Immagini sfocate vibravano in una cupa spirale di sabbia grigia, lungo un viale alberato.
Silenzio.
Non vi era alcun suono riconducibile a qualcosa di familiare, fin quando un fruscio la fece voltare: "Sei tu?".
Una bambina dagli occhi grandi e pieni di luce allungava le sue piccole mani, fiduciosa, verso il nulla, con un fremito di impazienza ed entusiasmo, quando una sagoma le si avvicinò lentamente.
Era un lupo nero, un esemplare di rara bellezza, grosso e dal pelo lucido.
"Ti stavo aspettando, ieri non sei venuto a giocare con me. Dove eri?"
Il lupo rispose con uno sguardo intenso, dalle sfumature purpuree.
"Ti perdono, ma oggi stai con me tutto il tempo."
Lo abbracciò.
Con un gesto rapido e scaltro l'animale la spinse, facendola volare in aria per poi balzare; la fece ricadere seduta sul suo dorso scuro e cominciò a correre, veloce, nell'oscurità.


***


"Yume?! Svegliaaa... C'è una visita per te!".
Yume aprì gli occhi, esordendo con uno sbadiglio: si era appisolata sul divano di velluto, nello studio del Direttore del Collegio Cross.
"Nonno! Chi è arrivato?" mentre finiva di parlare, venne presa in braccio dall'uomo che, con un sorriso radioso, la portò verso la porta esclamando a gran voce: "Aidoh! L'hai sentita? Mi chiama nonno! L'hai sentita? Fortuna che non ha preso dai suoi genitori! Yume! Oh Yume… Sei la mia degna nipotina!" e la stritolò, stringendola affettuosamente mentre la piccola guardava, implorante aiuto, il bel giovane di fronte a loro, che, divertito, la salutò.
"Ciao Yume-hime¹! Hai avuto proprio un bel risveglio, eh? Felice di vedere il tuo amicone preferito di sempre?" ammiccante le fece un baciamano teatrale, annesso di inchino.
"Ti devo parlare" fece con aria improvvisamente seria "è una faccenda privata" guardò Aidoh con un'espressione grave in viso, mettendo su un po' di broncio mentre si girava verso il Direttore.
"Ho capito, ho capito. Sei stata esauriente. Avete i vostri segreti che un vecchietto come me non può comprendere"
"No, nonno. Tu sei un Hunter.
Queste sono cose da vampiri!" rispose con voce impegnata la piccola facendo scoppiare in una risata perplessa gli altri due.
Prese per mano Aidoh sussurrando un lieve “vieni”.
Inizialmente lui le parlava scherzando, cercando di richiamare la sua attenzione ponendo domande ma, mano a mano che camminavano per i corridoi del collegio, vedendo il silenzio sostenuto dalla bambina che lo tirava convinta, smise stando al gioco.
Lo stava conducendo fuori, verso il dormitorio Luna.
Arrivati, dopo che passarono al controllo del vecchio custode, le aprì il gran portone che segnava quel lieve confine tra territorio degli umani e dei vampiri, e Yume, sempre decisa, si diresse dritta fino a quella stanza; la stessa stanza che Aidoh aveva desiderato aprire tante di quelle volte senza mai trovarne il coraggio.
Esitante, Aidoh si irrigidì rimanendo sull’uscio, mentre lei entrò.
La bambina andò avanti ed indietro per la stanza, chiudendo gli occhi, con aria concentrata, fino a quando, soddisfatta, si accovacciò a terra e li serrò più forte.
Una mattonella vicino ai suoi piedi si frantumò istantaneamente.
Allungò le mani nella fessure generata nel pavimento, e da lì estrasse quello che pareva un vecchio libro logoro dai fogli rovinati, e disse:
“Tieni, Aidoh. Questo è per te”.
 
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N.d.a:
^1: Hime: è un suffisso giapponese che vuol dire "principessa"