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Autore: Just a Shapeshifter    23/07/2013    8 recensioni
Odiava il giorno, odiava la notte.
L'unica cosa che apprezzava? Il crepuscolo, forse, quando giorno e notte si univano, diventando un tutt'uno, per poi sparire.
Ed andava avanti, di giorno in giorno, fumando sigarette, inghiottendo nicotina, giorno dopo giorno, standosene rintanato in casa a giocare a videogiochi il giorno, e girando di locale in locale la notte, per distrarsi.
Ogni notte una donna diversa...
Mai, mai avrebbe pensato di innamorarsi di lui...
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Sorrise nell'avvertire il punk farsi mano a mano più naturale, sciogliere i muscoli, diventando quello di sempre: l'imprevedibile, affascinante e fottutamente perverso Duncan.
Era da un paio di minuti che le lingue si esploravano a vicenda, coinvolgendo anche palato, mascella, denti... ogni cosa incontrassero lungo il proprio percorso.

Oh, Trent sarebbe potuto morire, ma di una morte felice, col sorriso stampato sulle labbra, se solo il moro sopra di sé non fosse così etero. Ancora non si spiegava come e soprattutto perché aveva deciso di rapirlo dalla strada e di trascinarlo su, minacciandolo di morte se solo avesse osato parlarne a qualsiasi forma di vita, anzi, non doveva nemmeno pensare a quello che stava provando ora.
Il punk era stato chiaro. Un paio di parole, un sibilo e poi... beh, poi l'aspro ma dolce sapore delle sue labbra che toccavano le proprie, aggredendole, mordendole... baciandole.
“Dopo che questa pazzia sarà finita, non dovrai nemmeno pensarci!” Aveva sibilato per l'ennesima volta il Piercing, mentre gli strappava di dosso la maglietta, rivelando il fisico niente male del giovane cantautore. Ma Duncan non sapeva leggere nella mente, e Trent quel ricordo lo avrebbe portato con sé per l'eternità.

Si ritrovò a petto nudo, Duncan si alzò da lui ritrovandosi in ginocchio sul letto e, con un rapido movimento anche la propria maglia finì a terra, insieme ad un sacco di altra roba.

Lo stava davvero facendo? Cioè... lui, lui era Trent, lui...“LUI ERA UN MASCHIO, LUI É UN MASCHIO IDIOTA!” Sibilò la vocina, ghignando anche lei. Ma il cervello si era resettato da un pezzo, e il ragazzo si era trovato di nuovo sopra il compagno di avventure, o disavventure, dipendeva tutto dal punto di vista...

E le lingue tornarono ad accarezzarsi, approfondendo sempre di più il bacio. Sapevano entrambi che quel contatto di labbra prolungato era solo per non pensarci, per il dolce moro dagli occhi verdi era solo un modo per accettare finalmente l'idea che Duncan lo stava baciando, che non era solo un sogno... per il punk era più una sfida contro se stesso: “Fa finta che sia una ragazza. É una ragazza, é una ragazza” Ma alla fine entrambi, o forse solo Duncan, si arresero, anche perché dopo una mezzora di baci sempre più spinti qualcosa fremeva, dentro i boxer...

Si, quella ragazza aveva un culo niente male, anche il davanzale era perfetto, lo avrebbe osservato per tutto il giorno se non avesse avuto di meglio da fare. Ghignò al suo ennesimo gemito, aumentando con le spinte, tirandola a se, stringendola, mordendole il labbro, accarezzandole il viso, la ragazza sotto di sé scossa dal piacere e non indugiava a farlo sentire a chiunque potesse ascoltarla in quel momento, gemeva, urlava il suo nome, mentre raggiungeva l'orgasmo.
“Z-zitto!” La ragazza si sedette di scatto sul letto dopo aver spinto Scott fuori di sé, quest'ultimo non fu particolarmente contento, visto che non aveva ancora raggiunto il suo paradiso personale... si coprì fino ai seni con le lenzuola, mentre sgranava gli occhi. Scott si chiese il perché, ma gli fu subito chiaro appena la serratura della porta cigolò.

Fu un attimo: la Iena scattò in piedi, si infilò velocemente i boxer e gli altri indumenti correndo poi con la mente, mentre i passi si avvicinavano sempre di più, in cerca di una vita di fuga. Erano al quinto piano, era una fottuta pazzia anche solo pensare di... buttarsi da li. Un cigolio, un paio di sguardi, un sorrisetto innocente, una frase stupida, del tipo “Oh, ma non é questo il bagno.” e poi una corsa sfrenata giù per la rampa di scale, inseguito da due energumeni, probabilmente i fratelli della ragazza in questione...
“Torna qui idiota!”
“Come hai anche solo osato provarci con lei!”

Era nei cazzi.
Si guardò intorno mentre correva veloce, o almeno tanto quanto le sue gambe gli consentissero. Chi cazzo erano quelli? E che cazzo, la loro innocente sorellina aveva quindici anni, era libera di scopare con chi volesse. Ma a quanto pare i signorini suoi inseguitori pensavano il contrario... Era in pieno centro... due isolati più avanti c'era una casa, un appartamento che conosceva piuttosto bene. Ghignò, aumentando le falcate. Si, ce la poteva fare.
Era al primo piano il suo migliore amico, e la finestra della sala era aperta. Grande bello, sei un genio. Corse per gli ultimi metri, i due giganti sembravano essersi dileguati. Sospirò sollevato.
“Eccolo, é lì!”
Cazzo.
Un paio di passi di rincorsa, un salto studiato bene, le braccia e le gambe muscolose avrebbero fatto il resto...

Era dentro casa, e i due tipi avevano perso le sue tracce, all'ultimo svoltamento d'angolo.

Uscì poco dopo dal bagno dopo essersi dato una veloce lavata: nella fretta di scappare aveva dimenticato di sfilarsi il preservativo, che ora giaceva chissà dove nel bagno di Duncan. Bevve un paio di sorsi d'acqua dal lavello, per poi bloccarsi di colpo nell'avvertire un basso gemito nella stanza affianco. Ghignò, facendo una veloce corsa in camera propria per mettersi dei vestiti comodi, se tutto andava per il verso giusto, da li a poco se li sarebbe tolti di nuovo, per poi dirigersi verso la camera del punk, la porta rigorosamente chiusa. Aveva sentito di nuovo quel sospiro sonoro, e quello non era uno dei gemiti di Duncan.
A volte sentiva i suoi gemiti, il punk tirava le ore piccole, quando scopava con una ragazza ogni sabato sera... E beh, aveva imparato a riconoscerli.
Aprì come se niente fosse la porta, entrando nel più completo e totale silenzio. Duncan dormiva in un matrimoniale e appena aperta la porta, un paio di metri dal letto e dall'entrata, c'era una comoda poltrona, che dava le spalle al letto e guardava un'immensa tv, con qui il punk si dilettava a cazzeggiare con videogiochi per la play oppure per vedere programmi demenziali dal letto...
Ma ora al rosso non interessavano ne la play station ne la tv. Al rosso interessava vedere cosa stesse facendo il ragazzo. Sogghignò bastardamente, nel vedere Duncan slinguarsi beatamente Trent, i due oramai in boxer e le eccitazioni potevano intravedersi benissimo anche da sotto i boxer. Ci stavano dando dentro, strusciandosi l'uno sull'altro, sfregando i bacini.

Oh, non poteva perdere un occasione del genere.

Si sedette sulla poltrona prendendo il suo fedelissimo Black Berry, andò con calma su videocamera, per poi accenderla e puntare il cellulare verso i due.
I gemiti si facevano sempre più rochi, i due avevano un disperato bisogno di andare oltre, si vedeva benissimo.
Bestemmiò a denti stretti, appena la videocamera fece quel fastidioso e sonoro click, risvegliando i sensi del moro dalle iridi acqua marina e quest'ultimo sgranò gli occhi, aprendoli e girandosi di scatto.
“Scott, ma che cazzo stai facendo?” Ma la sua voce era salita di un'ottava, diventando piú stridula... era stato sgamato in pieno.
“Io? Nulla di che, solo Birdwatching.” Ghignò il rosso, ritraendo il cellulare e nascondendolo nella tasca dei jeans, un istante prima che Duncan potesse essere li, per sequestrarglielo.
“Dammelo!”
“Come vuoi.”
Sussurrò il rosso, ghignando per l'ennesima volta e slacciandosi il bottone dei jeans e abbassandosi la zip.
“MA CHE CAZZO TI SEI FUMATO? INTENDO IL CELLULARE!”
“Aah, quello... mmh, mi sa che lo terrò io invece.”
“Ehm, ragazzi?”
“Zitto Trent!”
Sibilarono i due all'unisono. Duncan stava ringhiando, Scott sorridendo maliziosamente.
“Dammi. Il. Cellulare.”
“E perché?”
“Per cancellare il video, tsk, ovvio.”
“Concedimi una scopata. Una scopata con te e il cantante la.”
Scott fece un cenno verso Trent e, appena Duncan girò il viso verso la sua direzione, la Iena alzò il pollice verso Trent, il quale deglutì, cercando di sorridere.
“Beh?” Sussurrò Scott al moro al suo fianco.
”...”
“Non credo che il novellino li potrà soddisfarti come si deve, e sei fottutamente eccitato, si vede benissimo.” Il verde buttò fuori aria dalle narici in uno sbuffo, oramai era alle strette.
“Accetto.”
Scott e Trent sgranarono gli occhi, all'unisono. “Cosa?”
Duncan digrignò i denti, tirando a se la Iena, tenendolo per il colletto della maglia. “Non. Farmelo. Ripetere.”
Scott ghignò, spingendolo verso il letto addosso a Trent, per poi gettarsi nel mucchio. Dio, se erano impediti quei due... scosse la testa più volte, guardandoli entrambi, levandosi velocemente la maglia e sfilandosi subito dopo i jeans, rimanendo anche lui in boxer. Era l'unico non eccitato? Doveva rimediare.
Tirò a se Duncan, incrociando le labbra con le sue, mentre una mano spingeva Trent disteso sul letto, scivolando da petto verso il basso, intrufolandosi dentro i boxer e facendo scivolare fuori l'eccitazione del ragazzo, il quale sgranò gli occhi. Trent pensava di farlo con Duncan, solo con Duncan...e ora Scott lo stava...curando? Ma i pensieri svanirono appena il rosso iniziò a donargli cure, dando posto ad un unica sensazione: piacere.
Gemeva il Saggio, mentre il Marcio e la Iena lottavano con le lingue, in cerca del vero dominante. Scott sapeva che niente funzionava, se in una relazione a tre c'erano due dominanti ed un sottomesso. Dovevano esserci due sottomessi e un dominante, o tre uke, tre sottomessi che si davano il cambio... ma non due dominanti, quello no.
Aumentava con la mano, facendo gemere il chitarrista e ghignava, mordendo il labbro di Duncan, ricevendo in cambio altri morsi.

Sarebbe potuto andare avanti all'infinito...

Un paio di baci e di abili cure del rosso e Trent inarcò la schiena, dando un ultimo, basso gemito, sporcando la mano di Scott.
“Oh, sei giá venuto?” Sussurrò il ragazzo ghignante, dopo aver morso il collo di Duncan. “Perché sai, non abbiamo ancora iniziato veramente.” Concluse infine, mordendo il labbro anche a lui, mentre si abbassava i boxer.
Ora erano tutti pronti.


Angolo di M:

Eeeeeccomi qui :D
Ghehehehe, adoro lasciarvi sulle spine *^*
Lo giuro, la prossima volta faccio tuuuutta la parte porca, o miei pervertiti seguaci o miei amatissimi lettori :3
Sciao <3

~M

  
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