Anime & Manga > Lupin III
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Autore: Fujikofran    25/07/2013    1 recensioni
Anni Settanta. Per la prima volta la banda di Lupin mette in atto un sequestro di persona. Verrà infatti rapito René Prescott, di nove anni, figlio di un magnate americano che, con una equipe di scienziati, ha scoperto una formula chimica in grado di moltiplicare i diamanti. Questa cosa farà gola a Lupin e co, che, tramite René, vorrebbero estorcere la formula al padre. Ma alla fine tutto non è come sembra e soprattutto il bambino avrà una singolare reazione al rapimento. Lo special tv che ho sempre sognato di vedere realizzato sta tutto qui e questa storia è nata da un'idea che avevo alla stessa età di René. Col tempo l'ho sviluppata al completo arrivando a scriverne una fanfiction. Brano da ascoltare durante la lettura: "Right Back Where We Started From" di Maxime Nightingale
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nascondiglio della banda di Lupin, poco dopo

Lupin era intento a preparare una maschera da indossare, per fingere di essere nuovamente un giornalista alla conferenza stampa che Prescott stava per tenere a New York; sarebbe stata diversa da quella che aveva messo a Parigi, in modo da non insospettire Zenigata, che di sicuro non sarebbe mancato. Jigen stava provando uno smoking bianco, per fingere di essere un invitato. Non avrebbe indossato la maschera, ma avrebbe accorciato la barba, messo un cappello bianco e con sé avrebbe portato la sua donna attuale, che ovviamente era ignara di tutte le loro mosse. Goemon era tornato da poco e non aveva fatto cenno di dove avesse trascorso la notte, anche se i suoi due amici lo avevano guardato sornioni e con l’aria di chi volesse sapere la verità.

-         Eccola qui, è pronta! – esclamò Lupin, mentre metteva ad asciugare la maschera – Goemon, ma tu non hai nulla da dirci?-

-         Eh? No, nulla – rispose arrossendo.

-         Evviva, il nostro finalmente ha passato una notte divertente, vero?- domandò Jigen, mentre si vestiva.

-         Non sono affari tuoi, Daisuke! Ma devo mettermi quello smoking ridicolo? –

-         Almeno il tuo non è bianco- intervenne Lupin sorridendo, mentre andava a svegliare René.

Poco dopo arrivò Fujiko, pronta per il colpo con i suoi compagni, intenti a vestirsi e a farsi belli per la festa di Prescott.

-         Oddio, ma sei una favola, con questo smoking nero!- esclamò la donna andando incontro a Goemon. Lui arrossì senza parlare – fatti aggiustare il papillon, ti si vede un succhiotto. Io i tuoi almeno li ho coperti col foulard – gli mormorò poi la donna, attenta a non farsi sentire.

-         Perché queste cerimonie a Goemon, Fujiko?- domandò maliziosamente Jigen –e che bel foulard! Inizia a far caldo per indossarne uno così ingombrante-

-         Ma anche tu stai una meraviglia, con la barba più corta e anche il nostro Arsene è un concentrato di eleganza. Non fate i gelosi, please, siete belli tutti e vado fiera di voi! René, sei pronto?-

 
Poco prima di uscire ci fu una convergenza di idee contrastanti, su come organizzare il piano finale per il colpo, ma poi riuscirono a essere tutti d’accordo. Si sarebbero camuffati tra gli invitati, René compreso (che avrebbe indossato una maschera) e avrebbero attirato l’attenzione di Prescott, il quale, a fine serata, avrebbe riavuto il figlio. Fujiko, invece, che non avrebbe indossato alcuna maschera e che si sarebbe mossa liberamente tra gli accoliti di Prescott, avrebbe fotografato la formula. In questo modo il magnate non avrebbe dovuto rivelarla, come era stato pensato poco prima del rapimento del bambino, e tutto sarebbe finito per il meglio. E così la banda di Lupin entrò in azione, nonostante il malumore di René, che non voleva muoversi e uscire di casa, stesse creando problemi al gruppo. 

-         Non voglio tornare da mio padre- si lamentò il bambino – voglio rimanere con voi, vi prego! -

-         Tesoro, ti ringrazio, ma non possiamo tenerti, non faresti una bella vita: noi siamo dei ladri, dei delinquenti, tu devi crescere sano e onesto- gli disse Lupin.
-         Onesto con mio padre? Non credo-

-         Su andiamo, muovetevi- li esortò Jigen, infilandosi in macchina e accendendo la radio –Yeah, i Pink Floyd…ci daranno la giusta carica!-

I cinque erano partiti, poi passarono a prendere la ragazza di Jigen. Fujiko li seguiva con la sua moto. Arrivati alla festa si mossero secondo un piano ben preciso: a metà serata, dopo la conferenza stampa, mentre tutti si sarebbero precipitati sul buffet, Jigen avrebbe finto di litigare con la sua donna, attirando l’attenzione dei presenti; Goemon si sarebbe spostato nella stanza dove era custodita la formula, fingendo di accompagnare René, che avrebbe spacciato per suo figlio, per poi mettere ko le guardie e lasciare il bambino nella stanza e Lupin, infine, sarebbe stato un reporter ficcanaso che voleva vederla e avrebbe portato lì Prescott, per far sì che ritrovasse il figlio. Il piano era perfetto, fu messo in atto e tutto andò per il meglio. E quando il miliardario trovò René con un biglietto addosso nel quale c’era scritto che Lupin aveva ottenuto quello che voleva, in cambio del rilascio del bambino, per poco non svenne. Lupin e i suoi compagni andarono via subito, Fujiko poco dopo, trovando una scusa con Prescott, che sembrava inebetito, dopo aver riavuto il figlio, il quale non gli rivolse la parola ma si mantenne freddo, quasi ostile. Le persone che gli avevano fatto vivere momenti diversi e per lui felici, nonostante fosse sotto sequestro, erano andati via per sempre e, poco dopo, scoppiò a piangere. I presenti pensavano che fosse spaventato e non che soffrisse per aver perso degli amici. L’ispettore Zenigata era lì, con aria cupa, domandandosi per quale motivo non si fosse accorto che, in mezzo agli invitati, si era infilata la banda di Lupin. “Che avranno in mente, quei quattro?” pensò, rimanendo silenzioso e in disparte. Nemmeno lui sopportava Prescott, dato che quest’ultimo lo aveva umiliato più volte mostrandosi diffidente nei confronti suoi e dell’ICPO, e in fondo sperava che Lupin e compagni stessero cercando un modo per farla pagare definitivamente a quell’uomo arrogante.
Poco dopo, Lupin e gli altri, dopo aver riaccompagnato l’amichetta di Jigen, si erano diretti appena fuori New York, da George Flynt, detto “Il Chimico”, un loro carissimo amico che li aiutava spesso a preparare maschere, liquidi speciali e gas utilizzati negli innumerevoli colpi messi a segno nel corso del tempo. Lo avevano raggiunto per sviluppare la formula e avere, così, la possibilità di prepararsi al procedimento che avrebbe moltiplicato i diamanti. Lupin ne aveva uno con sé e non vedeva l’ora di averne tanti altri. Uno di questi lo avrebbe fatto mettere su un anello da regalare a Fujiko, che arrivò poco dopo, bramosa di mettere in pratica quanto era scritto nella formula. Occorrevano alcune ore, prima che Flynt potesse svolgere il suo lavoro al meglio e nel frattempo i quattro rimasero a parlare, convergendo i loro discorsi su René.

-         Ci mancherà- affermò Jigen, sedendosi e accendendosi una sigaretta.

-         René è un bambino in gamba e fin troppo sveglio, non resisterà con suo padre- disse Lupin, appoggiandosi al muro e prendendo la sigaretta di Jigen per far un tiro.

-         Lui ragiona meglio di un adulto e mi ha aiutato a capire tante cose della vita- intervenne Goemon, guardando furtivamente Fujiko, che gli si sedette accanto e gli sorrise.

-         Mentre ero in moto ho pianto- confessò la donna –quanto mi dispiace averlo lasciato andare-

-         Non disperate, ragazzi – disse poi Lupin -qualcosa mi dice che rivedremo presto quella piccola canaglia- 
 
Laboratorio di Flynt, all’alba

Lupin e Jigen fumavano sigarette nervosamente, erano trascorse quattro ore da quando erano arrivati da Flynt, ma ne sembravano molte di più. Goemon non si capiva se stesse dormendo o meditando, mentre Fujiko riposava appoggiata a una sua spalla. C’era un’atmosfera di tensione mista a noia che non voleva cessare, quando si sentì Flynt imprecare allarmato.

-         Ragazzi, venite qui! – esclamò l’uomo e Lupin si precipitò, seguito dagli altri.

-         Allora, amico, ci siamo? – domandò Lupin, con un sorriso a trentadue denti e gli occhi sgranati.

-         Eh…purtroppo questa formula moltiplica, sì, i diamanti, ma sono pericolosi per la salute: hanno un componente altamente tossico, che intaccherebbe le cellule in maniera repentina, per poi generare malattie fulminanti. Io stesso, a contatto con questa sostanza, potrei essermi già ammalato-

-         Oh, no, Flynt, ma quindi…-

-         Mi ero già informato su Prescott, così, per curiosità, e avevo subito capito di che pasta fosse fatto. Sono convinto che se le sue mire sono quelle di distruggere la povertà nel mondo e di far arricchire chi è già ricco, beh, credo che abbia detto una grossa menzogna e che in realtà non abbia affatto intenzioni filantropiche-

-         Stai dicendo che vorrebbe eliminare gran parte dell’umanità?-

-         Temo proprio di sì…amici, siamo di fronte a un pazzo e ora la questione si ribalta: dovete distruggere la formula e far scoprire gli intenti malvagi di Prescott. In bocca al lupo!-

I quattro si guardarono, stupiti e perplessi al contempo, poi decisero di salutare Flynt, promettendogli di aggiornarlo quanto prima sulle loro prossime mosse.
 
 
 
Rifugio della banda di Lupin, un’ora dopo

Lupin e gli altri si resero conto che il destino dell’umanità, in un certo senso, era nelle loro mani e, andando a dormire quando tutti si stavano svegliando, furono assaliti da un’angoscia violenta, oltre che dalla malinconia per l’assenza di René, che ormai si erano abituati a vedere girare per casa. Jigen, insonne, decise di uscire per andare dalla sua donna; Lupin dormicchiava, ma non riusciva a farsi passare il mal di testa che lo stava tormentando; Goemon non si spostò dal divano e Fujiko stava abbracciata lui, confidandogli di avere una certa paura per quello che aveva detto Flynt. Poco dopo li raggiunse Lupin, che li fissò con aria infastidita.

-         Per risolvere questa faccenda c’è un solo modo- disse, versandosi poi del liquore -chiamare paparino Zenigata e portarlo da Flynt –

-         Certo, così ci farà il pelo e il contropelo- rispose Fujiko.

-         Hai ragione tu, Arsene, l’unica soluzione è parlare con lui e spiegargli tutto per filo e per segno- commentò Goemon, allontanando Fujiko da sé con un moto di imbarazzo.

-         Allora, io tornerò da Prescott per cercare di capire le sue ultime mosse- disse Fujiko –voi contattate Zazà. Speriamo che possa comprendere le nostre azioni-
 
All’ora di pranzo ci fu l’incontro con Zenigata, il quale non mostrò segni di stupore davanti a quanto raccontò Lupin, ma affermò di aver fatto indagini su Prescott da prima che venisse fuori la faccenda della formula e che, soprattutto, quell’uomo non gli piaceva affatto, così come la sua equipe di scienziati. Venne, quindi, stipulato un accordo segreto tra Lupin e l’ispettore, volto a smascherare il magnate americano. Flynt, presente all’incontro, mostrò tutte le carte a Zenigata, che stava già pensando di raggiungere Prescott, per arrestarlo.
 
Manhattan, dimora di Tommy J- Prescott, due giorni dopo.

La palla era passata nelle mani di Zenigata, il quale, con i suoi uomini, era giunto da Prescott, sapendo di trovarlo, dato che da tempo aveva studiato i suoi movimenti. Era a conoscenza anche dell’amicizia tra l’uomo e Fujiko, ma non aveva voluto fare passi affrettati per arrestarla. Era certo che il magnate fosse in casa con la giovane compagna e René e, quando arrivò, Prescott si precipitò a salutarlo, con fare mellifluo, seguito dalle sue cinque guardie del corpo.

-         La sua visita mi onora, ispettore – disse l’uomo – si accomodi…è qui per dirmi che ha catturato quegli imbecilli di Lupin e i suoi degni compari? Sono stati dei bravi ragazzi a riportarmi René, ma non hanno avuto il coraggio di informarmi del loro fallimento: la mia formula non è stata rubata né copiata, né da loro né da nessun altro-

-         Ma da me sì- intervenne Fujiko, togliendosi la maschera che portava insieme alla divisa da poliziotta – e ti dico pure che non morirà nessuno per quella maledetta formula, mio caro Tommy-

-         Come sarebbe a dire?-

-         Che lei è in arresto, Mr Prescott. Sappiamo tutto e abbiamo le prove che lei è un criminale- lo informò Zenigata.

-         In arresto? Guardate che sono io e non Lupin, non ho una maschera!-

-         Ce l’abbiamo noi!- esclamò Lupin, anche lui camuffato da poliziotto, così come Jigen e Goemon, che si rivelarono togliendosi le maschere.

-         Ah, bene, ispettore Zenigata, ma lei vuole chiudere così la sua carriera: si è messo a collaborare con questi ladruncoli. Perfetto, l’Interpol sarà contenta di sbarazzarsi di uno come lei. E voi, malviventi da pochi spicci, siete fieri di contaminarvi col vostro acerrimo nemico? Tu, Arsene Lupin III, che volevi fare, diventare ricco e andare in pensione? Smettendo di rubare inizieresti a ingrassare e a non sembrare più uno scimpanzé, ma un gorilla-

-         Può darsi, ma non avrò mai la tua stazza da porco sazio- gli rispose a tono il diretto interessato.

-         E tu, invece, Daisuke Jigen, noto che ti trovi bene a fingere di essere un altro, caro Damien Jones di New Orleans (6)-

Jigen iniziò a tremare, anche se cercava di non darlo a vedere.

-         Allora? Ti meravigli perché ti ho chiamato così? Sono ben informato su di te e su tutti voi, anche su di te, Goemon Ishikawa XIII, un soggetto ottimo per un film di serie B di importazione…ahahaahahha…e mi meraviglio di te, cara Fujiko Mine: quelle come te, che fanno il doppio gioco, sai come vengono definite e non solo da me? Prostitute e tu sei una prostituta; ladra, per giunta. Che bel quartetto, eh?-

Prescott stava giocando un’arma che poteva rivelarsi tra le più pericolose: la pressione psicologica e nessuno dei quattro riusciva a dare risposte che potessero tenere testa all’arrogante magnate. René in quel momento odiava il padre più che mai, ma era anche al settimo cielo per aver rivisto i suoi ex rapitori e, non appena cercò di correre verso di loro, fu bloccato dalla donna di Prescott. Poco dopo entrò Flynt, che mostrò le copie dei documenti con tutte le prove che inchiodavano il magnate.

-         E io che ci faccio? – domandò l’uomo con fare arrogante –me le conservo per ricordo?-

-         Sì, in galera- gli rispose  Zenigata.

Ci fu un attimo di silenzio e il magnate lanciò delle occhiate alle sue guardie del corpo, che si precipitarono per braccare l’ispettore e per attaccare i suoi uomini e la banda di Lupin. Ma cinque uomini erano pochi per avere la meglio. Ci fu una violenta sparatoria, durante la quale due di loro morirono subito e tre agenti di Zenigata furono feriti gravemente. Prescott si nascose dietro a una parete, mentre Fujiko gli teneva la pistola puntata alla tempia; la sua compagna, invece, si rifugiò con René in un’altra stanza. La Magnum di Jigen e la P38 di Lupin erano le protagoniste assolute del momento, nonché la spada Zantetsu di Goemon, che mise totalmente fuorigioco le guardie del corpo del magnate rimaste in vita. Quando tutto sembrava finito si udì Jigen imprecare: era stato ferito a un polso, che sanguinava abbondantemente.

-         Non è niente, eh! Mi hanno preso di striscio- Jigen rassicurò tutti –uno come me si perderebbe dietro a un graffio? Ahia, porca vacca…-

-         Senta, signor Damien…Daisuke Jigen, non si preoccupi – affermò Prescott, con tono da codardo – faro chiamare soccorsi adeguati-

-         Preferisco morire dissanguato che farmi curare da chi ha a che fare con te- gli rispose Jigen, avvicinandosi e puntandogli la pistola. Ora il riccone aveva due armi pronte a esplodergli colpi dritti nella testa.

-         Ehi, mantenete la calma- intervenne Zenigata – Jigen, per il momento copri la ferita con questo fazzoletto, è abbastanza grande. Io non lo uso mai, aspetta che te lo avvolgo io bello stretto. Goemon che stai facendo?-

Goemon si avvicinò a Prescott e con la spada fece a pezzi i suoi vestiti.

-         Che mutande orribili, Tommy J.!- esclamò Lupin e tutti risero.

-         Accidenti – disse Goemon- anche questa volta ho…-

-         …ho tagliato qualcosa di inutile (7)!- dissero i suoi compagni all’unisono.

-         Paparino, pensaci tu a Prescott, eccoti le prove che lo incastreranno- affermò Lupin e Zenigata gli rispose con un sorriso abbozzato, mettendo poi le manette al milionario.

Jigen prese un foglio dalle carte che riguardavano le prove sulla pericolosità della formula e lo infilò nella bocca di Prescott.

-         Toh, mangia quello che hai creato…e impara a farti gli affari tuoi, invece che impicciarti del mio passato! Tanto Flynt ha fatto altre copie delle prove. Buon appetito!-

-         Perfetto, ora potremmo servirlo su un vassoio come un porco arrostito- commentò Lupin ridendo e, avvicinandosi poi a Zenigata, si rivolse a lui:

-         Zazà, allora, non arresti anche noi?-

-         No, per ora no, lasciamo perdere. Andate via, prima che cambi idea-

 
 
Rifugio della banda di Lupin, il giorno dopo

I quattro stavano per separarsi, come di solito accadeva alla fine di ogni colpo.  Erano convinti che presto si sarebbero rivisti, per continuare quello che meglio sapevano fare: rubare. Ma le loro strade dovevano dividersi per un po’, quattro caratteri diversi non riuscivano a star uniti per troppo tempo (8). Erano tutti vicini alla porta d’ingresso, pronti ad andarsene, ma esitavano.

-         Allora, ragazzi, tenetemi aggiornato- disse Lupin, abbracciando Jigen e Fujiko -Tornerò in Francia per un po’, ho bisogno di fare una visita alla tomba di mio nonno. Abbiamo vissuto un periodo strano, lo ammetto, e quando mi viene un certo spleen vado a salutarlo. E voi dove andrete?-

-         Io rimarrò qui a New York, sto uscendo a far una visita alla mia ragazza. Ho intenzione di lasciarla, mi ha già stancato – rispose Jigen- Poi devo sistemare altre faccende-

-         Io tornerò in Giappone, nel mio solito posto di montagna – affermò Goemon- mi sono innervosito abbastanza e devo rigenerarmi-

-         Io, invece, cari miei, andrò a trovare una mia amica in Australia, per crogiolarci sotto il sole insieme. Poi magari potrei andare in Giappone anche io, per completare il mio periodo di relax. Che ne dici, Goemon? C’è posto da te?-

-         Eh? Beh…va bene, s-se lo vorrai…-  rispose lui imbarazzato.

-         Cosa?-  domandarono stupiti all’unisono Lupin e Jigen.

-         Sto scherzando, sciocchi. Preferisco non vedere le vostre facce per un po’, lo giuro- rispose sarcastica la donna.

 
 
 
   
 
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