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Autore: shutupnice    23/07/2013    1 recensioni
Justin Biever, il ragazzo più voluto da tutte le persone. Paparazzi, gossip, discussioni: deve evitarle. Even Harvey, una ragazza con tanto di passato nelle tasche riesce a cambiare tutta la sua vita.
Amore, odio, discussioni. Tutto questo in una storia: Evenjuss.
Genere: Erotico, Generale, Satirico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Justin Bieber
Note: Lemon | Avvertimenti: Triangolo
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                                                                                                               '' We can go to the concert?'' 

                                                                                                           ''Possiamo andare al concerto?'' 


 

 

Un mal di testa mi avvolge appena aprì gli occhi.  Un  "oh" mi scappa dalle labbra e senza pensarci mi viene da mettere i palmi sugli occhi. Ho il labbro che pulsa dal dolore e le braccia piene di sangue.  
Guardo l’orologio con occhi più chiusi che aperti e vedo  le cifre rosse. Sono le dieci del mattino.
Apro ancora di più gli occhi e guardo il soffitto, per circa un minuto mi concentro sul mio corpo e cerco di capire se è tutto al suo posto, se non manca qualcosa.
Non manca niente.
Mi alzo e striscio i piedi verso il bagno, mi infilo sotto la doccia senza curarmi di togliermi i vestiti e poi mi siedo lasciando che l’acqua fredda - che in seguito diventerà calda - cominci a portarmi in vita. L’acqua  pulisce la mia pelle.  Chiudo gli occhi senza muovere un muscolo.  Dopo circa qualche minuto ritorno sulla terra mentalmente ed esco. Mi tolgo i vestiti bagnati e mi asciugo con il primo asciugamano che mi passa davanti agli occhi.
Dopo essermi vestita scendo le scale piano, posando prima il tallone e poi tutto  il testo del piede per non fare rumore.
Sono abituata a far tutto piano, con cautela, controllando ogni parte del mio corpo. Le mani vicino al corpo, i piedi piccoli che colpiscono il suolo cautamente, gli occhi che non dormono più. Tutto è un calcolo matematico e silenzioso. 
Sento i passi di mia sorella dietro di me e faccio un lamento soffocandolo tra le labbra.
"Oggi mi accompagni al concerto?"
"No." 
"Non sai nemmeno che concerto."
"Non me ne frega."  Cerco di chiudere la conversazione lì ma mia sorella invece non la pensa come me.
"Ti prego..’’
"Una tua amica non può?'' 
"Voglio essere accompagnata da te Even."
Sbuffo.  Una cosa che non mi va giù  è che mia sorella vuole sempre fare tutto con me  perché ha  più liberà e più scelte.  Non le rispondo, ho deciso di ignorarla. Non ho voglia di perdere tempo con lei o con qualunque altro problema che non sia il mio.  Mi guardo le mani e poi le copro con la felpa. Mentirei sei vi dicessi che non bruciano.
"Se non mi accompagni dico a mamma che ieri sera non stavi in casa.’’
Sbuffo, la ignoro ancora.
"Sono seria Even.’’
Even, si sono io. Sono tutto e niente. Sono neve al contrario. Sono bianca e nascondo i colori dietro la mia vita. Sono ancora una bambina dentro un corpo che mi fa schifo. Ho un carattere che fa davvero merda e   in più sono in un guaio e non so come gestirlo. Sospiro.
"Che concerto è?’’
"Justin Bieber.’’
Merda sparatemi.  Mi scappa  un "no" dalle labbra e sento mia sorella fare una smorfia. O vado a quel concerto per renderela felice oppure rimango a casa a risposarmi.  La guardo, mi fa gli occhi dolci.
Sento i suoi occhi grandi che mi fissano e allora capisco che aveva appena notato il mio labbro rotto. Merda devo farla star zitta.
"Ok, ti porto." Mi pentì subito dopo aver detto quelle parole.
Come previsto si dimenticò della mia situazione e comincia a saltare tutta felice per la casa. Come può essere così infantile a sedici anni? E’ solo un fottuto cantante, non dovrebbe dargli tutta questa importanza. Mia sorella mi mette sul tavolo tutto uno scema e la guardo, poi la guardo e ignoro ancora. 
"Alle sei di pomeriggio Justin arriverà a New York, metterà piede in aeroporto alle sei e quindi minuti e quando uscirà io dovrò essere lì a incontrarlo e dargli il benvenuto.’’
Sbuffai, non avrà mica intenzione di seguirlo per tutto il giorno?
"Poi dopo questo lui andrà sicuramente in albergo noi dobbiamo seguire la sua macchina.’’ Mi guarda e io non rispondo, non farò nulla di tutto questo per lei. Ho solo detto che la porterò all’arena e non che faccio la fan impazzita dietro al culo di questo Bieber.
"No. Fermati. Non ho intenzione di inseguirlo per tutto il giorno.’’
"Ti prego..’’
"Ma che ne sai che andrà in albergo poi?’’
"Tu di solito dove vai quando arrivi in una città?’’
"Vado a sbarazzarmi delle valigie, ma io non sono Justin Bieber per poter avere tre mila servi dietro al culo Lily’’  la guardai male, sapendo di avere ragione. "..quindi smettila, ti prego.’’
"Possiamo andare almeno sotto il suo albergo?’’
"A fare cosa?’’
"Voglio andarci.’’ Mia sorella sbuffò facendo la bambina.
"Anche io voglio tante cose ma non faccio come una bambina."
Detto questo uscì di casa mentre mi  vestivo una felpa grande, dovevo scappare da Lilly oppure rischiavo di cadere un’altra volta nella sua trappola e trovarmi in macchina a seguire quella di Bieber.  
 Camminavo con la mia musica come compagnia a testa bassa. Dovevo cancellare tutto quello che successe ieri sera dalla mia mente anche se non era facile.
Arrivai al centro, una ragazza ballava hip hop per le strade e io sorrisi a quella immagine. Amavo New York, amavo tutto quello che la componeva.  Mi piaceva uscire e mischiarmi nel caos che racchiudeva ogni giorno, non  perché  mi faceva sentire protetta o altre cazzate del genere; semplicemente perché per qualche minuto mi peretteva di perdermi dentro quel caos e non ero nessuno. Nessuno era nessuno. E mi faceva sentire bene.
La ballerina mi guardò e mi sorrise. Ah dimenticavo:  era la mia miglior amica.
"Hey" sgridai, quel sorriso significava che aveva un po’ di tempo.
"Come va?" replicò lei.
"Non mi lamento." Feci spallucce.
"Ti ha fatto male ieri Josh, vé?’’ Sentì il suo sguardo addosso anche se i miei occhi non le davano attenzione.
"Lo sai com’è fatto, vuole sempre  avere rispetto.’’
Sentì le sue labbra fare un sorriso e  in quel momento la mia pelle si rilassò.
"Sta sera cosa fai?’’   cambiò il discorso.
"Concerto di Bieber, a quanto pare mia sorella mi ha scassato abbastanza da convincermi di accompagnarla.’’
Ride. La guardai male.
"Ooooh’’
"Oooooh, cosa?’’
"Bieber è forte dai, fa una musica ballabile.’’
La guardai.
"La vuoi accompagnare tu al concerto?’’
"Fai sul serio?’’
"Mai stata seria, io vi aspetto fuori  dall’arena ad ascoltare la mia musica. Quindi ci stai?’’
"Ci sto.’’ Ridacchia. "A che ora?’’ Aggiunge.
"Ti vengo  a prendere tra un’ora e mezza.’’
"A dopo allora’’.
La salutai e mi allontanai da lei cominciando a camminare verso casa. 

                                                                                               Justin Bieber      


 

"Juuuustiiiiinnnn’’ 
Senza pensare metto il cuscino sopra la testa. Sbuffo. Che palle.
"Mamma lasciami in pace, vai via.. sto dormendo solo da due ore. " Mormorai sotto il cuscino.
"Hai l’aereo per New York, ti sei dimenticato?’’
"Mamma..’’
"Dimmi.’’
"Ho sonno.’’
Sento una risata,  mi sento scivolare le coperte di dosso. Sento un freddo salirmi per tutta la schiena facendomi provare un brivido. Tiro la testa fuori da sotto il cuscino e guardo mia madre. Faccio un sorriso.
"Mamma..buongiorno.’’
"Buongiorno" mi sorride. "Devi vestirti e scendere perché Scooter vuole parlarti. Cosa hai combinato ieri sera?’’
"Nulla, giuro." Mi alzo e mi prendo i vestiti che il mio stilista me gli aveva preparato ieri. Comincio a vestirmi strisciando le gambe   verso il bagno. Comincio a lavarmi i denti e a sistemarmi un po’ i capelli.
"Ora scendo, puoi andare."
"Ci vediamo dopo."
Non risposi. Sputai quello che avevo in bocca e strusciai ancora il spazzolino contro i denti. Dio.. che cosa vuole ancora? Mi sento come in una gabbia. Justin non fare questo, Justin non fare quell’altro. Justin devi incontrare questa fan, Justin devi dire questo. Sbuffai.
Scendo guardando un ultima volta la stanza.
Arrivata al tavolo e dopo aver salutato tutti mi sedetti e aspettai la discussione di Scooter. Non disse niente e neanche io sputai nessuna parola.
"Tua madre ti ha detto.."
"Sì."  Continuai io.
"Abbiamo parlato con il registra nel quale avrai in ruolo principale, ecco ha appena accettato la proposta."
"Perfetto" Sorrisi.
"Ad una condizione."
"Sarebbe?"
"Niente guai. Niente paparazzi. Niente di niente."
Annui senza dire nulla, anche se avessi detto come la pensavo contava poco.
Mi alzai per andare a  prendermi una cioccolata calda. Ne avevo bisogno.


                                                                                               Even Harvey

"Muoviti Lilly, vuoi andare a questo concerto?" Urlo dal piano di sotto.
"Arrivo, devo solo portare giù il cartellone."
"Perché devi portarti anche il cartellone?"
"Perché voglio farglielo vedere, mi sembra ovvio."
"Muoviti."
Finalmente dopo pochi minuti  arrivò con il suo cartellone grande conto la macchina. Sbuffai.
"Per forza devi portarlo?"
"Sì"
Non dissi più nulla e cominciai a guidare verso la casa di Leyn.  Lilly tirò fuori un cd che poi capì fosse quello di Bieber. Sbuffai senza replicare perché tanto sapevo che questa era la sua serata. Arrivata a sotto casa di Leyn parcheggiai in doppia fila suonando. Subito dopo arrivò vestita tutta di viola e di nero. Mi scappò un sorriso.
"Hey" Ci salutò appena entrò nella macchina.
"Ciao" dissi io e Lilly.
Dopo un po’ cominciarono a cantare le canzoni di Bieber e io volevo solo farle zittire. Non bastava che cantava lui,  con le loro voci stonate era l’inferno.  Non dissi nulla fino a quando non arrivai davanti all’arena.  Cercai parcheggio per più di mezz’ora. Era l’inferno. Tutto New York era radunato fuori dall’arena aspettando di entrare dentro. Le voci urlavano e alcune canticchiavano in corro le sue canzoni.
Lilly cominciò a fare la bambina e saltare dall’emozione sul posto. I suoi occhi brillavano e sapevo che era piena di adrenalina.  Mi morsi il labbro e feci un piccolo sorriso guardando Leyn. Lei mi fecce di sì con la testa come per dire ‘’Sì, tua sorella è fuori dal cervello’’.
Appena parcheggiai guardai Lilly.
"Devi stare attenta, non di spingere e non fare cazzate. Al ritorno io vi aspetterò qua in macchina. Mi hai capita?" Lei annui impaziente di scendere da quella macchina e correre verso l’arena.
Guardai Leyn.  "Ti prego.. non lasciarla fare cazzate."
"Farò quello che posso."  Rise.  "Sei proprio una madre."
‘’Non è divertente.’’ Protestai. Le vidi allontanarsi e mi rilassai sul sedile chiudendo gli occhi e scappando via dal mondo grazie alla musica.

                                                                                   
                                                                              ## (indica un tempo tascoscorso) 
Aprì gli occhi e guardai l’orologio. Erano passate due ore e mezza. Avrebbero
dovute già essere qua. 
Sbuffai ed uscì avvicinandomi verso quella arena.  C’era la gente che usciva e piangeva. Si abbracciavano e si scambiavano i loro numeri. Cercai con gli occhi Lilly ma non la trovai. Cercai di ricordarmi il loro cancello ma veramente non glielo avevo nemmeno chiesto. Girai attorno all’arena e vidi una porta verde e piccola. La porta che immagino sia quella che usano i cantanti per scappare. Presi la maniglia e  …


 



                                                                                                            ______________________________________________________________________________________


 


Salve a tutti. Questa è la mia prima storia su EFP. Spero vi piaccia. 
Non sono ancora molto esperta, ma se la aprezzate non esitate a farmelo spaere.
A presti.


Per qualsiasi domanda mi potete trovare su twitter:
@shutupnice.

   
 
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