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Autore: Emera96    23/07/2013    1 recensioni
"Mamma, ma io come sono nata?"
Una domanda innocente di una bambina alla sua mamma.
Una madre in difficoltà, incapace di rispondere alla curiosità di una figlia non del tutto sua.
La voglia di non ferirla, di mascherare la verità. La bellezza di una favola moderna.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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"C'era una volta..."
 

Note dell'autrice:

Questa storia nasce da una domanda che mi sono sempre posta, senza mai trovare una risposta soddisfacente:
come può un genitore, madre o padre che sia, spiegare ad un figlio la sua adozione, senza ferirlo? 
Questa è la mia persona risposta di questo amletico dubbio. Tenera e zuccherosa, come tutte le favole degne di questo nome.






"Mamma, ma io come sono nata?"
Un metro e poco più, un groviglio di capelli corti e biondissimi che, sulle punte, si arricciano in piccoli boccoli. Gli occhi sono di un azzurro chiaro, talmente chiaro da sembrare grigi quando il sole decide di nascondersi dietro nuvole cariche di pioggia. Occhi sempre sorridenti.
E quella voce adorabile, squillante e acuta, che farebbe sciogliere il cuore di chiunque. Che riesce ad addolcire anche la pillola più amara.
La carnagione pallida di chi non sa cosa significhi l'abbronzatura. E le lentiggini, sparse su tutto il volto paffutello, che la fanno sembrare un folletto.
Cinque anni appena, la curiosità intrinseca nel suo nome: Alice. Costantemente persa nel suo Paese delle Meraviglie.

"In che senso, scricciolo?" 
La mia voce si incrina, consapevole del fatto che quel momento che avevo tanto immaginato, che cercavo di evitare ogni qualvolta Alice sputava una delle sue mille domande, è arrivato davvero. E non posso pensare di rimandarlo all'infinito. Devo avere il coraggio di affrontarlo.
Ma come spieghi ad una bambina che per dormire sente ancora il bisogno di tenersi il dito in bocca che quegli occhi, quella bocca e quel naso non li ha presi da te? Come spieghi che non potrà mai vedere  il viso da cui ha preso i lineamenti? Come spieghi ad un cuore puro, che fin da subito ti si è attaccato alle mani chiamandoti "mamma" a gran voce, che quella parola non ti appartiene affatto? Come dirle che sta vivendo una bugia?

"Vedi amore, tu sei diversa da tutti gli altri bambini. I bambini normali nascono senza essere scelti dalla loro mamma e dal loro papà. Capitano e basta.
Tu invece sei speciale." inizio a dire, sempre meno convinta ad ogni parola che dico.
"Davvero? Come le principesse!" esordisce lei felice, aggiustandosi con le piccole mani il diadema di plastica comprato qualche giorno prima in un negozio di giocattoli. Pochi spiccioli appena, ma per lei è come se fosse il più bel regalo del mondo. Quel pezzo di plastica è qualcosa in più.
"Sì tesoro, come le principesse. Un giorno io e tuo papà siamo andati molto lontano e..."
"Perchè molto lontano?" chiede lei, interrompendomi quasi subito, desiderosa di maggiori dettagli.
"Perchè, come le principesse, vivevi molto lontano. Ti va se te la racconto come una favola?"
La mia proposta, così allettante alle sue piccole orecchie, stuzzica la sua curiosità, e mi risponde saltellando sul posto, piena di felicità in corpo. 
Alice sfodera uno dei suoi sorrisi larghi e un po' storti, mettendo così bene in mostra i dentini da latte, prima di mettersi a sedere a gambe incrociate.

"C'era una volta, anzi, c'erano una volta un re e una regina. Avevano tutto quello che una persona potesse desiderare: un bel castello, dei sudditi obbedienti e tanto altro. Non riuscivano, però, ad avere una bambina, che sarebbe diventata la loro principessa. Per questo decisero di prendere la loro carrozza migliore, e di cercare in lungo e in largo la bambina che poi sarebbe diventata loro figlia. Alla fine, dopo molto tempo, arrivarono in un posto molto lontano, dove un simpatico mago aveva detto loro che avrebbero potuto trovare la principessa giusta per loro. Quando arrivarono, ne trovarono tante, tutte diverse tra loro: alcune erano alte, altre basse, alcune erano già grandicelle e altre, come te, piccolissime."
"E perchè avete scelto me?" mi chiede la sua voce candida, spezzando quell'incantesimo che andavo raccontando.
"Perchè mentre tutte le altre bambine si facevano belle per il re e la regina, per essere scelte a tutti i costi, tu te ne stavi nel tuo angolino, come se fossi un brutto anatroccolo in mezzo a tanti bei cigni. Canticchiavi una canzone inventando le parole. E quando il re e la regina sentirono quella bella voce e videro quel visino pieno zeppo di lentiggini" le dico, carezzandole piano le guance puntinate "capirono che sarebbe stata la loro principessa."

"E vissero per sempre felici e contenti?" domanda Alice, la bocca allargata in un sorriso dopo quella bella storia.
"Be', questo ancora non lo sappiamo. Dipenderà anche da te, principessa."

Ed è quando quelle piccole braccia mi stringono forte che sento di credere, almeno per una volta, nel lieto fine. 

   
 
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