“È  che ho aspettato a lungo qualcosa che non c’è, invece di guardare il sole sorgere.”
 

È che ho cercato gli altri senza sapere chi ero io.
È che ero disperato e non mi accettavo.
È che ho camminato per il mondo senza conoscere la vita.
È che ho pensato troppo al futuro che verrà.
È che invano speravo di trovare l’amore.
È che ero solo ma non provavo a cambiare.
È che mi vedevo troppo sbagliato per gioire.
E…
Non capivo quanto in realtà fosse importante vedere con occhi semplici.
Non pensavo di poter valere davvero per qualcuno.
Non riuscivo a placare la rabbia provata a lungo verso di me.
Non riuscivo a pensare che il sole arriva ed è bello, se tu lo vuoi.
Non volevo provare paura quando in fondo era lei a gestire me.
Non volevo sentirmi solo ma non  sapevo stare con gli altri.
E…
Alla fine ho capito che potevo fare quello che volevo io.
Ho capito che la vita va vissuta attimo per attimo senza indugiare.
Ho scoperto che ci sono persone vere… come me.
Ho conosciuto l’amore senza quell’ansia di possedere.
Ho compreso la parte di me che parlava in poesia.
E…
Non ho più saputo tacere di fronte alle ingiustizie.
Non ho più provato a negare ciò che sentivo.
Ho avuto istanti puri come luce bianca.
Ho avuto il coraggio di pensare alla mia felicità.
Ho raggiunto un luogo da cui non volevo tornare.
E…
Ho pianto di gioia sapendo che infine avevo vissuto davvero per me.
Davvero per me.














Questo sono io: semplicemente, senza coperture. È ciò che voglio essere, è quello che sarò.
Due anni fa non mi sarei mai aperto così tanto ai miei sentimenti. Sento che, in qualche modo, EFP è stato un punto di riferimento. Almeno per la scrittura.
La poesia è ispirata alla canzone "Qualcosa che non c'è" di Elisa, e racconta cosa questa canzone mi fa provare.
Grazie a tutti, davvero, per questa possibilità.