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Autore: LauraSwanA    23/07/2013    3 recensioni
Long su OUAT che parte esattamente dalla fine della seconda stagione.
"Emma aprì gli occhi.
La Jolly Roger era salpata da StoryBrook e lei a quanto pare era appena caduta di culo sul pontile della nave."
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Baelfire, Emma Swan, Henry Mills, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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Emma aprì gli occhi.
La Jolly Roger era salpata da StoryBrook e lei a quanto pare era appena caduta di culo sul pontile della nave.
Sbuffò seccata, quindi cercò di mettersi seduta nonostante un grande mal di testa dovuto al viaggio intra mondi.
- Emma! Tutto bene? -
Snow le stava correndo incontro con la mano tesa.
-  Una caduta dentro un portale magico e una bella botta per l’impatto a terra…. -
Afferrò la mano.
- … Credo che il mio cervello stia ancora oscillando un po’ -
Sua madre sorrise scuotendo la testa e l’aiutò ad alzarsi con cautela.
Riuscita nell’impresa di mettersi in piedi, Emma si guardò attorno per la prima volta: ovunque posasse lo sguardo c’era solamente il mare calmo e cristallino che si stendeva infinito all’orizzonte verso tutti equattro i punti cardinali.
L’aria era impregnata di odore di salsedine e nel cielo limpido sopra la nave volvano dei gabbiani.
Perché non c’è terra da nessuna parte?
La ragazza corrugò la fronte.
- Qualche problema Swan…? -
La bionda si girò di scatto.
Hook era dietro di lei con la sua solita espressione arrogante, quella che la faceva letteralmette impazzire.
- Beh, tranquillizzati. Come puoi vedere non ho neppure un graffio. Non devi più preoccuparti per me, dolcezza… -
Le rivolse un occhiolino di complicità che Emma decise di ignorare palesemente cambiando discorso.
- Dove siamo finiti? -
Fece qualche passo in avanti verso di lui.
- Ma soprattutto… - 
- Dove diamine si trova l’isola, Hook? –
A intromettersi nel discorso era stata Regina, che non ci aveva messo molto tempo a riprendersi dal viaggio tra i due mondi, anzi: nei suoi occhi luccicava una scintilla di determinazione talmente intensa che nessunoin quel momento avrebbe provato ad ostacolarla dal suo obbiettivo, ovvero riprendersi il ragazzino.
Una volta tanto Emma era contenta di non averla come rivale da combattere ma come alleata.
- A quanto pare la tua stupida nave ci ha fatti finire nel bel mezzo nel nulla e non… -
- Grazie al cielo –
Regina rimase interdetta per qualche istante per poi riprendersi subito.
 - Come hai detto, pirata? -
- Ho detto grazie al cielo –
Hook le sorrise.
-  Magari qua nel nulla avremo un po’ di tempo per… Conoscerci tutti meglio –
Ammiccò alla donna che lo fulminò con lo sguardo.
- Trovi la cosa divertente? –
- Beh… A dirla tutta lo potrebbe diventare molto… Non so se mi spiego… -
Regina sbiancò.
- Come osi…?!? –
Presa da un impeto d’ira con un’elegante gesto della mano Regina sollevò Hook da terra e lo scagliò violentemente contro l’albero maestro della nave.
La famiglia Charming scattò immediatamente in aiuto del pirata.
- Ferma! –
- No, smettila, ti prego! -
- Regina, che fai, ti ha dato di volta il cervello?  Lascialo stare! –
Il sindaco Millis ignorò palesemente i suggerimenti, mentre si avvicinava lenta all’uomo trattenuto per la gola.
- Mio figlio è in grave pericolo e tu ti diverti nel fare battute simili…? –
Si bloccò a pochi passi dal viso di Hook, che pur mantenendo un’espressione di schermo iniziava a sembrare in difficoltà, dato che la magia lo stava strozzando.
- …  Solo per questo ti meriteresti di affrontare la mia rabbia –
Emma era indecisa se provare ad intervenire con la sua magia quando con uno schiocco di dita Rumple l’anticipò, facendo scomparire in una nuvola di fumo il pirata dalle grinfie di Regina e facendolo riapparire davanti al timone della nave sano e salvo.
- Mi spiace doverlo ammettere ma… -
Si avvicinò alla famiglia Charming aiutandosi col suo bastone com’era solito fare.
- … il pirata ha ragione, siamo stati fortunati a comparire lontani dall’isola -
Emma incrociò le braccia e gli lanciò un’occhiata torva.
- Spiegati meglio, cosa intendi dire con questo? –
- Neverland non è come la Foresta Incantata: è molto più…-
Indugiò un istante in cerca della parola adatta.
- … Pericolosa. Qui non valgono le nostre leggi. –
- Cioè? Arriva al dunque Gold–
- L’Isola è un luogo molto pericoloso, pieno di ostacoli da superare e di insidie. I suoi abitanti poi, sono tutt’altro che amichevoli. Comparendo così lontani avremo dalla nostra parte l’effetto a sorpresa che ci tornerà molto utile. Sai com’è, se uno non sa che esisti non prova nemmeno ad ucciderti… -
- Come facciamo a sapere che non si sono già accorti di noi? -
- Fidati dearie, in caso contrario lo sapremmo. Loro… -
Tremotino accennò ad un sorriso.
- … Beh, non sono moto cordiali con i nuovi arrivati –
-  Allora dobbiamo sbrigarci se vogliamo essere noi i primi a trovare Henry –
Snow ed Emma annuirono convinte alle parole del sindaco Millis.
- Bene, faremo attenzione. Ora, chi ha idea di come raggiungere Neverland? -
Gli sguardi di tutti si posarono su Hook che sorrise e allargò le braccia, felice una volta tanto di essere al centro dell’ attenzione.
- Abbiamo bisogno di qualche indicazione se vogliamo raggiungere l’isola senza perderci in mare…–
La bionda alzò un sopracciglio.
- Quindi…? -
- Ci metteremo in viaggio stanotte, al calare del buio… -
Il pirata sollevò gli occhi per scrutare il cielo limpido.
- …Saranno le stelle a guidarci -


 
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Henry aprì gli occhi di botto.
Con un urlo si mise a sedere di scatto, preso dal panico; sentiva i suoi respiri smorzarsi in gola per l’agitazione mentre gocce di sudore gli imperlavano la fronte.
Si guardò attorno preoccupato.
Davanti a lui il mare azzurro come il cielo si estendeva infinito e la sua superficie era increspata da piccole onde silenziose; la sabbia fine sotto i suoi piedi era soffice e di un bellissimo color crema pallido, quasi bianco.
Alle sue spalle, invece, a qualche centinaio di metri da lui, si trovava una grandissima foresta simile a quella Pluviale da cui provenivano versi che Henry non aveva mai sentito prima d’ora.
Il ragazzino deglutì a vuoto.
No, purtroppo non si era sbagliato, quello là non era stato solo un brutto sogno, era tutto vero.
- Era ora che ti svegliassi, hai dormito parecchio Henry… -
Il bambino si voltò di scatto.
Greg e Tamara erano in piedi davanti a lui e lo osservavano divertiti, come lupi affamati che guardano un povero agnellino in un vicolo cieco.
Tamara, poi, sorrideva felice e a Henry vennero i brividi.
Quello non era un riso di gioia come quello che vedeva solitamente sul voto delle sue mamme quando passava del tempo con loro.
No, quello era molto diverso poiché era un gelido ghigno di vittoria.
 Gli occhi della donna non luccicavano né di gioia né di allegria, ma di brama di vendetta.
Inspirò profondamente più e più volte cercando in quel gesto di infondersi il coraggio che gli serviva per aprire bocca e parlare, dato che in quel momento la lingua gli pesava in bocca come un macigno.
Alla fine, dopo istanti che parvero un eternità, il ragazzino si decise a dire qualcosa, optando per una semplice ma essenziale domanda.
- Dove…D-dove siamo…? -
I suoi rapitori si scambiarono uno sguardo d’intesa che gli fecce accapponare la pelle.
- Benvenuto a Neverland, Henry -
 
 
Nota dell'Autrice

Vorrei ringraziare due scrittrici senza le quali sarei ancora in alto mare con questo capitolo, ovvero Lilyhachi e Anonima K Fowl. Grazie mille ragazze!
Riguardo al capitolo, spero che questo incipit vi sia piaciuto.
I prossimi capitoli saranno più introspettivi, promesso.


 
                                                                   Laura
   
 
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