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Autore: bluebubbletea    23/07/2013    1 recensioni
«Non importa ciò che è stato detto o fatto, ogni singolo battito del mio cuore continuerà a battere per te. Ogni singola cellula del mio corpo continuerà a credere nel nostro amore. Per l'eternità, avrai sempre un posto speciale nel mio cuore.»
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: D.O., D.O., Kai, Kai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Every little beat in my heart it's still beating for you.

 

 

Kyungsoo corse in camera, chiudendosi la porta alle spalle e concentrando le proprie forze su di essa insieme al suo peso. Il suono del suo battito irregolare ed il respiro affannato riecheggiavano nella stanza silenziosa.
Da un po' di tempo Jong In tornava a casa arrabbiato e, malgrado cercasse di non dire o fare qualcosa che potesse irritare maggiormente il ragazzo, finivano sempre con il litigare per sciocchezze, tanto che iniziava a temerlo. Aveva paura che da un momento all'altro potesse perdere il controllo. Intanto una lacrima sfuggì ai suoi occhi, rigandogli lentamente una guancia.

 

 

Un'ora prima.

 

 

Quella sera Jong In era tornato a casa più furioso del solito. Gli occhi iniettati di rabbia, il volto contratto dalla collera, labbra serrate. Tutto lasciava trasparire la sua irrequietezza, ma cercò comunque di lasciare fuori dalla porta di casa i problemi legati alla danza e al lavoro.
Anche quella sera, Kyungsoo lo accolse calorosamente, stampandogli un dolce bacio sulle labbra carnose, per poi regalargli un meraviglioso sorriso, che gli riscaldò il cuore, sciogliendo lo stress accumulato durante la giornata.
«Come sono andate le prove?» chiese Kyungsoo, scompigliando i capelli al minore
«Abbastanza bene» tagliò corto Jong In, intenzionato più che mai ad evitare il discorso
«Non fare il modesto, Kim Jong In. Ti ho visto ballare più volte e sei a dir poco straordinario» rispose il maggiore, entrando in soggiorno e sedendosi sul divano bianco.
«A te com'è andata? Se non sbaglio oggi, dopo il lavoro, avevi lezione di canto» chiese Jong In
«Bene, hanno detto che la mia voce sta migliorando notevolmente e il mio datore di lavoro ha chiesto se mi va di esibirmi nel locale al sabato sera. Forse dovrei accettare, almeno possiamo mettere da parte qualcosa per il futuro. Che ne dici?»
I grandi occhi scuri di Kyungsoo traboccavano di felicità, mentre lo sguardo di Jong In si rabbuiava gradualmente, lasciando spazio a rabbia e frustrazione.
«Fai come ti pare» rispose bruscamente quest'ultimo, gettando a terra il borsone contenente il necessario per la lezione di danza.
Sì, si sentiva terribilmente inutile e stupido, perché non riusciva ad essere al livello di Kyungsoo. Per quanto ancora il divario fra di loro li avrebbe separati?
«M-Ma io volevo anche un tuo parere» si lamentò il più grande, gonfiando le pallide guance in un espressione imbronciata
«TI HO DETTO DI FARE COME TI PARE» urlò Jong In.
«Si può sapere perché urli? Non c'è bisogno di arrabbiarsi» rispose Kyungsoo, alzandosi dal divano e scorgendo la collera negli occhi del ragazzo.
«OH, SCUSAMI TANTO SE NON SONO UN RAGAZZO CALMO COME TE, ANZI, SCUSA SE NON SONO ESATTAMENTE COME TE» continuò il più giovane, avvicinandosi velocemente a Kyungsoo ed afferrandogli un polso, strattonandolo con forza
«Smettila, ti stai comportando come un bambino» lo riprese quest'ultimo, cercando di mantenere un' espressione seria, tentando di liberarsi dalla presa dell'altro.
Lo sguardo di Jong In si fece ancor più furente, intanto che la stretta attorno al polso di Kyungsoo aumentava di intensità
«Kai...ah...mi fai male. Lasciami» si lamentò il più grande, guardando con occhi lucidi ed impauriti il ragazzo di fronte a sé. Kyungsoo aveva scelto di chiamare “Kai” il lato oscuro e violento del minore, continuando a sperare che il vero Jong In fosse quello dolce ed affettuoso di cui si era innamorato qualche anno addietro.
«GIÀ, SONO SOLO UN BAMBINO PER TE, VERO?» urlò, scagliando un pugno contro la parete rossa del soggiorno con la mano libera, lasciando Kyungsoo a bocca aperta e impaurito. Un brivido violento percorse la schiena del maggiore, sembrava quasi che una scarica elettrica gli stesse attraversando le ossa, riducendole ad un piccolo cumulo di polvere.
«Se hai intenzione di continuare ad urlare, fallo fuori di qui! Vattene!» esclamò Kyungsoo, liberandosi dalla presa salda del ragazzo e lasciando la stanza, scappando da colui che oramai gli sembrava sempre più estraneo.

 

 

«Kyungsoo» la voce di Jong In risuonò tra le mura della stanza, facendo sussultare il ragazzo.
Vide la maniglia abbassarsi, così cercò di schiacciarsi ancora di più contro la superficie gelida della porta, serrando gli occhi
«Kyungsoo, per favore, apri la porta» pregò il minore, bussando nuovamente contro il legno scuro.
Kyungsoo avrebbe voluto rispondere, dicendogli di andarsene e di lasciarlo in pace, che quei litigi, per quanto banali, lo facevano stare male, che sapeva di non essere abbastanza forte e di essere talmente egoista e masochista da non avere il coraggio di lasciarlo andare, ma tutto ciò che riuscì a fare fu rimanere immobile e soffocare le lacrime, che continuavano a bruciargli negli occhi.
«Kyungsoo...ti prego...» sussurrò Jong In, lasciando scivolare la mano contro il liscio ostacolo che lo separava dal ragazzo.
Ancora una volta Kyungsoo non rispose, portandosi una mano davanti alla bocca per soffocare i rumorosi singhiozzi che avevano preso ad uscirgli senza sosta dalla bocca.
Jong In bussò nuovamente, pregando il maggiore di lasciarlo entrare, ma quest'ultimo continuò ad opporre resistenza rimanendo appoggiato alla porta, cercando di non cadere a terra in preda ad una crisi di pianto.
«Kyungsoo, apri dannazione!» tuonò Jong In, spingendo con forza la porta in mogano, afferrando prontamente il braccio di Kyungsoo ed attirandolo a sé per non farlo cadere al suolo.
Le lacrime cominciarono a riaffiorare negli occhi di Kyungsoo, mentre cercava con tutte le forze di ricacciarle indietro, fallendo miseramente.
«Sei un idiota» rispose il più grande, tirando un debole pungo sul petto di Jong In e dimenandosi per sciogliersi da quell'abbraccio straziante e, al contempo, dolce.
Per quanto ancora sarebbe continuata quella che ormai era diventata una routine composta da urla, oramai intrise nei muri freddi di quell'appartamento, pianti silenziosi e cuori che pian piano si corrodevano a contatto con il dolore e la paura di non essere adatti alla persona amata, o peggio, non essere più amati?
«Kyungsoo, per favore, calmati» implorò Jong In, angosciato.
Sì, si stava rendendo conto di quanto il suo comportamento avesse ferito i sentimenti del ragazzo, maledicendosi per aver lasciato che la rabbia controllasse la sua bocca, quasi fosse un burattino.
«NO» urlò Kyungsoo, riuscendo a sfuggire dalla presa del minore, rannicchiandosi contro la parete, dipinta con colori vivaci, circondato da quelle mura che da sempre avevano funto da testimone ad uno spettacolo dapprima meraviglioso, in cui l'amore e l'affetto la facevano da padroni, per poi lasciare che la collera e l'angoscia prendessero potere, mentre i due protagonisti appassivano lentamente, proprio come il loro amore.
Kyungsoo scoppiò a piangere disperatamente, nascondendo il volto devastato tra le mani
«Smettila di piangere, ti prego» sussurrò Jong In, avvicinandosi a Kyungsoo, per poi abbassarsi ed accarezzargli dolcemente la testa.
Non ce la faceva a vederlo ridotto in quel modo e ciò che gli faceva ancora più male era la consapevolezza d'essere proprio lui la causa delle sue lacrime e del suo malessere.
«N-N-Non t-toccarmi» singhiozzò Kyungsoo, allontanando da sé la mano del più giovane con un gesto repentino.
«Mi dispiace» ripeté Jong In.
Kyungsoo alzò la testa.
Si potevano vedere nitidamente gli occhi rossi e gonfi, ed il viso rigato da tante piccole gocce salate
«Tutto ciò che sai dire è “mi dispiace”, lo dici talmente spesso che non ne ricordi nemmeno il significato. Non pensi mai che questo possa farmi dannatamente male? Ah già, che stupido! Dimenticavo che io sono sempre il cretino che piange in silenzio, che continua a reprimere il dolore e finge che tutto vada bene. Sono stanco di stare così. Sono stanco delle tue urla e dei nodi alla gola che mi soffocano giorno dopo giorno. Sono davvero stanco, Kai»
Jong In sentì il cuore frantumarsi in tanti piccoli pezzi una volta venuto a contatto con l'ultima frase pronunciata dal ragazzo.
Sì, Kyungsoo era davvero stanco di quelle sere passate fuori nel vano tentativo di impedire alle lacrime di prendere il sopravvento. Era stanco di rannicchiarsi sul letto accanto ad un ragazzo che prima lo insultava e gli urlava contro, e poi diventava affettuoso, riempendolo di baci e carezze. Non era più disposto a condividere il letto con Kai e Jong In.
«Scusa, Kyungsoo. Davvero, mi dispiace d'averti urlato contro e di essermi arrabbiato con te» rispose Jong In.
«Dimmi la verità, ho fatto qualcosa di sbagliato? Hai smesso di amarmi?» chiese Kyungsoo.
Queste furono le parole che distrussero definitivamente Jong In, facendolo sentire orribile. Un mostro che stava rovinando tutto ciò che aveva costruito. Stava distruggendo la propria felicità, ma cosa più importante, stava devastando i sentimenti di Kyungsoo.
«No, non lo devi dire nemmeno per scherzo! Kyungsoo, io ti amo e nulla cancellerà ciò che provo per te. Tu sei perfetto ed io sono fottutamente fortunato ad averti al mio fianco» esclamò Jong In, con gli occhi ancora fissi sul volto del ragazzo, mentre delle lacrime appena percettibili iniziavano a pizzicargli gli occhi.
«Allora, perché? Perché ti comporti così?» chiese Kyungsoo, sentendosi sempre più confuso.
«Perché sono solo un coglione. Perché sento che non sarò mai abbastanza per te. Cerco continuamene di dare il meglio, di impegnarmi duramente con la danza ed il lavoro, ma ogni volta che provo ad avvicinarmi alla tua perfezione, tu avanzi di altri dieci passi e la distanza tra noi si estende nuovamente. Voglio davvero raggiungerti ma tutto ciò che ottengo è solamente cadere in basso...Allora perché continuo a provarci, quando già so che fallirò? Credimi, non sono mai stato geloso di te, né ho provato odio nei tuoi confronti o in tutto ciò che fai. L'unico con cui sono dannatamente infuriato, sono io. Sì, sono io, perché non so essere alla tua altezza e la paura di poterti perdere da un momento all'altro mi fa impazzire. Ho paura che un giorno tu riesca a trovare qualcuno migliore di me e che ti porti via per sempre»
Non riusciva più a sopportare l'immenso dispiacere che stava arrecando a Kyungsoo, così decise di confessare ciò che in quel periodo lo stava rendendo collerico.
Kyungsoo rimase inerte con gli occhi sgranati per le parole pronunciate dal ragazzo, percependo qualcosa nel petto riprendere vita, ricominciando a battere violentemente contro di esso. Si alzò in piedi di scatto, spaventando Jong In che stava ancora seduto a terra.
«Credi che potrei seriamente smettere di amarti per una simile idiozia? Ma cosa più importante, credi realmente di essere inferiore a me?» chiese Kyungsoo, con tono grave.
Gli occhi ancora lucidi.
Jong In si limitò ad abbassare lo sguardo, senza proferir parola.
«Alzati e guardami negli occhi» ringhiò Kyungsoo, afferrando il colletto della felpa del ragazzo e tirandolo, costringendo il minore ad alzarsi in piedi.
«Ascoltami bene, Kim Jong In! Primo, non mi sono innamorato di te perché sei un ballerino eccezionale, per il tuo lavoro o per la tua immane bellezza, ma per questo» precisò Kyungsoo, poggiando una mano sul petto del minore, proprio nel punto in cui si trovava il cuore del ragazzo. Percepì chiaramente i battiti sotto la propria mano.
«Secondo, tu non sei inferiore a nessuno, perché tu sei esattamente come ogni singolo essere umano. Non sono migliore di te e non smetterò mai di amarti. Il mio cuore appartiene a te e a nessun altro, mi hai capito bene?» disse il maggiore, addolcendo il tono di voce nel pronunciare le ultime parole, arrossendo e lasciando che altre piccole gocce salate scendessero lungo le proprie guance.

Jong In sentì il cuore battere ancora più forte, sentendosi dannatamente stupido per aver dubitato dell'amore di Kyungsoo.
Afferrò le mani del maggiore, racchiudendole nelle proprie, per poi abbassare lentamente la testa e far incontrare le proprie labbra con quelle morbide del fidanzato.
Jong In raramente dava baci di questo tipo, non che odiasse questo genere di baci, ma preferiva quelli un po' più intensi.
Ed una di quelle rare volte era arrivata. Era un bacio puro e casto, ma pieno d'amore e ricolmo di dolcezza. Entrambi si staccarono senza alcuna fretta, guardandosi intensamente.
«Ti amo, Kyungsoo. Se potessi, farei scorrere indietro il tempo ed eviterei di fare tutti gli errori commessi in questo periodo. Eviterei di farti del male, ferendoti con le mie urla» sussurrò Jong In, poggiando le mani sulla vita del ragazzo ed attirandolo a sé, per poi afferrargli i glutei, tirandolo su con forza e lasciando che Kyungsoo avvinghiasse le gambe ai suoi fianchi e gli circondasse il collo con le sottili braccia. Il moro fece nuovamente aderire le proprie labbra a quelle del più alto, che avanzò verso il letto, abbassandosi lentamente e gettandosi, con estrema accortezza, sul morbido materasso.
Kyungsoo sgranò gli occhi, sorpreso dall'azione inaspettata di Jong In, continuando a fissare il ragazzo che nel frattempo si era spostato, circondando il petto del maggiore con le sue lunghe braccia ed appoggiandogli la testa sulla spalla.
Il più grande sorrise.
«Ti amo anch'io, Jong In» rispose, accarezzando la testa del minore.
Jong In si alzò, mettendosi a cavalcioni sul corpo del ragazzo, prendendogli la mano sinistra ed intrecciandola con la propria, mentre cercava di tenersi in equilibrio facendo pressione sul braccio libero. Rimase a guardare il volto perfetto del ragazzo, specchiandosi negli occhi scuri e profondi di quest'ultimo. Quegli occhi che lo avevano sempre guardato con amore.
Le labbra di Jong In iniziarono ad incurvarsi, dando forma ad un sorriso radioso.
Si piegò leggermente, facendo incontrare ancora una volta le proprie labbra con quelle di Kyungsoo.
Jong In fece scivolare sinuosamente la sua lingua nella bocca del maggiore, in un gioco fatto di incontri e scontri delicati. I loro respiri si facevano via via più pesanti, mentre i pensieri si annebbiavano, lasciando spazio solamente alla sensazione di completezza racchiusa in quel bacio appassionato.
Jong In si staccò lentamente, cercando di regolarizzare il respiro ed i battiti del proprio cuore.
Scese dal corpo di Kyungsoo, stendendosi affianco al ragazzo ed avvolgendogli le gracili spalle con un braccio. Kyungsoo si avvicinò ancora un po' al minore, accoccolandosi contro il suo petto e lasciandosi cullare dalle delicate carezze del ragazzo e dal suo dolce profumo.

Jong In continuò a guardare Kyungsoo, mentre iniziava ad entrare nel mondo dei sogni.
«Kyungsoo?» lo chiamò Jong In, accertandosi che non si fosse ancora addormentato.
«Nnh?» rispose il ragazzo, in bilico tra sogno e realtà.
«Ti amo» sussurrò Jong In, baciando delicatamente la testa del ragazzo.
Non ricevette risposta, ma percepì soltanto il ragazzo stringersi ancora più forte al suo petto, mentre un sorriso gli illuminava il volto infantile.

 

 

 

«Non importa ciò che è stato detto o fatto, ogni singolo battito del mio cuore continuerà a battere per te. Ogni singola cellula del mio corpo continuerà a credere nel nostro amore. Per l'eternità, avrai sempre un posto speciale nel mio cuore.»

 


Angolo autrice

Bene, questa volta ho provato a scrivere una Kaisoo e sono pure riuscita a scrivere qualcosa di sentimentale. Sì, mi sento realizzata xD
Si accettano consigli, critiche, pomodori marci e uova crude x°°
Ringrazio Sba' che ha corretto il testo, ha sopportato le mie continue modifiche alla storia e mi ha consigliato quale tra le due immagini preparate inserire. I love youuuuu(non abituartici troppo xD)
Se vi va, potete seguirmi su twitter o sulla pagina facebook.
Spero che la storia vi sia piaciuta.
Bye ♥

  
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