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Autore: Laqueua    23/07/2013    5 recensioni
“Maki!” mi chiamò una seconda volta, più insistentemente. Sapevo di chi era quella voce. Mio fratello Tommy era l'unico a chiamarmi così ed era morto un anno prima annegato nell' Oceano Pacifico.
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Questa è la mia prima storia quindi abbiate pietà di me ^^" Spero vi piaccia eee che altro dire perdonatemi se ci sono errori di battitura/ortografia :)







Erano circa le 3 del mattino, mi ero appena addormentato quando sentii una voce chiamare il mio nome.

Subito scattai e mi misi a sedere sul letto. Tutto taceva e nella casa il silenzio urlava disperdendosi per le stanze come nebbia.

"Maki!" mi chiamò una seconda volta, più insistentemente.

Sapevo di chi era quella voce.

Mio fratello Tommy era l'unico a chiamarmi così ed era morto un anno prima annegato nell' Oceano Pacifico.

Sentivo il cuore che cominciava a galoppare, la fronte era imperlata di sudore.

Decisi di aspettare in silenzio, magari era soltanto un brutto scherzo della stanchezza.

I miei occhi vagarono sulla mia fotografia con Tommy al mare, il riflesso del lampadario non consentiva di vedere i suoi bellissimi occhi azzurri e questo inspiegabilmente mi angosciò.

"MAKI "rimbombò nell'aria chiara e distinta. La voce sembrava aver rimbalzato nel soffitto e ora si era insinuata nella mia testa come una mosca fastidiosa, decisa a deporre le sue uova.

Sentivo i pensieri infatti brulicare come larve nella mia testa. Sentivo che stavo impazzendo, la mia mente perse il controllo e non riuscivo più a pensare razionalmente.

Mi voltai e guardai la finestra con le persiane abbassate. Deglutii. Dovevo porre fine a questa storia.

Mi alzai faticosamente, aprii la finestra e sollevai la persiana. Poi posi lo sguardo sulla strada buia.

 
Era lì.

"T-Tommy? sei veramente te?" chiesi sussultando.

Mi sporsi un po' dal balcone e la visione che mi si parò davanti mi fece perdere l'equilibrio.

Mi tirai velocemente indietro tremante e le estremità della sua bocca si incresparono in un sorriso per quel mio gesto.

Il suo aspetto era orrendo. Nella faccia magra e consumata gli occhi non c'erano più e al loro posto c'erano due cavità nere che sembravano profonde centinaia di chilometri. A guardarle provavo vertigine, era come cadere nel vuoto da un'altezza smisurata.


Anche le labbra mancavano, così come la maggior parte dei denti.

L'acqua grondava dai capelli biondo scuro formando larghe pozzanghere ai suoi piedi.


La pelle era grigiastra e lacerata in alcuni punti, l'immagine di lui che veniva sballotolato da uno scoglio all'altro mi balenò per la mente. Sulle braccia si arrampicavano piccoli insetti e da alcune ferite vedevo danzare piccole larve bianche con movimenti sinuosi.

Boccheggiai, l'odore di mare penetrava nelle mie ossa e mi aveva quasi drogato. Non ero più capace di pensare in modo logico. Quello non era Tommy.

Ero spaventato ma dall'altra parte mi aveva ipnotizzato e iniziavo a pensare che mio fratello era tornato a casa, era vivo e dovevo correre a dirlo ai miei genitori. Saremmo tornati ad essere di nuovo una famiglia. Non avrei passato mai più le serate da solo sul divano a guardare la TV mentre i miei genitori litigavano e piangevano. Mi avrebbero trattato come prima.

 
"Ehi Maki che ne dici di farmi entrare? Qui si gela" disse con una voce stranamente metallica che conservava però la sua impronta da bambino.

"Certo ora arrivo aspettami là" risposi.

Dentro di me urlavo : "Che stai facendo??"

"Tommy è tornato".

"Non è Tommy!".

"Tommy è tornato".

" Probabilmente di mangerà".

"Tommy è tornato".

Scesi le scale lentamente, ricordando il momento in cui ci dissero che il suo corpo non era stato trovato e che senza dubbio ora era annegato. Mi ripassarano per la mente tutti i ricordi di quell'estate passata in America. Il fatto che non mi ricordavo le ultime parole che gli avevo detto. Il funerale con la tomba vuota. Le lacrime che non erano mai scese. Sapevo che saresti tornato, anche se tutti mi dissero che dovevo rassegnarmi alla tua morte.

Pensai " E invece si sbagliavano di grosso! Ora è tornato! Il mio fratellino ahah " La mia risata risuonò per le scale.

"Micheal va tutto bene?" mi chiese la voce impastata dal sonno di mia mamma dalla camera da letto.

"Si Mà, torna a dormire" replicai con uno sbuffo.

Arrivai alla porta d'ingresso, lui era lì che mi aspettava.

Entrò senza dire una parola, mi precedette e notai che lasciava una scia di sabbia.

Si girò a guardarmi e mi sorrise. I suoi denti ora c'erano tutti ed erano leggermente aguzzi. "Che strano" pensai " prima non c'erano tutti quei denti" questo pensierò sfrecciò per la mia testa con una velocità così impressionante che non mi resi neanche conto di averlo pensato.

 
Entrammo nella nostra camera, lui guardò la nostra fotografia e quando si girò notai che era proprio Tommy, non c'erano un dettaglio fuori posto e conservava quella freschezza di quando era vivo e correva per tutta la casa.

"Maki sono tornato" mi disse con un sorriso impacciato.

Mi buttai fra le sue braccia tuffando la mia testa tra le sue spalle. Il suo corpo era freddo e molliccio.


Sentii una risata che mi gelò il sangue, mi sciolsi dall'abbraccio e vidi che ora era ritornato a essere quello che era rimasto di Tommy.

Rideva a bocca spalancata e potevo vedere tutti i sui denti aguzzi e affilati. Si fermò di colpo e rivolse le cavità nere verso di me.

"Ehi Maki. Facciamo un gioco. Io sono il lupo e tu sei l'agnello. Eh che ne dici?" sibilò leccandosi le ferite dove una volta vi erano le labbra.

Si avventò sopra di me, piantando i denti affilati sul collo e risalendo poi strappò via pezzi di cranio e cervello.

Mi sbriciolai sotto i suoi denti. Era come se una bomba fosse stata piazzata dentro il mio stomaco. Pezzi di me ovunque.

La sua voracità non aveva limiti.


Divorò ogni cosa: occhi, ossa, organi, capelli. Tracannò il mio sangue con avidità, come se fosse stato per molti giorni nel deserto senza bere.

Perchè Tommy? Perchè a me che ero il solo che credeva in te?

"Ora sei dentro di me, Maki. Le tue cellule si fonderanno alle mie e staremo assieme per sempre. Ti voglio bene." sussurrò alla stanza vuota prima di andarsene.


Il giorno dopo di me non rimase nulla. Mia madre pensò che fossi scappato di casa, solo così si poteva spiegare la mia strana risata notturna.






 
  
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