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Autore: niky999    23/07/2013    2 recensioni
" Mi vuoi dire come mai hai così tanta difficoltà ad amare? "
Io rimasi in silenzio per qualche secondo. No, non avevo nessuna difficoltà a farlo, o almeno era quello che credevo.
" Perché nulla si dimentica. La ferita scompare, ma la cicatrice rimane! " sbottai, alzando il tono della voce.
" Tu non hai ancora capito che ti amo! Ti amo Gwen, ti amo follemente! E' difficile da capire? "
A quella dichiarazione rimasi paralizzata, come se qualcuno avesse improvvisamente bloccato lo scorrere del tempo. " E' questo il punto! Ti ostini a non capirlo! " mi si avvicinò pericolosamente, poi giocherellò con un mio ciuffo di capelli, mi accarezzò la fronte, scese alle tempie, alle guance e poi alla bocca. Il mio respiro si arrestò all'improvviso.
" E' bello sapere che ogni volta smetti di respirare a causa mia. " mi sorrise dolcemente.
Farfalle nello stomaco, vista annebbiata, cuore infiammato e incredibile voglia di gettarsi fra le sue braccia: chiari sintomi di quell'amore che, seppure impossibile, tenti sempre di raggiungere. Di quell'amore per cui saresti pronta a morire pur di preservare.
" Voglio te Gwen, voglio solo te. " mi sussurrò all'orecchio, poi si piegò leggermente e mi baciò.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Aggressione








“ Gwenda Montrose… Ti sei svegliata finalmente. “ un voce sibilò a poca distanza da me. Mi passai una mano sul viso e strizzai gli occhi. Non appena li aprii mi travolsero due grandi fari azzurri. Ma non erano normali, erano … diversi. Trasmettevano un incredibile senso di freddo e soprattutto avevano un aria inquietante. Mi trovavo in una strada deserta, di notte, con un unico lampione acceso. Il classico dei film horror.
Vidi davanti a me un ragazzo sulla ventina che continuava a tenere lo sguardo fisso su di me.
Era abbastanza muscoloso, aveva indosso una semplice canottiera grigia e dei jeans stretti. Aveva la bocca sottile e i lineamenti forti, che mi incutevano un qualche tipo di paura. La sua inespressività aveva qualcosa di inquietante.
Lentamente si piegò sulle ginocchia verso di me.
Io mi allontanai di scatto ma lui mi afferrò per una caviglia e mi tirò a sé.
Che cosa voleva da me? Chi era? Dove mi trovavo? E soprattutto, come ci ero finita?
Cercai di liberarmi dalla sua stretta ma lui la aumentò, costringendomi a urlare per il dolore.
“ Chi sei??!! “ gridai, in preda alla sofferenza.
Lui sogghignò, mostrando lunghi canini appuntiti.
“ Lasciami in pace!! “ la sua gelida mano stringeva sempre di più, a tal punto che sentii un “ crack “. Gridai ancora di più, decisamente terrorizzata.
Chi era? Cosa stava succedendo? Dov’erano Lou, Haiko e Jeson? 
All’improvviso me lo ritrovai davanti alla faccia.
Come aveva fatto? Un attimo prima mi stava rompendo la caviglia!
“ Dove sono loro. “ tagliò corto, guardandomi truce.
Loro chi? Di chi stava parlando?
“ Hai perso la lingua? “ mi sibilò all’orecchio.
“ Non so di cosa stai parlando! “ mi trattenni dallo scoppiare a piangere.
“ Dove sono!! “ ringhiò, poi mi prese per un braccio e mi lanciò contro il lampione. Sbattei pesantemente la schiena sul palo e caddi a terra dolorante.
Un altro grido mi uscii dalla bocca; stavolta le lacrime stavano calando come cascate dai miei occhi terrorizzati. 
Mentre continuava ad avvicinarsi io iniziai a indietreggiare, con la poca forza che ancora mi era rimasta. Mi accorsi che il mio respiro si era fatto improvvisamente corto.
Cercai di alzarmi ma inciampai su un sasso e rotolai a terra, ritrovandomi a un passo da lui.
“ Vorrà dire che ti porterò con me. “ sussurrò, con aria spazientita.
Mi prese per la caviglia ancora sana e cercai di dimenarmi, senza ottenere alcun risultato.
La mia faccia strisciava sull’asfalto e le mie urla divennero sempre più acute.
“ Ho detto di lasciarmi stare!! “ le ultime parole mi morirono in gola.
Mi tirò su per il collo e riprese a parlare.
“ Questa è la tua ultima possibilità: dove sono! “ sussurrò. I suoi occhi non erano più inespressivi bensì arrabbiati e … assassini, con una strana luce che li avvolgeva.
Incominciò ad aumentare la stretta, così cercai di togliergli le mani sulla mia gola, ma niente. Non avevo più molte forze, la vista stava tornando annebbiata, sentii l’aria non passare più ai miei polmoni. Il cuore rallentò i suoi battiti e pian piano le mie energie mi abbandonarono. Era questo dunque, il mio destino? La mia vita sarebbe terminata in quel modo? Non avrei più visto la mamma, Lou, Haiko, Jeson, Rey, Deyn …. Sarei morta così?
Proprio quando ormai la mia vita stava sfuggendomi dalle mani, la gelida mano che stringeva la mia gola mi lasciò cadere. Riuscii a sentire solo delle urla e  gli scontri di due persone che stavano lottando fra loro. Poi di nuovo niente. 
 
 
“ Sei un cretino! Ecco cosa sei! “
“ Dici a me? Stavo solo facendo il mio dovere! E poi cos’ha di tanto speciale? E’ solo un’umana! “
Lentamente mi svegliai, ma preferii non darlo a vedere e continuare a origliare quel discorso.
“ Questo non è il nostro dovere! Noi non uccidiamo nessuno! “ 
Aspetta, quella voce era familiare. Sembrava proprio …
“ Rey! “ feci con voce strozzata, aprendo lentamente gli occhi e cercando di tirarmi su, ma un dolore lancinante alla schiena mi aggredì all’improvviso.
Vidi Rey gettarmisi addosso e aiutarmi, con sguardo apprensivo.
“ D-dove sono? “ chiesi, guardandomi attorno. Sembrava una stanza, una minuscola stanza che sinceramente non avevo mai visto prima. Aveva le pareti bordeaux, una grande vetrata al centro, il parquet e qualche sedia.
Ebbi un’improvvisa tosse non appena tirai su la testa; rivoli di sangue mi caddero dal mento.
“ Sentite, non può stare qui. Portiamola a un ospedale. “ Rey mi prese in braccio per le gambe facendo attenzione a non sfiorare le mie ferite.
Mi appoggiai al suo petto sfinita; solo allora mi accorsi che era a torso nudo, ma in quel momento non sarebbe dovuto importarmene niente.
La sua pelle era incredibilmente fredda; mi tornò alla mente il ricordo della mano gelida del ragazzo che mi aveva aggredita. Anche lui era biondo e aveva le iridi azzurro ghiaccio, avrebbe potuto significare qualcosa?
Non feci in tempo a rifletterci su che le energie mi abbandonarono su quel ragazzo, quello di cui tanto mi fidavo, quello che ora mi doveva molte spiegazioni.
 
 
Riaprii gli occhi. Di nuovo. Mi passai una mano sul viso e trattenni un grido di dolore. Riportavo ancora le ferite che mi aveva procurato l’aggressore, trascinandomi con la faccia sull’asfalto.
Vidi la mamma davanti a me, che mi fissava con sguardo preoccupato. Chissà come si era spaventata! Avevo in mente l’immagine di lei che alla notizia cadeva svenuta su un divano, con le braccia al cielo.
Beh, perlomeno non ero morta. O almeno, avevano impedito che morissi.
C’erano comunque alcune cose che non tornavano, come ad esempio Jeson che doveva assolutamente parlarmi. Aveva detto che era una cosa di estrema importanza. Poi Haiko, che mi aveva avvertita del pericolo che stavo correndo e infine il fatto che fossi svanita nel nulla e ricomparsa davanti a un serial killer dai capelli biondi e dagli occhi cristallini, proprio come Rey.
In tutto ciò doveva esserci per forza un qualche tipo di collegamento, ne ero sicura.
“ Gwen, tesoro, stai bene?? “ la mamma mi si scaraventò addosso. Dietro di lei comparve un medico che la obbligò a uscire un attimo dalla stanza.
“ Signorina Montrose, le abbiamo già applicato un tutore. Dopo l’aggressione ha riportato varie lesioni interne tra cui distorsione della caviglia sinistra. La schiena pare sia resistita abbastanza bene. Se vuole può essere già dimessa. Ha passato qui tutto il pomeriggio e le abbiamo commissionato alcuni antidolorifici. “ il medico continuò ad armeggiare con alcuni strani apparecchi alle mie spalle.
“ Sì, preferirei così. Grazie del vostro aiuto .. “ la voce stava pian piano tornando come prima, ma credevo che questo trauma mi sarebbe rimasto per tutta la vita. Santo cielo, come cavolo avevo fatto ad apparire davanti a un assassino? E poi, come mai se l’era presa con me? Haiko diceva che avevo il ‘loro’ odore addosso e infatti quel ragazzo mi aveva quasi uccisa per farsi dire dov’erano. Ma chi? Di chi stava parlando? Cosa centravo io in mezzo a tutta quella storia? 
Jeson e Arleen riuscirono miracolosamente a convincere la mamma a lasciarmi a casa loro. Sì, detestavo ammetterlo ma in quel momento non avevo proprio voglia di tutte le premure della mamma e di dover spiegare a tutti i miei fratelli ciò che mi era accaduto. 
Volevo più che altro qualche spiegazione da Jeson. Ero convinta che lui ne sapesse qualcosa e che ci fosse anche dentro.
Facendo attenzione mi portarono in macchina e solo dopo qualche minuto mi accorsi che ero completamente stravaccata sul petto di Jes. A differenza di Rey, mi trasmetteva un gran calore; sembrava di essere sdraiata su una stufa!
Mi scostò una ciocca di capelli che avevo sul viso e mi sorrise dolcemente.
Mioddio, perché doveva sempre fare così? Perché dovevo per forza addormentarmi sui suoi pettorali? Perché doveva sempre rapirmi coi suoi occhi? Perché? 
Anche volendo non sarei riuscita ad alzarmi dal suo petto, ero troppo messa male e poi avevo un tutore incollato al braccio che pesava due quintali!
Ok, aver bevuto qualcosa che mi aveva dato al cervello non si era rivelata l’ipotesi giusta.
 
 
“ Jeson? “
“ Dimmi. “
“ Mi devi delle spiegazioni. “ tagliai corto, incrociando le braccia.
“ Io e Arleen, ti dobbiamo delle spiegazioni. “ mi corresse, spostando lo sguardo su di lei.
“ Centri anche tu? “ inarcai un sopracciglio, per niente sorpresa. Ormai niente mi lasciava più di stucco dopo tutte quelle stranezze.
“ Gwen, per ora non possiamo rivelarti niente. Devi solo fare attenzione a starci vicino e credimi se ti dico che per me è difficile non poterti dire nulla. Lo facciamo per la tua protezione, sarebbe meglio che tu non sapessi nulla su questa storia. “ Arleen si sedette di fianco a me.
“ Stai dicendo sul serio? Dopo aver rischiato di morire ed essere finita all’ospedale, non avrei il diritto di saperne qualcosa? “ mi lamentai, pronta a scoppiare da un momento all’altro. 
“ Sì Gwen, ne hai tutto il diritto, eccome! Ma davvero, non possiamo dirti niente per ora .. “ aggiunse Jes, cercando di essere il più apprensivo possibile.
“ Ok, ora ho capito. Prima di portarmi qui avete bevuto qualcosa e ora siete ancora in stato di trance. “ 
Jeson sbuffò, tirandosi su “ Certo che hai proprio scelto il momento sbagliato per farti aggredire, tra qualche giorno si torna a scuola! “
“ Ci mancava… “ feci una risatina nervosa. 
Ero appena stata aggredita da un pazzo maniaco, avevo addosso l’odore di un qualcuno che mi aveva quasi ammazzata, avevo incontrato un lupo fantasma siriano e.. ero appena stata dimessa dall’ospedale. 
In tutto ciò, nessuno aveva il coraggio di rivelarmi niente.
“ Grandioso! “
“ Eh? “
“ Niente. “

ANGOLO AUTRICE

Holaaaaaa! Come state?
Allora, in questo capitolo si aggiungono tanti altri misteri oltre a quelli che già c'erano, quindi... povera Gwen! Ha scelto l'autrice sbagliata se non vuole avere problemi! xD
E qui ha pure rischiato la vita a causa di un serial killer che si è misteriosamente trovata davanti... e ( sempre misteriosamente ) ha i capelli biondi e gli occhi azzurri proprio come Rey. Che ci sia un collegamento? Vi avverto: non scoprirete mai tutto ciò che c'è dietro, ne sono sicura ;) E poi la storia di Haiko, diceva che Gwen aveva addosso l'odore di qualcuno che probabilmente cercava anche il suo aggressore, ma chi era questo qualcuno?? Cosa stava a significare tutto ciò?
Fatemi sapere le vostre opinioni e grazie tante per tutte le visualizzazioni e per quelli che hanno messo la storia tra le seguite, preferite o ricordate!
A presto!
-Niky.
  
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