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Autore: Eliessa    23/07/2013    4 recensioni
Anna ed Emiliano, due vite ed un solo cammino.
Quello che i due ragazzi non sanno, è che il destino ha riservato per loro una sorpresa.
Riusciranno ad essere più forti di tutto quello che, forse, li sta allontanando?
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Siamo una famiglia   



Lele era rimasto sorpreso dal tono di voce di Bianca, triste e serio nello stesso istante. In quel momento aveva capito che qualcosa non andava e lui, ingenuamente, non riusciva a capire cosa.
-Bianca, cos’hai?-
-Lele, tu sai che io sono paziente e tutto quello che vuoi, ma…-
-Ma?- chiese Lele.
-Insomma, io sono convinta che dietro questa improvvisata di Alice ci sia ben altro.-
-Amore, ne abbiamo parlato così tante volte, lei è solo la madre di Elena e Bobò e la zia di Maria, Ciccio ed Anna.-
-Io non lo so più Lele, credimi. A volte penso che lei sia qui per te.-
-Ti fidi di me?- chiese Lele senza ricevere alcuna risposta. –Ti fidi o no? Perché se non ti fidi di me allora la domanda che dovrò farti sarà un’altra.-
-Quale?-
-Perché ti sei sposata con me se non riesci a fidarti?-
-Lele, io mi fido ma ho paura, tutto qui.-
-Dai, vieni qui.- ripose Lele facendo accomodare Bianca tra le sue braccia. –Le tue sono paure inutile. Ora ci sei tu. La storia con Alice è finita molto tempo fa.-
-Si, hai ragione, perdonami. Ogni tanto mi faccio prendere dalla fantasia. Dormiamo ora?-
-Si, dormiamo. Buonanotte.-
-Notte amore.-
E così, mentre Bianca dopo qualche minuto stava già dormendo, Lele era rimasto a fissare il soffitto.
Si sentiva così confuso pur sapendo che la scelta giusta era quella di rimanere con Bianca perché lei ora era sua moglie. Alice era un capitolo chiuso, e non poteva più tornare indietro, anche se da quando l’aveva rivista era l’unica cosa che voleva fare davvero: tornare indietro nel tempo al giorno in cui lei gli aveva detto che sarebbe stata un anno fuori e invece di dirle che voleva il divorzio, voleva dirle che l’avrebbe aspettata, per tutto il tempo necessario.
Il giorno seguente fu molto tranquillo. Come sempre la mattina in casa Martini era un casino tra persone che scappano per andare a scuola o al lavoro.
-Marco, porti tu i bambini a scuola? Io sono in ritardo e perdo l’aereo.- disse Maria.
-Tranquilla, ci penso io.-
-Perfetto, allora scappo. Ciao famiglia. Ciao piccoli.- disse Maria prendendo un biscotto al volo per poi uscire di casa e recarsi all’aeroporto.
-Allora bambini, pronti per la scuola?- chiese Marco
-Prontissimi.- risposero i bambini insieme.
-Allora salutate i nonni e prendete gli zaini.- continuò l’uomo.
-No Marco. Dobbiamo salutare anche gli zii.- rispose Palù andando ad abbracciare forte Anna, mentre Jonathan fece lo steso con Emiliano.
-Bella di zia!- esclamò Anna baciando Palù.
-Zio, questa sera ci racconti un’altra storia buffa?- chiese Jonathan.
-D’accordo, però voi fate i bravi e andate a scuola adesso.-
-Subito.- risposero entrambi, come sempre. Sembrano essere telepatici i due bambini, rispondevano sempre con la stessa frase e nello stesso momento. Anche loro si meravigliano di quanto erano capaci di fare.
-Elena, Bobò, Inge, voi venite anche?-
-No, io no.- rispose Inge. –Sta venendo papà a prendermi per andare non so dove con lui e Guenda, quindi oggi non vado a scuola.-
-Noi però siamo pronti.- continuò Elena.
-Allora andiamo. Buona giornata a tutti.- disse Marco, e mentre si recava nel soggiorno si scontrò con Alice che stava per arrivare in cucina.
-Buon giorno a tutti!- esclamò Alice.
-Ciao zia.- ripose Anna.
-Figlia mia.- continuò Enrica.
-Mamma, quando inizi dicendo figlia mia qualcosa non va.- continuò Alice versandosi in un bicchiere del succo d’arancia.-
-Ma no, volevo solo invitarti a fare un giro con me.-
-Va bene, finisco di fare colazione e usciamo mamma.-
-Vabbeh, vado anche io.- disse Emiliano. -Anna, mi raccomando.-  continuò quasi sussurrando, ma richiamando l’attenzione di Lele.
-È successo qualcosa per caso?-
-Si.- rispose Emiliano.
-No.- rispose subito Anna.
-Si o no ragazzi?- chiese Libero.
-Sta zitto.- disse Anna a bassa voce rivolto ad Emiliano.
-Questa notte è stata un po’ male.-
-Che ti avevo detto io? Esattamente questo, vero?-
-Anna, non prendertela con lui. Ora stai meglio?- chiese Lele.
-Si papà, sto bene.- rispose la figlia.
-Se tu mi dici che stai bene, io ti credo.- disse Lele alzandosi dal suo posto per andare a baciare la figlia sulla fronte.
-Grazie papà.- continuò la figlia.
-Allora io vado, ci vediamo a pranzo.- disse Emiliano
-Perfetto.- rispose Anna baciandolo dolcemente.
-Eh ragazzi!- esclamò Libero. -Cioè voglio dire, siamo a tavola tutti quanti, non esagerate.- Anna rispose al nonno con un sorriso, mentre Emiliano prima di andare via si inginocchiò accanto la sua Anna e posò una mano sul ventre della sua fidanzata e lei mise la sua mano di sopra.
-Ciao piccolino. Tesoro mio.- Emiliano parlava con il piccolino mentre Anna lo guardava dolcemente, era così felice. E mentre Emiliano continuava a dire dolci parole a quell’esserino che era dentro Anna, lei si scambiò uno sguardo con il padre come a dire “Che ci vuoi fare, è così… innamorato si suo figlio”.
-Emilià, ma non dovevi andare?- chiese Libero.
-Si, giusto, vado. Buona giornata.- disse Emiliano prima di uscire e di dare un ultimo bacio alla sua Anna.
-Ma è sempre così?- chiese Lele.
-Sempre papà.- rispose Anna con un sorriso a 32 denti.
-Come si vede che ti ama.-
-E come si vede che hai cambiato idea su di lui.-
-Vabbeh, l’importante è rendersi conto dei propri errori e saper rimediare, no?-
-Si, è quello che ci hai sempre insegnato e sei rimasto fedele alle tue stesse parole.- Anna si alzò e andò verso il padre per abbracciarlo.
-Ti propongo una mattinata di shopping insieme, accetti?-
-Papà, sicuro di essere veramente tu? Sicuro che dentro di te non ci sia una qualche persona…-
-Anna, se non ti va dillo, non mi offendo, eh.-
-Ma certo che mi va, corro subito a prepararmi.- rispose Anna.
-E così io rimango da solo a casa.- disse Libero.
-Dai Libero, non fare così.- rispose Enrica. –Pensa che non hai nessuno che ti disturba mentre ti prendi cura delle tue piante nel giardino.-
-Sai che… Enrica, per una volta c’ha ragione, finalmente un po’ di tempo per me e le mie piante.-
-E se ti venisse fame, puoi sempre venire in cioccolateria.- continuò Bianca.
-Attenta alle proposte che fai Bianca, lo sai che poi papà se inizia a mangiare non si ferma.-
-Esagerato, per due cioccolatini.- continuò Bianca che però venne interrotta dall’arrivo di Gus.
-Papà!- esclamò Inge andandogli incontro.
-Tesoro mio, sei pronta?-
-Si, ho qui lo zaino, possiamo andare.-
-Va bene, andiamo. Bianca, la riporto qui domani dopo la scuola.-
-D’accordo.- rispose Bianca mentre Inge le si avvicinò. –Ciao tesoro.-
-Ciao mamma, ciao a tutti.-
-A domani.- disse Gus, per poi uscire con Inge.
-Allora mamma, andiamo?- Disse Alice.
-Si, prendo la borsa e andiamo.-
-Ti accompagno. A dopo.- disse Alice.
-Ciao.- disse Lele.
-A dopo.- continuò Libero.
-Ciao Alice.- disse Bianca. –Vabbeh, anche io vado in cioccolateria.-
-D’accordo. Io aspetto Anna e poi esco con lei visto che ho il turno di pomeriggio. Passo dopo in cioccolateria.-
-Ti aspetto.- continuò Bianca. –Ciao Libero.- disse per poi andare via.
-Lele, ora che siamo soli, visto che anche Enrica ed Alice sono andate via, devo dirtelo: hai una faccia che non mi piace.-
-Papà, questa faccia c’ho, che devo fare?-
-Con Bianca tutto bene?-
-Si papà, tutto bene, perché?-
-Perché con l’arrivo di Alice…-
-Tutti a parlarmi di Alice, con lei ho chiuso, siamo divorziati. Ci manca solo che tirate fuori Irene.-
-Sarà, ma tu sai che io mi sono invecchiato, mi sono ingrassato ma non mi sono rincoglio…-
-Lo so, papà, lo so.-
-E sempre lo so rispondete. Comunque Lele, sai dove trovarmi.-
-Eccomi papà.- disse Anna, arrivando alle spalle del padre. –Che per caso ho interrotto qualcosa?-
-No, andiamo.- disse Lele. –Ciao papà.-
-Ciao nonno.- disse Anna dandogli un bacio.
-Ciao, ciao.- ripose Libero.
 
Intanto, mentre Lele ed Anna si avviavano verso il centro commerciale, Enrica ed Alice stavano passeggiando, quando si fermarono al parco e si sedettero su una panchina.
 
-Alice tesoro, per una volta mi dici come stanno le cose? Perché quella faccia?-
-Mi sono lasciata con Pierre.-
-Come vi siete lasciati?-
-Non ci amavamo più.-
-Quindi non sei qui per lavoro.-
-Diciamo che ho preferito cambiare aria e quando al giornale ho sentito che c’era la possibilità di venire a Roma ho accettato subito. Così potevo stare con i ragazzi e lavorare.-
-Si, va bene. Poi però, con calma e quando vorrai, mi spieghi perché questa tua comparsa così senza avvisare non mi convince per niente.-
-A me deve convincere, non te.-
-Si si, certo.- disse Enrica.
-Ma insomma mamma, basta.- disse Alice innervosita e fuori controllo. –Se ancora amo Lele non ci posso fare niente.-
-Visto, basta farti saltare i nervi per dire la verità.-
-Spero che non dirai nulla almeno.-
-Ma tu ti rendi conto che arrivare così di punto in bianco nella vita di Lele potrebbe essere un problema? Lo sai bene che ora lui sta con Bianca. Se l’amavi ci dovevi pensare prima.-
-Ma tu da che parte stai?-
-Da nessuna parte. Queste sono cose vostre ed io non voglio mettermi tra i piedi.-
-La mia vita è stata sempre un casino.-
-Quando stavi con Lele però, non era così incasinata.-
-Sai perché ci siamo lasciati? Perché io con quel viaggio di un anno volevo dimostrargli che potevo essere qualcuno, potevo essere anche io una giornalista conosciuta ed affermata. Anche io potevo essere una persona importante.-
-E secondo te Lele in te ha cercato una persona di successo o la semplice Alice, la sua complice, la sua migliore amica, fidanzata e poi moglie?-
-Lo so, ho sbagliato.-
-Forse è un pò troppo tardi.-
-Almeno fammi provare, per favore, dopodiché lo lascerò in pace, per sempre.- Enrica annuì anche se non molto convinta. –Continuiamo a camminare?-
-Si, andiamo.- e mentre le due donne continuarono a passeggiare, Anna e Lele giravano tra i negozi del centro commerciale.
-Ehi Anna, guarda qui, ti piace questo vestito?-
-Perché, me lo faresti indossare?- chiese ridendo. –E poi quanto lo potrei mettere, tra poco devo rifare tutto il guardaroba. Anzi, i vestiti iniziano a non andarmi più.-
-E allora perché non entriamo e compriamo qualcosa di più largo?-
-D’accordo.- rispose Anna.
Da quel negozio uscirono dopo una buona ora, dopo aver comprato magliette e pantaloni per Anna e con la scusa anche Lele, su suggerimento di Anna, comprò una maglia ed un paio di jeans.
-Sai, mi è piaciuta questa mattinata insieme. Mi è mancato stare con te.-
-E infatti adesso sono qui.- continuò Lele, ma ad Anna cadde l’occhio su una vetrina dove c’era esposto un bracciale, uno di quelli per cui Emiliano ne va matto ma che non indossa facilmente, forse perché è diverso dal suo stile di tatuatore. Si trattava di un bracciale con un laccio in cuoio e di sopra su un pezzo d’argento il simbolo dell’infinito.
-Guarda lì.- disse Anna avvicinandosi alla vetrina. -Quel bracciale. È uno dei preferiti di Emiliano.-
-Perché non glielo regali.-
-Guarda che non voglio svuotarlo il tuo bancomat. Ho già fatto abbastanza acquisti.-
-Dai, entriamo.-
-Davvero?-
-Si, davvero. Entriamo.-
 
E così i due entrarono in gioielleria e comprarono il bracciale. Una volta usciti, andarono in macchina: destinazione casa.
Appena arrivati Anna andò in garage accompagnata dal padre, tolsero il cartellino a tutti i capi che aveva acquistato e li portarono a Melina per metterli in lavatrice.
 
-Professò, oggi shopping, eh?-
-Ogni tanto Melì bisogna pur uscire.-
-E c’avete ragione. Almeno voi uscite, Dante mio manco esce più con me. Fa il papà a tempo pieno e quando non lo fa, lavora.-
-Senti Melì e se questa sera mi lasci Aurora così tu esci con Dante tuo?-
-State scherzando Professò?-
-No, sono serio.
-Melì, approfittante, perché oggi è un altro Lele.- disse Anna.
-Grazie professò. Mo sapete che faccio? Metto questi subito in lavatrice e appena si asciugano li stiro per bene. Tanto oggi fuori c’è pure il sole e si asciugano presto i panni.-
-Non c’è fretta.-
-E invece si.- disse Melina avvicinandosi alla lavatrice.
-C’è fretta!- disse a bassa voce Lele rivolto alla figlia ridendo.
 
Intanto casa Martini si riempì di nuovo per il pranzo, come sempre. C’erano tutti, tranne Maria che sarebbe rientrata la sera dal convegno.
Dopo il pranzo, Emiliano ed Anna andarono in garage a riposarsi un po’.
Entrambi erano sdraiati sul letto, l’uno accanto all’altro.
 
-Allora oggi ti sei divertita, eh? Chissà quanti ragazzi avrai visto.-
-Dai, scemo. E poi lo sai, l’unico ragazzo che mi piace è già impegnato.- disse Anna seria.
-E chi sarebbe questo?- chiese Emiliano.
-Tu, cretino!- esclamò Anna prima di baciarlo in modo molto appassionato.
-Che fa il nostro tesorino?- chiese Emiliano staccandosi dal bacio.
-Aspetta che il suo papà gli parli.-
-Ci pensi, questo esserino sarà nostro figlio.-
-Praticamente sempre.-
-Non potevi farmi regalo più bello Anna.-
-Mi hai chiamato Anna.- lei rimase perplessa. –Non mi chiami mai così.-
-Se non ti piace, non ti chiamerò più così.-
-Tu puoi fare quello che vuoi.-
-Questo figlio è troppo importante per me… per noi.-
-Insieme saremo dei genitori fantastici. Chissà se sarà un maschio o una femmina.-
-A me non importa. Mi basta sapere che stia bene.-
-Se è maschio, come lo chiamiamo?-
-Ma c’è ancora così tanto tempo per pensare ai nomi.-
-Eddai, a te che nome piacerebbe?-
-Uhm, vediamo… Mi piacerebbe chiamarlo Michele, Francesco, Alessandro, Giulio.-
-Si, tutto l’alfabeto.-
-Ma scusa, prima tu mi chiedi che nome mi piace.- disse Emiliano per poi farle il solletico.
-No, ti prego.- disse Anna tra le lacrime. –Basta, per favore. Pensa al bambino.-
-Giusto perché c’è il bambino.-
-Senti, perché per scegliere il nome del bambino non facciamo un sorteggio? Scriviamo dei nomi maschili e femminili e poi li estraiamo. Io estraggo il nome femminile e tu quello maschile.-
-Caso mai, facciamo l’inverso.-
-D’accordo, allora prendo carta e penna.- E così Anna ed Emiliano iniziarono a scrivere i nomi. Quando finirono Emiliano estrasse il primo bigliettino ed uscì il nome di Giulia, mentre Anna estrasse il nome maschile, Alessandro.
-E se fossero gemelli?- chiese Emiliano.
-Due gemelli? E come faremo?! Meglio non pensarci.-
-Però, Alessandro Lupi e Giulia Lupi, non suonano male, vero?-
-Ed anche se fosse, non importa.- disse Anna per poi avvicinarsi sempre di più ad Emiliano e baciarlo sul letto. Quel bacio sembrò non finire più, tanto che Marco prima di entrare nella loro stanza bussò ma loro non sentirono e quando li vide baciarsi, cercò di tornare indietro senza fare rumore, ma non ci riuscì.
-Scusate, non volevo interrompere questo momento così sdolcinato.- iniziò a dire Marco.
-Vabbeh, almeno sei tu e non il nonno. Immagini cosa avrebbe detto? Avrebbe iniziato ad urlare.- disse Anna per poi ridere.
-Si infatti, comunque volevo dirvi che sono usciti tutti e tra poco vado via anche io, per cui sarete soli.-
-D’accordo.- rispose Emiliano, mentre Anna si alzò dal letto, ma un improvviso capo giro la fece cadere a terra, senza più svegliarsi.
-Anna! Anna!- le gridò Emiliano sollevandola.
-Vieni, la portiamo in clinica. Ti aiuto ad alzarla.- Emiliano la prese in braccio. –Andiamo.-
Tutti e tre entrarono nella macchina di Marco che sfrecciò fino alla clinica. Appena arrivarono Lele li accompagno a fare gli esami, ma ancora Anna era incosciente.
Mentre Anna era in mano ai suoi colleghi, Lele si fece raccontare da Emiliano e Marco quanto era successo.
Ora bisognava solo aspettare.

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Buonasera a tutti.
Eccomi qui a pubblicare un nuovo capitolo (e non è notte, devo aggiungere :D).
Scusate per l’attesa, ma non sono stata per niente bene, purtroppo.
Allora, io vi lascio con questo capitolo e aspetto di sentire i vostri pareri, che mi danno sempre una amrcia in più per continuare questa storia.
Vi adoro!
Ci sentiamo al prossimo capitolo.
Un bacione, Eliessa.
<3
   
 
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