Storie originali > Romantico
Ricorda la storia  |      
Autore: OneLastDream    24/07/2013    1 recensioni
Dalla storia:
"L'acqua vicino a me è calmissima, così come il cielo. Non si vede una nuvola nel raggio di metri.
E la luna è piena, da qui posso vederlo benissimo.
Sarà il paesaggio, l'atmosfera, il senso di sicurezza che Har mi infonde ma per la prima volta nella mia vita sento una profonda quiete dentro. [...] -Ho provato... io, io ho cercato a trovare altre soluzioni, ma la verità è che sono troppo egoista, troppo, per lasciarti andare. E se ti accadesse qualcosa? Non riesco neanche a immaginarmi come sarebbe la mia vita senza la tua presenza... forse per il fatto che io non esisterei senza la tua presenza, io non vivrei, lo capisci? [...] Sei tutto per me, Annabeth, sei tutto."
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

-Come... come sto?-
Questa domanda esce dalla mia bocca come un sussurro.
Sto davanti allo specchio, in piedi, dentro il vestito giallo che mia madre mi ha fatto trovare sopra il letto per l'occasione.
Scende morbido sui miei fianchi e arriva a poco meno del ginocchio.
E' il secondo anno che ho il permesso di uscire la sera fino a tardi e questa sarà la seconda volta che lo faccio. Non per mia volontà, ovvio. Harold. E' colpa sua. E' proprio da lui trascinarmi in queste feste popolane, io non mi ci trovo per nulla.
Le altre ragazze della mia età stanno bene nelle loro pelli, io mi sento di troppo anche a tavola la sera con la mia famiglia. Molti dicono che sia a causa della timidezza, io fin da piccola ho sempre pensato che il mio sia un super-potere. Io sono come i camaleonti, posso diventare invisibile quando più ne ho voglia. L'unico problema è che non so ritornare visibile, ma di questo non mi preoccupo poiché farlo è compito di Harold. Sin da quando eravamo bambini è l'unico con cui il mio grande potere fallisce.
Posso essere invisibile anche a mia madre, ma non a quel ragazzo che ora si trova seduto sul mio letto, le spalle al muro, e mi sta fissando con un'espressione indecifrabile.
E' lui che dal limbo mi riporta nel mondo dei vivi ogni volta.
-Bene, come sempre- risponde lui di fretta senza muovere muscolo -io, però, scioglierei i capelli-
Alzo lo sguardo e osservo la mia pettinatura. Ho intrecciato le ciocche chiare color sabbia in una treccia, come faccio sempre. Odio tenerle sciolte, oltre a dare fastidio sono, come dire, troppo appariscenti.
Dato che è abituato a prendere le cose che vuole, il ragazzo castano si alza e, senza dire niente, senza farmi fare niente, slega i capelli al posto mio.
Lo lascio fare, tanto ho imparato che non serve a nulla controbattere tanto è testa calda. Inizia a ravvivarmi i capelli con le mani, delicatamente, mentre mi torturo le dita.
Quando finisce restiamo per circa due minuti in silenzio, io osservo sia me che lui, mentre il suo sguardo è solo per i miei capelli.
-Allora?- cerco di rompere il silenzio che sta lentamente iniziando a uccidermi.
La sua risposta arriva con un sussurro, un bisbiglio impercettibile, che mi lascia vicino all'orecchio, con fare dolce.
-Sei bellissima-
Un sorriso si apre su mio volto, involontariamente, spezzando tutte le insicurezze che stavo provando fino a poco fa.
-Finisci di prepararti, io vado a farmi un giro di fuori-
Continua lui donandomi un bacio sulla fronte, prima di abbandonare la mia piccola stanzetta.
Lancio un ultimo sguardo ai capelli, prendo un profondo respiro e lo seguo, convinta che la serata sarebbe stata lunga.

***

Non so ballare, non ho mai provato a farlo. Ecco perché me ne sto sempre in disparte ai balli, ecco perché resto sempre con George, mio zio, il barista, alle feste. Porta sempre una piccola sedia per me, quando mamma lo avvisa della mia presenza. E' un uomo che ama parlare, questo capita bene poiché io amo ascoltare, o almeno lo so fare bene. Mi parla di tutto quando sto con lui, della famiglia, del lavoro, dello sport, di tutto. Passiamo il tempo insieme.
Ma oggi non posso non ballare, a sentire Harold tutte le diciottenni devono ballare almeno una volta con il ragazzo che portano nel cuore.
Sono arrossita a quest'affermazione, dato che io... beh, io non ho un ragazzo, né un'innamorato, né un amante segreto. Non ho nulla di tutto questo. Conoscendomi ha aggiunto subito dopo che non importava, che avrebbe ballato lui con me fino a quando non avessi trovato il mio, come lo chiama il mio amico, principe azzurro. Ha anche aggiunto che avrebbe ballato con me tutta la vita se lui non si fosse presentato.
Per fortuna siamo al buio, quindi non si vede il tono di rosso che le mie guance hanno preso in più.
Meno male.
Cerco di dire per l'ennesima volta al mio amico che non so ballare, che non mi va, che preferisco mimetizzarmi seduta con mio zio George piuttosto che ridicolizzarmi in quel modo, quando lui mi tira via dal gruppo prendendomi la mano, aprendo le danze.
-Ti giuro che non so ballare- sussurro mentre mi costringe ad andare verso il centro della pista.
-Tu segui me- ribatte lui prendendomi un fianco, facendomi avvicinare.
-Non farmi cadere- mormoro sconsolata sapendo fin troppo bene che non mi avrebbe lasciato mai una via di fuga. Mi dico che se non oppongo resistenza la cosa passerebbe più indolore.
-Non ti farei mai cadere, anche a costo della mia vita- mi sussurra seriamente nell'orecchio prima che il gruppo di musicisti inizia a intonare qualche nota di valzer. Così il mio corpo si lascia cullare dalla musica, mentre la mia anima si lascia cullare da quella di Harold.


***

-Danzare è strano- mormoro nella notte.
Io e il mio amico siamo vicino a fiume, mi tiene la mano mentre cerco di camminare sulle pietre, giocando all'equilibrista.
E' l'una, ma di rientrare proprio non ne ho voglia. Qualche minuto fa ho chiesto ad Har se potevamo finire di ballare, che la musica iniziava a darmi alla testa. Mi ha chiesto se volevo tornare a casa.
Ho risposto di no.
Per la prima volta ho risposto di no. Per la prima volta nella mia vita preferisco non arginarmi nei muri casalinghi, ma preferisco stare all'aperto, a respirare.
L'acqua vicino a me è calmissima, così come il cielo. Non si vede una nuvola nel raggio di metri.
E la luna è piena, da qui posso vederlo benissimo.
Sarà il paesaggio, l'atmosfera, il senso di sicurezza che Har mi infonde ma per la prima volta nella mia vita sento una profonda quiete dentro.
Sarà che tutto quel movimento mi ha svuotata.
-Perché dici così?-
-Non... non lo so. Mi pare strano, tutto qui. E' un istinto- rispondo convinta della mia affermazione, infondo è quello che provo.
-Ma quanto hai bevuto?- Har si ferma a guardarmi con fare divertito.
-Io? Nulla, sono stata sempre con te- replico con l'ingenuità di una bambina. Ha forse dei dubbi?
-Ed è così che deve essere- risponde lui riprendendo a camminare.
-Che deve essere cosa?- inizio a non capirci più nulla della conversazione.
-Tu starai sempre con me perché solo io ti posso proteggere, capito? Non ti abbandonerò mai- pronuncia queste parole con naturalezza, continuando a guardare dritto davanti a lui.
-Ma cosa vai dicendo...- sussurro con una lieve punta di imbarazzo nella voce, arrossendo.
-E' la verità. Ti ricordi come ci siamo conosciuti?- il suo tono anche se naturale sembra dannatamente serio.
-No...- mento. Certo che me lo ricordo come ci siamo conosciuti, ma preferisco non parlare troppo dell'argomento. Preferisco non pensarci.
Si ferma di colpo, ma continua a tenere lo sguardo fisso nel buio.
-Stavi annegando. Tu... piccola e fragile stavi annegando. Era pieno di gente ma nessuno ti stava dando aiuto, nessuno ti vedeva. Eri invisibile agli occhi di tutti, ma non ai miei. Capito? Io, io solo ti vedevo. Capii in un istante che non potevo cercare altre soluzioni. Mi sono buttato senza pensarci due volte... ma io non sapevo- gira la testa, in modo da guardarmi dritto negli occhi -io... io non avrei mai pensato che quel giorno, facendo quell'atto che tutti avrebbero fatto se... se solo avessero saputo, io non sapevo- ingoia la saliva.
Ma cosa diavolo gli sta succedendo? Non l'ho mai visto così, sembra invecchiato, maturato. I suoi occhi mi trasmettono cose che mai mi erano state trasmesse, e inizio a sentire un vuoto nello stomaco. Qualcosa sta per accadere, lo so.
-Io non sapevo che salvando quella bambina caduta accidentalmente in acqua, una bambina come tante altre, né più ne meno, avrei salvato la mia vita...- le sue pupille si dilatano e la mia anima inizia a capire cose di cui non conoscevo prima neanche l'esistenza.
-Perché Annabeth, tu sei la mia vita- stringe la presa della mia mano.
Il mio cuore perde un battito, due, forse anche tre. Trattengo il respiro mentre una lacrima inizia a rigarmi il volto.
-Lo sei sempre stata, sempre lo sarai...- anche i suoi occhi iniziano a diventare lucidi -ed è per questo che solo io ti posso proteggere.- Mi guarda con uno sguardo più intenso, come se potesse imprimermi le sue immagini nella testa con la forza del pensiero.
-Hai uno strano potere tu, sai? Sai scomparire, sai morire in silenzio... e chi potrebbe salvarti allora? Chi salverebbe la mia vita, così... così fragile? Ho provato... io, io ho cercato a trovare altre soluzioni, ma la verità è che sono troppo egoista, troppo, per lasciarti andare. E se ti accadesse qualcosa? Non riesco neanche a immaginarmi come sarebbe la mia vita senza la tua presenza... forse per il fatto che io non esisterei senza la tua presenza, io non vivrei, lo capisci?-
Sto piangendo, sento le lacrime, una ad una, che iniziano ad accarezzarmi le guance silenziosamente.
-E se tu fossi morta quel giorno? Se non ci fossi stato io? Io penso di amarti più di quanto possa amare qualsiasi altra cosa. Penso di amare il tuo viso, i tuoi sorrisi, i tuoi occhi, più della mia stessa vita. E non me lo perdonerei mai se ti accadesse qualcosa, mai...-
Il mio sguardo diventa offuscato, i pensieri si fanno chiari e disordinati allo stesso tempo. Inizio a capire tutto continuando a non capire nulla.
-Hai presente il principe azzurro di cui ti parlo spesso? Beh, ecco io ho provato a diventare così. Mi ci sono messo d'impegno, credimi. Il fatto è che non posso cambiare, non sarò mai la persona giusta per te. E questo mi rende triste... più i giorni passano più mi cresce la paura che qualcun altro possa portarti via dalle mie braccia. Ho provato a convivere con l'idea di stare distante da te, ma nella mia testa è una cosa contro natura.-
Resto immobile, respiro in modo lento, cerco di afferrare ogni parola e di imprimermela nella mente.
-E sai, ti capisco se tu non provi le stesse cose che provo io, capita. Non so nemmeno perché ti sto rivelando tutto in questo preciso momento, in questo luogo... è solo che ho capito che nella mia vita sei come un fiore spuntato tra l'asfalto. Voglio dirti che io ci sarò sempre per te, qualsiasi cosa tu abbia bisogno mi troverai al tuo fianco, se mi vorrai. Perché io ti amo dal primo momento che ti ho visto, ti amo ogni respiro di più. Sei tutto per me, Annabeth, sei tutto.-
Finisce il suo discorso tutto d'un fiato.
Non riesco a capire come mi sento, felice? Triste? Forse stordita. Ma importa davvero come mi senti? L'unico pensiero logico che il mio cervello riesce a formulare è che devo dire anche io qualche cosa... ma cosa? Come dire come mi sento se non ne ho la minima idea?
Lo guardo, cerco la risposta nei suoi occhi così sinceri e la trovo.
Lentamente mi porto la mano libera sul viso e mi asciugo le lacrime. Mi avvicino e mormoro piano, in modo che sia solo lui a sentirmi anche se non vi è nessuno intorno.
-Io... io ti appartengo.-
Un secondo, è bastato un solo secondo.
Continuo a guardarlo negli occhi mentre comprende quello che ho appena detto, mentre anche io lo comprendo.
Un secondo che anche essendo velocissimo sta durando millenni, per me, per lui.
Poi un sorriso si apre sul suo volto e agisce d'istinto, come fa sempre.

Mi bacia. 

Uno di quei baci da film. Uno di quei baci cantati dai cantanti e scritti dagli scrittori.
Un bacio, il nostro.
E capisco che quel giorno, tanto tempo fa, oltre a salvare il mio corpo, ha salvato anche la mia anima, che pure lei stava lentamente affogando.

Ci apparteniamo, Har.”

AngoloAutrice.

Buongiorno lettore che sei riuscito ad arrivare fino a qui. Per questa faticaccia ti regalo un biscottino *porge biscotto*
Che dire della storia? boh, nulla. L'inizio l'ho scritto di getto, ieri sera alle due, quindi non so quanto possa essere decente. 
Per il resto vorrei solo dire che è per la mia nuova amica @awshtonirwin di twitter (a proposito, scusa il ritardo... ehm... sì.)
Va be', dato che ho taaante cose da dire (si vede, vero?) ho pietà e la finisco qui.
Baci,
M;

(una qualche recensione, positiva, neutrale o negativa che sia, sarebbe molto piacevole :3)

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: OneLastDream