È odio?
ahi! Eh, no:
sono i nervi che si ribellano!
E basta condurre e basta;
noi ci vogliamo esprimere
ancor prima di un ragionamento cervellotico!
E non per pura e semplice istintività,
mai più un arco riflesso!
Io non voglio più essere me stesso;
voglio fare me stesso.
Un’entità oscura,
depravata,
deprivata,
isolata.
Ahi.
Eh già, è tutto un dolore.
Un lamento.
Un fischio
che sentono tutti
o solo te.
L’esistere o il non esistere delle persecuzioni via etere.
Castelli e barricate di dubbi;
nuvole senza risposte, vagano.
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è sempre altro odio
è sempre un altro inizio
di nuovo
mostruoso
abominevole
immaginario demiurgo di un disastro ambientale
cicatrice
qualche sinapsi
qua e là
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Distributori automatici involontari di esperienza usa-e-getta a lunga scadenza per il consumatore.
Mai dalla parte dei rumori meccanici; lì nessuno ad attirare contro la propria volontà gli urti e le nocche di chi ha paura di perdere qualche altro secondo.
E dopo: il consumo sul posto, a sfregiare e contaminare.
Qualche involucro sparso e schernito in silenzio davanti a tutti.