Yesterday

“Cosa guardi?”
Paige alzò il viso dal volume che stava leggendo assorta. Era una grande appassionata di letteratura inglese, proprio come sua madre.
Derek accennò un sorriso e scrollò le spalle.
“I tuoi occhi”
La ragazza alzò un sopracciglio, quasi scettica.
“Li ho verdi da sedici anni, se non te ne fossi accorto” ironizzò, per poi lasciar cadere lo sguardo nuovamente sulla pagina ingiallita del volume di William Blake, una volta appartenuto a sua madre.
Derek afferrò le chiavi dell’auto e fece per uscire, quando le parole della figlia lo bloccarono sull’uscio.
“Pensavi all’altro colore dei miei occhi? Al giallo?”
L’uomo trattenne un sospiro, per poi annuire.
Conosceva Paige e sapeva che quella sarebbe stata solo la prima di una lunga serie di domande scomode. Aveva fatto male a risponderle, avrebbe dovuto dirle che non stava osservando nulla, che semplicemente il suo sguardo era assorto, perso nel vuoto, rapito da diversi pensieri.
“Lo zio Peter mi ha detto che i tuoi occhi hanno smesso di essere gialli quando avevi quindici anni” asserì Paige, chiudendo il volume e incrociando le braccia.
Sapeva che suo padre avrebbe roteato gli occhi, cosa che puntualmente avvenne.
“Tu dovresti smetterla di ascoltare Peter, racconta un sacco di frottole e, se non lo avessi notato, adora incasinare la mente di tutti”
Paige, invece di ribattere, rise, scansando una ciocca dei suoi capelli corvini dal viso.
Il rapporto tra suo padre e lo zio di quest’ultimo, la divertiva non poco; sembrava ci fosse una sorta di odi et amo tra loro, e i loro battibecchi assumevano sempre una connotazione quasi buffa.
Derek osservò il sorriso della figlia e sorrise a sua volta, come di riflesso.
Adorava Paige, l’aveva amata dal primo giorno che l’aveva presa tra le braccia e, per la prima volta, aveva sentito di nuovo di avere una famiglia, e aveva compreso che stavolta avrebbe fatto di tutto per difendere lei e la donna a cui aveva giurato amore eterno.
“Sei più bello quando sorridi, papà” affermò la ragazza, facendo arrossire l’uomo. A quei complimenti, ai gesti intrisi di affetto, ancora faceva fatica ad abituarsi, come se una paura di fondo, la paura di perdere ancora qualcuno, lo trattenesse, stringendo il suo cuore con catene invisibili.
“Insomma, dove volevi andare a parare con quel discorso?” le domandò, cercando di riprendere in mano la situazione, ed evitando altre parole dolci che avrebbe faticato a gestire.
“Mi ha spiegato perché diventano blu” asserì l’altra.
Ogni fibra del corpo di Derek si congelò, quasi avesse incassato un colpo che parare gli era stato impossibile.
“Questo non è un discorso da affrontare al momento” ribatté duramente, col tentativo di troncare quella che stava per diventare davvero una discussione difficile.
Paige lo osservò stizzita.
“Con te non è mai il momento” gli fece notare, una nota di risentimento nella voce.
Quell’ultima frase sembrò infastidire Derek oltremisura.
“Cosa vuoi che ti dica? Chi ho ucciso? Vuoi che mi giustifichi? Credi che tuo padre sia un mostro?”
L’uomo stava urlando e l’espressione di Paige cambiò radicalmente.
Non voleva ferire suo padre, voleva semplicemente conoscere qualche dettaglio della sua vita che per molti aspetti, per lei era ancora un mistero.
Anche l’espressione di Derek, per qualche istante inferocita, mutò rapidamente.
“Scusami, non volevo alzare la voce” bofonchiò l’uomo, dandole nuovamente le spalle e aprendo la porta di casa.
Fece un passo, ma un attimo dopo si ritrovò ad arretrare.
“Paige” la chiamò.
La ragazza alzò lo sguardo verso di lui.
Era lucido, sembrava che la sua natura lupesca e orgogliosa stesse combattendo contro la parte umana della sua anima, quella preda di ogni tipo di emozione.
“Tu porti il suo nome. Ed io ero solo un quindicenne triste e spaventato che voleva risparmiarle quegli ultimi istanti dolorosi”
Fece per uscire nuovamente, quando un’ultima domanda di Paige lo bloccò sull’uscio.
“Papà, tu l’amavi?”
Derek si immobilizzò qualche istante, lo sguardo amareggiato perso nel vuoto. Infine chiuse la porta alle sue spalle, ma a Paige bastò quel gesto per comprendere la risposta.
Si, l’aveva amata, con tutto il cuore, come solo un quindicenne giovane, ingenuo e immaturo, avrebbe potuto fare.