’incontrarsi
lì
protetti dal mantello della pioggia gli era venuto in mente dopo esser
tornati
dalla loro prima permanenza in quella casetta e videro che dicendo che
erano andati
a fare una passeggiata, ma il brutto tempo l’ha costretti a
passare fuori la
notte nessuno gli faceva altre domande, anzi gli davano pure ragione
perché non
si dovrebbe camminare sotto la pioggia e si innamorarono di quel posto.
Perciò
la pioggia
divenne il loro codice segreto che stava a significare
“abbiamo il via libera,
possiamo incontrarci” e come vedevano le nuvole scure che
avanzavano verso di
loro e facevano sellare i loro cavalli all’istante. Sebastian
e Blaine amavano
la pioggia, più che altro Sebastian amava quando baciava il
viso di Blaine
sentiva il sapore della sua pelle mischiata alla pioggia, Blaine invece
amava
esser baciato sotto alla pioggia.
Sebastian
continuò a vedere quelle nuvole grigie e gli
ritornò in mente la prima volta
che incontrò Blaine.
“So
dove
cercare.”
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Quel
giorno la
città era tutta in fermento per via del ballo in maschera
organizzato dalla
famiglia Anderson dopo essersi trasferiti nel regno di re Stefano e
quella sera
l’attenzione di Blaine, il figlio più giovane del
potente Charles Anderson, fu
tutta rivolta verso l’unico invitato che non portava la
maschera, il principe che
portava il nome di Sebastian non capiva perché lui doveva
coprirsi il viso con
una maschera, non era brutto e non aveva niente da nascondere. Blaine
sentiva
dentro di se una strana curiosità verso quel ragazzo, ignaro
del fatto che questa
curiosità dopo mesi di incontri dal sapore della pioggia
diventerà ben altro,
ma nessuno dei due saprà definirla visto che non avevano mai
provato nulla di
simile nella loro vita, Sebastian più che altro
tenderà a negare perché
semplicemente non lo credeva possibile.
Quella
stessa sera
Blaine dopo aver chiesto ad altri invitati qualcosa in più
sul conto del
ragazzo senza maschera e dopo aver saputo il suo nome decise di
seguirlo nel
momento in cui lo vide allontanarsi dal ballo, non sapeva cosa avesse
quel
ragazzo di particolare, ma non voleva perderlo di vista. Sebastian si
avvicinò
sempre di più al confine dei loro averi dove gli alberi si
facevano più fitti e
quando si fermò di scatto Blaine si nascose subito dietro al
primo cespuglio
che vide trattenendo il respiro.
“La
prossima
volta prova a non camminare come un elefante con l’asma forse
non ti noterò.”
Disse
Sebastian
ancora girato di spalle col suo mezzo sorriso sulla bocca.
“Esci
fuori,
voglio vedere la tua faccia. Ora.”
Blaine
non sapeva
cosa fare perciò si sentì obbligato ad alzarsi e
Sebastian si girò verso la
direzione quando sentì le foglie spostarsi sotto ai piedi
del suo inseguitore.
“Tu?”
“Perché
sei
stupito? Sei a casa mia e ti permetti di girovagare per il mio
giardino, dovevo
vedere cosa ti portava qui.”
“Avevo
bisogno
d’aria.”
“C’è
aria anche
dentro.”
“Ma
qui non c’è
tutta la folla che sta dentro.”
“Potevi
limitarti
alla chiostro interno.”
“Potevo.
. .”
“Sono
Blaine,
comunque.”
“So
chi sei,
tutti non fanno che parlare di te e della famiglia, siete la
novità ora. Io
sono Sebastian.”
Disse
il più alto
stringendogli la mano e Blaine si perse nel guardargli gli occhi
smeraldini, ma
subito perse il contatto visivo perché il più
alto si stese sopra l’erba per
osservare le stelle sperando che l’altro giovane si decidesse
a lasciarlo da
solo, ma Blaine non era della stessa idea perciò si mise
fianco a lui e rimasero
in silenzio stesi sul prato a fissare le stelle, almeno fino a quando
iniziò a
piovere e i due dovettero ritornare al palazzo, per non bagnarsi
usarono il
mantello di Sebastian che lo mise sopra alle teste di entrambi per poi
passare
un braccio sulla sua vita per farlo avvicinare di più a lui
e stretti in quel
modo corsero verso la porta che portava nel salone. Quando si trovarono
al
riparo dalla pioggia restarono ancora stretti in quello strano
abbraccio e più
passavano i minuti e più tutto questo diventava
imbarazzante. Tutto accadde
senza che nessuno dei due ebbe modo di accorgersene e si baciarono,
senza
sapere perché e senza pensare di stare a baciare uno
sconosciuto. Si persero
nella bocca dell’altro senza pensare alle conseguenze.
Ma
la magia
durò poco
e Blaine si staccò dalla bocca
dell’altro rosso in viso e con gli occhi color del miele
sbarrati. Si allontanò
di quel che bastava per poter rimanere riparato dal mantello del
più alto e
rimasero un’altra volta in silenzio.
“Io
ora è meglio
che rientri, ma. . .ci possiamo rivedere?”
“Quando?”
“Non
lo so, ti
mando una lettera.”
“Sono
pericolose,
mio padre potrebbe rintracciarle.”
“Che
ne dici di
aspettare un temporale? Nessuno ci verrebbe a chiamare e non
c’è bisogno di
inviarci niente.”
“Non
so se riesco
ad aspettare il prossimo temporale, ma ci possiamo provare.
Può funzionare.”
Disse
ammiccando Sebastian.
“Lo
faremo
funzionare.”
Disse
Blaine.
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E
funzionò,
almeno fino a quando suo padre non lo obbligò ad andare a
cercare Aurora e ora
col peso in meno di un matrimonio che non voleva fare si sentiva molto
più
leggerò e veloce tant’è che
arrivò al casetta in mezzo al Bosco Addormentato
senza accorgersene. Lo doveva trovare, ma quando entrò
dentro la casa la trovò
vuota però ad un certo punto il silenzio del bosco si
riempì della voce che
avrebbe saputo riconoscere fra milioni.
“Anche
se nei
sogni è tutta illusione e nulle più il mio cuore
sa che nella realtà tu da me
verrai.”
Poi
Sebastian
sentì Blaine calciare delle pietre che finirono la loro
corsa nel fiume.
“Ma
tu non
verrai, sono solo un illuso.”
Fu
in quel
momento che Sebastian corse fuori per andare da lui.
“Io
non ne sarei
tanto convinto.”
Blaine
si girò
subito verso di lui con gli occhi ancora gonfi, ma nel momento in cui
si
guardarono negli occhi sul viso del riccio si dipinse un piccolo
sorriso, ma
durò un attimo.
“Che
ci fai tu
qui? Già sei annoiato dalla tua bella principessa?”
“No.”
“E
allora perché
sei qui?”
“Perché
io non
l’amo e il bacio di Filippo l’ha riportata nel
nostro mondo.”
“Non
l’ami? Che
novità.”
“Blaine.”
“Tu
non puoi
tornare da me ogni volta che ti fa comodo, sono una persona. Lei ti da
buca?
Che problema c’è tanto Blaine mi aspetta. Io te
l’avevo detto di non andare.”
“Sai
come sono.”
“Io
sono solo
stufo dei tuoi comportamenti ok? Sono una persona che ha dei
sentimenti! Sai
che si prova quando la persona che ami va da un’altra
perché deve salvarla? Sai
che significa pregare una persona per fa si che rimanga al tuo fianco
ma
vederla andare via lo stesso? Io non si sto Sebastian.”
“Io
ora sono qui
e ti giuro che non ti farò mai più del male, non
un’altra volta. Diremo a tutti
la verità e se non l’accetteranno sarà
un problema loro.”
“Perché
sei
ritornato?”
“Perché
ti amo.”
Blaine
ci mise un
po’ di minuti a metabolizzare ciò che gli aveva
detto Sebastian perché in tutti
quei mesi il solo a dire quelle due paroline era sempre stato Blaine e
ciò fece
dimenticare da Blaine quel giorno in cui lo vide andare via, gli
andò incontro
e lo afferrò per i fianchi, Sebastian sentendolo fra le
braccia non sentì più quella
sensazione di oppressione sul petto e riuscì a ritornare a
respirare per bene.
Ispirando l’odore di Blaine mischiato a quello della pioggia
che si stava
avvicinando, si sentì a casa.
“Non
farlo mai
più.”
“Mai
più,
promesso.”
“Non
mi avevi mai
detto che mi amavi.”
“Ti
sbagli, solo
non prestavi attenzione.”
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Erano
passate
settimane dall’ultima volta che Blaine e Sebastian ebbero
l’occasione di
incontrarsi nel loro posto segreto perciò quando videro che
si stava avvicinando
un temporale non vedevano l’ora di mettersi in cammino.
Quando
Blaine
arrivò là vide con piacere che l’altro
era già arrivato e questa volta provò ad
avvicinarsi verso di lui facendo molto piano, voleva fargli una
sorpresa.
Sebastian si trovava seduto sul letto del ruscello lì vicino
con i piedi che
giocavano con l’acqua. Quando arrivò vicino a lui
lo abbracciò da dietro e
posando la testa sulla sua spalla, Sebastian ci mise poco a ribaltare
le
posizione per poterlo guardare negli occhi per poi perdersi nella sua
bocca con
le sue mani che lo spingevano verso il suo corpo facendo pressione
sulla sua
schiena. Blaine non se lo aspettava perciò ci mise una
manciata di secondi
prima di rispondere al bacio.
“A
qualcuno sono
mancato.”
Disse
scherzando
Blaine.
“Da
morire.
Dobbiamo trovare un altro segnale segreto, questo nei mesi di secca non
può
funzionare.”
“Sono
pienamente
d’accordo. Sono stati dei mesi infernali..”
“Io
direi di
entrare, non vorrei prendermi l’acqua.”
Disse
questo e si
alzò per poi pose la mano per aiutare Blaine ad alzarsi in
piedi e poi
entrarono dentro la piccola casa che con il tempo la resero
accogliente. Quando
chiusero la porta Sebastian imprigionò Blaine fra il suo
corpo e il legno per
poterlo baciare mentre Blaine slacciava ad uno ad uno i bottoni della
camicia
del più alto per poter lasciare le mani libere di muoversi
sul suo petto nudo.
Dopo un po’ Sebastian gli bloccò le mani e se le
portò alla bocca per baciarle
per poi indirizzarlo verso il loro letto improvvisato, lo fece stendere
e lui
si mise sopra continuando a baciarlo. Sebastian lo aiutò a
togliersi di dosso
la casacca passando a torturare il collo di Blaine per poi lasciare una
scia di
baci su tutto il petto, e ben presto la camicia del più alto
andò a fare
compagnia a quella di Blaine man mano che la scia dei baci di Sebastian
andava
verso il basso.
Passarono
il
resto del tempo a darsi modo di riscoprire i corpi dell’altro
dopo questo lungo
distacco e si divertirono a scoprirsi come la prima volta. Ad entrambi
era mancata
questa sensazione di appartenenza all’altro e per il resto
del tempo le loro
mani rimasero intrecciate. Si mossero in perfetta sincronia e quando
vennero
entrambi Blaine pose la sua testa sul petto dell’amante
chiudendo gli occhi.
“Ti
amo.”
Disse
Blaine con
un sorriso stanco, Sebastian lo strinse ancora più forte fra
le sua braccia,
non sapeva che dire era la prima volta che glielo diceva, e gli
lasciò un bacio
fra i ricci bagnati. Poi controllò che avesse gli occhi
chiusi e che avesse il
respiro regolare, dopo ogni volta che lo facevano Blaine si
addormentava
subito. E dopo aver controllato un’altra volta che lui stesse
dormendo si
avvicinò al suo orecchio per sussurrargli “ti amo
anch’io” per poi baciargli la
parte del collo sotto l’orecchio. Blaine strinse ancora di
più sui fianchi e
per un po’ il più alto ebbe paura che lo avesse
sentito, anche se una parte di
lui lo desiderava.
Beth’s
Corner
E
ce l’abbiamo
fatta a pubblicare pure l’os per la challenge per oggi *me
felice*
Ci
è stato
lanciato il guanto di sfida col seguente prompt: DISNEY. E siccome con
Eric
aveva già dato ho usato una storia che adoro e diciamocelo
Filippo è il mio
secondo principe preferito <3
Adesso
spero che
a Là sia piaciuta <3
Queste
note
saranno brevissime perché domani parto per quel di Giffoni e
devo ancora
preparare tutto!
Un
grazie immenso
va alla beta, che non è una persona perché
è un angelo sappia telo, che mi ha
fatto un super betaggio e fra due giorni potrò ringraziarla
di persona *me
ancora felice*
Grazie
anche a chi
è arrivato a leggere fin qui dopo questa ff non definita
troppo bene.
Spero
che vi sia
piaciuta e tranquilli me la finisco qui. :3
Love
always,
Beth