Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Sotto un cielo di stelle    24/07/2013    1 recensioni
Lui. Oggi l'ho visto e vorrei rivederlo all'infinito. Ma non lo voglio ammettere. Ho sempre avuto paura di ammettere le mie paure,i miei sentimenti e le mie sofferenze. Ma Lui mi ha rapito il cuore;la prima volta che lo vidi non sentii più la gravità tenermi a terra. Mi sembrava di volare... Ma è amore? No,ma che stupidaggini dico. L'amore non è fatto per me.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

NON E' AMORE, MA PIETA'...

Tumblr






Quando mi svegliai ero ancora stremata. All'inizio non riuscivo a capire dove mi trovassi,


ma poi mi ricordai di essere a casa... di Tommaso, mi ricordai di Marta e della

conversazione che avevano avuto in camera mia...

“E quindi Marta è la ex di Robert...” Non avrei mai pensato che Robert centrasse qualcosa

e che abbia fatto una cosa del genere...

 

Devi dirglielo a Stella

Ma lei è felice così

Ma ha il diritto di saperlo

Ma Tommaso ha detto che lui la ama con tutto se stesso

Ma lascia perdere quello! Lui l'ha detto per aprire gli occhi alla sorella

Tsé... E questa da dove l'hai tirata fuori?!?!?

Senti Chate, tu non dire niente a Stella e lascia perdere quella lì che non capisce

niente!


Io capisco più di te testa vuota!!!


<< Basta, vi prego! Decido io e io ho scelto di parlargliene poi lei sceglierà cosa fare. >>

 

Tié, ho vinto io!

Ma fa sito!

 

<< Avete vinto entrambe! Tu perché hai ragione su fatto che devo dirlo a Stella, e tu invece

mi hai fatto notare una cosa che avevo dimenticato.... Robert ama Stella con tutto se

stesso... >> E sorrisi. "E poi è da tanto che non parlo con Stella..."

Decisi di alzarmi e scendere... ormai erano già le otto e Paolo, il dottore, doveva già essere

venuto qui.

<< Chissà se posso ancora trovarlo qui... >> Quando andai in salotto c'erano Tommaso,

Marta, quella che doveva essere la loro madre e il dottore!!

<< Paolooooo!! >> Gli dissi andandogli incontro e abbracciandolo!

<< Ehi dormigliona! Come va? Ti senti meglio? >> Ripensai a ciò che mi disse Marta e mi

chiesi cosa cavolo ci facevo in quella casa... io non ero parte della loro famiglia. Il dottore

corrugò la fronte e solo in quel momento mi ritornò in mente la domanda che mi aveva

fatto...

<< Sì, decisamente meglio! >> E sorrisi per rendere più credibile la mia affermazione, ma

non ci cascò...

<< E comunque non sono una dormigliona... Cioè sì, lo sono, ma oggi sono andata a letto

all'una e mezza più o meno e ieri sera... >>

<< Come all'una e mezza?! >> Mi chiese Tommaso allarmato... “Ah, già... la discussione che

avevano avuto...”

<< Sì, mi sono addormentata proprio dopo che tu e Marta avevate avuto quella

discussione in camera mia e dopo che tu sei uscito e sì, ho ascoltato tutto! >> Tommaso

divenne prima bianco poi rosso e io sorrisi.

<< Ti diverti a fare la spiritosa e “quella che non si fa i cazzi suoi”? >> Mi disse Marta.

<< Marta, non trattare... >> Cercò di dire Paolo, ma io lo interruppi.

<< Beh... Sai, io in quel momento mi stavo addormentando, e ci sarei riuscita se due

persone molto intelligenti non fossero entrate in camera mia, dove mi trovavo, a parlare di

cose private! >>

Lei mi guardò male, ma non aggiunse niente. In fin dei conti non è colpa mia se ho

ascoltato ciò che secondo lei non dovevo ascoltare...

<< Ehm, allora gente... Andiamo a cenare? >> “Cena? E chi voleva mangiare?”

<< Mi dispiace, ma io non ho tanta fame... Ho già mangiato prima di dormire e... >>

<< E niente! Tu hai bisogno di mangiare e quindi ora ti metti a tavola a mangiare con noi!

>> Mi disse Paolo.

<< Ah, allora rimani anche tu qui a mangiare? >>

<< Sì... Mi vuoi mandare via da casa mia? >> Disse sorridendomi.

<< No, non è quello il problema, è solo che boh... pensavo tu fossi venuto solo per vedere

se stavo meglio e... >> “Aspetta, aspetta, aspetta!!”

<< Come casa tua?!?! >>

Tutta la famiglia, tranne Marta si mise a ridere. “Sono pazzi...”

<< No, Chate... Non siamo pazzi... >> Mi disse Tommaso. “Ah, avevo parlato ad alta voce...”

<< Come papà, non glielo hai ancora detto? >>

<< Papà? Quindi... quindi tu sei suo papà, e suo, e suo marito? E se loro mi hanno adottato

lo hai fatto anche tu? Nel senso tu sarai il mio papà adottivo? >>

<< Molto perspicace la ragazza... >> Mi disse Marta.

<< Mi gira la testa... >> Dissi cadendo sul divano. E cominciava pure a farmi un po' male...

<< Ehi Chate, va tutto bene? >>

<< Sì, sì... E' solo che questa notizia mi ha turbato... nel senso non me lo aspettavo... >> E

guardai il viso di Paolo un po' triste e un po' preoccupato e gli sorrisi correndogli verso e

abbracciandolo.

<< Non potevo aver padre migliore di te, Paolo! Ti voglio bene! >> Gli dissi sincera.

<< Anch'io piccolina! >> E mi strinse ancora più forte. La testa continuava a martellare, ma

ora più debolmente. “Che cazzo mi succede?” pensai tra me e me preoccupata.

 

Devi dirglielo!

Non è niente... Tanto passerà.

Ma se invece è qualcosa di grave?!?!

Deve solo riprendersi. O vuoi già preoccuparli adesso? Pensa, e se non fosse niente di

grave?


Ripeto! E se invece è qualcosa di grave? Devi fare solo un controllo!


“Smettetela! Glielo dirò solamente quando penso IO che sia qualcosa di grave! E ora non è

il momento!”

Ed ecco che le mie vocine sono ritornate. Quando ero piccola non avevo molti amici e

quindi me ne sono creata due miei personali, di cui potevo fidarmi ciecamente senza

dovermi preoccupare di un loro tradimento, di un loro abbandono, come mi è sempre

successo con le persone reali. Loro erano me e io loro... Eravamo tre cose diverse, ma nello

stesso momento una cosa e so che non potrei mai avere degli amici migliori di loro... mi

sono sempre stati vicino , anche quando non volevo, ma so che gli amici immaginari non

possono sostituire le persone, il calore che emanano loro, gli abbracci, i sorrisi, gli sguardi,

le lacrime, i loro dolori, i loro momenti di gioia assoluta... Tutto quello che ho sempre

desiderato sono dei rapporti solidi con delle persone a me care, ma ormai è un po' difficile

per me fidarmi della gente... Ormai mi è difficile e mi sto sempre chiudendo più in me

stessa.

“Non pensarci Chate... Vai avanti a vivere come hai sempre fatto e lascia perdere il mondo

intero... Tu hai loro, e loro hanno te.”


Oh, così ci commuovi...

Già.. Guarda.. Io sto già piangendo. Ti vogliamo bene anche noi, Chate! <3


Quando ritornai nel mondo reale mi ritrovai in cucina, chissà come e c'era anche Marta. Io

stavo apparecchiando la tavola mentre lei finiva di cucinare la pasta.

<< Che hai da guardare? >> Mi disse in modo più brusco.

<< Niente. >>

<< Allora voltati! >> E fu quello che feci. Non volevo litigare con lei... Anche se io non avevo

nessuna colpa di quello che era successo tra lei e Robert.

<< Senti una cosa. Siccome ora viviamo nella stessa casa, la MIA casa, dovremmo chiarire

un po' di cose; innanzitutto tu non centri un cazzo con questa famiglia; secondo, quella

gente in salotto, è la MIA di famiglia, non la tua; terzo, tu dovrai stare alla larga da me;

quarto, cerca di non romperci il cazzo perché loro non hanno il coraggio di dirtelo, ma ti

hanno adottata solamente perché non hanno trovato nessuna famiglia per te e a mio

padre facevi pena... Quindi non immaginarti chissà che, ok?! Ricordati bene ciò che ti ho

detto. >> E così se ne andò lasciandomi sola in cucina con i miei pensieri e le mie lacrime.

Spensi il fuoco da sotto la padella e andai di corsa in bagno cercando di non farmi vedere

da nessuno.

<< Ehi Chate, dove vai? >> Mi disse Michela, la madre di quella famiglia, non della mia.

<< Vado in bagno... >> E così me ne andai di corsa e mi chiusi dentro forzandomi di

trattenere lacrime silenziose e ci riuscì, ma alla fine ero stremata e volevo solo una cosa...

Volevo quella cosa... Sì, quella maledetta lametta.... Mi serviva e dovevo trovarla. Iniziai a

cercarla e alla fine l'ho trovata e un sorriso involontario mi si disegnò in volto... La presi tra

le mani e feci qualche taglio.


Avevo il polso tutto insanguinato e, appena sentì chiamare il mio nome, mi lavai di fretta

la mano, lo avvolsi in una garza e scesi coprendola bene.

<< Eccomi, scusate il ritardo. >>

<< Tranquilla. Su dai, vieni a tavola e mangia qualcosa. >>

<< No, grazie, ma non ho fame. Preferirei andare in camera, se non vi da fastidio. >>

<< Non vuoi passare del tempo con noi? >>

<< No, preferirei non infastidirvi, ma grazie della proposta. >>

<< Va bene, se ti senti ancora stanca vai pure in camera tu. Semmai avrai fame ti lasciamo

la tua parte nel microonde, ok? >>

<< Siete molto gentili, ma non credo mangerò. Non mi sveglio mai la sera per andare a

mangiare, un abitudine, quindi per me non preoccupatevi e mangiate anche la mia parte.

>>

<< Fantastico, meglio per la mia pancina. Allora ciao. >> Disse Marta.

<< Con permesso. >> E mi girai, ma Paolo mi disse che potevo anche essere meno formale.

<< Arrivederci e buonanotte a tutti. >> Sia Tommaso che Paolo mi guardavano confusi e

salutarono con un filo di voce. “Erano molto bravi a recitare. Perché il mondo si diverte a

prendermi in giro?! Perchè? Avrò fatto qualcosa di maleper meritarmi tutto questo! E io

non volevo la pena di nessuno!” E non riuscii a trattenere uno sbuffo.

<< C'è qualcosa che non va? >> Mi chiese Tommaso. Lo guardai con uno sguardo gelido, o

almeno era così che mi sentivo da dentro, e gli dissi: << Stavo pensando a quanto certa

gente sa recitare bene. >> E me ne andai rendendolo ancor più confuso.

Salì le scale ed entrai in camera mia. Mi sedetti e cominciai a guardarmi intorno. Pochi

minuti dopo qualcun bussò alla porta.

<< Permesso... >> Era Tom. “Ma che cazzo vuole dalla mia vita?!”

<< Che vuoi? >> Dissi nuovamente con quella voce che non riconoscevo mai come mia, ma

a cui dovevo fare l'abitudine a quanto pare. Tommaso si fermò di colpo e cominciò a

scrutarmi dall'alto verso il basso e viceversa. Riuscivo a a notare pure la confusione nei

suoi occhi,ma sapevo che non dovevo fidarmi.

<< Cosa ti sta succedendo? Prima salti addosso a mio padre e poi lo tratti come un

estraneo? >> “Mio padre... Non nostro.” Sorrisi, ma sapevo che ciò che vedeva lui era solo

una smorfia.

<< Perché devo per forza aver qualcosa se cambio il modo di trattare tuo padre. Mi sono

semplicemente resa conto che tuo padre mi ha... “procurato” un abitazione, del cibo, dei

vestiti e tutto quello di cui ho bisogno... >> “Tranne l'amore di una famiglia...”

<< E siccome gli dovrò essere grata per sempre ho pensato di dargli del “Lei”. In fin dei

conti, se non avesse avuto pietà per me, non mi sarei ritrovata qui e quindi Lo ringrazio

molto per questo. >>

<< Sai, mio padre come lavoro fa il dottore... >>

<< Ma davvero? Non lo sapevo! Grazie d'avermelo detto. >> Dissi e lui sorrise.

<< Stavo dicendo... Mio padre è un medico. Nel corso della sua vita lavorativa a visto tante

persone, anche più giovani di te, senza genitori, ma tu sei la prima, e l'ultima persona, che

abbia mai adottato... E' vero, gli è sempre DISPIACIUTO, non provato pietà, per quelle

persone, ma lui non poteva fare molto. Con te non c'era solo dispiacere, ma anche affetto.

Non so perché, ma mio padre si è affezionato a te dal primo momento che ti ha vista. Sai,

tu dovevi andare a vedere un'altra famiglia, non noi, ma mio padre a parlato con quella

famiglia e l'ha convinta a non adottarti cosicché tu potessi vivere con noi e quindi ora ti

ritrovi con persone che ti vogliono bene... tranne Marta, ma ormai sai già anche i motivi.

Quindi non pensare che noi non ti vogliamo bene e che proviamo per te solo pietà, ok? I

miei genitori.... I Nostri genitori si sono affezionati a te e con il tempo ti vorranno pure

bene, sempre di più... Ok, bellissima? >> Disse sorridendomi. Ormai si trovava a pochi

centimetri dal mio viso e si era abbassato alla mia altezza siccome ero ancora seduta suol

letto. “Sembra così convincente...”

<< Sai bravissimo a mentire! >> Gli dissi e mi coricai sul letto dandogli le spalle. Ad un

certo punto sentì il suo peso sul letto e mi fece girare tanto da averlo di fronte e mi

abbracciò.

<< Perché mi fai questo... Perché continui a prendermi in giro e basta? Non sai che poi io ci

sto male? Sii uomo e dimmi la verità senza preoccuparti di ferirmi, ti prego. Dimmelo che

mi avete preso solo per pietà, dimmelo! Dimmi quella cazzo di verità... >> Gli sussurrai

continuando a stringere sempre più forte la sua maglia tra le mie mani.

<< Tu mi hai detto di dirti la verità e io l'ho fatto, ma se vuoi sentirti dire bugie, allora ti

dirò che noi ti abbiamo “preso” solo per pietà, che sinceramente non me ne frega un cazzo

di te, che sei una persona che fa schifo, che in realtà noi ti odiamo e invece è Marta quella

che ti vuole bene, che... >>

<< Ok, ma adesso smettila. >> Sapevo di avere le lacrime agli occhi e un nodo alla gola che

mi faceva male, ma avevo detto basta alle lacrime e così sarebbe stato. Sentì la mano di

Tommaso prendermi il mento e alzarmi il viso per guardarmi negli occhi... occhi che io

avevo chiusi.

<< Aprigli... >> E feci così. Una lacrima mi rigò il volto, una sola che lui asciugò con il suo

pollice e mi sorrise.

Io mi appoggiai al suo petto e fu così che mi addormentai.

Il giorno dopo mi svegliai alle sette.

<< Cazzo, sono in ritardo! >> E mi alzai di corsa per cercare in un quarto d'ora cosa

mettere. Il prossimo pullman era alle sette e un quarto e sarebbe stato l'ultimo!

<< Ma perché cazzo non è suonata la sveglia?!?! >> Mi spogliai e rimasi in mutande e

reggiseno.

<< Ok Chate, ora calmati e pensa cosa mettere.... >> Presi i primi jeans che trovai, la prima

maglietta e la prima felpa e buttai i vestiti sul letto senza girarmi. Andai a prendere di

corsa le mie scarpe che erano sotto il tavolo, le presi e le misi vicino al...

<< Ma ogni cazzo di volta che ti svegli fai questo umore? >> E urlai.

<< Ehi, ehi Chate che ti prende? >> Lo guardai e mi ritornò alla mente ciò che era successo

il giorno, anzi i giorni primi. Sentì la porta aprirsi e vidi Michela e Paolo entrare di corsa

seguiti da Marta. Vedi i loro sguardi andare da me a Tom finché quest'ultimo non disse: <<

Non è come può sembrare! >> Io non capì subito.

<< Ah davvero? E allora come mi spieghi tutto questo? >> Disse Paolo leggermente

arrabbiato. Mi alzai e chiesi a loro di spiegarmi cos'è che non è come sembra...

<< Ehm... Guardati... >> Mi disse Tom e così feci.

<< Oh... Serio, non è come sembra!!! >> Dissi cercando di coprirmi.

<< In pratica mi sono svegliata e ho visto che erano già le sette e... Beh, alla fine credevo di

essere a casa e di avere il pullman alle sette e un quarto e quando ho visto Tommaso ho

urlato perché mi chiedevo cosa ci facesse lui a casa mia... Tutto qui, ma serio, non è come

sembra... >> Tutti mi guardarono e cominciarono a ridere, me compresa e sta volta era una

risata vera, una risata che mi fece venire le lacrime agli occhi così andai all'armadio a

cercarmi qualcosa di decente.

<< Beh, con permesso io vorrei vestirmi... Non so voi, ma non lo faccio in presenza di altri

di solito... >>

<< Oh, sì certo cara, noi andiamo. Ti aspettiamo... >>

<< Ti devo parlare un secondo in privato Chaterina. >> Mi disse Paolo fissandomi negli

occhi. Era ancora leggermente arrabbiato e non capivo il perché. Forse non aveva creduto a

ciò che gli avevo detto.

<< Vestiti in fretta e quando avrai finito dimmelo che sono qui fuori. Andiamo. >> E fece

segno agli altri di andarsene e lui uscì dopo di loro. Mi vestì e, quando finì, dissi a Paolo

che poteva entrare, ma ormai avevo capito cosa voleva dirmi. Avevo capito cosa aveva

visto.

<< Allora? >> Volevo rendere la cosa veloce e quindi decisi di dirgli l'ovvio.

<< E' stato più forte di me. >> Sussurai..

<< Ma perché lo hai fatto? Cos'è che ti ha spinto a farlo? >> “Tua figlia.”

<< Alcune cose che pensavo, ma ormai e tutto passato, serio, cioè seriamente. >>

<< Chate... >> Mi disse con un tono di voce così dolce e deluso che mi spezzò ancor più di

quanto già ero. Mi guardai le scarpe e gli dissi che mi dispiaceva, anche se come parola la

odiavo.

<< Cerca di non farlo mai più, ok? E se ci sarà qualche problema vieni a parlarne con me e

non fare tutto di testa tua... >> E mi abbracciò stringendomi forte a lui. Ad interromperci fu

Marta che chiese a suo padre di lasciarsi soli.

<< Ok, e Marta... non fare la stronza. >> E se ne andò lasciando entrambe a bocca aperta.

<< Wow, mio padre che dice una parolaccia. Questa me la devo segnare! >>

<< Allora, che cosa vorresti da me? >> Mi guardò per un po' e poi mi chiese scusa.

<< Perché scusa? >>

<< Per come mi sono comportata... Ti ho trattata veramente male quando avevi già troppi

problemi. Ieri ti ho sentito parlare con Tom e adesso con mio padre... >> E mi guardò il

polso che nascosi dietro alla schiena.

<< In fin dei conti tu non hai colpe e io me la sono presa ingiustamente... Volevo solo

chiederti scusa per come ti ho trattata e che d'ora in poi cercherò di fare il mio possibile

per aiutarti e per trattarti... come una sorella. In fin dei conti devo ammettere che ho

sempre desiderato averne una. >> E mi sorrise, un sorriso che io ricambiai.

<< Per me va bene... Iniziamo nuovamente tutto dall'inizio, come se fosse la prima volta

che ci vediamo, ti va? > >

<< Ok! >> Si alzò e mi abbracciò.


<< Oh, comunque non si dovrebbe ascoltare i discorsi degli altri, ricordi? >> E le sorrisi

facendole capire che scherzavo. In cambio ricevetti un pugno leggero sulla spalla.

<< Già, ricordo! Non sono mica 'na vecchia io...! A differenza di qualcuno di mia

conoscenza che sono sicurissima sia dietro alla porta a d ascoltare. E così mi fece

l'occhiolino e insieme andammo ad aprire la porta. Infatti trovammo Paolo e gli saltammo

addosso arruffandolo e continuando a ridere come matti. Ora sì che mi sentivo in

famiglia...! Ma devo ammettere che avevo paura... paura che tutto questo sarebbe finito..

Che tutto questo fosse solo un sogno e che prima o poi mi sarei risvegliata e mi sarei

trovata nuovamente a casa mia con i miei due amati gatti...

“ I miei gatti..”

<< Oddio Paolo! I miei gatti!! Dobbiamo portargli qua a casa, ti pregoooo!!! >>

 

 o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O.o.O

 

 

My Space Room! <3

Hey gente, come va?

Avete visto quanto è lungo questo capitolo?!?! Ci ho messo un po' a scriverlo,

ma alla fine sono riuscita a finirlo! ^^

Beh, che dire... Se avete dei consigli da fare, delle critiche fatele pure.

Aspetto molto volentieri delle vostre recensioni. In ogni caso ora vi lascio

questo capitolo che spero vi piaccia... :)


Ci si sente alla prossima! ^^

CiaoCiao! <3

Da Sotto un cielo di stelle! ^^ :*

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Sotto un cielo di stelle