Fanfic su artisti musicali > Taylor Swift
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Autore: Readme    22/07/2013    9 recensioni
"Ma a otto anni, nessuno ti dirà che cantare è solo un bel sogno. A dieci anni, nessuno ti dirà che ovunque andrai, nulla in te andrà bene. A dodici anni, non ti confesseranno che nessuno crederà nella tua musica, perchè a nessuno interesserà davvero quella. A nessuno interesserà il tuo nome, perchè tu sarai solo la fidanzata di qualcuno, la puttana di turno. A quattordici anni, nessuno ti racconterà che il mondo della musica non è fatto di musica, ma di odio, invidia, cattiveria. A sedici anni, quando quella bambina ti riconoscerà per strada, non penserai che forse quando crescerà ti odierà, ti odierà per essere uscita con il suo idolo. E nessuno, ti chiederà mai ad otto anni, se ne varrà mai la pena".
Taylor lascia il mondo della musica dopo lo SNT. Non è la ragazza forte che tutti si aspettavano. Non dopo averle fatto sanguinare il cuore fino ad ucciderla.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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Tredicesimo capitolo.






 



Riesci a crederci? Avere fede nelle cose. Ci riesci? E' il cliché della mia vita, delle mie canzoni, di questo momento. Riesco a crederci? Ho fede in me stessa? Credo in lui? Mi mordo le labbra pensando a quanto fosse semplice quel tempo in cui il pronome maschile non era un problema, in cui l'unica cosa che riuscivo a fare era strimpellare una chitarra e – non ci crederete mai – mi riusciva anche bene. Finsi una smorfia e spezzai con i denti l'ennesima unghia. Stavolta dovetti metterci più forza, la ricostruzione era molto resistente. Non ero mai stata fatta per queste cose, mi piaceva restare al naturale: io, il mio eyeliner ed il rossetto rosso. Vedrai che ci divertiamo. Questo ha detto Selena, come se io fossi una di quelle donne che spettegola della vita degli altri mentre una sconosciuta ti lima le dita. Si, ho pensato donna. Sono una donna. Sbuffai e cercai di concentrarmi su altro. I miei pensieri scappavano, prendevano qualsiasi strada, giusto per fuggire dal silenzioso rumore dell'orologio che segnava l'orario ancora sbagliato. - “Everything is wrong. It rains when you’re here and it rains when you’re gone. Cause I was there when you said forever and always” - canticchiai coordinando i miei pensieri a quella strofa e fissando stordita la finestra. Perchè – già – stava piovendo. Non credo di aver mai avuto un buon rapporto con la pioggia. Cade fredda, quando vuole non fa rumore, scivola nella notte o durante il giorno mentre tu rimani sotto le coperte, a volte riesce anche a farti compagnia, non ti fa sentire sola, riesci a credere che qualcosa là fuori esiste, esiste davvero. 'Kiss me in the pouring rain' canto più volte e riesco a credere alle mie parole perchè vorrei davvero smettere di aver paura, smettere di collegare la pioggia ad ogni ricordo straziante e ricordare solo il calore delle sue braccia, la sua bocca bagnata sulla mia, mentre il resto scompare e poter finalmente pensare che non importa se il mondo esiste oppure no, se la pioggia ha segnato metà della mia vita, ma ora brilla il sole.

 

04.00 am


Trattengo il respiro mentre l'orologio segna il passare di una nuova ora. Fisso il protagonista dei miei pensieri, il vero protagonista. I piccoli strass che Abigail ci ha attaccato sopra – rossi – quasi luccicano grazie ai brevi lampi che trapassano le tende della finestra. Non so da quando sto trattenendo il fiato, ma non riesco a respirare. Non suona. La musica non suona, l'unica cosa che ora mi farebbe respirare non c'è. Ed io non voglio la mia musica, o qualche accordo di chitarra, non voglio un pubblico, voglio solo... “I got this feeling on a summerday when you were gone.I crashed my car into the bridge, I watched I let it burn!” ascolto Icona Pop risuonare per la mia camera, senza paura che Abigail si possa svegliare, senza muovermi. Capisco di aver ripreso a respirare quando dei singhiozzi perforano il mio petto. Solo adesso mi accorgo del volume della musica e cerco perlomeno di soffocare il rumore che fa la mia gola ad ogni respiro. Quasi penso di tendere la mano, afferrare quel maledetto telefono e rispondere. Almeno stanotte. Ma rimango sempre così. Rispondi Swift, rispondi, ti prego. Cosa c'è che non va? Perchè no? Ti costa tanto pensare a te stessa, ti costa tanto stare bene? Perchè non riesci a rimanere felice per un po'? Un po', solo questo. Chiedo gli occhi, ma le lacrime non arrivano e sospiro quasi sollevata. La musica si stoppa sul ritornello. - “No, ti prego..” - sussurro non trattenendo un gemito, cado dalla sedia su cui ero seduta, cerco di prendere il telefono anche se so già che è troppo tardi, mi ritrovo con le mani sudate e faccio cadere il cellulare per terra, lo vedo aprirsi, far volare solo la cover di dietro, qualche strass per terra – ora non luccicano più, infossati nel buio – scivolo per terra e cerco velocemente di richiudere il telefono, al secondo tentativo butto la cover dall'altra parte della stanza e fisso la schermata nera del telefono. La illumino. Chiamata persa. - “Vaffanculo” - impreco a mezza voce. Poi vedo le lacrime giungere, l'udito mancare e le braccia di qualcuno stringermi per le spalle.


-“Hei Tay, è stato solo un brutto sogno, forse è la pioggia, ora chiudo le finestre ed andiamo a dormire” - I ricci di Abigail coprono una mia spalla, sono rossi, rossi come erano quei strass. Mi accarezza la fronte madida e cerca di pulire il mio viso dalle lacrime. Ma non era solo un brutto sogno.



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-“
You said, I remember how we felt sittin' by the water. And every time I look at you, it's like the first time. I fell in love with a careless man's careful daughter. She is the best thing that's ever been mine” - mentre l'ultimo accordo di Grant suonava, cercavo di mantenere l'acuto per almeno un paio di secondi in più, chiusi gli occhi concentrata e mi chinai con il microfono, come se fossi un ponte. Finito il fiato, con un gesto della mano, feci tacere gli strumenti. - “Grande Taylor, era perfetto, sei migliorata su questa parte” - Paul mi raggiunse con la chitarra appoggiata su una spalla per battermi un cinque. Io ricambiai eccitata dai complimenti, stasera doveva andare bene. - “Però non sforzarti, andrai comunque bene stasera” - la mano di una delle mie coriste raggiunse la mia spalla, io mi girai per stringergliela e poi abbracciarla. Erano molto importanti le sue parole, avevo bisogno di essere accompagnata passo dopo passo. Il correttore quasi sciolto, faceva intravedere le occhiaie dovute alla notte precedente, non era stato semplice coprire l'insonnia né evitare Abigail che chiacchierava misteriosamente con mia madre. Sapevo com'era fatta, un passo sbagliato e mi avrebbe fatto mandare a casa 'per stare meglio'. Ero l'unica a pensare che forse non sarei mai stata meglio? Che forse sarebbe andata bene comunque così?


-“Visto? Sapevo che quella voce era di Taylor” - stoppai i miei pensieri, mentre un isterico Niall Horan si avvicinava al palco. Mi tese la mano per un secondo ed io – seppur stremata – accennai un sorriso sincero. Gli tesi la mano a mia volta e lo aiutai a raggiungermi sul palco. - “Troppo complicate le scale?” - chiesi accennando alla scalinata vicino. Lo vidi arrossire e grattarsi la nuca imbarazzato. - “Hei, stavo scherzando, è solo che sono un po' sudata, avrei potuto farti cadere” - roteai gli occhi cercando di sembrare disinvolta. Con Niall non dovevi sforzarti, potevi stare giù quanto vuoi, ma la sua presenza era una scarica di positività. Lo vidi girarsi per accennare un saluto con la testa verso qualcuno. Seguii lo sguardo e – ovviamente – vidi il resto degli One Direction avvicinarsi. Liam si accasciò stanco su una delle poltrone poste nelle prime file e Zayn si appoggiò su un bracciolo della stessa poltrona. - “Non vorrei disturbarvi, ma devi ancora provare” - la voce di Abigail bussò alla mia testa carica di tensione, andai verso la sua direzione per risponderle. - “Abs, calmati...” - cominciai a dire, ma lei mi interruppe. - “Non chiamarmi Abs e non dirmi di calmarmi dopo ieri!” - la sua voce si alzò e vidi i membri della band ascoltare senza pudore. - “Abigail” - chiamai il suo nome disperatamente, ruotando gli occhi verso i ragazzi. Se avesse capito? - “Ti importa solo di questo” - dissi lei facendo una smorfia. Cercai di toccarla, ma lei si allontanò di qualche passo. - “Tu non stai bene” - vidi i suoi occhi inumidirsi e prima che lei piangesse al mio posto, andò silenziosa dietro le quinte.


Presi un lungo respiro, guardai Amos e gli accennai un 'Continuiamo', volevo solo terminare le prove. - “Non la segui?” - Niall che era rimasto vicino per tutto il dialogo mi rivolse stralunato quella domanda. - “No, la conosco, peggiorerei solo le cose” - non dissi altro ed il mio tono sfiorava l'irritazione. Niall mi guardò quasi deluso ed io aggrottai la fronte arrabbiata. Scese dal palco – con le scale stavolta – e si diresse verso i suoi amici. Mi avvicinai al microfono, ma prima di cominciare dissi un'ultima cosa. - “L'esibizione la vedrete stasera, potreste darmi un po' di privacy?” - cercai in tutti i modi di essere carina, ma non credo mi riuscì a molto. Liam e Zayn sbuffarono all'uniscono, Niall riprese a camminare mentre Louis lo seguiva con una espressione indecifrabile. Harry mi guardò negli occhi, ma distolsi lo sguardo velocemente. Comunque intravidi le sue labbra che venivano inumidite dalla sua lingua. Era nervoso. Infine si girò, seguì la chiamata di Zayn già arrivato all'uscita assieme agli altri.


-“Missing you like this is such sweet sorrow. Won't you come back to me?” - canticchiai mentre la maglia a strisce di Louis diventava sempre più piccola ed irriconosciile. Chiusi gli occhi e li riaprii all'istante. Lo giuro, giuro di averlo visto. Louis si era girato – e Dio, non scherzo – aveva sorriso verso la mia direzione.




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-“Respira” - dissi a me stessa mentre tenevo tra le mani la gonna del vestito bianco. Ero... Eccitata. E' quella sensazione che non hai quando stai per cantare davanti ad un pubblico immenso,o davanti ai tuoi cantanti preferiti. E' energia al suo stato primitivo ed è sapore di ferro sulla lingua. La sensazione che dopo stasera, sarà guerra. Perchè sta per succedere qualcosa, qualcosa che il mondo vedrà e capirà. E' la stessa sensazione che provai cantando per la prima volta – live – '
Forever and always' e forse non è stato nemmeno un caso l'averla avuta tra i pensieri tutta la notte, l'averla cantata aspettando una sua chiamata. E' tutto così sbagliato, eppure così giusto. Deve solo ascoltarmi. Ripercorsi con la mente i passi che dovevo fare, la musica, il ritmo. Non dovevo essere l'imbarazzante Taylor Swift, ma solo io, una donna. Una donna che canta – e tanto per aggiungere enfasi alla situazione – si vendica e flagella. - “Tay, andrà bene, lo sai?” - Abigail era appoggiata alla porta, un foglio in mano, i capelli legati da una crocchia disordinata, qualche riccio rosso davanti alla faccia umida ed il lucidalabbra ormai secco. - “Sei orribile” - dissi fingendo una smorfia. In pochi secondi la vidi raggiungermi ed io cominciai a ridere affrettando il passo. - “Taylor Alison Swift, giuro che..” - mi ritrovai incastrata tra il muro e la porta, Abigail cercò di mantenere la facciata arrabbiata ma alla fine si ruppe e cadde a pezzi. Fu quasi gratificante vedere delle emozioni da parte sua. Per tutto il tempo, aveva finto che andasse tutto bene, che era tutto come prima, quando avevamo solo sedici anni e sognavamo di essere invitate sui tappeti rossi con Justin Timberlake e Johnny Depp al nostro fianco. - “You are the best thing that's ever been mine” - sussurrò ed io l'abbracciai. - “Oddio, dovevo dirti che tocca a te, non fare effusioni” - io le colpii la schiena e lei fece finta di essere ferita. - “Grazie” - dissi e non doveva esserci un vero motivo per farlo, sapevo che senza Abs sarei stata finita.


-“Con il suo album entrato al primo posto della Uk Album Chart, si esibisce ai Brits Awards 2013, signori e signore, Taylor Swift” - il presentatore annunciò brevemente il mio ingresso ed io fui pronta per entrare. Le note di 'I knew you were trouble' si diffusero per l'intera sala e la porta da cui sarei entrata si aprì, rivelando me assieme al mio costume di scena. Bianco latte, le perline del medesimo colore sul copetto e lo sbuffo sui fianchi, mi rendevano la Taylor si sempre, la principessa piena di sogni. - “Once upon time, a few mistakes ago. I was in your sights, you got me alone. You found me, you found me, you found me” - I ballerini entrarono in scena ed i loro passi erano così giusti da sembrare parte della scenografia tetra, con io al centro, bianca. Una luce nell'oscurità. Ero in piedi su una scalinata bianca quando la neve finta cominciò a scendere lenta. Amavo quel tocco bianco, realistico, tanto per ricordare il mio compleanno, i miei sbagli, le relazioni andate perse in quel periodo invernale. Avrei preferito la pioggia stavolta, anche se Harry se ne era andato con il sole. Sulla seconda strofa, scesi la scalinata e gesticolai per enfatizzare i versi. Avvicinandomi al ritornello, la coreografia cominciava a complicarsi, il vestito lungo intralciava i miei passi, ed i ballerini che mi affiancavano erano molto veloci. Giunta al ritornello, alzai la voce allontanando comunque il microfono per poter mixare meglio la mia voce. Le luci si intensificarono e potevo vedere che tutta la sala era illuminata a tal punto che non riuscivo a concentrarmi sulle facce presenti, né a riconoscerle. 


-“Now i'm lying on the cold hard ground. Oh, oh, trouble, trouble, trouble. Oh, oh, trouble, trouble, trouble.” - Seguii la coreografia e solo iniziando la seconda strofa le cose diventavano più complicate, all'aggiunta dei passi e de gesti, l'ansia ed anche l'emozione nel fare ciò che avevo in mente mi stavano pressando. Arrivata all'ultimo verso della seconda strofa, due ballerini mi presero per portarmi al centro del palco. L'ultimo accordo di chitarra elettrica durò pochi secondi in più rispetto al brano normale, ciò per darmi il tempo di togliermi il vestito e fare il cambio costume. Appena finito, cominciò il ritornello ed i ballerini accanto a me si mossero all'indietro facendo finta di cadere. Al posto del vestito bianco latte da principessa, c'era un completo nero con qualche ricamo dorato. Era formato da pantaloncini corti e da un corpetto con una scollatura poco sobria. Gli stivali alti completavano l'outfit dark, assieme al trucco nude ma sottolineato dalla matita nera sul contorno degli occhi. Slegai facilmente i capelli ed abbassai la testa per muoverli con più facilità, infine ripresi cantare con più passione, rendendo la 'trasformazione' più netta anche in campo artistico. Alle fine del ritornello, scivolai sul pavimento fino a reggermi sulle ginocchia, per poi abbassare all'indietro la schiena e riproporre lo stesso gesto che faccio nel videoclip della medesima canzone. 


-“When your sadest fear comes creeping in. That you never loved me or her or anyone or anything... Yeah” - Mi rialzai lentamente ed aggrottai la fronte. Ora potevo vedere le facce delle persone nel pubblico, le luci erano completamente abbassate e focalizzate su di me. Intravidi il viso perfetto di Harry, contornato da occhi perplessi ma incantati, Louis invece era indifferente, duro. Gli occhi mi si inumidirono all'istante e pregai che nessuno lo notasse o perlomeno pensassero fosse fatto apposta. L'ultimo acuto durò più del previsto e completai la coreografia con qualche passo, fino a quando la batteria non mi diede segno di far 'cadere' il ballerino. Era tutto così realistico.


Rimasi al centro del palcoscenico, fredda, impassibile. Il pubblico era entusiasta dalla performance, i loro occhi trasudavano stupore, non si aspettavano una svolta del genere. Riuscivo a vederli tutti alzati, con la mani che battevano. Il mio cuore era gonfio e le mie orecchie tappate. Fu facile trattenere il mio solito sorriso post performance, era andato tutto perfettamente, eppure mancava qualcosa. Un accordo di chitarra mi diede il via ed io ricominciai a cantare, una sola frase, un solo significato, per una sola persona. - “You don't have to call anymore, I won't pick up the phone. This is the last straw don't want to hurt anymore. And you can tell me that you're sorry but I don't believe you baby like I did before.You're not sorry no no no no...” - Le note finirono velocemente ed io rientrai poco dopo. Ma lo avevo visto, mi aveva guardato stavolta.


-“Oddio, Taylor, è stato bellissimo! Il finale, mozzafiato” - Abigail mi venne incontro per abbracciarmi seppure fossi sudata. - “Grazie Abs, lo so, è stato perfetto anche grazie a te!” - Abigail mi aveva aiutato nell'organizzare tutto lo spettacolo, insieme sapevamo avere idee magnifiche. Mi accomodai su una sedia lì vicino per riprendere fiato, Abigail andò di corsa a prendermi qualcosa da bere ed io intanto giocavo con il cellulare che mi ero ripresa dal camerino. - “Bella esibizione” - quasi mi scivolò dalle mani il cellulare. Alzai lo sguardo ed incontrai gli occhi non azzurri, ma grigi, di Louis. - “Grazie” - dissi neutra e ritornai a guardare il cellulare. - “Perciò non mi parlerai? Mi dedichi una intera esibizione e non mi parli?” - chiese strafottente. Io alzai le sopracciglia irritata. - “Vattene Louis” -


-“Perchè? Perchè non mi dispiace? Perchè sono io il problema?” - mimò i titoli delle mie canzoni con le dita - “Non era qualcun'altro? Non era Harry? Oh, giusto, ora flirtate di nuovo” - disse toccandosi la mascella. Io scattai dalla sedia. - “Non sto uscendo con Harry. Louis va via” - indicai la porta d'uscita ma lui sembrò non volermi ascoltare. - “Hai ragione, vi vedete con Skype, vi scambiate messaggi. Lo usi solo per lui il telefono?” - dei brividi percorsero la mia schiena. Louis aveva fatto due passi verso di me ed ora respiravo la sua stessa aria. - “Non so di cosa tu stia parlando” - risposi vaga. - “Perchè non mi rispondi?” - Io aggrottai la fronte arrabbiata. - “Alle quattro del mattino? Dormo Louis. Se vuoi parlarmi, bene, puoi farlo ora. Ma non hai detto tu che non ci saremmo più dovuti parlare?” - sbottai. - “Certo, non sei sveglia la notte, ma Abigail dice il contrario ed anche le occhiaie di stamattina.” - sorrise amaro. - “Lo hai detto questo al tuo nuovo miglior amico? Almeno a differenza mia sarà riuscito ad arrivare in prima base” - E accadde in pochi secondi. La mia mano sudata per aver stretto il microfono e per l'ansia, ora era arrossata per aver colpito una guancia di Louis. Lui non se l'aspettava, aveva il viso totalmente girato. Non so chi dei due si fosse ferito, perchè per quanto sembrava, quella in lacrime ora ero io. Non gli diedi il tempo di ricomporsi che io scappai via. - “Taylor! Dannazione Louis” - sapevo di chi era la voce, ma ora non volevo avere nulla a che fare con nessuno. Sapevo mi avrebbe cercato nel mio camerino, così entrai in uno stanzino poco lontano da lì. All'interno era tutto buio, intravedevo comunque stracci, scope ed altri aggeggi che servivano per la pulizia del posto. Rilasciai tutte le lacrime trattenute e mi chiesi se Louis avesse battuto Harry. Era forse una gara nel farmi piangere di più? Sembravo una fottuta bambina. Non imparavo mai.


Qualcuno aprì la porta ed io sbandai spaventata. Gli occhi verdi di Harry mi raggiunsero immediatamente ed allo stesso tempo mi raggiunse per poi chiudere le sue braccia intorno al mio corpo. Harry mi stava abbracciando. Harry Styles, l'uomo che mi ha tradito mi sta abbracciando. L'uomo che mi ha strappato il cuore, che mi ha uccisa, mi sta abbracciando. L'uomo che amo mi sta abbracciando. Un minuto dopo ricambiai l'abbraccio e solo allora mi resi vulnerabile ancora una volta. Piansi sulla sua spalla ed assaporai il suo profumo, assaporai quel momento e mi chiesi se fosse stata la prima volta da quando ero ritornata in scena, la prima volta in cui mi rendevo vulnerabile davanti ad Harry. Non toccarlo, non sentire il suo profumo, non parlargli, stai almeno qualche metro lontano da lui, mai confonderlo come tuo amico, mai abbracciarlo. Ed avevo infranto ogni regola una ad una. Non me ne pentivo. Mi sciolsi dal suo abbraccio poco dopo, Harry mi prese il viso con le mani per poi togliere dal mio viso le lacrime che – meno di prima – continuavano comunque a scendere. - “Non piangere amore, non piangere” - feci finta di non aver sentito, ma il mio cuore sentì bene e cominciò a battere più forte. Avvicinò le sue labbra al mio viso e pensai che si, sarei stata sua, non mi importava più di nulla. Ma fraintesi, infatti invece di baciare le mia labbra, cominciò a sfiorare con la bocca le mie gote rosse per le lacrime. Accarezzò il mio viso con le mani e posò piccoli baci sulla mia mascella fino a bagnare le sue stesse labbra con le mie lacrime.


Poi, solo dopo che le lacrime si erano fermate, solo dopo che avevo chiuso gli occhi come per acconsentire, solo allora sentii le sue labbra sfiorare le mie.






















Angolo dell'autrice:

Sono tredici giorni che non aggiorno e questo è il tredicesimo capitolo della storia. Odio ammetterlo, ma stiamo giungendo alla fine, pochio capitoli e 'goodbye'. Ma don't worry, ho intenzione di scrivere una nuova long su Haylor. 

L'ultimo capitolo è stato recensito solo da una persona, ciò - lo ammetto - mi ha intristito ahahah, quindi spero di non avervi deluso e che mi direte cosa ne pensate su questo capitolo. Ci ho messo molto a scriverlo, sono quattro pagine e mezzo di word, in più mentre finivo il computer si è spento ed ho dovuto riscriverlo metà cc

FANGIRLIAMO SUL BACIO HAYLOR.

Beh, alla prossima (?)

Ciao e grazie se recensirete o leggerete e basta :)

  
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