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Autore: Ciribiricoccola    01/02/2008    5 recensioni
Una mamma con 2 gioielli, anzi, 6! I suoi bambini...e altri 4 ragazzi un pò cresciuti... vediamo se afferrate il collegamento...
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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baby

Ho buttato giù un'altra FF... non avrà molti capitoli, ve lo dico subito, ma spero che vi piaccia!
L'argomento? Bambini... Vi piacciono i bambini? E i TH?
Allora... enjoy it :) e recensite!

“Amore… amore, guarda mamma, guarda l’aeroplanino… braaaavo, aaaammm, mangia che è buono…cooosì, da bravo… vedi che ti piace? Bravo amore!”

 Si sentiva estremamente cretina, ma la soddisfazione era grande quando lo vedeva ingurgitare la pappa senza spargimenti appiccicosi. “Questo qui” aveva subito pensato “sarà uno stomachino delicato e schizzinoso”.

E così effettivamente era stato.

Odiava con tutta l’anima gli omogeneizzati al pesce, guai se glieli facevano passare per omogeneizzati alla carne! E aveva pure le preferenze sulle marche, il signorino… il seggiolone su cui sedeva ogni giorno veniva sempre ridotto a una trincea, e sui suoi capelli la situazione non era migliore: venivano sempre “incerati” con i resti della pappetta da manine piccole ma già esperte.

 E Britta, tutti i santi pomeriggi, lo lavava, lasciandosi inondare da uno tsunami di bagnoschiuma all’albicocca che lui sollevava prontamente tra gorgheggi e paperelle di gomma.

 L’altra piccola peste non le dava poi così tanti problemi, era più tranquillo e si divertiva nel box con i suoi giocattolini il più delle volte. Era tutto il contrario rispetto al fratellino: mangiava quasi tutto quello che gli si propinava, e ci metteva pure una discreta foga… durante il bagnetto, rimaneva incuriosito da tutto, specialmente da ciò che aveva in mezzo alle gambe! Se lo guardava per minuti interminabili, e intanto Britta gli lavava la schiena ridacchiando: se le grane non gliele stava dando ora che era così piccolo, avrebbe solo dovuto aspettare una quindicina di anni per strapparsi tutti i capelli dalla disperazione.

 

Doveva vestirli sempre in maniera diversa per non confonderli, nonostante fosse la mamma. Erano davvero uguali.

“Signorina, sono due gemelli!” le aveva annunciato tutto contento il dottore alla prima ecografia, facendole cadere la mandibola per terra.
In un primo momento, si era messa a piangere disperata: come avrebbe fatto da sola a mantenere due gemelli???
Fortuna che quel bastardo con cui li aveva concepiti aveva deciso, mosso a pietà, di mantenerglieli in parte. Ma senza cambiare una virgola della sua vita, per l’amor di dio. Aveva una moglie, un Labrador, una villetta da godersi.
Mica poteva perdere tempo con lei, povera misera amante.

 
Non si era data per vinta, anche perché non era sola, aveva la famiglia, gli amici soprattutto. E quei due gioielli stavano venendo su benissimo, uguali ma diversi, con una cosa in comune: la capacità devastante di procurarle una gioia immensa ogni minuto.

 
Will e Thomas. Thomas e Will.
Non William, perché era troppo inglese. Semplicemente Will.
Non Tom, perché era troppo informale. Meglio Thomas.

 
Aveva avuto la sua mamma accanto quando aveva partorito, quelle urla probabilmente non se le sarebbe più dimenticate per il resto dei suoi giorni.
Quelle di mamma.

 “Spingi, spingi, spingi!!! Oddio non così forte non così forte non così forte amore spingiiii!”
“MAMMA STA’ ZITTA!!”

 
Dopo una cucchiaiata di pappa di Will, toccava alla cucchiaiata di pappa di Thomas.
“Amore…” cinguettò sorridente davanti al suo faccino già desideroso di mangiare “Guarda che ti dà mamma…”
Davanti alla mela cotta grattugiata nel cucchiaino di plastica rosso, Thomas gorgheggiò felice, battendo le manine, e si fece imboccare senza problemi, davanti alla smorfietta quasi disgustata di Will, che attendeva pazientemente di riavere la sua porzione di omogeneizzato al manzo.

 
Per tre lunghi quarti d’ora servì loro i rispettivi pranzetti, dopodiché, uno alla volta, fece fare loro i ruttini di rito.
Britta stava sempre sull’attenti quando si trattava di ruttini, perché spesso e volentieri si rivelavano vere e proprie rivoltanti fontanelle, specialmente quelli di Will. Per fortuna, quel giorno nessuna macchia indelebile e giallognola macchiò il suo golfino.
Ebbe un po’ di tempo per mettere a posto casa, mentre i gemelli se ne stavano nel box tranquilli a giocare e a guardarsi stupiti, come se fossero davanti a uno specchio.
Ogni tanto, mentre metteva a posto le stoviglie in cucina, drizzava le orecchie per sentire dal piccolo walkie talkie sul tavolo se si stavano dicendo qualcosa, se stavano piangendo o litigando, ma riusciva solo a sentire il rumore che facevano i giocattoli e qualche “Ah” o “Uh” di stupore dei bimbi che vedevano, ascoltavano, scoprivano.

   
 
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