Ho buttato giù un'altra FF... non avrà molti capitoli, ve lo dico subito, ma spero che vi piaccia!
L'argomento? Bambini... Vi piacciono i bambini? E i TH?
Allora... enjoy it :) e recensite!
“Amore… amore, guarda mamma, guarda l’aeroplanino… braaaavo, aaaammm, mangia che è buono…cooosì, da bravo… vedi che ti piace? Bravo amore!”
E così effettivamente era stato.
Odiava con tutta l’anima gli omogeneizzati al pesce, guai se glieli facevano passare per omogeneizzati alla carne! E aveva pure le preferenze sulle marche, il signorino… il seggiolone su cui sedeva ogni giorno veniva sempre ridotto a una trincea, e sui suoi capelli la situazione non era migliore: venivano sempre “incerati” con i resti della pappetta da manine piccole ma già esperte.
Doveva vestirli sempre in maniera diversa per non confonderli, nonostante fosse la mamma. Erano davvero uguali.
“Signorina, sono due gemelli!” le aveva annunciato tutto
contento il dottore alla prima ecografia, facendole cadere la mandibola per
terra.
In un primo momento, si era messa a piangere disperata: come
avrebbe fatto da sola a mantenere due gemelli???
Fortuna che quel bastardo con cui li aveva concepiti aveva
deciso, mosso a pietà, di mantenerglieli in parte. Ma senza cambiare una
virgola della sua vita, per l’amor di dio. Aveva una moglie, un Labrador, una
villetta da godersi.
Mica poteva perdere tempo con lei, povera misera amante.
Non si era data per vinta, anche perché non era sola, aveva
la famiglia, gli amici soprattutto. E quei due gioielli stavano venendo su
benissimo, uguali ma diversi, con una cosa in comune: la capacità devastante di
procurarle una gioia immensa ogni minuto.
Will e
Thomas. Thomas e Will.
Non William, perché era troppo inglese. Semplicemente Will.
Non Tom, perché era troppo informale. Meglio Thomas.
Aveva avuto la sua mamma accanto quando aveva partorito,
quelle urla probabilmente non se le sarebbe più dimenticate per il resto dei
suoi giorni.
Quelle di mamma.
“MAMMA STA’ ZITTA!!”
Dopo una cucchiaiata di pappa di Will, toccava alla
cucchiaiata di pappa di Thomas.
“Amore…” cinguettò sorridente davanti al suo faccino già
desideroso di mangiare “Guarda che ti dà mamma…”
Davanti alla mela cotta grattugiata nel cucchiaino di
plastica rosso, Thomas gorgheggiò felice, battendo le manine, e si fece
imboccare senza problemi, davanti alla smorfietta quasi disgustata di Will, che
attendeva pazientemente di riavere la sua porzione di omogeneizzato al manzo.
Per tre lunghi quarti d’ora servì loro i rispettivi
pranzetti, dopodiché, uno alla volta, fece fare loro i ruttini di rito.
Britta stava sempre sull’attenti quando si trattava di
ruttini, perché spesso e volentieri si rivelavano vere e proprie rivoltanti
fontanelle, specialmente quelli di Will. Per fortuna, quel giorno nessuna
macchia indelebile e giallognola macchiò il suo golfino.
Ebbe un po’ di tempo per mettere a posto casa, mentre i
gemelli se ne stavano nel box tranquilli a giocare e a guardarsi stupiti, come
se fossero davanti a uno specchio.
Ogni tanto, mentre metteva a posto le stoviglie in cucina,
drizzava le orecchie per sentire dal piccolo walkie talkie sul tavolo se si
stavano dicendo qualcosa, se stavano piangendo o litigando, ma riusciva solo a
sentire il rumore che facevano i giocattoli e qualche “Ah” o “Uh” di stupore
dei bimbi che vedevano, ascoltavano, scoprivano.