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Autore: Notthyrr    25/07/2013    1 recensioni
[Post-Avengers]
Dopo il fallimento a Manhattan, Loki viene riportato ad Asgard e imprigionato. La possibilità di fuga sembra una luce di speranza che può apprestarsi a raggiungere, ma proprio quando tutto sembra andare male si può comprendere quanto in realtà questo male sia niente...
Il Bifrost sbaglia destinazione, Loki e Thor ancora divisi, su mondi diversi e senza un ricordo.
Sembra siano destinati a non ricongiungersi mai...
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Loki, Nuovo personaggio, Thor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cuore di Ferro


Il moro fremette di rabbia e cacciò indietro il cappuccio con fare stizzito. Afferrò una mano dell’uomo di fronte a lui e attese che il colorito bluastro della sua pelle stingesse nel pallore che lo aveva caratterizzato in tutti gli anni trascorsi ad Asgard.
«Ora sei in grado di riconoscermi?»
Gli occhi di Thor si sgranarono lentamente, rivelando pian piano ogni sfumatura delle sue iridi azzurre nelle quali si rifletteva la luce di un sole che stava morendo dietro i grattacieli della città: «Tu non puoi essere…» Le sue labbra si serrarono per poi dischiudersi nuovamente, senza che alcun suono ne uscisse per un po’. Poi: «Quindi sei tu mio fratello? Quindi è… questo… il tuo aspetto?»
«Che cosa vai blaterando? Sono una presenza così astratta nella tua mente e nel tuo cuore… che nemmeno ti ricordi che viso ho e basta un po’ di blu a confonderti?»
«No, non era quello…» cercò di giustificarsi Thor, grattandosi nervoso la nuca. Alcune ciocche di capelli biondi gli piovvero sulla spalla destra.
Loki gli lasciò la mano, tornando a coprirsi il volto col cappuccio perché la tonalità della sua pelle non destasse sospetti in eventuali passanti. Strinse appena gli occhi, divenuti ormai completamente rossi, cercando d’individuare qualcosa nel comportamento del fratello: «Tu… Anche tu… hai perduto la memoria?»
«No, cioè: sì…» Memoria o meno, confuso, lo era alquanto. «Vedi, devi sapere che è accaduto…»

~¤~

«Thor?»
Il suono di quella voce pareva provenire dall’oltretomba.
«Thor?!» Di nuovo. Ancora. Perché insisteva tanto? Inoltre… stavano davvero chiamando lui? No: a chi voleva che importasse? Meglio continuare a galleggiare in quell’oscuro nulla che pareva cullarlo e lenire ogni suo dolore, annullandogli il corpo.
«Thor, riprenditi!»
Quando aprì gli occhi, un’insopportabile luce bianca esplose nella sua testa assieme a un penetrante dolore.
Davanti a lui, un’ombra dalle fattezze umane era china sul suo corpo e lo scuoteva per le spalle, ma non ne avvertiva nemmeno il tocco.
Pian piano, con estenuante lentezza, i contorni della figura si fecero più nitidi, rivelando un volto conosciuto e, con esso, una stanza dalle pareti chiare che vi si delineava intorno.
Thor batté le palpebre, stringendo quindi gli occhi perché le ciglia filtrassero quel bagliore accecante. Si guardò attorno muovendo piano il collo, intorpidito, cercando di capire dove si trovasse, ma non ne aveva idea: di certo, quella non era Asgard; l’abbagliante neon sopra la sua testa pareva essere stato piazzato lì per rammentarglielo.
Tornatogli in mente il volto intravisto poco prima, lo cercò con lo sguardo, posando quindi gli occhi sui capelli neri di un uomo dalla pelle non particolarmente scura e solcata da alcune rughe d’espressione alla base degli occhi e sulla fronte, aggrottata in un’espressione tra l’attento e il preoccupato.
«Thor?» ripeté insicuro. Poi, sorridendo nel vederlo riprendere, sebbene lentamente, conoscenza: «La prossima volta… non è che potresti atterrare più vicino alla Tower?»
«Chi sei? Che cosa vuoi da me?!» Come colto da un improvviso raptus d’agitazione, il biondo scattò a sedere, scaraventando al suolo i macchinari ai quali era collegato tramite alcuni elettrodi.
L’uomo davanti a lui spalancò la bocca per gridare la sua disapprovazione, ma non ne uscì niente, prima che questi si colpisse la fronte col palmo della mano: «Dannazione, Point Break, davvero sei fatto per spaccare tutto! Per fortuna che diciamo “Hulk, spacca”… Sai quanto mi è voluto per costruire quegli affari?!»
Thor lo guardava faticando a comprendere: Hulk e… Point Break… Perché quelle parole fischiavano così forte nelle sue orecchie?
«Ad ogni modo, comincerei a mettermi nell’ordine delle idee di perdere qualche chilo. Non per lamentarmi, ma ho dovuto indossare l’armatura per trasportarti fin qui…» disse con noncuranza indicando con un cenno rapido un quadro raffigurante il mezzobusto di una strana tuta metallica rossa dai profili dorati.
«U… uomo di metallo?» balbettò il biondo.
«Oh, bene: vedo che il ricordo di me ti ha seguito fino ad Asgard. Immagino di dovermi sentire alquanto… onorato… di essere rimasto nella mente di un dio.»
«Asgard…?»
Anthony Stark lo guardava accigliato, non nella maniera scettica e di sufficienza che era solito mostrare nei riguardi di tutti: pareva davvero non aspettarsi nulla di simile e i comportamenti del biondo lo stavano mettendo in difficoltà.
«Asgard!» esclamò poi Thor, la cui voce, in quell’alzata di tono, non era poi dissimile dal rombo di un tuono. Buttò i piedi fuori dal letto in cui Stark lo aveva abbandonato, si rassettò la tunica e si avvicinò all’uomo, che fece un passo indietro, inizialmente spaventato. «Loki stava fuggendo da Asgard!»
«Loki?»
«Il mio fratellastro!»
«Sì, lo so chi è… Intendo…» Si morse la lingua, confuso almeno quanto il suo interlocutore. «… Cosa vuoi dire?»
Thor lo scrutò stringendo gli occhi, come se la situazione fosse altamente difficile da comprendere per lui: «Dove mi hai trovato… c’era qualcun altro?»
«Mmh… Tutta New York? Vedi, Point Break, dopo il piccolo disguido con tuo fratello e il suo esercito, se un’intera cittadina vede arrivarsi addosso un meteorite dal cielo si preoccupa… e va a vedere che succede.»
«No, no… Intendevo… C’era anche mio fratello?»
Per un secondo, Stark rimase interdetto, cercando di rammentare i volti di quei tanti che aveva tentato di allontanare per poter portare al sicuro il corpo del dio: «N… no.»
«Allora il Bifröst deve aver funzionato correttamente con lui, ma… Io… Deve essere finito in un altro regno…»
Tony incrociò le braccia impettito: «Eh, no: non mi chiederai certo di andarlo a cercare per tutti i nove, dieci – quanti sono – mondi! Ne ho avuto fin qui di lui!» esclamò, indicandosi la fronte col taglio della mano. «E poi…» il suo tono si fece improvvisamente triste. «Nessuno può assicurarti che sia ancora vivo. Se tu sei stato scaraventato qui, forse…»
Thor abbassò lo sguardo, sconfitto: Stark aveva ragione su tutti i fronti. Strinse i pugni, cercando di reprimere il gusto amaro di quella verità: suo fratello s’era già salvato una volta; non poteva avere sempre fortuna. Sospirò: «Da qui, non c’è modo di tornare a casa. Se il Bifröst è finito distrutto come l’ultima volta, io sono bloccato qua fino al momento in cui qualcuno verrà a cercarmi; verrà a prendermi…»
«C’è qualcosa che posso fare?» Curiosamente, il tono di Stark si era quasi addolcito; pareva addirittura servizievole, lui, egocentrico e megalomane.
Il biondo scosse il capo, poi un’idea gli guizzò in mente e alzò lo sguardo sul miliardario, aggrottando la fronte: «Conosci per caso una certa Jane Foster?»

~¤~

A sentire il nome di Jane, Loki storse il naso. La odiava. Anche lei. Odiava tutto ciò che aveva a che fare con suo fratello.
E allora, perché sono qui?
«Dunque sono venuto a Tønsberg, a cercarla.»
Ecco, proprio quello che non avrebbe dovuto dire.
«Non m’interessa chi tu sia venuto a cercare, tantomeno se l’hai trovata o no. Ora devi venire con me.»
«Credi che dopo tutto quello che hai fatto io mi fidi di te, delle tue stregonerie? Potresti abbandonarmi in una landa ghiacciata di Jötunheim e far sì che io sparisca per sempre!»
«Beh, non mi occorrerà molta fatica, dal momento che avremo i giganti di ghiaccio ad Asgard entro stasera, se non ti decidi a tornare a casa!»
«Che cosa?» balbettò. «Tu… tu come lo sai?»
«Vedo che il tuo acume non mostra miglioramenti, nemmeno dopo il soggiorno a Midgard, tu, Stark e la tua bella.» Quell’ultimo appellativo fu sputato con una smorfia di sprezzo. «La vedi la mia pelle, Thor? Ho passato l’ultima settimana tra i giganti: conosco i loro piani!»
Il biondo si guardò attorno, una crescente agitazione che saliva a serrargli la gola in una morsa di preoccupazione: «Tu… puoi riportarmi a casa?» Ricordava di averglielo già chiesto, altrove, segregato dallo S.H.I.E.L.D. dopo aver tentato inutilmente di recuperare il suo martello.
«Ovvio, altrimenti sarei venuto qui per rivedere il tuo faccino?» Retrocedette di un passo, per poter inquadrare interamente la figura del fratello. «Stai fermo. Benché non mi dispiacerebbe, per ora non voglio che tu arriva ad Asgard in pezzettini.»
Thor annuì, preoccupato più per l’incantesimo che Loki avrebbe lanciato di lì a poco che per la situazione ad Asgard.
«Spero tu abbia detto addio a Stark…» commentò quindi Loki, mentre le sue mani s’illuminavano della solita aura verde.
«Che cos…?» Le parole del biondo furono risucchiate in un abbagliante turbine di luce che, rapido ed evanescente, parve attirarlo verso l’alto, facendolo smaterializzare come polvere sotto lo sguardo del fratellastro.
Loki attese che il bagliore si fosse attenuato per guardare verso il cielo: il sole aveva già percorso buona parte del suo arco nella cupola celeste e presto sarebbe andato a riposare dietro le montagne norvegesi.
«Non farò mai in tempo…»

Give me one more Night
I will make things right
I have changed my ways
All I need is time




Note: E orgogliosamente ammetto che sì: mi ero scordata dia ggiornare ieri. Mancano orami solo due capitoli (Finalmente! Nd. Tutti) e le cose cominciano a precipitare. Spero che la piccola parte di Tony Stark sia piaciuta (mi serviva un personaggio esterno che aiutasse Thor a recuperare i ricordi... e lui è il migliore xD). Mi congedo svelando il titolo della canzone di questo capitolo - che è ancora Sky - e invitando la gentile clientela (?) a lasciare un piccolo parere/opinione che ci fa sempre piacere.
Grazie a tutti,

~Notthyrr
  
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